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Autore: Clara_Oswin    01/10/2015    2 recensioni
AVVISO : La storia è il seguito di Another Ending
Dopo il matrimonio Arren e Ariel sono partiti alla volta dell'oceano Indiano per incontrare la famiglia dello sposo, l’avventura li perseguita e un perfido nemico ha in mente un piano che distruggerà la loro tranquillità, nasceranno improbabili alleanze, inimicizie e infine sboccerà nuovamente l'amore. La storia è collegata alle vicende del primo racconto.
SPOILER dal CAP 4
"Da quando quelle tre parole erano entrate nella sua vita quella mattina si era sentita morire. Non si sentiva pronta a diventare madre, c’erano ancora molte cose che voleva fare, un figlio non rientrava nelle sue priorità, era ancora troppo presto… si era cacciata in una situazione più grande di lei e questa volta non c’era via di scampo.
-“aspettiamo un bambino”- proferì infine aspettando una sua reazione. "
STORIA NUOVAMENTE ATTIVA
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Ariel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9: The Last Kiss

 

 

“ne sei sicura?” Casside e Ariel erano nascoste dietro ad un cespuglio di alghe congelate.

“si, è questo il posto” confermò la rossa a voce bassa. Tutte quelle ore passate sui libri di storia antica a qualcosa erano finalmente serviti, aveva riconosciuto l’imboccatura dell’antro della strega grazie ad un illustrazione a doppia pagina sul grande libro.

“Allora, qual è il piano?” La sirena guardava la compagna fiduciosa, di certo una persona normale non si avventurava in un salvataggio così estremo senza aver prima escogitato qualcosa…

Sì, ma Ariel non era una persona normale.

“piano? Che piano?” ripetè lei cadendo dalle nuvole.

tu non hai un piano??”

Casside cadde dalle nuvole a sua volta, quella sirena dai capelli rossi l’aveva trascinata in un’impresa pericolosa come quella e non aveva nemmeno uno straccio di piano?!

Si portò una mano alla testa sconsolata, erano lei ed una sirena incinta andate da sole ad affrontare una terribile strega del mare, quante possibilità avevano di farcela?

“devo pensare a tutto io…”  così dicendo spiegò ad Ariel quello che doveva fare, e come sfruttare al meglio l’effetto sorpresa.

“siamo solo noi due, ma se giochiamo bene le nostre carte forse…si, forse dovremmo farcela.

Bisbigliò quello che era un piano molto semplice e che consisteva nel fare uscire allo scoperto la strega dal suo antro, doveva cercare di provocarla e allontanarla dal suo territorio dove disponeva sicuramente di filtri e aggeggi a portata di mano.

“bene è giunto il momento, andiamo…”

Ariel uscì dal cespuglio lentamente, la paura di non farcela le attanagliava lo stomaco, non aveva pensato a cosa fare una volta giunta sin lì; non sapeva cosa fare per salvare Arren dalle grinfie dell’ennesima strega che si ritrovava ad affrontare. Guardinga si avvicinò all’imboccatura della grotta quando, dal suo interno, uscì una figura.

Casside vide qualcuno e si nascose prontamente nel cespuglio lì vicino, aveva riconosciuto subito quella persona.

“Arren…” Ariel sussurrò il suo nome, e quelle parole le morirono in gola non appena vide sul volto del ragazzo un’espressione buia. Le sembrava fosse passata un’eternità da quando aveva pronunciato per l’ultima volta quel nome in quella lontana sera quando lo aveva visto ridere e scherzare a pochi metri da lei. Lo guardò come fosse la prima volta, i suoi occhi erano affamati di lui, come aveva fatto tutto quel tempo a stargli lontana?

La distanza tra di loro s’accorciava sempre più velocemente, aveva preso a nuotare energicamente per stringerlo nuovamente a sé, le lacrime presero a correre alla stessa velocità dai suoi occhi annebbiandole la vista; una cosa però le fu evidente da subito, Arren non le stava correndo incontro.

Prima ancora che quel pensiero potesse radicarsi nella sua mente era già arrivata, l’aveva cinto con le braccia lungo i fianchi e sprofondato la sua testolina fulva contro il suo torace. Il ventre leggermente rigonfio faceva da piccolo divisore tra di loro, ma Ariel era talmente avvinghiata a suo marito che non permise a qualche centimetro di troppo di separarla da lui, questa volta non l’avrebbe lasciato andare mai più.

Passò qualche istante poi, la voce fredda e assente del ragazzo fece capolino al suo orecchio “Devi andartene”

Ariel sollevò lo sguardo confusa, ancora stretta a lui. “come…?” non poteva aver sentito bene, dopo averlo ritrovato non poteva dirle una cosa del genere, sicuramente doveva aver inteso male le sue parole. Lo guardò intensamente cercando di capire le sue intenzioni ma Arren la spinse via da sé.

Vattene” Scandì bene questa volta.

La sirena riprese l’equilibrio confusa.  Arren non aveva ricambiato il suo abbraccio e l’aveva spinta lontano da sé intimandole di andar via, dopo tutta la strada che aveva fatto per ritrovarlo, lui non stava facendo esattamente i salti di gioia per il loro ricongiungimento.

“Sono venuta qui per … salvarti” sussurrò lei titubante tentando di riavvicinarsi incerta; il tritone fece un balzo indietro allontanandosi quasi disgustato da lei, puntò i suoi occhi verdi gelidi come il ghiaccio che li circondava contro i suoi e fu in quel momento che Ariel comprese che qualcosa non andava.

“Beh… forse non volevo essere salvato” lo vide esitare poi continuò a parlare, il suo volto era diventato una maschera di fredda impassività, “sono andato via di mia spontanea volontà.”

“Arren” Ariel si sentì lacerare dentro dalle sue parole ma doveva essere forte, “cosa stai dicendo?” chiese ancora in tono tranquillo.

“Vattene! Non lo capisci?! Non voglio più stare con te!” le gridò contro, poi voltò le spalle, i capelli biondi gli ricaddero sulla fronte coprendo i suoi occhi, la sua voce era rotta da quella che Ariel credette fosse rabbia e odio. “Avevo bisogno di tempo per pensare alla nostra storia, mi sono reso conto di non aver mai voluto un figlio.”

Ariel rimase immobile, lo sguardo vitreo incapace di ascoltare quelle parole così dure, così vere… i suoi incubi peggiori si stavano avverando, stava già soffrendo immensamente senza bisogno che lui aggiungesse altro, eppure non sembrava soddisfatto,

“Tutto quello che è stato fa parte del passato ormai, mi dispiace averti illuso per così tanto tempo ma non ti amo più ed è giusto che io sia onesto con te, da adesso in poi è meglio che continui la tua strada da sola; io continuerò per la mia.” S voltò dandole le spalle.

Ariel si portò una mano al volto sconvolta, la stava lasciando, anzi l’aveva appena fatto, “Avevi detto che sarebbe andato tutto bene” riuscì a dire incapace di ribattere. Per la seconda volta la persona che più amava al mondo e per cui avrebbe dato la vita le stava spezzando il cuore, il dolore per la perdita di Eric le ritornò vivido alla mente aggiungendosi al dolore per l’ennesima delusione.

Era stato tutto troppo bello per essere vero, il loro amore, le nozze, il bambino in arrivo; tanto più in alto era volato il suo cuore di gioia tanto più forte era il rumore che adesso faceva schiantandosi al suolo e frantumandosi in mille pezzi. Di nuovo.

“credo sia un maschio” sperava di farlo voltare nuovamente per incrociare il suo sguardo.

“COME TI DEVO DIRE CHE NON ME NE IMPORTA NULLA!” fu la sua risposta alterata.

“Se questa è davvero la fine” iniziò lei “ti chiedo un ultima cosa”

Il biondo si girò di tre quarti, “cosa?” il suo tono da irritato appariva più rassegnato ormai.

un ultimo bacio”

Quella richiesta lo scosse, Ariel potè vederlo dalla sua espressione confusa mentre si voltava del tutto a guardarla.

“non ti bacerò” asserì imperterrito. Da un bacio si potevano capire molte cose, troppe per i suoi gusti, non avrebbe mai permesso dopo tanta fatica fatta per convincerla, che le loro labbra si incontrassero di nuovo, che lui scordasse tutto il resto del mondo intero mettendo a rischio lei ed il bambino, un bel maschietto, per i suoi sentimentalismi.

Ma conosceva bene la sua adorata sirena e di certo avrebbe insistito.

“Me lo devi! Dopo tutta la fatica che ho fatto per raggiungerti mi devi almeno un ultimo bacio, poi sparirò dalla tua vita…”

Quegli occhi così azzurri ad ogni occhiata lo facevano sentire più colpevole, s’avvicinò lentamente, evidentemente arreso a quell’ultimo capriccio.

Ariel fece un passo avanti sino a trovarsi davanti a lui, aveva il terrore anche solo a sfiorarlo, sapeva bene che quella a cui si stava attaccando era una flebile speranza.

Lo guardò intensamente negli occhi verdi, per un istante le parve di rivedere l’Arren che aveva conosciuto e di cui si era perdutamente innamorata. “Voglio che sia vero” gli disse avvicinandosi lentamente con il nasino all’insù.

“è vero sia” Arren l’attirò a sé stringendola forte tra le braccia e quando congiunsero le loro labbra fu come il primo bacio.

Aveva dimenticato tutto, la messa in scena per lasciarla, il destino della sua morte che incombeva su lui e Core, persino dove si trovasse; Lei gli faceva sempre quell’effetto ma stavolta fu diverso, non si vedevano da settimane e quell’ultimo bacio era il sogno che per molti notti aveva fatto, il tanto desiderato bacio d’addio. Come fosse il primo era stato da mozzare il fiato, ma la consapevolezza che fosse stato l’ultimo era altrettanto dura da accettare.

La lasciò andare come fosse travolto da una scossa elettrica. “Addio Ariel” le aveva detto semplicemente scappando via. Sperò non fosse troppo tardi, sperò ardentemente che lei si sarebbe acquietata e sarebbe andata via, si voltò appena, sapeva che voltarsi sarebbe stato un grave sbaglio, sarebbe corso da lei se solo avesse potuto, l’avrebbe stretta forte fra le sue braccia, portata via da quel luogo infernale, eppure aveva deciso di ferirla lui stesso pur di salvarle la vita.

Scomparve dietro la roccia appena in tempo, si portò una mano alla fronte, se lei avesse visto quelle lacrime che adesso gli rigavano il volto come impazzite il suo piano di salvarle la vita sarebbe andato in fumo. Tutta quella fatica che aveva fatto, scavando nel profondo per cercare di dirle tutte quelle cose che l’avrebbero convinta a lasciarlo da solo verso il suo destino, spingendola ad odiarlo, ad andare via per la sua strada sarebbero state inutili…. Lui le aveva spezzato il cuore, ma preferiva sapere lei e suo figlio in salvo piuttosto che vederli morire di una morte lenta e atroce così come fra poche ore sarebbe toccato a lui.

L’amava più della sua stessa vita, e questo era tutto ciò che contava.

****

Casside era rimasta in disparte ma era riuscita comunque a seguire tutta la faccenda, quando Arren era rientrato nella grotta Ariel era rimasta di spalle ad osservarlo.

La compagna di viaggio si avvicinò per offrirle il suo supporto, Arren l’aveva lasciata e per di più con un bambino in arrivo, sarebbe stata distrutta in quel momento. Seppur prima avesse fatto di tutto per separarli si sentì meschina e crudele, Ariel non lo meritava, nessuno meritava un trattamento del genere, e adesso anche lo sapeva.

“Ariel” s’avvicinò piano lei immaginando il suo dolore, le sue lacrime.

Ed invece si dovette ricredere, la rossa si stava asciugando le ultime lacrime con un sorriso stampato in faccia.

“Ma sei diventata matta?!” esclamò quella vedendola sorridere così felicemente.

La sirena si voltò appena con sguardo furbetto,

 “Può darsi…”

 

****

Mentre lo squalo lo scortava nuovamente nella sua prigione di ghiaccio continuava a piangere silenziosamente, due mani familiari si posarono sulle sue spalle mentre la voce di suo fratello risuonava nell’eco della grotta. “hai fatto la cosa giusta nonostante sia stata la più difficile.”

Arren si scompigliò i capelli nervosamente. “l’ho delusa, l’ho distrutta”

Core continuò triste, “vivi le tue ultime ore pensando che le hai salvato la vita, a lei e al bambino… un giorno potrebbe persino perdonarti”

“ahahahahahh” l’urlo della strega risuonò per tutto il suo antro mentre continuava a rigirare una brodaglia nel calderone. “hai firmato il tuo contratto con la morte”

Arren e Core sollevarono lo sguardo carico d’odio verso la strega del mare.

“l’ora della vostra fine si avvicina rapidamente, poveri e tristi tritoni innamorati!”

Una voce di ragazza si diffuse in tutta la grotta:

 

“Se pensavi che mi sarei arresa così facilmente si vede che non mi conosci ancora bene, marito mio”

 

I due ragazzi guardarono basiti verso l’ingresso della grotta.

 Ariel con gli occhi ancora un po’ arrossati dal pianto si ergeva fiera con gli occhi fiammeggianti di rabbia e un’espressione vittoriosa in volto.

“non permetterò ad una strega decrepita di rovinare il mio matrimonio!”

  
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