Ringrazio chiunque scorrerà queste righe.
Lo so... lo so... sopportatemi ed Eru vi ricompenserà ;-)
Piccoli gesti
Il sole stava lentamente scomparendo dietro la linea dell'orizzonte e le prime stelle si appropinquavano a prendere posto nella volta celeste.
L'ora per i bambini di infilarsi sotto le coperte, di lasciarsi incantare dalle favole per poi chiudere gli occhi e farsi cullare da dolci sogni.
C'era, tuttavia, un piccolo principe dalla chioma dorata che non aveva alcuna intenzione di coricarsi anzi, sembrava avere piani differenti per il proprio letto.
La povera donna si arrese e prese posto sul bordo del letto.
"Posso immaginarlo, mio principe".
L'attenzione che le prestò fu minima e riprese il proprio percorso a furia di balzelli "Mi sono sentito così forte e potente. Quando la freccia ha centrato il bersaglio, non lo so..." si fermò, la mente assorta nell'elaborare la miriade di emozioni che aveva provato in quel momento.
L'occasione propizia. Galith ne approfittò per prenderlo tra le braccia e coricarlo.
"Era come se avessi il mondo ai miei piedi".
Un bacio sulla fronte a premiare il primo di molti centri.
"Oh lo avrete, principe" un altro bacio ricolmo d'affetto "Sono fiera di voi".
Devozione, affetto e l'amore per il proprio protetto trasudavano da ogni parola.
"Pensi -" il pugnetto si chiuse ed andò a strofinare l'occhio "Pensi che anche mio padre sia orgoglioso di me?" incatenò lo sguardo al suo e lei vi lesse anche quella muta domanda che serbava nel cuore.
Credi che lui mi ami?
Le si strinse il cuore. Sapeva che sarebbe arrivato il giorno in cui Legolas avrebbe messo in discussione l'affetto del genitore.
Si sedette nuovamente prendendo la sua piccola mano fra le proprie "Tuo padre è estremamente orgoglioso di te, Legolas. Non mettere mai in dubbio l'amore che prova per te" la portò alle labbra e vi lasciò un bacio "ma il peso del regno grava sulle sue spalle e non riesce a dedicarti tutto il tempo che vorrebbe".
L'Elfo biondo annuì.
"Deve essere difficile governare un regno".
"Moltissimo" assentì.
"Lo immaginavo" disse voltandosi sul fianco.
Galith prese congedo solo quando sentì il respiro di Legolas farsi costante e placido. Con la mano chiusa sulla maniglia, si voltò ad osservare la figura dormiente.
Sei l'unica ragione per cui egli ancora vive.
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"Pensi che anche mio padre sia orgoglioso di me?"
"Sempre, mia piccola foglia" si costrinse a trattenere un singulto e una lacrima solcò il suo volto.
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Non un solo filo d'erba era stato risparmiato dalla folle corsa del principe che giocava sotto lo sguardo vigile della balia e quello di un'altra creatura affacciatasi dalla finestra proprio in quell'istante.
Vide una scintilla di sfida illuminare quegli occhi così simili ai propri mentre continuava a dondolarsi sul ramo, incurante dell'avvertimento.
"Conto fino a tre. Uno, due, tr-"
"Non ti conviene contraddire Galith, figlio mio" lo spettatore silenzioso si manifestò "Io l'ho vista arrabbiata e ti assicuro che è più terrificante di un drago".
Il principino portò subito lo sguardo in alto, verso lo studio del padre e si coprì la bocca con la mano per sopprimere una risata. Lo osservò attentamente con il cuore che batteva prepotentemente contro la cassa toracica, temette gli uscisse dal petto quando lo vide sorridere.
Smise di dondolarsi e si lasciò cadere a terra. Alzò di nuovo gli occhi, suo padre era già rientrato.
L'aria si riempì delle risa gioiose del piccolo che riprese a scappare dalla balia e, per tutto il giorno, il sorriso non abbandonò mai il volto di entrambi.