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Come non finisce una fiaba

Se l’avesse chiesto a me come sarebbe finita il giorno in cui si vestì per il ballo, io glielo avrei detto.
Ma lei non mi avrebbe creduto.

Non l’avrebbe vista.

O non l’avrebbe riconosciuta.

Io lo sapevo.
Ma lei non mi avrebbe creduto.

La verità è che lui era abituato che, se solo puoi desiderare, allora lo puoi avere, anzi devi  - il contrario della mia vita, per inciso.

Ad un ballo aveva visto una donna - ovviamente, c’era andato per quello... come tutti del resto - molto bella, certo, ma di belle ce ne erano molte, tutte mascherate.
Davvero era la più bella? davvero?

Pomata e cipria sui capelli, biacca sul volto, nei di stoffa sulle piccole imperfezioni, fianchi impossibili creati dai panier, seni sollevati dai busti - la natura si inchina dinanzi a una sarta e le cede il passo - sul trionfo dell’artificio, una maschera che copre il volto, e, a regnare su tutto, la luce delle candele, galante più di un pittore di Corte.

Era bella?

La notte era bella.

Che lei fosse il meglio del meglio lo scoprì per colpa di Oscar - altrettanto unica, altrettanto bella, ma disegnata al contrario: capelli senza pomate e senza cipria, pelle pulita e senza nei, le gambe - proibite - in vista e i seni celati, a volto scoperto in un ballo in maschera.
Priva di ogni artificio se non quello di non dichiararsi apertamente donna.

Se avesse taciuto, l’avrebbe vista, ma lei - arrogante - gli spiegò chi desiderare e lo perse senza averlo mai avuto.

Lui da quella sera desiderò l'altra - ci fu bisogno di spiegarglielo: da solo, forse, non ci sarebbe arrivato.

Ebbe l'altra, sposa clandestina, molto tempo dopo - non la protesse dalle pietre fatte di carta ed inchiostro, la lasciò lapidare da adultera, anche quando non lo era, con bisbigli lanciati da chi adultero lo era davvero.
E non gli bastò.

Dinanzi ad Oscar, in lacrime, parlava della dolorosa agonia dell’amore - cosa gli mancava, mi chiesi.
Innamorato di se stesso e della sua infelicità, infelice perché incapace di amare davvero - amare vuol dire accettare di non poter avere, se lui me l'avesse chiesto glielo avrei spiegato (ma lui non mi avrebbe creduto) - un uomo che non sapeva scaldare nemmeno se stesso.

Se lei me l’avesse chiesto glielo avrei detto: Oscar, tu vuoi tornare a quel ballo, presentarti da donna e prenderti quello che credi sia tuo - uguali in quello, tutti e due a desiderare quello che altri gli raccontavano che era il meglio per loro, incapaci di dire "ma io". Più il compito era impossibile più eran convinti di dovercisi immolare (parlo io, proprio io!)... Sposare una regina già sposa, farsi amare da un uomo che non ti ama.

Essere un uomo.

Dategli un compito impossibile e ci inchioderanno sopra il loro cuore. Più è impossibile più sono i chiodi - nemmeno una crocifissione.
E più soffriranno più lo ameranno il loro obiettivo - cosa vale più delle lacrime? nulla.
E se così tanto ti costa, la cosa che cerchi, per forza, tra tutte, è quella migliore.

Se loro me lo avessero chiesto glielo avrei detto. Che era tutto un inganno
Ma loro non ci avrebbero creduto

Due gelide creature - splendide e cieche, in una ancor più splendida gabbia.

Una nata per dare tutto.
L'altra nata per prendere tutto.

Non era destino - una fiaba non finisce mai con un matrimonio di ghiaccio e neve. Troppo gelo per generare scintille.