Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: Ar1    01/10/2015    1 recensioni
Una fan fiction sui fantastici BTS narrata da Jimin. Egli è stato accusato dalle fan di aver provocato un incidente a Suga, e pian piano comincerà a convincere se stesso di quest'idea...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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"Ne ho assaporati di vari tipi sai?"
 
"Cosa?" Risposi a Taehyung inarcando le sopracciglia.
 
"Non mi interrompere. Sai che lo odio." Cominciò a dire usando una voce oscura e cavernosa. " ho assaggiato anche il tuo sai? Non male. Ma preferisco quello delle persone cui ho fatto male io. E l'altra volta non ci sono riuscito..."
 
"Riuscito?" Domandai sorpreso. L'unica volta che ho rischiato la vita è quando mi ha sparato la ARMY impazzita... Ma forse è Taehyung quello pazzo. Si sbaglia. Non sta bene è chiaro.
 
"TI HO DETTO DI NON INTERROMPERMI, CAZZO!" Disse tirando fuori una pistola. Volevo dirgli di metterla via ma avevo paura 'di interromperlo'. 
 
Rimango un momento senza dire una parola, ero in iper ventilazione e le mani che avevo messo davanti quasi a tono di resa mi tremavano. 
Hoseok e Jung kook entrarono di scatto nella stanza e Taehyung si spaventò e girandosi sparò alla cieca. Beccò Hoseok. Continuava a ripetere che non era sua intenzione, che ero stato io a portarlo a questo. Hoseok non venne portato nemmeno all'ospedale. Il proiettile gli aveva trafitto la testa. Steso a terra ... Mi faceva ribrezzo il sangue che gli colava lentamente da un piccolo foro tra gli occhi. Il sangue gli era colato negli occhi che aveva colmato. La sua espressione sorpresa non si toglieva dal viso. Gli chiusi gli occhi con un semplice gesto della mano. Lo guardammo per un bel pezzo prima di scoppiare a piangere e renderci conto che era morto. Succede sempre così con le persone care, non ti rendi conto subito conto che sono morte. Lo strinsi forte e mi andai a lavare via il sangue. Dopo qualche ora chiamammo i famigliari. Dovevamo andare in Corea per il funerale. Ma Suga ci bloccava in Italia finché non sarebbe stato completamente guarito, o almeno in condizioni di attraversare metà mondo in aereo.
 
Non potevano mettere Taehyung in prigione. Avrà anche ucciso un 'fratello' però lo era anche lui. Così decidemmo di punirlo a modo nostro: lo rinchiudemmo a chiave nella sua stanza. Il rumore dei suoi pugni sulla porta e le sue lacrime diventavano sempre più agonizzanti fino a diventare un'ossessione. 
   
 
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