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Autore: KH4    01/10/2015    2 recensioni
Sette colori. Sette significati. Sette one-shot semplici, per nulla pretenziose, ma cariche di piacere per chiunque voglia leggere.
Coppia: Spiritshipping.
Note: Gender Bender (JohanxFemJudai).
 
Rosso: Affection’s Heart.
Arancio: Peacefulness Smile.
Giallo: Calming Light.
Verde: Silent Envy.
Blu: Armony’s Rain.
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Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaden/Judai Yuki, Jesse/Johan Anderson
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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The Meanings Of The Raimbow.
Coppia: Spiritshipping/ JohanxFemJudai.
 
Giallo.
 Calming Light.
 
Il lento calare della notte danzava al ritmo di una passione contraria a quella della sua controparte diurna. Riccioli lattei si attorcigliavano fra le fronde degli alberi inquieti e fra gli anfratti del cemento usurato dalle intemperie; il profumo dell’erba umida imperlata di lacrime appena esauritesi rifletteva l’agitarsi delle nuvole scure, il cui chiarore ne permetteva la distinzione dal cielo stellato, un blu in bilico sul nero. Ad accordare il silenzio vi era un eco leggero, sottile come una corda di violino che scivolava lungo l’aria e percepibile su un fondo indistinto; creava una quiete melodiosa non increspata dai tuoni o dalle onde capricciose che facevano a gara per potersi abbattere sugli scogli. Judai sarebbe stata capace di perdervisi anche senza sostare davanti alle scie trasparenti che segnavano il vetro della finestra.
“Finirai per ammalarti se continuerai a privarti del giusto sonno.”
Era così difficile riuscire a dipanare la densa laconicità accumulatasi strato dopo strato nei suoi pensieri, ma ancor di più dominarla con una forza che, giorno dopo giorno, pareva assottigliarne la vita.
“Credo…Che anche per quest’oggi l’alba riposerà.” E lei quasi se ne rallegrò, immobile a fissare il paesaggio esterno e i suoi lugubri rituali, seppur il freddo dell’acqua ascoltata sino a quell’istante colasse lungo le sue ossa con puntaspilli di ghiaccio per pungerne le giunture portanti.
Ultimamente il sole le dava riluttanza. Il suo splendore ne accecava le iridi come a volerla punire per l’essersi permessa di guardarlo e le lunghe punte della corona circolare ne accaldavano il respiro con pesi d’acciaio sui polmoni. Non vi era modo di paragonare la sua scintilla con l’immagine che gli altri avevano di lei. Si trattava di un frammento della sua essenza, minuscolo e insignificante, non il totale. Delicate ombre ammantavano la sua anima e le mostravano il loro cuore fasciato di profondità recondite, voci che poteva udire nella sua testa e assorbire fra i veli consapevoli della sua reale natura. A dividerla dagli spettrali artigli bluastri che la pioggia aveva gonfiato di umida lucidità c’era soltanto il vetro quadrato della sua finestra, dove l’immagine semi trasparente del suo viso si perdeva nei ricordi di chi era realmente; Haou vibrava sotto la sua pelle, fra i fili tessenti emozioni divergenti e l’immagine di mondo spaccato in due metà per cui non riusciva a esprimere alcun favoritismo.
“Non sta scritto da nessuna parte che si debba affrontare qualcosa per cui non si è ancora pronti.” Le braccia di Johan la trassero a sé gentilmente e soltanto allo schiudersi delle sue labbra per poter accettare il bacio offertole, l’errare dei suoi pensieri si incrinò “E nemmeno che si debba affrontarla da soli.”
Un tempo ci sarebbe arrivata da sola, per istinto, una naturalezza che non si poneva domande ad altrettanti quesiti complicati. Dire quel che voleva fare e avrebbe fatto, allora, sembrava così facile come il comune respirare. Ma amare Johan l’aiutava a ricordare chi realmente lei sentiva di essere e volere, a prescindere da tutto il resto. Vedere il mondo e le sue meraviglie con occhi che non ne escludevano i segreti insidiosi era una comunanza che, pur nella rispettiva anomalia delle parti incarnate, rafforzava la loro vicinanza. Perché se Judai era l’Araldo della Gentile Oscurità, Johan era una luce tranquilla che si discostava dall’intensità distruttiva bramosa di opacizzare l’universo, un suo personale equilibrio di cui necessitava per non finire spezzata dal giorno o consumata dalla notte a cui apparteneva. Una tenue luce cristallina a cui accoccolarsi, riflettente i colori dell’arcobaleno che tanto amava, lo specchio limpido della sua anima vibrante di coraggio, dagli occhi smeraldini velati da screziature oltremare e i capelli d’oceano, sbarazzini quanto il sorriso che ringraziò con un altro bacio sincero per l’essere un piccolo sole di cui non doveva temere il calore.




Note di fine capitolo.
Terzo capitolo pubblicato con successo e come potete vedere, il dono della sintesi mi ha abbandonato (quando una è recidiva…). Il contenuto del testo è ben più cupo del titolo, che esprime solarità e porterebbe a pensare a qualcosa di più spensierato, ma io, che son contorta e, ripeto sempre, voglio farmi del male, ho puntato ad altro. Il colore di quest’oggi è il giallo, simbolo della calma. Ho pensato che se Judai è, come detto, un’oscurità gentile, Johan poteva essere una luce tranquilla, cosa fra l’altro confermata dal manga, credo. Ringrazio nuovamente chi mi legge e recensisce, siete tutti gentilissimi! A presto, un bacione!
 
  
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