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Autore: Horse_    01/10/2015    9 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                           Nina’s birthday.




Seventh Chapter.
Pov Nina.

La mia sveglia suona, ma non ho voglia di alzarmi. Metto una mano fuori dal piumone, il mio piccolo angolo di paradiso, e tento di schiacciare qualche pulsante per fermarla, ma la faccio finire rovinosamente a terra. Ho sonno, avrò dormito più o meno cinque ore, ma sono felice di aver trascorso una bella serata ieri sera. Eric e Jonathan sono venuti a mangiare qui per una pizza e se ne sono andati via all’una, circa, non prima di avermi fatto gli auguri di buon compleanno. Eric è stato veramente dolce e, dopo avermi dato un lungo bacio, facendo ridacchiare i bambini, mi ha dato il suo regalo. E’ un vestito bellissimo, blu, e, ad occhio e croce, gli è costato una piccola fortuna, ma ho davvero apprezzato il gesto. Per me potevano essere anche solo quattro stracci, ma sarebbe stato bello comunque. Mi aveva proposto di festeggiare il compleanno questa sera, ma i miei avevano piacere di passare del tempo con me, così l’ho invitato dai miei genitori che hanno subito accettato senza alcun tipo di problema -credo che abbiano capito che il nostro rapporto si è evoluto, ma non mi hanno comunque chiesto niente.

Comunque, si, oggi è il mio compleanno. Compio la bellezza di trentaquattro anni, ormai sto diventando vecchia.

Apro gli occhi e mi giro su un fianco, ma sbatto contro qualcosa, o meglio qualcuno. I bambini sono seduti dall’altra parte del letto matrimoniale e, non appena vedono che sono sveglia, mi rivolgono un sorriso adorante.
 

“Tanti auguri mamma!”- urlano abbracciandomi e riempiendomi di baci.

 

Mi fanno cadere all’indietro e iniziano a farmi il solletico. Non è un vero e proprio solletico, ma fingo di ridere e mi dimeno. Ovviamente loro ci cascano e ridono divertiti, hanno la risata più bella del mondo. 

 

“Mamma”- Joseph si volta prendendo qualcosa alle sue spalle. -“questo è per te.”

 

Mi porge un foglio tutto disegnato e gli sorrido grata. Anche Stefan fa lo stesso e sorrido anche a lui, poi li bacio entrambi.

Sono dei disegni stupendi, con qualche schizzo qua e là, ma per me sono bellissimi. Inoltre mi fa veramente piacere che abbiano deciso di fare qualcosa di proprio, sono così orgogliosa dei miei marmocchi.

 

“Sono stupendi, tutti e due!”- li bacio ancora facendoli ridacchiare. -“Andiamo a fare colazione?”

 

Questa mattina non andranno a scuola, mi hanno pregato di tenerli a casa visto che è il mio compleanno e ho accettato.

Sanno estorcermi ogni cosa, purtroppo. Scendiamo insieme in sala e facciamo colazione allegramente con Spike altrettanto allegro che aspetta le crocchette. Quando finiamo mi dedico a lui.

 

“Mamma, possiamo tirarti le orecchie?”- mi domanda Stefan.

“Dovete proprio?”- domando sconfitta.

“L’abbiamo sempre fatto quando compi gli anni, mamma!”- mi ricorda Joseph schioccandomi un bacio sulla guancia. 

 

Mi abbasso alla loro altezza e si divertono a tirarmi le orecchie per ben trentaquattro volte. Con le orecchie doloranti finisco di sistemare la cucina e i bambini corrono in camera per vestirsi e li sento parlottare tra loro su qualche sorpresa, ma faccio finta di niente.

Sebbene oggi sia il mio compleanno devo lavorare fino a tardi, ma ormai ci sono abituata, ogni compleanno è così. Non appena finisco di sistemare la tavola sento il campanello suonare, chi può essere a quest’ora di mattina? Infondo è relativamente presto.

Vado ad aprire la porta e mi scontro quasi con la faccia di Ian. Mi sorride leggermente imbarazzato tenendo tra le mani un enorme pacco bianco.

 

“Ero convinto che sarebbero venuti i bambini ad aprire.”- mi dice porgendomi il pacco. -“Comunque questo è per te, buon compleanno.”

 

Prendo il pacco tra le sue mani cercando di non farlo cadere e mi sposto di lato per farlo entrare. Ha i capelli spettinati, un filo di barba e, visto lo sguardo mezzo addormentato, deve essersi svegliato da poco, ma è venuto qui, per me.

 

“Grazie, io”- balbetto. -“non dovevi.”

“Mi ha fatto piacere fartelo, è il tuo compleanno, dopotutto!”- mi dice accarezzandomi un braccio e stringendomi a lui.

 

Mi scosto da lui lasciandolo parecchio perplesso. Va bene tutto, ma non può fare così, non è stato uno sfioramento improvviso. Sa quanto sia difficile questa situazione, non può comportarsi in questo modo.

Ian mi guarda parecchio turbato, forse non ha capito la situazione, in più in casa ci sono i gemelli, quindi è ancora peggio. Non hanno digerito molto bene l’idea di avere un fratellino -ho passato un intero pomeriggio, dopo che Ian gliel’aveva detto, cercando di convincerli che non aspettavo nessun bambino e che il loro papà aspettava un bambino da un’altra-, non voglio che fraintendano tutto. Inoltre sono felicemente fidanzata, non posso andare avanti così, ma lui non lo sa.

 

“Ian”- appoggio il pacco sul divano. -“non possiamo fare così.”

“Così come?”- mi domanda avvicinandosi ancora.

“Non… Non puoi toccarmi in quel modo, ci sono i bambini e-”

 

Ian scuote il capo leggermente amareggiato.

 

“Credevo non fosse cambiato nulla tra di noi…”- mi ricorda.

“Lo so, ma abbiamo deciso di prendere due strade, separate. Tu stai con Nikki, io sto con Eric, l’abbiamo deciso di comune accordo…”- mormoro.

“Non sono mai stato molto d’accordo con questa decisione.”- mi fa notare. -“E questo lo sai bene.”

“Ian, sto cercando di andare avanti… Ti prego.”- gli dico.

“Hai già dimenticato quello che è successo un mese fa?”- mi domanda accigliato. -“Un mese fa, per l’esattezza, eravamo in un letto d’albergo a rotolarci tra le lenzuola.”

“Non l’ho dimenticato, non potrei mai farlo…”- dico amaramente. -“Ma abbiamo deciso così e dobbiamo fare così. Mi sembravi propenso con questa cosa…”

“Lo ero, ma ogni giorno, quando mi sveglio, trovo accanto a me una donna che non amo più. Sto insieme a lei solo per il bambino, nient’altro… E molte volte penso di mollare, ma poi mi ricordo quello che mi hai detto e allora cerco di tenere duro.”- mi dice iniziando a camminare avanti e indietro con la testa tra le mani.

 

Mi fa male vederlo così, so che non è facile, non lo è per entrambi, ma non posso cedere. Io sto con Eric, sono fidanzata con Eric, lui sta con Nikki e aspetta un figlio (o figlia) da lei e va bene così.

Ogni cosa, a quanto pare, era destinata ad andare così.

 

“Fallo per tuo figlio.”- gli dico.

“E per chi credi che lo stia facendo?”- mi domanda. -“E’ logico che lo stia facendo per lui, altrimenti io sarei qui, con te.”

“Ian, ti prego, non voglio ritornare sullo stesso argomento…”- mormoro passandomi una mano tra i capelli.

 

Sento i passi dei bambini correre veloci sulle scale per questo mi stacco subito da lui in modo che non ci trovino troppo vicini. I bambini, non appena vedono il padre, come al solito gli corrono incontro e lo abbracciando. Stranamente, questa volta, non abbiamo alzato i toni, abbiamo parlato con rassegnazione, quindi i bambini, che erano di sopra, non hanno sentito praticamente nulla.

 

“E quello che cos’è?”- domanda Joseph indicando il mio regalo.

“Un regalo per la vostra mamma.”- sorride Ian scompigliando ad entrambi i capelli. -“Credo che dovreste aiutarla ad aprirlo.”

“Possiamo, mamma?”- mi domanda Stefan.

“Certo, aiutatemi pure.”- dico ad entrambi che corrono subito verso il divano.

 

In poco tempo i bambini distruggono tutta la carta da regalo, poi aprono una scatola. Rimangono un attimo perplessi, forse non si immaginavano quel regalo. Mi sporgo anche io, per vedere il contenuto della scatola, e vedo subito un tessuto rosso, non troppo scuro.

Afferro il vestito, perché è chiaro che lo sia, e lo stendo sopra le gambe meravigliata, è bellissimo. E’ un modello molto simile a quello che mi ha regalato Eric, ma questo è rosso, un colore fantastico.

Sono entrambi fantastici.

 

“Ero indeciso tra”- si gratta la testa imbarazzato. -“il blu e il rosso, ma alla fine ho optato per questo, mi ricorda tante cose.”

 

E so a cosa si riferisce con quelle cose. Agli eventi più importanti che ho partecipato insieme a lui indossavo abiti rossi, me li ricordo bene.

Questo uomo mi farà impazzire, giuro. 

 

“E’… E’ bellissimo…”- mormoro.

“Sono contento che ti piaccia.”- mi sorride facendo il solletico a Stefan sulla pancia.

 

Joseph è troppo impegnato ad osservare il vestito. 

 

“Mamma, perché non lo provi?”- mi domanda. -“Secondo me ti starà benissimo.”

“Non credo sia il caso.”- gli dico.

“Dai mamma!”- mi implora Stefan ridacchiando perché Ian non smette di torturarlo. -“Ti prego…”

“E va bene, ma solo due minuti, dopo dobbiamo andare.”- decreto infine facendo sorridere i bambini.

 

Anche Ian non è da meno per quanto riguarda il sorridere. Mi alzo dal divano e vado nel bagno, quello del piano terra. Mi spoglio velocemente, siamo già in leggero ritardo per andare sul set, il tempo è volato. Una volta rimasta in biancheria mi infilo il vestito e, con non poche difficoltà, riesco a chiudere la cerniera, non troppo complicata. Credo che qui ci sia lo zampino di Ian, ha sempre saputo che odio i vestiti con le cerniere troppo complicate. Mi guardo un attimo allo specchio e devo dire che non è niente male, sembra fatto apposta per me.

Vuoi vedere che Ian me l’ha fatto fare su misura? Non sono cambiata nel tempo infondo.

Vado in sala un po’ imbarazzata. I bambini, non appena mi vedono, mi sorridono con gli occhi che brillano e Ian rimane leggermente a bocca aperta. So di non essere brutta, ma nemmeno questo granché.

 

“Mamma, sei fantastica!”- mi dicono entrambi correndomi incontro.

“Credo di aver scelto bene…”- mormora Ian convinto che non l’abbia sentito.

“Mamma, perché non lo metti questa sera?”- mi domanda Joseph.

 

Questa sera? Perché questa sera?

 

“Questa sera?”- domando dubbiosa inclinando leggermente il capo.

 

Per tutta risposta Joseph si becca un calcio da Stefan -e lo rimprovero per questo- mentre Ian si alza cercando di calmare le acque. Guarda i suoi figli sconsolato, dopo prova a inventare una scusa. 

 

“Joseph intendeva”- Ian si blocca un attimo guardando il figlio. -“che magari, visto che è il tuo compleanno, avevi organizzato qualcosa, si.”

“Si, papà ha ragione!”- concorda Joseph.

“No, a dire la verità non ho organizzato niente. Mia madre vuole passare un compleanno in famiglia.”- gli dico facendo spallucce.

“Uhm, okay.”- borbotta Ian, poi guarda l’orologio appeso al muro. -“Si è fatto tardi, dovrei andare. Ancora tanti auguri.”

“Grazie per il regalo.”- gli dico, ancora.

 

Mi sorride solo e, dopo aver dato un bacio ai bambini, se ne va. Rimango per qualche istante a fissare la porta, poi abbasso lo sguardo. 

Me la sono cercata.

 






















 

                                                               * * *
























 

Non appena arrivo sul set, insieme ai bambini, ricevo auguri da tutte le parti. Candice mi salta letteralmente in braccio, seguita da Phoebe, Claire e tutte le altre. Mano a mano che percorro il corridoio per arrivare nel mio camerino incontro anche gli altri e mi fanno gli auguri. Michael Malarkey, che momentaneamente non ha nulla da fare, tenta di tirarmi le orecchie, ma lo fulmino con lo sguardo e se ne va a testa bassa, ma posso comunque sentire la sua risata dal fondo del corridoio.

 

“Auguri di buon compleanno, Nina!”- mi dice Erika allegra non appena entro nel camerino seguita dai bambini.

“Grazie!”- le dico ricambiando il suo abbraccio. -“Che fine avevi fatto? Ultimamente non ti ho più vista in giro. Non dirmi che c’entra qualcuno!”

“Qualcuno c’entra…”- mormora sorridendo timida.

“Racconta, sono curiosa!”- le dico eccitata.

 

Sono così contenta che finalmente abbia trovato qualcuno.

 

“Anche tu devi dirmi qualcosa, o no?”- mi domanda con un sorrisetto malizioso.

“Mamma, noi andiamo da papà.”- mi dice Joseph alzandosi dal divano.

“Troppi discorsi da donne.”- borbotta Stefan seguendo il fratello.

 

Io ed Erika scoppiamo a ridere e iniziamo a parlare tra di noi del suo presunto fidanzato e di Eric. Alla fine, mezz’ora dopo, sono pronta con il trucco e con i capelli già pronti per girare. Sento qualcuno bussare alla porta e vedo la testa di Paul fare capolino.

 

“Tanti auguri, Neens.”- mi dice sorridendo sornione.

“Buongiorno Wesley e… Grazie.”- ricambio il suo sorriso.

 

Erika si alza dalla sedia e, con una scusa futile, sparisce al di là della porta lasciando me e Paul da soli. Il mio amico, dopo avermi chiesto il permesso con lo sguardo, si siede del divanetto di fronte alla mia sedia.

Perché ho il timore di stare con lui? Sono sicura, quasi al 100%, che potrebbe tirare fuori da un momento all’altro quell’argomento.

 

“Quanti sono? Novanta?”- mi domanda ridacchiando.

“Sai benissimo quanti sono, Paulino.”- lo schernisco tirandogli dietro un cuscino che schiva prontamente.

“Oh, lo so, mi sembra ieri la prima volta che ti ho visto.”- mormora. -“Eri così piccolina, una ragazzina di vent’anni.”

“Ti stai perdendo tra i ricordi?”- gli domando ridacchiando alzandomi dalla sedia.

 

Mi siedo accanto a lui che scuote la testa.

 

“Sono qui per farti due discorsi seri.”- mi dice titubante.

“Due discorsi seri? Da te?”- domando allibita cercando di stemperare la tensione. -“Allora è proprio grave.”

Eric e Ian.”- mi dice. -“Quale vuoi per primo?”

“So che non mi piaceranno entrambi…”- mormoro mordendomi il labbro inferiore. -“Lo so, ho sbagliato tutto.”

“Ascoltami per un secondo, almeno. Ian… Mi ha detto di quello che avete fatto e spero, con tutto il mio cuore, che abbiate preso precauzioni.”- inizia.

 

Le mie guance diventano rosse, ma annuisco. Prendo la pillola da beh… Un po’, quindi non c’è nessun rischio.

 

“Bene, ora, sorvoliamo questo fatto. Vi rendete conto di quello che avete combinato?”- mi domanda accigliato. -“Se Nikki venisse a saperlo, se-”

“Ti preoccupi per Nikki?”- gli domando offesa.

 

Davvero si preoccupa per lei? Che storia è mai questa?

 

“Non mi sto preoccupando di lei, ma per te, per voi. Sai che quella donna è una bomba ad orologeria, potrebbe esplodere da un momento all’altro. E se lo dicesse a qualcuno e questa storia finisse sui giornali? Tutta la storia.”- mi dice preoccupato.

“Nessuno gliel’ha detto, è una cosa tra me e Ian e… Te.”- tento di spiegargli.

“Mi auguro che non lo venga mai a sapere.”- borbotta. -“Io ovviamente terrò la bocca chiusa, Phoebe non lo sa e non lo verrà mai a sapere, sono vostri affari, dopotutto.”

“Quindi tu stai dicendo che se… Nikki venisse a sapere di tutta questa storia potrebbe far finire tutto sui giornali. In pratica potrebbe raccontare di come io e Ian siamo andati a letto tempo fa, magari dicendo anche che l’ho abbindolato, e di come, anche, gli abbia nascosto di avere due figli. Poi, alla fine, racconterebbe anche di come io mi sia portata a letto suo marito sapendo, magari, che lei fosse incinta.”- gli dico velocemente. -“E’ ridicolo, Paul, non potrebbe mai essere così meschina.”

Era, per fortuna non lo è più, la tua migliore amica e non ci ha pensato minimamente due volte di andare a letto con Ian sapendo quanto steste soffrendo entrambi.”- mi dice serio.

“L’ha fatto anche Ian.”- puntualizzo con rammarico.

“Le donne dovrebbero essere più intelligenti, tutto qui.”- mi dice con un’alzata di spalle.

“Non lo farebbe mai, Paul.”- gli dico convinta. -“Io e Ian abbiamo… Chiuso.”

“Ian mi ha detto anche questo. Mi sto domandando una cosa… Perché?”- mi domanda fissandomi negli occhi.

 

Quello sguardo mi mette in soggezione, Paul è in grado di leggerti perfino l’anima e se lo guardassi negli occhi mi estorcerebbe informazioni che non voglio dire.

L’ho fatto per il bene di Ian, ho visto quanto ha sofferto per non aver potuto crescere i gemelli fin da piccoli e non voglio che tutto questo si ripeta. Ho messo da parte il mio bene, il mio amore -non che con Eric stia male, stiamo benissimo insieme ora- per lui. Lui l’ha fatto per me una volta, io l’ho fatto per lui.

 

“Alla fine siamo stati d’accordo entrambi, tutto qui.”- cerco di sviare così la domanda.

“Mh. Ian non mi sembra molto d’accordo, ma io ho capito perché l’hai fatto. L’hai fatto per Ian, non è così?”- conclude. -“Non ha potuto crescere i gemelli come avrebbe dovuto e allora vuoi che lo faccia con questo bambino. Ti sei mai chiesta, però, se è quello che vuole lui? Pensaci, Neens.”

 

Si alza dal divano e, dopo avermi dato un bacio sulla fronte, se ne va lasciandomi da sola nel camerino.

 





















 

                                                                  * * *























 

 

Ian ha portato Nikki sul set, ma dovevo immaginarmelo. E’ incinta, è sua moglie, non dovrebbe darmi fastidio, va bene così.

No, in realtà non va bene, Ian sa quanto mi dia fastidio, ma un po’ lo capisco. Abbiamo deciso cosa fare ed è giusto così. I bambini sono stati buoni come sempre e hanno tentato di andare d’accordo perfino con Nikki. Sono rimasta stupita da questo loro comportamento, ma ne sono orgogliosa anche se sono convinta che sia merito di Ian.

Poco fa è venuto anche Eric qui sul set e mi ha fatto piacere. Ian l’ha guardato malissimo e questa cosa mi ha lasciato un po’ spiazzata. E’ stato lui a dirmi che Eric gli andava bene invece prima l’ha fulminato con lo sguardo.

Ma non gliene faccio una colpa, credo che stia provando le mie stesse sensazioni. Vogliamo legarci ad una persona perché stiamo veramente bene con lei -almeno è nel mio caso, non nel suo-, ma un pensiero andrà sempre per l’altra.

 

“C’è qualcosa che non va?”- mi domanda Eric apprensivo spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

 

Siamo vicini al mio camerino, avevo bisogno di un attimo di tranquillità.

 

“No, sono solo stanca.”- gli dico sorridendo.

“Mi dispiace che tu debba lavorare anche il giorno del tuo compleanno.”- mi dice sincero.

“Sono un’attrice e va bene così.”- gli dico dandogli un bacio.

 

Eric sorride sulle mie labbra, ma, nell’esatto momento in cui ricambia il bacio,  Ian entra nel corridoio. Non appena ci vede si blocca con la bocca leggermente aperta. Eric è il primo a staccarsi, ma tiene comunque la mia mano tra le sue, credo che l’abbia fatto per rispetto nei suoi confronti e lo apprezzo molto. Ian continua a guardarci, a guardarmi.

 

“Credo… Vi lascio da soli, okay?”- mi dice Eric.

 

Ha capito che non gli ho detto nulla, ma non me l’ha detto in tono di rimprovero. Ha semplicemente compreso che dobbiamo chiarirci. Annuisco e lui se ne va, lasciando me e Ian da soli.

 

“Così state insieme, eh?”- mi domanda tagliente e il suo tono mi ferisce.

 

Era stato lui stesso a dire che non c’era nessun tipo di problema. Perché si comporta così? Mi ama ancora, lo so, ma abbiamo deciso di prendere due strade diverse, ancora una volta.

 

“Possiamo… Possiamo parlarne fuori?”- domando.

 

Ian non mi risponde nemmeno, mi da le spalle e va fuori. Respiro a fondo prima di raggiungerlo.

Lo trovo fuori, in piedi, davanti al muretto di pietra del parcheggio. Ha entrambe le mani distese lungo i fianchi, immobile.

 

“Lo so, avrei dovuto dirtelo, ma… Sono successe così tante cose…”- mormoro in tono di scuse.

“Cos’è successo?”- mi domanda aspro voltandosi verso di me. -“Hai cambiato così presto idea su di me, su di noi?”

“Non ho cambiato idea su di noi, Ian, lo capisci?”- lo urlo quasi. Mi sembra essere ritornata come prima, quando urlavamo sempre. -“Cosa avrei dovuto fare? Morire da sola? Io mi trovo veramente bene con lui, sei stato tu a dirmi che ti fidavi. Comunque non l’ho fatto perché me l’hai detto tu, me lo sentivo. Una parte di me continuerà ad amarti, lo sai, ma non posso fare più nulla. Perché tu puoi stare con qualcuno e io no?”

“Le cose sarebbero dovute andare diversamente!”- sbotta stringendo le mani a pugno.

“Come?”- gli domando. -“Io da sola e tu con Nikki? Anche io avrei voluto che le cose fossero andate diversamente, ma non viviamo in un mondo parallelo, Ian. Le cose stanno così, ora.”

“Mi fa male vederti con un altro!”- urla, ancora.

“Cosa posso farci? Dovrei rimanere da sola, perché piace a te? Ti rendi conto di quanto tu sia egoista?”- urlo anche io.

 

Si, siamo tornati quelli di una volta, ma ancora più feriti di prima. Perché lui può stare con Nikki e io non posso stare con Eric? Perché Nikki è incinta? Baggianate. E’ sempre stato geloso e possessivo, ma non può arrivare fino a questo punto, semplicemente non può. Lo sto facendo per lui, non per me. So che mi odierebbe per tutta la vita se gli portassi via suo figlio. Nikki è una bomba ad orologeria, come ha detto Paul, possessiva e altro, so che, per dispetto, impedirebbe a Ian di vedere suo figlio con qualsiasi mezzo.

Avvocato? Servirebbe, si, me lei potrebbe tirare fuori la storia dei bambini, di quanto noi due siamo stati infedeli, e purtroppo, visti i gemelli, crederebbero a lei.

 

“Si, lo sono!”- ringhia.

“Non sono un giocattolo, Ian, sono una donna.”- abbasso i toni, cercando di farlo ragionare.

“Eri la mia donna!”- sbraita.

“Ero.”- puntualizzo. -“Non sono andata io a letto con Nikki, mettendola poi incinta, dicendo in giro che volevo lasciarla.”

 

Esplodo così. Perché, una parte di me, è veramente ferita da quel tradimento. Prima di andare a letto con Ian, al suo compleanno, avevo capito che c’era qualcosa in lui, ci stava provando con me da tempo prima, eppure è andato a letto con Nikki, mettendola pure incinta.

E’ colpa mia, questa?

 

“Ora è colpa mia?”- urla adirato.

“No, è solo una conseguenza, questa. E’ tua moglie, lo capisco, ma mi ha ferito questo tuo comportamento. Se… Se fossimo andatati a letto prima, verso ottobre, cosa sarebbe successo? Per me sarebbe stato troppo presto, ma per te? Cosa ti avrebbe impedito di andare a letto con tua moglie? Il tuo amore per me?”- continuo a ribadire.

“Non mettere in discussione il mio amore per te, non puoi farlo!”- urla disperato. 

“Lo so che mi ami, ma se quella notte avessi pensato a me, ti saresti fermato. Hai tentato comunque di recuperare il rapporto con tua moglie, pur dicendo di amarmi. Ora te lo chiedo io, perché?”- gli dico ferita. 

“Tentavo… Di recuperare un rapporto, io”- balbetta. -“era pur sempre mia moglie…”

 

Abbasso lo sguardo ferita, voltandomi dall’altra parte. Mi stringo al mio giubbotto, cercando qualche appiglio, e mi incammino verso la mia macchina. Sono le nove e mezza di sera, ho bisogno di staccare la spina per mezz’ora, tutto questo mi sta opprimendo, ma tanto dovrò ritornarci qui. Julie ha detto che dobbiamo girare anche di notte, ci ha detto di essere qui per le dieci e un quarto. Andare a casa, sebbene per poco, mi farà bene. 

 

“Dove stai andando?”- mi domanda allarmato. -“Dobbiamo girare.”

“A casa, devo staccare per un po’.”- mormoro solo. 

“Nina, senti, io-”

“Va bene, no? Abbiamo chiarito i nostri punti di vista, incompatibili ancora una volta.”- soffio arrivando davanti alla macchina.

 

Ian è a pochi metri di distanza da me, non mi ferma. Questo mi fa capire che abbia smesso di lottare, ancora una volta.

Metto in moto ed esco velocemente dal parcheggio, non prima di aver inviato un messaggio ad Eric spiegandogli che andavo a casa per mezz’ora, allontanandomi il più possibile da Ian fermo in mezzo alla strada.

Getto il cellulare nei sedili posteriori e cerco di prestare attenzione alla strada, visto che è tutta ghiacciata a causa del freddo invernale. Continuo a pensare a quello che è successo e a come abbiamo distrutto il nostro rapporto, per l’ennesima volta. Proprio distrutto non è, ma ormai non possiamo più tornare indietro -tornare felici e spensierati come al giorno del suo compleanno.

Sono troppo persa nei miei pensieri, non mi accorgo nemmeno dei rumori fuori dall’abitacolo della macchina. Mi accorgo troppo tardi di quello che sta succedendo e ormai non posso fare più niente. Tento, fino all’ultimo istante, di schivare una macchina che sta andando in contromano, ma faccio solo peggio. Le due macchine -la mia e quella dell’uomo o della donna al volante- si scontrano e l’ultima cosa che sento, oltre al rumore dell’impatto, è il suono delle mie costole che si rompono e un dolore lancinante alle gambe.

Poi tutto diventa buio.

 

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Eccomi qui con un giorno d'anticipo, domani non avrei potuto aggiornare quindi ho preferito farlo ora sennò sarebbe passato troppo tempo :)
Finalmente dalla prossima settimana inizieranno le serie TV e io ne ho veramente troppe da seguire: The Originals, Arrow, The Flash e iZombie!
Comunque, visto che delle mie serie TV sicuramente non ve ne importa nulla, passiamo direttamente al famoso capitolo sette. 
Molte di voi si sono chieste come Ian avrebbe reagito sulla storia di Nina ed Eric e beh... Non ha reagito molto bene. E' vero, è stato lui a spingerla tra le braccia di un altro, ma vederlo con i propri occhi è stato peggio di quanto si aspettava, ma, soprattutto, è stato troppo presto. Effettivamente i due (Nina ed Eric) si sono messi insieme dopo neanche un mese da quello che era successo tra Nina e Ian, quindi per quest'ultimo è stato un duro colpo. 
Inoltre l'ha scoperto da solo, quindi è stato ancora peggio. Sostanzialmente l'unica parte tranquilla, più o meno, è stata la prima dove Ian ha portato pure un regalo a Nina. Notare come i vestiti siano molto simili, ma comunque di colori diversi. Credo che sia del tutto giustificata la scelta di Ian sul colore rosso, sto pensando ad un vestito particolare. L'avete capito anche voi? Ovviamente il magnifico vestito degli Emmys 2011 con il quale Nina era una dea (*^*) ed era accompagnata da Ian. Non potevo scegliere un altro colore, semplicemente non potevo.
Nina e Ian poi finiscono per litigare e questo non finisce nei migliori dei modi. Nina si allontana e Ian non fa niente per inseguirla. 

La fine non la commento credo sia abbastanza... Commentabile (?) anche da sola.
Ringrazio le splendide 12 ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo (stiamo ritornando come prima!) e mi scuso per non aver risposto, ma sono particolarmante di fretta e cercherò di rispondere tra domani e sabato ^^
Alla prossima <3

 

 

 

 

  
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