Green-eyed monster
La
prima cosa che vide furono i capelli – rossi, lucenti – e le gambe
scoperte. Gambe chiare, scattanti e aggraziate.
Le
guardò perché erano alle stessa altezza di quelle di lui. Non due
o tre passi indietro, ma proprio accanto. Camminava al suo fianco e lui non sembrava
farci caso né irritarsi, non la guardava con sprezzo sbuffando infastidito.
Aveva lo sguardo cupo e indecifrabile di sempre e mormorò qualcosa
sottovoce, e la ragazza annuì decisa, mentre gli altri due – era quello,
allora, il Falco – balzavano a lato per mettere in atto chissà
quale strategia. Sakura osservò meglio il suo viso oltre gli occhiali e
nello sguardo di lei, fisso sul volto in porcellana spigolosa di Sasuke,
ritrovò la propria stessa devozione.
Stava
per avere luogo una battaglia in cui forse sarebbe morta, ma il suo unico
pensiero fu che niente avrebbe potuto essere più doloroso, che la
crudeltà di Sasuke era infinita, senza limiti e l’enormità
della sua insensibilità era troppo schiacciante. Avrebbe potuto almeno
avere la clemenza di estrarre la katana e squarciarle il petto all’altezza
del cuore, velocemente, piuttosto che infliggerle la tortura insopportabile di
vederlo accanto a un’altra.
Avrebbe
potuto ucciderla in modo meno straziante e tormentoso.
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Ahm…
il “Mostro dagli occhi verdi” del titolo ovviamente non è Sakura,
ma ho trovato curioso il fatto che lei abbia effettivamente gli occhi proprio
verdi. L’espressione, sgraffignata dall’Otello di Shakespeare,
indica la gelosia.
Odio
San Valentino, quindi vi ho inflitto questa double drabble.