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Autore: Perfect Crime    02/10/2015    1 recensioni
Raccolta di Song-Flashfic, ispirata a svariate canzoni.
Genere: Angst, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Axl Rose, Izzy Stradlin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“This is the night I've been dreaming of forever; mirror takes a look at my face”.
 
Ciocche nere totalmente ribelli gli si riversavano sulla fronte, sfacciate. Il busto, coperto solo dalla leggera stoffa di una camicia bianca faceva risaltare il pallore del suo petto marmoreo, in contrasto con il suo stesso essere.
La sua figura magra si rifletteva silenziosa nello specchio ma, tuttavia, non era sola. Dietro di lui un'altra figura faceva capolino e, come nel dipinto di un pittore trascurato, agli occhi dell'altro appariva appena sfocata.
Poteva realmente perdonarselo, un'altra volta?
Doveva andare via, sparire per un po', estraniarsi da tutto ciò che lo avrebbe ricondotto sui suoi passi. Sarebbe stato troppo difficile, altrimenti, rispettare il proposito mentale che si era appena delineato.
Lui, probabilmente, ci avrebbe messo del tempo a perdonarlo.

 
“I'll never set foot in that rat-hole, again..but I'll drive to your place”.

Avanzò qualche passo, senza fare rumore, e si avvicinò.
Ora che lo guardava da vicino, non appariva poi tanto sfocato: il viso sereno, i capelli abbandonati su quello stesso volto longilineo, il lenzuolo tirato solo fino alla vita e quei dannati, splendidi occhi celati al suo sguardo a causa delle palpebre pesantemente chiuse. Dormiva come un bambino e, a Jeff, venne quasi spontaneo sorridere.
Se solo avesse saputo.
Socchiuse gli occhi per un attimo. Un singolo attimo che parve durare ore, nella sua strana percezione.
Avrebbe voluto scrivergli qualcosa, avvisarlo, ma se in quel lasso di tempo in cui voleva stare solo l'avesse cercato o chiamato, non avrebbe potuto fare a meno di tornare da Lui. Non poteva permetterselo.
Aveva bisogno di stare solo, per tornare vincitore.
Si chinò il tanto che bastava per guardarlo meglio, per imprimersi quell'immagine nella mente, andando a carezzargli inevitabilmente i capelli. Ebbe in risposta un mugolio assonnato, mentre una mano del ragazzo era andata a cercare la sua camicia, per poi stringerla.
Abbassò lo sguardo: doveva liberarsi di quella presa ed andare via.
Ci vollero attimi interminabili affinché ne trovasse la forza, ma lo fece, uscendo poi silenziosamente da quella stanza, da quella casa. Il vialetto..anzi, il quartiere intero e la città stessa, ora sembravano tetri. Era notte fonda.

 
“I spit gravel as I back out of the back door and the twenties roll around in my hand”.

Le mani in tasca, il frusciare di quei pochi dollari che vi teneva più amplificato, la testa bassa.
Aveva bisogno di camminare, mentre il gelo faceva sua ogni particella del suo corpo. Non era il freddo.
Erano circa le 5:30 di mattina quando si ritrovò sul primo pullman della giornata, sui sedili in fondo, a riflettere. Uno strano senso di dejá-vù lo colpì in pieno in quell'esatto momento. Avrebbe potuto prendere l'aereo, ora, eppure non l'aveva fatto.
Ne erano passati di anni, dall'ultima volta.
Sarebbe tornato a Lafayette da tossico.
Sarebbe tornato a Los Angeles pulito. Il mondo aveva preso a girare al contrario, non era forse fin troppo vero?
Sorrise, aspro, socchiudendo gli occhi mentre si stava allontanando sempre di più da ciò che era diventata casa sua. Casa loro.

 
“It's funny now, when I don't show up on monday. They'll go nuts, and eat their hats. 
Well, what do you think of that?”

Era ancora lontano dalla propria destinazione, quando si destò dal torpore del sonno, passandosi una mano sul viso quel tanto che bastava per non tornare a sprofondare sul proprio sedile.
Merda, non ora; pensò. Tremava.
Socchiuse gli occhi in cerca di un temporaneo conforto. Perfino il sole, ora non più timido come qualche ora prima, lo infastidiva.
Cazzo, Izzy, dov'è finito il tuo fottuto autocontrollo?
Strinse i pugni e quasi le nocche non sbiancarono, mentre il respiro si faceva lieve ed impercettibile.

 
“He's not blind,
he just don't have a mind to see”.

Non poteva neanche pensare ad altro, risollevarsi il morale pensando a ciò che lo avrebbe aspettato al ritorno. Aveva deciso di sparire senza dire nulla e ne avrebbe pagato le conseguenze, una volta tornato, perché Lui ci avrebbe messo tempo a perdonarlo.
L'unica consolazione era che, infondo, sapeva bene di esser ridotto talmente male che a stento lo avrebbero riconosciuto. In quelle condizioni non avrebbe neanche potuto correre.
Doveva dare un taglio netto a tutto, senza intermezzi.
[...]

Quella settimana e mezzo a Lafayette era stata un inferno ed anche se il dolore fisico iniziava a sparire, ora iniziava la vera battaglia.
“Depressione, noia. Sei così schifosamente giù che vuoi farti fuori da solo.”

Quella monotonia lo stava uccidendo. Le giornate scorrevano tutte uguali, tutte sullo stesso divano, con la differenza che ora non doveva più correre in bagno a vomitare. Ah, e riusciva perfino a mangiare qualcosa. Prima, non mangiava da giorni.
Gli occhi fissi sul soffitto.
Ne vedeva tante, d'immagini. Erano come diapositive che scorrevano davanti ai suoi occhi, con rapidità inumana, tanto che faceva appena in tempo a vederle con la coda dell'occhio pur non mettendo a fuoco nulla.
La mano, ora, si trovava mollemente poggiata sulla fronte a coprire gli occhi.
Se avesse dato retta alla sua testa, sarebbe potuto impazzire da un momento all'altro. Ma lo stava facendo comunque. Era riuscito comunque a prendere quella decisione, a rispettarla.

 
“This is a habit I'm breaking now, forever..”

Sapeva di potercela fare e l'avrebbe fatto.
 
“I'm weary from trying to shake it”.

Avrebbe chiuso, con quelle stronzate.
It's a Bad Obsession.

 
[...]
 
“I said: you're throwing life away, to move with a man like me”.

“Basta con queste cazzate. Sei sparito per un mese, ora torni qui come se nulla fosse e pretendi qualcosa?” il tono di voce si era alzato esponenzialmente, tanto da far risultare la voce più acuta di quanto non fosse.
“Io non pretendo niente, Axl. Dovresti conoscermi abbastanza per saperlo” ribatté per contro l'altro, con lo sguardo che puntava dritto negli occhi del cantante.
“E allora perché cazzo sei qui, dopo essere sparito per un mese, senza dirmi un cazzo di niente?” ora ansimava, la voce affannata dallo sfogo, ma ancora eccessivamente acuta.
“Sono qui perché sono tornato ed eri la prima persona che volevo vedere.”
Il frontman lo guardava in cagnesco, tenendo i pugni serrati, tanto stretti da far sbiancare le nocche, la mascella contratta ed i muscoli facciali -e non- visibilmente tesi.
“Inizia a dirmi dove cazzo sei stato e che cazzo hai fatto e poi, forse, potremo anche riparlarne”.
“A Lafayette” la voce del chitarrista risultava calma ma, interiormente, stentava anche lui a controllarsi. Infondo, sapeva bene di aver sbagliato, non poteva assecondarlo in quella litigata.
L'altro sorrise, ironico.
“A Lafayette?” la voce tradiva la medesima emozione del sorriso, con una punta malcelata di acidità.
“A Lafayette. E, se vuoi saperlo, mi sono ripulito.
Will, sai benissimo che non amo le scenate in piazza. Quando ti passerà, sai dove trovarmi”.
“Tu sei un..”
Il rumore secco della porta che sbatteva interruppe la frase, lasciando il cantante incredulo, ancora nel corridoio all'ingresso, con la sola forza di trattenere, a stento, una lacrima solitaria.

 
“Just to move with a man like..me”.


 
 
NdA: Vorrei ringraziare chiunque si sia preso il disturbo di leggere questa piccola Flashfic che, possibilmente, sarà seguita da altre in una sorta di raccolta.
Ci terrei anche a fare qualche precisazione, prima che mi venga chiesto. La canzone è Man Like Me, di Robert Downey Jr., sebbene vi abbia apportato un leggero cambiamento sul finale, oltre che cambiare "she" in "he", visto che altrimenti non si sarebbe adattata così bene.
(Sentitequellacanzonesentitequellacanzonesentitequellacanzone).
Ma, tornando a noi, dicevo..ah, sì! Altra cosa importante, la citazione: “Depressione, noia. Sei così schifosamente giù che vuoi farti fuori da solo.”- è ripresa da Trainspotting. Lo dice Mark (o Rents, visto che sia nel libro, che nel film, i ragazzi lo chiamano spesso così) poco dopo essersi ripulito definitivamente e per la seconda volta nella durata del suddetto film.
(Guardatequelfilmguardatequelfilmguardatequelfilm). Sì, sì, lo so. Sembra che stia recitando il Padre Nostro, ma...GUARDATE QUEL FILM. E leggete il libro di Irvine Welsh.
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Ora che sono tornata in me, ringrazio tutte quelle persone che avranno la bontà (siate comprensive, è la prima cosa che posto dall'account nuovo) di recensire, seguire, preferire e ricordare. Come ho detto, questa sarà una raccolta, ma non so quando posterò la prossima Flashfic -sono tutte scollegate-, quindi..non odiatemi!
Alla prossima, gente.
   
 
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