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Autore: Chia_084    01/10/2015    1 recensioni
un principe e un mago, due facce della stessa medaglia, con un destino in comune, riportare la magia nel regno di Camelot.
[dal testo]
“sapete Artù Pendragon, voi siete un gran egoista! Pensate che vi sia tutto dovuto!” il moro si alzò in piedi e continuò “ Ma è normale, siete cresciuto nella comodità, sempre servito e riverito, non sapete com’è doversi guadagnare qualcosa! Mi dispiace dirvelo sire, voi non sapete nulla sulla gratitudine!” Merlino prese la sua roba e si diresse verso la porta
ArtùMerlino MerlinoGalvano ArtùGinevra
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza stagione
Capitoli:
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“Mia signora!” esclamò Ginevra  abbracciando Morgana “Gwen, mi sei mancata”
 “Come stato il viaggio?” chiese la selva curiosa “ah, l’Italia è splendida, un po’ più cupa di Camelot, ma veramente meravigliosa” risposerà corvina mentre alcuni servitori cominciarono a portare in camera i bauli "e a voi?  a casa è successo qualcosa di interessante mentre ero via?” chiese “mah, il solito mia signora, Artù ha scoperto una cosa su Merlino, lo ha bandito, Galvano  l’ha riportato mezzo morto, le sue condizioni sono peggiorate, Artù ha rischiato la vita per salvarlo disubbidendo al Re, è arrivata la principessa Mithian, promessa di vostro fratello ma innamorata di un nobile, abbiamo scoperto che Galvano in realtà è ser Gerard ex principale ereditario di Nemeth, che ha rinunciato al trono per amore… ah e abbiamo festeggiato il compleanno di Merlino…”
 “tutto nella norma insomma” disse la principessa ridendo “vi ho preparato il catino per il bagno, vi lascio sola, sarete stanca” detto ciò Gwen fece una riverenza e uscì.
 Rimasta sola Morgana contattò Morgause per riferirle la mancata dipartita del mago.
 “è come ti ho detto sorella, non è morto, Artù l’ha salvato”
“No! Non può essere! Mi inventerò qualcosa, quel maghetto mi ha stufata, si sta mettendo troppe volte tra me e la corono di Camelot, se voglio diventare regina dovrò ucciderlo definitivamente!” detto ciò la bionda concluse il discorso e disattivò il cristallo.
“ehi! Sono io l’erede di Uther! Quindi salirò io al trono! Hai capito Morgause! Ehi! Hai capito!?” la mora scagliò con rabbia il pezzo di quarzo magico sul pavimento.
 “non mi sembri contento del ritorno di Morgana…” disse Artù accarezzando i capelli di Merlino steso con la testa sulle sue gambe” dov’è stata fino ad ora?” chiese fingendosi interessato, non poteva dirgli di averla incontrata nel bosco in compagnia di Morgause, non poteva, non dopo che Morgana lo aveva liberato dalla trappola della bionda. 
“in Italia, da alcuni parenti della sua defunta madre, almeno così ha detto lei"
"tu ti fidi di lei, non la trovi cambiata?" chiese il corvino intrecciando le sue dita a quelle del biondo “sì mi fido” rispose.
 Qualcuno bussò alla porta e il mago corse a nascondersi dietro il paravento che il principe usavo per cambiarsi.
“avanti” disse Artù sistemandosi al meglio, la chioma riccioluta di ser Leon la fece capolino da dietro la porta "mio signore, i cavalieri la stanno già aspettando per l’allenamento” disse facendo un inchino “per la dea! Scusatemi, il tempo mi è passato… non so perché quel buon a nulla di Merlino non mi abbia chiamato" rispose "vi aspettiamo Sire” detto ciò uscì.
Dopo poco i due scesero nel giardino interno, dove i Cavalieri erano soliti allenarsi…
“lasciatemi combattere come Merlino” disse il biondo canzonando l’amato.
Ser Parsifal fece roteare la spada ridendo “no vi prego! Non fatemi del male!” continuò il principe per poi ricomporsi e sorridere in maniera disarmante al mago, quest’ultimo gli sorrise di rimando assaporando la sua vendetta.
A metà del combattimento Artù sembrava avere la meglio su quell’ammasso di muscoli che era il Cavaliere, Merlino si guardò intorno e, sperando di non essere visto mosse la mano pronunciando qualche parola magica; in men che non si dica il principe venne spedito al tappeto da un colpo nello stomaco, il mago rise per poi guardare vittorioso lo sconfitto che lo fulminò con gli occhi.
“non è valido! Hai usato la magia!” si lamentò il biondo mentre il corvino gli lavava la schiena “voi mi avete costretto”
“sei un idiota!” gli disse nuovamente Artù “cosa, la tinozza è troppo vuota?!” disse Merlino facendo il finto sordo “vi accontento subito” detto ciò prese il secchio che aveva lasciato sulla finestra, l’acqua era talmente fredda che sulla superficie si era formato uno strato di ghiaccio, il mago sorrise e lo rovesciò sulla testa del principe “è gelida!” gridò questo appena si riprese “oh, povero il mio principino, vi riscaldo subito l’acqua”
“non osare!” sbraitò il biondo tirandolo a se per il fazzoletto “onhaet tha…”
“fermati immediatamente!”
“water” gli occhi del corvino divennero dorati e l’acqua in cui Artù era a bagno diventò gradualmente bollente “scotta! Scotta! Scotta!” disse uscendo dal catino e correndo ad avvolgersi nell’asciugamano.
“ti farò giustiziare per questo!”
“no, non lo farete” disse Merlino sorridendo sornione ad un centimetro dalle labbra del suo ragazzo “questa tua irriverenza è così…” balbettò Artù “sexy!?” chiese il mago malizioso, il principe lo tirò a se “stavo per dire fastidiosa, ma anche questa definizione mi piace”.
Il biondo gli morse il labbro e il moro passò più volte la mano sulla sua schiena delineando il contorno delle sue spalle possenti.
Piano, piano Artù spinse Merlino suo letto immobilizzandolo sotto di lui “Artù…” sussurrò il corvino, il biondo gli cinse la vita con entrambe le mani, si girò su un fianco e se lo avvicinò affondando la sua faccia nel suo collo candido “in quanti modi ti chiamano tutti… Merlino… Merlin… Emrys…”
“il tuo idiota” gli rispose il mago “cosa?” chiese confuso il principe “il tuo idiota, è così che mi piacerebbe che mi chiamassero”.
“Morgana, ben tornata, spero che il tuo viaggio in Italia sia andato bene” disse Uther abbracciando la ragazza “si sire, è stato meraviglioso”
Improvvisamente una tromba d’aria apparve nella sala facendo svolazzare gli arazzi con lo stemma della famiglia reale.
 Quando il vento si calmò lasciò il suo posto una ragazza vestita di rosso con i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle “Morgause!” esclamò il re “Uther , vi vedo bene” rispose la ragazza “vattene strega!”
 “ma che modi… adesso sono arrabbiata!” disse la bionda ”guardie!” chiamò il re  “Non avvicinatevi!“ tuono la maga, respingendo con la magia le guardie che volare a terra ”e ora sua maestà… è il vostro turno!” detto ciò gli puntò la mano contro e il re si trovò privo di sensi.
 “qual è il tuo piano sorella” domandò Morgana “Le creature della morte risorgeranno e tutti quanti in questa città deperiranno!” rispose la strega e ridendo fece per andarsene “non mi porti con te?! “ esclamò la corvina “questo incantesimo richiede un sacrificio cara sorella, se vuoi che la magia ritorni a Camelot ci vuole una regina potente e chi è più potente di… Me!” detto ciò scomparve così com’era arrivata.
 Il castello, nonché tutta Camelot, cominciò a tremare e versi lunghi e strazianti si liberano dalle profondità della città.
 “Cos’è stato?!” Chiese Galvano a Gaius, le campane d’allarme cominciarono a suonare, e ben presto tutti si ritrovarono nella sala del trono in un’adunata d’emergenza.
 Uther sedeva sul trono con un’espressione severa come suo solito, il re tamburellò per un po’ con le dita sul bordo della sedia poi si convinse e cominciò a parlare “la strega Morgause ci ha lanciato un maleficio!” mormorii di sconforto, paura e rabbia si levarono da tutti presenti  “Calmatevi, i servitori che non vogliono restare qui sono liberi di recarsi ai propri alloggi, avvertite tutti di restare in casa.
I membri del consiglio rimangano qui e le gurdie organizzino con i Cavalieri delle ronde per capire cosa sta succedendo e quali creature si aggirino per Cmelot! Andate!” tutti si mossero adempiendo ai propri doveri, la piazza si svuotò rapidamente e tutti si chiusero in casa.
Galvano e Lancillotto presero due spade e scortarono Gaius fino alle sue stanze, un medico sempre a disposizione avrebbe fatto comodo “state attenti” gli intimò Merlino e questi annuirono per tranquillizzarlo.
Ginevra si avvicinò alla finestra e guardò verso la piazza “Oh Dea!” esclamò allontanandosi spaventata dal verto “che succede Gwen?!” chiese Merlino avvicinandosi alla ragazza.
Delle figure scure strisciarono per la strada, i loro corpi sembravano fatti di muco nero e dalle loro teste fuoriuscivano degli spuntoni color chermisi, uno di loro si girò puntando i suoi occhi rosso sangue in quelli della serva “Merlino, sento freddo…”
“Gwen, smetti di guardarlo” rispose preoccupato il mago “non posso, non riesco a smettere” rispose lei, il principe prese la rincorsa e afferrò la ragazza trascinandola a terra per poi ricaderci sopra avendo cura di puntare le mani per non schiacciarla.
“state bene Ginevra?” chiese il biondo “si mio signore, grazie a voi” rispose la mulatta “venite sire, vi aiuto ad alzarvi” Merlino corse ad aiutare Artù e gli scoccò un’occhiata di pura gelosia.
Improvvisamente alcuni Cavalieri entrarono spalancando la porta “sire, l’intera Camelot è sotto attacco, quelle creature sono ovunque! Stanno invadendo il castello, questa è la parte più facile da difendere quindi ci accamperemo qui”.
La notte calò prima del solito e la temperatura si abbassò velocemente sotto lo zero, le brande erano sistemate sparse vicino al camino.
Artù era seduto con le spalle contro il muro e vicino a lui Merlino tremava di freddo avvolto nella sua coperta “non avrei mai pensato di poter dormire con te sotto gli occhi di mio padre” sussurrò il principe “teoricamente abbiamo solo i materassi vicini, non c’è nulla di sconveniente in questo” puntualizzò il mago allungando una mano, nascosta dalla coperta, e afferrando quella del principe.
“le scorte di legna sono quasi finite” disse Leon allarmato “non arriveremo a domani” concluse Parsifal.
Il re scrutò nell’oscurità e il suo sguardo si fermò sul corvino “ragazzo! Va e recupera altra legna” gli ordinò “non potete mandarlo la fuori da solo!” esclamò il biondo; il re alzò una mano facendogli segno di tacere.
Merlino si avvicinò alla porta, guardò per l’ultima volta i suoi amici poi abbassò la testa ed uscì.
“aspetta, vengo con te!” Morgana si alzò e fece per seguirlo, “non se ne parla” tuonò Artù “sono molto più abile di te con la spada, so difendermi, lascia che vada” rispose la corvina, il principe annuì e la maga uscì.
“Morgana!” esclamò il moro spaventato “ehi, sembra che tu abbia visto un fantasma”
 “tu centri qualcosa con tutto questo, ne sono certo!” disse il mago puntandole un dito contro “mi dispiace deluderti, ma la mia cara sorella ha tradito anche me, vuole la corona Merlino, non le è mai importato veramente di me, solo adesso l’ho capito, mi ha sempre e solo usato come una pedina nel suo folle gioco di potere” rispose la mora mentre alcune lacrime le rigavano il volto, com’era possibile che nessuno le volesse bene veramente, tutti le avevano sempre mentito, tutti l’avevano sempre e solo usata.
“ehi, mi dispiace Morgana”
“è passato, andiamo, ho della legna nelle mie stanze” disse la ragazza “e ce ne sarà sicuramente tanta anche in cucina” rispose Merlino.
“ma quanto ci mettono!” esclamò Artù girando su e giù per la stanza con aria preoccupata “se non la smettete sire creerete un solco nel pavimento” disse Ser Leon “ma se gli fosse successo qualcosa!?” lasciandosi cadere sulla sua branda “Morgana è furba figliolo, non le succederà nulla” cercò di rassicurarlo Uther mascherando la sua palese preoccupazione.
“non sono preoccupato per Morgana…” sussurrò tra se e se il biondo, Ginevra percepì la sua preoccupazione e gli si avvicinò “Merlino se la caverà, devo ricordarvi che è un mago?” gli disse, Artù le sorrise “grazie Ginevra “ detto ciò fece scivolare involontariamente la sua mano vicino a quella della serva che gliela prese intrecciando le loro dita.
“Morgana! Come puoi pensare di cambiarti in un momento simile!?” sbuffò il corvino controllando nuovamente il corridoio “tu non capisci, questo corsetto è così scomodo! Se devo combattere voglio essere agile nei movimenti, intanto tu fa qualcosa di utile, recupera la mia spada da sotto il letto” rispose la mora da dietro il paravento.
Un’ombra si stagliò sulla parete poco distante dalla porta, Merlino sussultò “non hai ancora finito!?” chiese allarmato “un attimo di pazienza per la Dea!” rispose irritata la maga “ecco fatto” disse uscendo dal separé; indossava un pio di pantaloni marroni che le valorizzavano le gambe slanciate, e una giacca di pelle chiusa sul davanti.
La ragazza si avvicinò alla porta senza notare la creatura che fece capolino dietro l’angolo del corridoio, il moro sgranò gli occhi e, con uno scatto fulmineo afferrò Morgana tirandola verso di se e appiattendosi il più possibile verso la parete.
“Merlino che fai!” disse la mora imbarazzata trovandosi schiacciata tra il ragazzo e il muro “sssh” disse e Merlino quasi sulle labbra della ragazza, il suo fiato odorava di cannella “chissà se le sue labbra hanno lo stesso sapore “si chiese per poi arrossire imbarazzata dai suoi pensieri.
 La creatura si stagliò sulla porta annusando l’aria, un tonfo assurdo e soffocante riempi la stanza, la bestia si girò verso di loro, la corvina abbraccio il mago tremando come una foglia e nasconde il viso nell’incavo del suo collo “andrà tutto bene te lo prometto” le sussurrò il moro l’orecchio.
 Passarono un paio di minuti che parvero interminabili, la creatura lanciò un verso simile a un lamento poi se ne andò, Morgana si lasciò scappare un sospiro di sollievo che strappò a Merlino un sorriso ”muoviamoci” disse quest'ultimo lasciandola un pochino indietro, solo allora la ragazza si accorse di quanto forte battesse il suo cuore “è per lo spavento“ si disse, non credendo lei stessa a quella scusa.
 Avevano raccolto pochissima legna e arrivare alle cucine non fu così semplice come avevano pensato, a metà del cammino avevano incontrato un paio di Palagal, così aveva detto che si chiamavano Morgana, quindi dovettero raggiungerla attraverso alcuni passaggi segreti che gli fecero perdere un sacco di tempo.
 “Ok, con questo dovremmo essere a posto per un po’” disse il corvino caricando l’ultimo pezzetto di legna sulle braccia di Morgana “torniamo dagli altri” disse lei precedendolo lungo il corridoio.
 Un verso acuto ruppe il ritmo cadente e regolare dei loro passi facendoli sussultare, Merlino si girò, appena in tempo per ritrovarsi faccia a faccia con una delle creature, il suo cuore si fermò per un istante, il respiro effetto della bestia di riempì i polmoni “scappa!” si ordinò, ma le sue gambe si rifiutarono di obbedirgli, era paralizzato, sentiva la vita abbandonarlo, risucchiato da quegli occhi rosso vivo, si trovò improvvisamente inginocchiato incapace di distogliere lo sguardo da quel mostro infernale.
 Un verso, un tonfo e qualcosa di caldo e appiccicoso che gli scivolò sulla pelle furono le prime cose che sentì prima di tornare alla normalità “cos’è successo?“ chiese a Morgana in piedi davanti a lui.
La ragazza estrasse la spada dal corpo del mostro "ti stava risucchiando l'energia vitale, è quello di cui i Palagal si nutrono, sei fortunato ad essere una creatura magica, un umano qualunque sarebbe già morto” disse con una calma che lasciò basito il povero Merlino.
 Un altro verso spezzò il silenzio ”vieni svelto!” disse la corvina trascinando il moro lungo il corridoio, improvvisamente dietro di loro apparve un altro mostro che cominciò a rincorrerli “dannazione!” esclamò Morgana fermandosi per riprendere fiato "non riusciremo a seminarlo, dobbiamo nasconderci" propose Merlino infilandosi in quella che doveva essere lavanderia seguito dalla maga "sbarriamo la porta!" esclamò quest'ultima prima di pronunciare qualche parola magica per rendere l'ingresso più esistente ”questo non lo fermerà, ma ci darà più tempo”.
 “Sire! Sono qui fuori! Ci stanno attaccando!“ disse ser Leon rientrando come una furia nella sala del trono “barricate la porta! Non devono entrare!” ordino Uther alzandosi dalla sedia "Cavalieri rientrate! Penseremo ad un piano di difesa!" questa volta parlare fu Artù che si alzò raggiungendo i suoi Cavalieri al tavolo posto in un lato della sala.
 “Mi dispiace Merlino” disse Morgana sedendosi vicino a lui in un angolo della lavanderia “per cosa?” chiese il moro guardandola confuso "tutto, è colpa mia se siamo in questo disastro, è colpa mia se sei quasi morto, ma ho fatto tutto questo perché ero spaventata… Da te… Tu sei grande e potente Emrys, la causa della mia morte” disse la corvina “non è colpa tua, sai se le cose fossero diverse, se non fossimo destinati ad essere nemici, sono sicuro che andremo d'accordo, e mi dispiace perché è anche colpa mia se le cose sono andate così, dovevo starti vicino quando hai scoperto i tuoi poteri, invece ti ho lasciata sola permettendo a Morgause di usarti come una pedina del suo stupido gioco di potere”.
“Io ti ho quasi ucciso Merlino!”
“Anch’io… Avverti avvelenato è il mio più grande rimpianto, ti volevo bene, ti voglio bene” i rumori fuori dalla porta si intensificarono "non reggerà per molto" Morgana afferrò la mano di Merlino e la strinse "andrà tutto bene, ho un piano…”.
 La porta cedette del tutto e la creatura entrò nella stanza dirigendosi verso la corvina “Merlino!” esclamò “ehi bestione! Sono qui!” disse il mago lanciando una pallina fatta di calzini contro il mostro.
Il Palagal lanciò un grido e si lanciò su Merlino sovrastandolo, il povero mango non riuscire a agire rimanendo incantato da quegli occhi color chermisi che gli risucchiarono tutta l’ energia vitale.
 Una volta sazia la creatura si ritirò lasciando il corpo inerme del mago sul pavimento “no! No! Merlino! Merlino svegliati, sei il più grande mago che abbia mai camminato su questa terra! Non puoi morire così!” Morgana scosse più volte il corvino e non diede segni di vita.
 L’urlo della strega risuonò per tutto il corridoio arrivando perfino alle stanze del medico “cos’è stato?!” Chiese Lancillotto “non lo so amico, ma mi sembra il caso di andare a controllare” rispose Galvano .
“Morgana… distruggi... lo sce-scettro… l’ho visto, è-è nei sott-soterranei” Merlino esalò il suo respiro finale prima di perdere nuovamente i sensi.
La corvina accarezzò dolcemente la guancia candida del mago “non ti preoccupare Merlino, risolverò la situazione”
“Cos’è successo qui?! Oddio Merl!” Galvano  attraversò di corsa la sala fiondandosi sul corpo dell’amico seguito da Lancillotto “è stato attaccato da un Palagal, gli si è lanciato contro per salvarmi” risposi Morgana "portiamolo via di qui, non è sicuro!" disse il castano sollevando il corpo del corvino con l'aiuto del Cavaliere;
“tornate alla sala del trono Lady Morgana” le intimò Lancillotto caricandosi un braccio di Merlino sulle spalle.
Morgana annuì allontanandosi ma, arrivata davanti al bivio che portava nei sotterranei del castello, percepì un’energia potente che le arrivò fin dentro le ossa e la costrinse a scendere per le scale.
Scalino dopo scalino, la luce diventava sempre più flebile e la temperatura sempre più fredda facendo rabbrividire la ragazza “Baernè” disse, e una piccola fiamma si liberò dalle sue mani e volò al suo fianco seguendo la come un’ombra “così va meglio” si disse la corvina continuando ascendere.
 Un verso stridulo squarciò l’oscurità davanti alla maga facendola indietreggiare “forza Morgana, delle persone hanno bisogno di te” si disse continuando la sua marcia nel buio della scalinata.
 Intanto nella sala del trono Cavalieri e i Cavalieri tentavano di reprimere l’orda di mostri che cercava di irrompere all’interno della sala.
“Per Camelot!” gridò il principe spalancando la porta e lanciandosi in mezzo alle creature ”per Camelot!” risposero i militi in coro seguendolo.
Le lame trafissero molti esseri, suoni orribili e sofferenti si liberarono dai corpi esanimi dei Palagal che dopo poco furono fatti tutti a pezzi, “è stato facile” disse il biondo.
I cadaveri vibrarono e strisciando si ricomposero partendo nuovamente all’attacco “Cavalieri ritirata!” a questo comando tutti corsero all’interno della sala del trono ribarricandosi dentro.
“sorella! Non mi aspettavo di vederti qui” Morgana balzò indietro quando le torce dei sotterranei si accesero tutte contemporaneamente lasciando intravedere una figura al centro della stanza “ Morgause” sibilò “questa è opera tua!?”
“sei sorpresa sorellina? Voglio la corona, e niente e nessuno potrà fermarmi” disse la bionda passando una mano sullo scettro infilato nel pavimento “non mi lasci altra scelta Morgause, Cumen Theoden!” esclamò la maga mentre i suoi occhi diventavano dorati, Morgause volò contro una colonna sbattendoci violentemente.
“sire! Non resisteremo ancora per molto! Sono tornati alla carica e stanno scardinando la porta” esclamò Leon, qualcuno bussò freneticamente alla porta “fateci entrare vi prego!” pregò Galvano mentre Lancillotto combatteva disperatamente contro le creature.
Con un movimento fulmineo la porta fu aperta e richiusa immediatamente alle loro spalle “Merlino!” Artù si fiondò sul corpo del giovane che, grazie alla sua magia stava già cominciando a riprendersi “sto bene Artù, Morgana è qui?” chiese il corvino accasciandosi sulla sua branda “no, pensavo fosse con te”.
“arrenditi Morgana, non sei abbastanza forte per sconfiggermi! La corona di Camelot sarà mia!” con un gesto della mano la bionda fece crollare sulla mora un pezzo di soffitto, quest’ultima però fu più veloce e riuscì a scansarlo lanciando sulla sorella una palla di fuoco che la spedì a terra lasciandola quasi priva di sensi e con ferite molto profonde “non finirà qui!” esclamò la bionda prima di sparire in un vortice di vento.
Morgana balzò sullo scettro e lo afferrò con forza estraendolo dal pavimento, un’onda d’urto magica la investì in pieno.
“cosa faremo Artù, la porta sta cedendo!” Ginevra prese una manica di Artù e cominciò a strattonarla per attirare la sua attenzione ancora rivolta verso Merlino “lo so Ginevra , ci sto pensando” così dicendo il principe tornò a dedicarsi al mago che lo guardò con un’espressione seria “ Artù, dovremmo fronteggiarli, e tu lo sai che una creatura magica può essere uccisa solo con la magia…” gli sussurrò “non starai mica pensando di… no! Non se ne parla! Se ti vedesse mio padre ti ucciderebbe, non sopporterei di perderti”
“morire per salvarti sarebbe un buon modo per andarmene” detto ciò il corvino gli lanciò uno sguardo ricco di significato “presto! Entrate tutti nel passaggio segreto dietro l’arazzo!” ordinò il biondo, i servitori e buona parte del consiglio non se lo fecero ripetere due volte “io non abbandonerò il mio regno Artù! Prima di entrare qui dentro quelle creature dovranno passare sul mio cadavere!” Uther si alzò dal suo trono e sguainò la spada “mio signore…” cominciò Ginevra “dimmi Gwen” Artù non fece in tempo a girarsi che le labbra della serva e le sue si scontrarono in un bacio che racchiudeva tutto l’amore che la ragazza provava per lui “scusatemi, ma solo gli dei sanno se e quando vi rivedrò ancora” il mago si mise a sedere sulla sua branda, mentre il principe, senza pensare, prese la mulatta per un braccio e la ritirò a se.
Il moro sgranò gli occhi, non poteva credere a ciò che stava succedendo… doveva essere un’allucinazione… invece era vero, il suo Artù stava baciando Ginevra , perché il destino gli era così avverso? Perché ogni volta che trovava un po’ di felicità c’era sempre qualcuno pronto a portargliela via? I suoi occhi si riempirono di lacrime, sentì il suo cuore spezzarsi e il suo corpo cominciare a tremare.
Il corvino percepì la sua magia scorrergli nelle vene forte e incontrollabile, puntò entrambe le mani sulla porta che, in quel momento si spalancò, sotto i colpi dei Palagal, in un’esplosione di schegge e chiodi “Baernè!” urlò con tutto il fiato che aveva in corpo.
Davanti all’entrata si formò un muro di fuoco magico che uccise la prima linea delle creature, il biondo si staccò dalla ragazza e realizzò l’enorme cavolata che aveva fatto, guardò il moro e nel suo sguardo, in mezzo al bagliore dorato riuscì a scorgere solo rabbia, dolore e disgusto.
“stregoneria!” urlò Uther puntando un dito sul petto di Merlino che, ormai dominato dalla magia non fece altro che spostarlo e passargli oltre.
Si susseguì una serie d’incantesimi potentissimi, i Cavalieri si ritirarono per non essere colpiti mentre il corvino continuava ad uccidere le creature con una facilità disarmante.
Quando anche l’ultimo Palagal fu ucciso, il moro aveva già sbollito tutta la sua rabbia e la magia tornò sotto il suo controllo, stava per andarsene quando una creatura uscì dal suo nascondiglio balzando addosso al re.








ciao, sono tornata finalmente, scusate la mia lunga assenza ma con l'inizio della scuola e di altri mille impegni non riesco sempre ad aggiornare frequentemente... 
allora, ormai siamo agli sgoccioli, se tutto va com previsto questo è il terz'ultimo capitolo.
Che dire, Artù è un asino coi fiocchi, combina un casino dietro l'altro, ma vi assicure che saprà come rimediare anche se dovrà faticare e non poco...
per quanto riguarda il prossimo capitolo, è quasi terminato, ieri durante le due ore di viaggio per arrivae al concerto di MIKA (lo adoro, è il mio cantante preferito) mi sono venute in mente molte cose carine quindi ora non mi resta che scriverle...
per chi ama MIKA vi lascio una foto del concerto di ieri sera giusto per farvi capire la mia distanza dal palco ^.^ un abbraccio Chia 


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