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Autore: Bagabu28    01/10/2015    1 recensioni
"-Dov'è Will?- mi chiese Nico un po' nervoso. -All'inferno.- risposi fredda.
Il ragazzo ci rifletté un attimo e poi continuò:-Impossibile, lo saprei...-
Io mi voltai, sconcertata. -Di Angelo che fa lo spiritoso, questa sì che è una sorpresa!-
Nico mi squadrò leggermente contrariato. -Mai sottovalutare un figlio di Ade.- poi aggiunse: -Ora mi dici dove diavolo è finito quel biondino?!-" (dal testo).
La storia è ambientata al tempo de "L'eroe perduto" e narra le vicende che si svolgono al campo mezzosangue mentre Piper, Jason e Leo svolgono la loro missione. Una nuova semidea viene salvata, una ragazza che l'oracolo definisce "speciale", ma cosa vorrà dire? Questa ragazza, appena arrivata, dovrà affrontare una nuova missione insieme a due semidei completamente opposti tra loro: il figlio della luce e il figlio delle tenebre. Ma i problemi non finiscono qui. Già è difficile riuscire a collaborare insieme tra persone così diverse, in più i nostri eroi hanno solamente pochi giorni prima che la luna blu sorga, e a quel punto, come ha detto la profezia, "il tempo per loro scaduto sarà"!
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I colori della Luna'
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Capitolo 7
Quella mattina al campo mi ero proprio alzata di buon umore. Forse perché il mio cane Larry mi aveva svegliato leccandomi mezza faccia o forse perché non vedevo l'ora di tornare alla normalità, per quanto normale possa essere la vita quotidiana di un semidio adolescente...comunque stavo giusto prevedendo una fantastica giornata quando mio cugino mi fece salire i nervi a mille. Per sbaglio, dopo aver fatto colazione, entrando nell'infermeria per salutarlo e ricordargli della riunione con Chirone, avevo fatto cadere tre o quattro fialette di non so cosa poiché ero inciampata su una tegola del pavimento messa male. Will dopo avermi fulminato con lo sguardo, aveva iniziato a urlarmi contro dicendo che quelle pozioni erano difficilissime da preparare e che i figli di Ecate avevano impiegato ben un mese per creare tre fialette. Io ovviamente mi ero scusata ma lui non aveva voluto ascoltarmi. Così incavolata nera ero uscita a passo spedito verso la mia cabina fino a quando, a metà strada, avevo pestato un' adorabile buccia di banana che mi aveva fatto scivolare sul pavimento di marmo peraltro provocandomi un dolore atroce al sedere e rendendomi completamente ridicola davanti a un gruppetto di altri semidei lì vicino che iniziarono a ridere come degli idioti. 
-Porca vacca!- esclamai infastidita.
-Sei impazzita?! Mai insultare una vacca! È uno degli animali sacri a Era, moglie di Zeus! Ritieniti fortunata, potresti già essere stata polverizzata o trasformata in piume di pavone.-
Mi girai dalla parte da cui proveniva la voce voltando il capo lentamente mantenendo un'espressione più imbronciata possibile. Era uno dei fratelli Stoll che avevo conosciuto il primo giorno del mio arrivo al campo. Probabilmente era Travis, ma non ne ero così sicura, poteva benissimo trattarsi di Connor. Comunque sia ironicamente gli risposi:
-Sì in effetti mi sento molto fortunata...- poi sbuffai. Mi rialzai a fatica e mi appoggiai a un albero. Pensavo che quel ragazzo se ne sarebbe andato visto che non gli stavo più rivolgendo la parola, invece continuava a stare fermo lì a fissarmi. Allora scocciata continuai:
-Che cosa c'è ancora!?-
-Chirone mi ha detto che ha anticipato la vostra riunione di mezz'ora poiché dopo ha convocato il Consiglio, quindi se non sbaglio, devi andare alla Casa Grande  tra 5 minuti...- rispose lui tranquillo.
-Grazie Trav...ehm Connor.- mi corressi balbettando.
-Veramente sono Travis...- 
-Sì, sì Travis...lo sapevo- risposi con noncuranza.
-Stavo scherzando! Perché nessuno ci distingue? Io sono Connor, il fratello più figo, santi Numi!- 
-D'accordo, chiunque tu sia, grazie mille per l'informazione, adesso però devo andare. Ci si vede!- lo salutai io dirigendomi verso la Casa Grande.
Nel tragitto incontrai il figlio di Ade.
-Dov'è Will?- mi chiese lui un po' nervoso. 
-All'inferno.- risposi fredda.
Il ragazzo ci rifletté un attimo e poi continuò:-Impossibile, lo saprei...-
Io mi voltai, sconcertata. 
-Di Angelo che fa lo spiritoso, questa sì che è una sorpresa! Dobbiamo festeggiare!-
Nico mi squadrò leggermente contrariato. -Mai sottovalutare un figlio di Ade.- poi aggiunse: -Ora mi dici dove diavolo è finito quel biondino?!-
Sbuffai. -L'ultima volta che l'ho visto era in infermeria...ma ora dovrebbe essere alla Casa Grande visto che c'è la riunione a cui anche tu, caro Di Angelo, non puoi sottrarti!-
-Ma non era tra mezz'ora?- chiese lui interrogativo. Io lo presi per un braccio e lo trascinai a forza.
-Andiamo che Chirone ci aspetta...-

                             *

-Siamo dunque tutti qui riuniti per chiarire alcune questioni rimaste in sospeso o irrisolte di questi giorni. Jason, Piper e Leo sono appena tornati dalla loro missione e già devono affrontare ben due riunioni...perciò facciamo in fretta...Lascio a te la parola Jason.-
Così aveva aperto il discorso il direttore del campo quando io e Nico, per ultimi, eravamo arrivati. Eravamo nella sala ricreativa della Casa Grande circa una decina di persone sedute intorno a un tavolo da ping pong, mentre un satiro serviva tortillas e acqua tonica. A capotavola vi erano Chirone e il Signor D. Io ero in mezzo tra Nico e Annabeth. Accanto a lei si trovava Will, molto impegnato a rotolarsi e srotolarsi una benda intorno al polso, mentre dall'altra parte della tavola vi erano tre semidei che non conoscevo. Uno biondo con gli occhi azzurri, probabilmente era il tale chiamato Jason che stava per prendere parola, accanto a lui una ragazza mora molto bella ed infine, vicino a lei, un ragazzo mingherlino, ricciolino dalla faccia furba che non riusciva a tenere le mani un attimo ferme. Clarisse invece, capo della casa di Ares, si era messa a sedere appoggiando gli stivali sul tavolo, ma nessuno ci faceva caso.
-Sì Chirone, noi siamo appena tornati dalla nostra missione, ma non è di questo che dobbiamo parlare...- iniziò il biondo.
-Infatti.- approvò il centauro. -Dì loro cosa avete scoperto.- disse a lui indicando me, Nico e Will.
-Certo. Avrete sicuramente notato fatti strani durante la vostra missione. Voglio dire, molto strani. Cioè so che nel mondo mitologico è tutto molto strano ma intendo cose più strane del solito, non so se mi sono spiegato...- continuò il ragazzo guardando le nostre facce perplesse.
Il ricciolino iniziò ad avanzare spiegazioni:
-Quello che il mio amico Jason stava cercando di dire, ma che probabilmente non è riuscito a farvi comprendere poiché ha qualche problemino di memoria da un po' di tempo e per questo potrebbe sembrare un po' ritardato ma non vi preoccup...-
-Leo ma che cavolo stai dicendo?!- lo interruppe il biondo infastidito.
-Ragazzi per favore vogliamo tornare al punto?- ripeté esasperato il centauro cercando di attirare la nostra attenzione. I ragazzi si scambiarono sguardi d'intesa e poi Jason riprese la parola:
-Sì certo Chirone. Stavo dicendo se avete notato cose strane nella vostra missione come per esempio gente malvagia ancora in vita nonostante dovesse essere morta da secoli oppure mostri che risultano difficili da uccidere poiché si rigenerano molto velocemente e così via...dunque abbiamo scoperto che si trovano tutti al servizio di Gea, la madre terra...-
-Ecco chi era la misteriosa padrona di Adone, di Tantalo e dei figli di Niobe...- mormorai io iniziando a capire.
-Ed è stata proprio lei, Gea ad aprire le Porte della Morte, facendo tornare in vita i peggiori farabutti degli Inferi perché combattano contro di noi.- affermò Annabeth.
-Noi per esempio abbiamo incontrato Medea e Mida, mentre voi Tantalo e Adone...e ce ne saranno degli altri se le Porte non verranno chiuse.- continuò Jason.
-Sì, sì ma non dobbiamo occuparcene ora...-  si intromise nel discorso il Signor D. -...adesso passiamo alle cose serie...Facendo un rapido conto dei vostri danni, voi avete semidistrutto il carro della cabina di Apollo spaventando a morte un pegaso, il quale, impazzito e fuori controllo ha rischiato la sua vita e quella dell'animale che portava a bordo atterrando in malo modo presso le isole Bahamas. E se non fosse stato per Clarisse che si trovava casualmente da quelle parti in perlustrazione, non sono sicuro se l'avremmo mai recuperato!-
Concluse il discorso sbattendo con violenza un pugno sul tavolo, facendoci sobbalzare.
-Dove vuole arrivare Signor D?- gli chiese gentilmente Chirone. -...in missione capitano spesso cose di questo genere! Non deve farne una tragedia adesso!-
-Beh ma le accuse non sono finite...-rispose con sguardo malizioso Dioniso.
-Voi tre avete infatti distrutto completamente e irrimediabilmente due moto d'acqua appartenenti alla polizia statale di San Francisco! Questo come pensate di giustificarlo?!-
Io guardai Nico e Will sconcertata. Non sapevo nulla di quello di cui stava parlando il dio del vino.
-Signor D la distruzione di quelle moto era necessaria alla riuscita dell'impresa...- spiegò timidamente Will. 
-Solo facendole esplodere siamo riusciti ad eliminare gran parte dei mostri che pattugliavano l'isola!- continuò lui in tono il più possibile convincente. Il Signor D però non sembrava affatto convinto e continuava a fissare il figlio di Apollo con sguardo investigativo.
-Suvvia Dioniso, si è trattato di autodifesa! Non puoi punirli per questo!- s'intromise Chirone.
-Glielo perdono solo per questa volta! Ma Solace e Di Angelo dovranno comunque ripagare ai danni da loro procurati ai mortali...- rispose infine il dio del vino.
-In che modo...?- azzardò Will.
-Lavando i piatti dopo pranzo sarebbe un ottimo inizio!- e così dicendo, si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza sbattendo pesantemente la porta dietro di sé. Seguirono attimi di silenzio imbarazzante, finché Chirone prese la parola. -Allora, vista la improvvisa uscita del direttore, devo comprendere  che questa riunione è conclusa...inoltre il mistero della madre di Diana è stato risolto, a quanto mi avete detto, quindi se qualcuno di voi ha qualche altra domanda, vi ascolto...-
Clarisse non vedeva chiaramente l'ora di andarsene. Così con noncuranza si alzò e si incamminò verso la porta a passo spedito. Gli altri invece rimasero seduti al proprio posto. Io, che fino a quel momento non avevo pronunciato parola, alzai la mano e dissi: -Sinceramente io non ho capito bene alcune cose che sono successe quando eravamo ad Alcatraz...- cominciai.
-Racconta pure...- mi sollecitò il centauro.
-Ecco, non so esattamente come spiegarlo...a un certo punto c'è stato come un piccolo terremoto improvviso che ha scosso la terra, dandomi la possibilità di battere Adone...-
Chirone rise e poi con calma mi spiegò: -Sono cose che capitano a San Francisco...quella zona è tutta ad alto rischio sismico e spesso il territorio è soggetto a terremoti di varie dimensioni...non è niente di strano, tranquilla.-
Non mi sentivo affatto rassicurata. Ero piuttosto sicura che non si trattasse di un semplice terremoto o scossa sismica ma non dissi niente. Non mi andava di protrarre ancora quella riunione. Così, visto che nessun altro aveva obiezioni da fare, il vecchio centauro lasciò andare me e Nico mente trattenne gli altri per la riunione del Consiglio, che era formato da tutti i capi cabina oltre a Chirone, il Signor D e l'oracolo del campo Rachel.
Appena varcai l'uscio della Casa Grande, sentii Nico chiamarmi. Allora mi voltai e tranquillamente gli chiesi: -Che succede?-
Il tono e il modo con cui pronunciò la risposta, mi spaventò.
-Dovrei parlarti.-

                               *

Per fortuna aveva usato il condizionale, e questo già contribuiva a rasserenarmi. Mi sedetti su una panchina all'ombra di un bell'albero mentre lui continuava a camminare avanti e indietro agitatissimo senza sosta.
-Non so come dirtelo...il fatto è che in realtà è una faccenda un po' delicata e ho paura che se te ne parlo...beh non so che reazione potresti avere...- iniziò lui agitato. Io lo fissavo perplessa. Che cosa sarà mai da dover provocare tutta quell'ansia in Nico Di Angelo, figlio del signore dei morti!
-Stai tranquillo, non ti mangio mica!- dissi io cercando di confortarlo.
-Comunque anche io dovrei dirvi una cosa...a te e Will intendo...appena finirà la riunione del Consiglio vi parlerò...- continuai per metterlo più a suo agio.
-Noi siamo semidei giusto?- mi chiese ad un tratto ed io annuii.
 -Quindi, dato che uno dei nostri genitori è una divinità, abbiamo ognuno dei poteri giusto?-
Annuii nuovamente.
-D'accordo. Hai presente quella specie di terremoto che hai avvertito ad Alcatraz? Beh non era affatto un terremoto. È stata colpa mia.- dichiarò lui. Io non capivo.
-In che senso?- chiesi incuriosita.
-Io e Will eravamo in pericolo. C'erano troppi mostri e da soli sicuramente non li avremmo sconfitti.- qui fece una pausa. -Avevamo bisogno d'aiuto urgentemente così ho pensato di ricorrere ai miei poteri.- concluse guardandomi preoccupato con i suoi intensi occhi scuri.
-E allora? Cosa c'è di strano?- commentai io istintivamente.
-Ho aperto una specie di voragine nel terreno evocando una dozzina di spiriti e di zombie direttamente dall'Oltretomba...- mormorò piano.
-Oh...- solo in quel momento mi tornò in mente lo zombie-carcerato a cui avevo tirato una freccia che si era subito estratto con noncuranza. Dovetti ammettere che in quell'istante mi aveva spaventato parecchio ma ora, finalmente si spiegava tutto. Con un sorriso a trentadue denti mi alzai in piedi avvicinandomi al figlio di Ade.
-Era questo che volevi dirmi?-
Lui annuii. 
-E perché eri tanto spaventato?-
Lui alzò il volto. -Si vede che non conosci la paura. Io spaventato? E di chi o di cosa dovrei avere paura? Sono un figlio di Ade. Non temo neanche la morte. Perché dovrei temere altre cose?- rispose altezzoso.
-Beh sembravi piuttosto agitato prima di rivelarmi i tuoi poteri...- continuai io.
-Forse perché ogni volta che qualcuno scopre di cosa sono capace, inizia ad avere paura di me e cerca di allontanarmi o comunque mi evita...- spiegò lui. Poi continuò:
-Penso che Will stia cercando di evitarmi, ora che conosce realmente chi sono. Lui ha visto mentre evocavo quegli spiriti! E dovevi vedere la faccia che ha fatto...-
Dal suo tono di voce traspariva grande tristezza. Cercai di confortarlo: -Che faccia può aver fatto? Sicuramente era sconvolto ma questo non significa che adesso ti odia e non vuole più avere niente a che fare con te! Stamattina non ti stava evitando, era molto impegnato in infermeria e anche parecchio nervoso direi...sono sicura che non si allontanerà da te...-
Nico sembrava più rilassato, così tranquillo rispose:
-Speriamo...invece tu cos'è che dovevi dirmi?-

                           *

Circa due ore dopo, il Consiglio si sciolse e Will uscì fuori dalla Casa Grande. Io  avevo già avvertito papà del mio arrivo durante il pomeriggio e avevo già fatto la valigia. Larry mi aspettava scodinzolante vicino ad essa. Era tutto pronto. Dovevo solo parlare a Nico e Will. E questo non sarebbe stato facile.
Verso l'ora di pranzo aspettai i miei due compagni di missione all'entrata del padiglione della mensa. Quando arrivarono li presi da parte e cominciai: -Ragazzi lo so che avete fame e non vedete l'ora di azzannare il cibo ma prima dovete ascoltarmi.-
Loro due si scambiarono sguardi confusi e mi invitarono a continuare.
-Vi voglio bene ragazzi. Siete i miei migliori amici ma...ho capito che nessun ragazzo potrà andare oltre l'amicizia...-
-Che vuoi dire?- chiese Nico ancora più confuso.
Feci un grande respiro e poi dichiarai decisa: -Voglio entrare a far parte del gruppo delle cacciatrici di Artemide.-
A questa mia affermazione seguirono attimi di silenzio sconcertante. Inutile dire che erano rimasti entrambi a bocca aperta o comunque li avevo colti di sorpresa.
-Non puoi farlo! Voglio dire...perché vuoi unirti a quelle pazze?!- esclamò mio cugino dopo un po'.
-È un modo per onorare mia madre in un certo senso...- dissi abbassando lo sguardo. 
 -Partirò oggi stesso, dopo aver salutato mio padre...- 
Così dicendo, presi la valigia e chiamai Larry con un fischio. Will era rimasto fermo, immobile appoggiato ad un albero con le braccia incrociate. Lì che mi fissava con i suoi intensi occhi blu.
-Spero di rivederti un giorno. Mi mancherai cugina.- mormorò freddo.
-Questo non è un addio.- ribattei.
-Ha tanto l'aria di esserlo...- rispose infine andando via verso il padiglione della mensa. Cercai di richiamarlo ma fu inutile. Era rimasto solo Nico in piedi davanti a me. Anche lui avvolto nei suoi pensieri.
-Sai avevo una sorella che faceva parte delle Cacciatrici...- mormorò piano dopo un po'.
-Si chiamava Bianca. Avevo solo lei al mondo. E quando decise di unirsi a questo gruppo per me fu come un colpo al cuore. Non mi era rimasto più nessuno. Ero solo, completamente solo in un'altra epoca, in un altro mondo che avevo appena conosciuto...solo- qui fece una pausa. Mi sembrò quasi di vedere una lacrima uscire dai suoi occhi.
-Pensavo di averla persa per sempre ma capii di sbagliarmi solo quando morì. Fu allora e solamente allora che la persi veramente. Nonostante fossimo entrambi figli di Ade alla morte non si può sfuggire. E tutti i tentativi che feci per riportarla in vita si rivelarono vani, illusioni.- 
Fece qualche passo in avanti.
-Ci misi molto tempo per capire che niente e nessuno poteva restituirmela. Lei non c'era più e dovevo farmene una ragione.-
Poi si voltò verso di me. -Sai penso che Will non abbia compreso appieno la tua scelta...d'altronde come potrebbe? È un maschio...comunque  ciò che volevo dirti è che non devi preoccuparti adesso. Io le odio le cacciatrici ma non importa, rispetto la tua scelta. Vedrai che anche Will rifletterà e arriverà alle mie stesse conclusioni...e soprattutto capirà di non averti perso per sempre, di non averti salutato con un addio ma solo con un arrivederci...- concluse lui.
Lo guardai negli occhi e con sincerità risposi: -Grazie Nico.-
Se si fosse trattato di un qualunque altro ragazzo istintivamente l'avrei abbracciato ma con Nico era tutta un'altra storia. Sembrava a disagio quando qualcuno dimostrava affetto per lui, per cui mi limitai a una stretta di mano e a un mega sorriso.

                         *

Dopo pranzo passai nella mia cabina a fare un giro di perlustrazione, in caso avessi dimenticato qualcosa. Una volta uscita mi ritrovai sulla scalinata faccia a faccia con Will. Non mi sentivo molto a mio agio con i suoi due occhioni blu puntati addosso ma ci pensò Larry a togliermi dall'imbarazzo della  situazione. Arrivò di corsa leccando la mano al figlio di Apollo il quale rispose con una carezza. Poi mi si avvicinò e disse: -Ho parlato con Nico e beh...ho capito di aver sbagliato...in fondo siamo umani, tutti commettiamo errori...-
Annuii.
-Ho pensato che l'ultimo ricordo di tuo cugino non poteva essere una litigata...così volevo chiederti scusa prima che partissi...-
Alzai il volto e felice risposi: -Scuse accettate.- prima di abbracciarlo  non sapendo quando avrei potuto farlo di nuovo. Lui ricambiò l'abbraccio ma evidentemente non mi accorsi di stringerlo un po' troppo forte finché lui mormorò: -Ehm Diana mi stai facendo male...ehm dovresti lasciarmi prima o poi...non vorrei fare tardi al "lavaggio piatti" altrimenti chi lo sente il Signor D!-
Risi e sciolsi l'abbraccio. Poi, mentre si allontanava gli gridai:
 -Comunque, giusto per la cronaca, tu e Nico ve la caverete anche senza di me, siete una coppia piuttosto affiatata direi!-
Lui si girò sorridente e facendomi l'occhiolino rispose in tutta naturalezza: -Lo so!-
Ricambiai il sorriso e mi avviai verso l'uscita del campo. Salutai tutti gli altri ragazzi e ragazze che avevo conosciuto e poi presi la valigia e legai Larry al guinzaglio. Lui mi leccò in segno di approvazione e io decisi che: era ora.
Tuttavia, prima di lasciare il campo mezzosangue, voltai gli occhi al cielo illuminato da lui, dal Sole.
In quel momento mi resi conto che solo grazie a quella missione avevo compreso l'importanza di lui, del Sole, la luce che ogni giorno instancabilmente illumina il mondo con i suoi raggi. E per me, il Sole non era mai stato così bello come quel giorno in cui, guardando il cielo, iniziai il mio nuovo cammino ignara del futuro che mi aspettava.


SPAZIO AUTRICE: Cari lettori/lettrici, siamo dunque giunti alla fine di questa avventura! Spero davvero tanto che abbia allietato le vostre giornate o almeno donato qualche sorriso. Mi scuso con coloro che si aspettavano più Solangelo ma vi ricordo che il racconto è ambientato durante "L'eroe perduto" quando Nico risente ancora della cotta per Percy. Mi scuso inoltre per il ritardo nella pubblicazione di questo capitolo e infine ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le seguite, tra le preferite o quelle da ricordare. Ringrazio coloro che hanno recensito ma soprattutto ringrazio te, caro lettore/lettrice, che hai concesso un po' del tuo tempo alla lettura della mia storia.
Forse farò un sequel ma non ne sono sicura...datemi qualche consiglio!
Un bacione grande a tutti e vi aspetto alla prossima!!
Bagabu28
   
 
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