Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: Asuna_San    01/10/2015    2 recensioni
||OOC per sicurezza|| HiroMido e Kariya|| accenni alla MasaRan e alla EnduxNatsumi||
Dal testo:
La terza, spietata, guerra mondiale ha avuto inizio dieci anni fa, è da allora che non vedo Midorikawa, molti di voi lo conosceranno come il mio tutore, io invece preferisco il termine papà.
Il giorno della sua, anzi, della loro partenza, perché partì anche Hiroto, me lo ricordo benissimo…
ed eccovi una piccola one shot su come Kariya visse la partenza dei suoi tutori per la terza guerra mondiale e quale peso si porta sulle spalle da all'ora. Spero vi piaccia.
[Attenzione: storia scritta fin troppi anni fa, presenza di errori]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jordan/Ryuuji, Kariya Masaki, Xavier/Hiroto
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La terza spietata guerra mondiale ha avuto inizio dieci anni fa, è da allora che non vedo Midorikawa, molti di voi lo conosceranno come il mio tutore, io invece preferisco il termine papà.
Il giorno della sua, anzi, loro partenza, perché partì anche Hiroto, me lo ricordo benissimo….
 Erano vestiti con la classica tuta militare e uno zaino nelle spalle, si erano tagliati i capelli, oltre a me c’era Kirino, lui avevo visto la partenza di suo padre qualche giorno prima e aveva deciso di starmi vicino, lui meglio di me sapeva quanto faceva male e aveva cercato di prepararmi psicologicamente ma io, troppo orgoglioso, non l’avevo ascoltato, Dio quanto avrei dovuto farlo, ancora oggi mi pento.
La cosa che non scorderò mai e poi mai nella vita erano le loro espressioni, avevano entrambi le lacrime agli occhi ma nonostante questo riuscirono a sorridermi, Mido mi si avvicino, mi baciò la fronte e mi sussurrò un -Ti voglio Bene- in quel momento non riuscii a trattenere le lacrime e mi gettai tra le sue braccia nascondendo il viso nel suo petto. Hiroto si unì a quell’ abbraccio, goffo ma pieno d’affetto, proprio come dovrebbe essere un abbraccio.
Quando mi fui calmato le uniche parole che mi uscirono quel giorno furono -Non partite…- Hiroto mi guardo e mi sorrise -Andrà tutto bene- disse, non so nemmeno io dove abbia trovato le forze per parlare, perché lui lo sapeva, sapeva benissimo che nulla sarebbe andato più per il verso giusto, si vedeva che era a pezzi, ma all’ora avevo solo dodici anni e alcune cose non riuscivo ancora a notarle.
Quando ci staccammo arrivò una Lince pronta per partire con alcuni militari già a bordo tra qui Endou con un sorriso malinconico e la foto di Nelly tra le mani. Prima di partire i miei tutori mi diedero un bacio sulla fronte e mi dissero -Ti vogliamo bene, abbi cura di te-  Mido si rivolse a Kirino, gli scompiglio i capelli con la mano e disse -Abbi cura del mio bambino-per poi salire sull’auto.
Riuscii a trattenere le lacrime finché, quando sparirono dalla mia visuale, mi lasciai andare.
Feci due passi in dietro e mi appoggiai alla muretta grigia e fredda, le lacrime cominciarono ad uscire e le gambe iniziarono a farsi sempre più molle.
-entriamo, fa freddo- era fine settembre e faceva veramente freddo ma in quel momento volevo solo rimanere fuori, a guardare quella grigia stradina che avevano percorso i miei genitori, nella speranza che tornassero in dietro -Dai Kariya o ti ammalerai- continuò il rosa appoggiandomi una mano sulla spalla e portandomi dentro casa. Appena varcai la soglia il profumo di Hiroto mi avvolse, mi piaceva, e mi piace tutt’ora, sentirlo, era un profumo caldo, di quelli che ti confortano, proprio come dovrebbe essere quello di un padre. Mi lasciai cadere a peso morto sul divano, Kirino invece stava seduto a guardarmi con aria preoccupata, come se da un momento all’altro io potessi sparire.
Quel giorno mi fece veramente soffrire, nei tre anni che vennero a seguire l’unica cosa che potevo fare era scrivere lettere, le inviavo e dovevo aspettare molto prima che mi arrivasse la risposta, passavo quei giorni ad autoconvincermi che andava tutto bene ma la paura restava, soprattutto di notte quando il buio e la solitudine contribuivano a far uscire la mia parte pessimista e il più delle volte mi svegliavo in un lago di sudore che nella mia mente si trasformava in sangue.
Nel quarto e ultimo anno di guerra spedii una lettera a Hiroto, ma per un mese non ci fu risposta, stavo iniziando a pensare seriamente al peggio quando qualcuno suonò al campanello, pensando che fosse Kirino andai ad aprire. Davanti a me apparve proprio il rosso, era pieno di polvere, fango e lividi ma era lui, era lì, stava bene ed era questo che contava.
-Ciao- salutò con un sorriso, chiaramente forzato, come se nulla fosse.
-Hiro…to- balbettai, ci volle qualche secondo per realizzare ma poi senza esitazione gli saltai addosso in un abbraccio che ricambiò subito.
-certo che sei cresciuto- ridacchiò per sdrammatizzare.
-Mi sei mancato da morire- sussurrai stringendolo di più.
-Anche tu…- rispose lui.
Quando ci staccammo non persi tempo e chiesi notizie di Midorikawa. Dopo quella domanda il rosso si fece improvvisamente serio, cosa che mi preoccupò non poco.
-Bhe… non credo ritornerà…- i suoi occhi diventarono lucidi, una fitta al petto mi sorprese e le lacrime iniziarono a premere per uscire.
-ti voglio bene- dissi andando ad abbracciare il mio papà.
Ancora oggi se ci ripenso mi sento un idiota, prima di partire mi aveva detto quelle tre parole “Ti voglio bene” che il mio orgoglio, invece, mi aveva impedito di pronunciare, ed è questo il peso che mi porto sulla coscienza da all’ora.
 
Angolino Autrice:
Ciao popolo di EFP!! Lo so, lo so, avrei anche Help me da finire… ma mi è venuta questa inspirazione depressa e su una fic comica non va bene, quindi eccovi sta roba.
Prima che mi trucidiate vi spiego, all’inizio doveva essere una MasaRan con Kirino alle prese con un Kariya depresso per la perdita del padre… ma poi la cosa m’è sfuggita di mano e questo è stato il risultato. Per chi non avesse capito la morale è: ricordatevi sempre di dire “ti voglio bene” perché un indomani non potreste più averne l’occasione :’) (faccina tristemente felice)
Angolino Dediche (invento angoli a caso):
La storia mi è venuta in mente quando, guardando un vecchio album, ho trovato una foto mia insieme alla mia migliore amica del tempo, all’ora avevamo cinque anni, mi sono ricordata che proprio in quell’anno suo padre è venuto a mancare per una malattia… Quindi questa storia la dedico a lei e a suo padre, ovunque sia lei perché è da tre anni che non ci sentiamo più.
 
Baci Giada
   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Asuna_San