Anime & Manga > Akatsuki no Yona
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Autore: sadsavcasm_    01/10/2015    1 recensioni
-E so che quando tornerò la solita di sempre mi pentirò di quel che sto dicendo- affermo, abbassando lo sguardo per osservarmi le scarpe. Ho gli occhi di tutti puntati addosso, ma non ho scuse per poter farli guardare altrove. E mi allontano, altroché non curante delle voci di fondo. E mi isolo, cercando di tranquillizzarmi. Mi stringo fra le mie braccia, è l'unico posto che mi rimane. E proprio stretta nelle mie braccia prego gli Dei, affinché mi aiutino a non deludere più nessuno, a partire da lui, da loro, a finire a me stessa.
Ma so che in fondo, aspetto sempre che quel chiaro bagliore di luna mi accolga nella sua luce e mi protegga, senza abbandonarmi.
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shin-ah, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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“No, non voglio. Non voglio che scopriate che tipo di persona sia, non voglio che sappiate nulla di me, non voglio vedere nessuno.” mi dico, disperatamente. “Pensare proprio questo, mentre ho passato il resto dei miei 16 anni a piangere la mancanza di qualcuno vicino a me” sono ancora più confusa di quanto lo fossi all’inizio, e gli occhi del ragazzo non mi trasmettono nessun tipo di fiducia, e penso che la cosa sia reciproca. Mi prende per un braccio, e mi trascina dov’erano rimasti tutti gli altri ragazzi. Abbasso lo sguardo, evitando così quelli loro, e mi gratto la nuca imbarazzata. “Non devo manifestare nessun tipo di comportamento strano, che li porti a confermare i loro sospetti.” Mi riferisco ad Hak e Jae-ha. Ad essere sincera, provo come un sentimento di antipatia nei loro confronti; proteggono quella ragazza come se fosse il tesoro più prezioso al mondo. “Sono forse invidiosa?” è così, mi dispiace ammetterlo. L’atmosfera è abbastanza tesa, nonostante tutto fosse rimasto come prima. La risata di Zeno interrompe quest’atmosfera, e tutti ci giriamo verso di lui. –Sembrate tutti delle mummie, siete così buffi- dice, per poi riprendere a ridere. Rina, volevo dire, Yona, gli rivolge un’occhiataccia per poi scuotere la testa e sospirare. Continuo a fissare quei suoi capelli rossi, che, purtroppo, mi suscitano brutti ricordi. Sono corti e crespi, le poggiano delicatamente sulla fronte per lasciare qualche ciuffo sfiorarle le ciglia. Del mio aspetto fisico ne ho parlato a tratti, non dettagliatamente. Scosto una ciocca di capelli dal viso per metterla dietro un orecchio e Yoon mi guarda. –Hai dei bei capelli, sai?- primo complimento fattomi in tutta la mia vita, non posso non arrossire e rimanerne contenta. Lo ringrazio e ne prendo un’altra, di ciocca, fissandola. “Non so dirvi cos’abbiano di speciale, sono dei semplici capelli viola, lisci e lunghi.” Solitamente li raccoglievo in una treccia laterale, quando avevo il tempo di sistemarli. Il mio sguardo si posa su Shin-ah, il ragazzo che mi ha salvata, e l’osservo mentre nutre il suo scoiattolo, Ao. Ho quasi paura, di tutti loro. Emanano un’aura strana, molto forte e unita. Sembrano così affiatati da portarmi i brividi, l’invidia, la gelosia. Kija e Shin-ah si alzano improvvisamente, borbottano qualcosa tra di loro, o meglio, Kija gli sussurra qualcosa, e si allontanano, dando un sorriso come unica spiegazione. “Dove staranno andando mai, quei due?!” li osservo mentre si allontanano. –Beh, è tempo di dormire.- -Tieni, Yu-Jie- Yona dice, porgendomi un bel pezzo di tessuto per potermi coprire. Le accenno un sorriso e mi posiziono accanto un albero, allontanandomi un po’ dal fuoco e dai loro posti. Mi sdraio e mi avvolgo in questo tessuto, rilassando le spalle, fissando le foglie e i rami dell’albero. “Vorrei sapere cosa ci trovo di così interessante in questo panorama” mi chiedo, ironicamente, stringendomi una mano. E’ fredda, ho la mano fredda, che solo al contatto mi provoca i brividi. Sento lo stomaco pesante, credo di aver mangiato un po’ troppo. Poso la mano sullo stomaco sposto lo sguardo verso il cielo stellato, dove tra i rami dell’albero che mi è accanto, passa la debole luce della luna bianca. “Com’è bella, la luna. Unica luce nella notte, contornata dalle stelle, ma non le tocca. Trasmette tranquillità e sicurezza, o almeno a me. Infondo, è in un momento come questo che vorrei morire: nel silenzio della notte alla luce della luna, pur che mi culli fino all’abbandono di questo lato.” Sarà così, soltanto dopo che avrò scoperto la verità sulla mia famiglia. Non so neanche il mio cognome, che cosa vergognosa. Sento il viso bruciarmi, ma non penso di avere la febbre. Sono sicura di esser rossa come un pomodoro, eppure le mani sono fredde. Il rumore di alcuni passi si avvicina, e istintivamente chiudo gli occhi, fingendomi addormentata. Ecco quel profumo che ritorna, e che sento sempre più vicino. Una mano mi tasta la fronte e mi provoca il batti cuore; la presenza della mano è svanita e il profumo svanisce un po’. Apro leggermente l’occhio destro e vedo Shin-ah di spalle, che m’impedisce di vedere cosa sta facendo. Lo scoiattolo è accoccolato nei miei capelli che poggiano di lato, quasi mi vien voglia di piangere per la dolcezza. Il ragazzo si gira e chiudo l’occhio velocemente, sentendo dopo un senso di freschezza sulla fronte, per una pezza bagnata appoggiatomi di sopra. Il suo profumo mi avvolge e la sua gentilezza mi scalda il cuore, così che quando si allontana, mi scendono le lacrime. Ripenso un po’ a tutta la giornata, e mi rendo conto di non essere mai stata trattata così, con una tale gentilezza. La gentilezza di Shin-ah, di Yona, di Kija, di Zeno, di Yoon.. anche di Hak e Jae-ah, comunque non mi hanno trattata proprio male. Li capisco, neanche io mi fiderei di una come me. La notte passa e vengo svegliata dalla luce del sole che mi arriva in faccia, parata un po’ dall’albero, dal cantar dei corvi e dal rumore del ruscello. Porto una mano sulla pezza che ho sulla fronte, ed è umida. “E’ stata cambiata mezz’ora fa, suppongo.”. Alzo il busto, mi stiracchio i muscoli, e girando il capo vedo un uovo bianco peloso. Sussulto per lo spavento, ma dopo mi rendo conto che è solo Shin-ah, avvolto nella sua pelliccia bianca. Con quella maschera che gli copre il viso non riesco a capire se stia dormendo o meno; mi alzo e mi dirigo verso il ruscello per darmi una sciacquata. Porto le mani nell’acqua fredda, senza darmi il tempo di svegliarmi completamente, raccolgo un po’ d’acqua e me la butto sul viso, con far non molto delicato. “Sono sempre contornati da questo ambiente così tranquillo?” mi domando, incuriosita e stupita da tutta quella tranquillità. Non che sia un malaugurio, però non sono così tranquille le foreste. Faccio spallucce, e torno dagli altri. Yoon e Kija sono sveglia, Zeno e Jae-ah sono tornati dal turno di guardia. –Buongiorno- mi rivolgo ai presenti, svegli. Mi sorridono come per ricambiare il saluto ed Hak si avvicina a Yona e si abbassa, per svegliarla, credo; essendo di spalle non riesco a vedere ciò che fa, ma Yona muove un braccio e gli tira uno schiaffo, facendolo cadere con il didietro per terra. –STUPIDO HAK, LASCIAMI DORMIRE IN PACE, ALMENO.- dice la ragazza, con le guance arrossate e la fronte aggrottata, mentre il ragazzo alza gli occhi al cielo per poi accennare un furbo sorriso. Li guardo prima sconvolta, poi però mi viene da ridere. Kija mi si avvicina –Non preoccuparti, fanno quasi sempre così- e mi sorride. Dopo che tutti si danno una sciacquata, tornano dietro e prendono le loro cose: sacche, armi e scorte. Yona mi si avvicina e poi guarda i ragazzi. –Dove siamo diretti, questa volta?- chiede, mentre posiziona il suo arco dietro le spalle. I ragazzi le rispondono, ma le voci vengono soffocate dal mio unico pensiero in quel momento: il pugnale, la mia arma. Porto istintivamente la mano al fianco, dove tengo il pugnale, e mi rilasso toccandolo. “Allora non l’ha visto più nessuno, menomale.”. Rilascio un sospiro di sollievo e Jae-ha mi guarda, accennando un sorriso –Successo qualcosa?- mi chiede. Questo tizio mi vuole proprio fuori. –No, tutto bene, grazie.- ricambio il sorriso e annuisco. –Se c’è qualche problema basta dirlo- mi si avvicina, pure troppo –Ci penso io a risolverlo, anche subito.- mi sussurra, prendendomi una mano, per poi baciarla. Non saprei dirvi che tipo di sguardo avrò assunto, ma notando la lieve risata degli altri, capisco di aver fatto una faccia abbastanza buffa, tanto da far ridacchiare lo stesso Jae-ha. Yona lo allontana e mi poggia una mano sulla spalla –Dovrai farci l’abitudine, come me.-. Iniziamo a camminare, dirigendoci non so dove, e mi guardo intorno. Non riesco ancora a credere di star parlando con miei coetanei e di star “viaggiando” con loro. Il sogno di una vita, più o meno, eppure non mi sento realizzata. Penso ai miei genitori, e sento il vuoto pervadermi. “Ho bisogno di sapere.. non ce la faccio più.” Non so neanche se raccontar loro dei miei, per farmi aiutare, o di agire in segreto. Se racconto dei miei, poi mi chiederanno cos’avrò fatto durante questi anni. Se agisco in segreto, sospetteranno di me. “Non so che fare, non lo so.” Sono disposta a tutto pur di sapere, ma devo vivere, e ho bisogno di aiuto. Glielo dirò più avanti, finche non inizierò a prendere confidenza. *RUMBLE RUMBLE* un rumore improvviso interrompe i dialoghi fra i compagni. Zeno sorride, grattandosi la nuca e accarezzandosi la pancia. –Abbi un po’ di pazienza, dobbiamo arrivare al villaggio più vicino per chiedere informazioni- gli dice Yoon, per poi rigirarsi nella medesima direzione. “Informazioni? Così anche loro stanno cercando qualcosa, mmmh.” L’atmosfera tranquilla viene interrotta dall’urlo spezzato di Yona, che poco prima camminava accanto a me, e che ora non c’è più. Tutti si girano di scatto, Hak impugna saldamente la sua arma e corre verso la direzione da cui proveniva l’urlo. Seguito a ruota da tutti gli altri, mentre vengo lasciata dietro, da sola. Li seguo anche io, portando una mano sul pugnale, in caso si dovesse mettere male la situazione. Neanche il tempo di pensarlo, che una mano mi stringe un braccio, me lo porta dietro e la mia schiena poggia su un torace, mentre un coltello sfiora la mia gola. –Urla e ti ammazzo.- mi dice l’uomo, stringendo la presa del braccio. Mi sta facendo male, tanto male. Con gli occhi cerco qualcuno che sia vicino, ma non c’è nessuno. “Sono nuovamente sola” presa dal panico, mi dimeno. L’uomo avvicina ancora di più il coltello, mentre arriva un altro complice che mi mette le mani addosso, con un ghigno in viso. Mi scendono varie lacrime, e l’altro uomo sta per raggiungere il coltello. “TOGLIMI QUELLE LURIDE MANI DA DOSSO” do una testata all’uomo che mi tiene, provocandomi un forte mal di testa, ma senza pensarci, prendo il pugnale e lo indirizzo verso l’uomo che mi ha toccata, approfittando del momento di dolore dell’altro. Non ho il tempo di pugnalarlo che sento il rumore di una spada, infilzare l’uomo dietro a me, passando direttamente a quello avanti a me, infilzandolo. Sono morti entrambi, e le mie gambe tremano come non mai, sgrano gli occhi colmi di lacrime e paura, e mi giro.
   
 
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