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Autore: H4ri3l_    02/10/2015    0 recensioni
Hyoyeon e Hyungsuk, dopo essere stati in vacanza, si trovano sulla via del ritorno.
La vacanza durata due mesi li aveva fatti divertire, rilassare e unire profondamente.
Ma tutto questo sta per essere sconvolto da un evento inaspettato.
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hyoyeon, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dillo con un fiore
Capitolo 3


 
Hyungsuk, stordito dagli eventi del giorno, fissò il dottore che sfrecciava fuori dal suo ufficio al seguito di una donna appartenente a una squadra di specialisti in neurochirurgia.
La porta si chiuse con un tonfo e riportò Hyungsuk con i piedi per terra. Si alzò in tutta fretta e si precipitò nel corridoio. Ormai in lontananza, i due medici entravano in una stanza preceduti da un lettino circondato da più infermieri: due spingevano il lettino e altri cercavano di porre la paziente, in preda alle convulsioni, in posizione laterale. Agli occhi dei medici la scena sembrava la cosa più naturale del mondo, dall’altra era orribile e spaventosa.
Hyungsuk ebbe un tuffo al cuore. Dei biondi capelli ricaddero sulle spalle della ragazza appena venne adagiata su un lato.
   “No!”
Hyungsuk avanzava a passi da gigante.
   “No. No.”
Quando ebbe quasi raggiunto la doppia porta a ventola un uomo bassottino con indosso un camice turchese lo bloccò.
   «Mi scusi, qui non può passare» disse l’uomo con voce roca appoggiando la mano libera sul petto del ragazzo. Il tecnico portava con se una busta arancione.
   “No. No. No.”
   «Scusi, qui non può passare» ripeté scandendo le parole ad alta voce al ragazzo che non lo ascoltava.
Hyungsuk scavalcò l’ostacolo e riprese la marcia come se fosse sotto il controllo di una forza maggiore.
   «Hey!» lo richiamò l’ometto perdendo la pazienza.
   «Io devo vederla!» sbraitò Hyungsuk con la sensazione del pianto che gli lacerava la gola.
Il tecnico si rigirò la busta tra le mani a disagio. Quella clinica era un nido di persone famose (e a lui non piacevano le persone famose) ma non ne aveva mai visto uno perdere il suo portamento in pubblico.
   «Se dottor House entrasse la dentro, non avrebbe più bisogno del bastone» buttò lì con un sorriso intento a tranquillizzare il giovane «ma non posso farla entrare.»
Hyungsuk, già bloccato sui suoi passi prima che l’uomo aggiungesse altro, inspirò profondamente alla ricerca del suo perduto autocontrollo.
   «Mi scusi» disse inchinandosi immediatamente.
Un altro gesto inaspettato che fece domandare al tecnico se quello era davvero un famoso o aveva incontrato solo altezzosi e irrispettosi.
   «Devo portare questo là dentro» disse agitando la busta di carta «poi le offro un caffè! Dev’essere molt-»
   «Cosa contiene quella busta?» interruppe Hyungsuk aggrottando la fronte. Quando avevano avuto il tempo di fare la risonanza magnetica? Il medico disse che bisognava aspettare il risveglio di Hyoyeon. E appena lo aveva fatto… Hyungsuk rabbrividì al ricordo dell’evento a cui aveva appena assistito.
   «Non posso darle informazioni su altri pazienti» rispose l’uomo alzando le sopracciglia e facendo spallucce.
   «Altri pazienti? Quella è la mia ragazza!» disse perdendo nuovamente la pazienza.
   «Ma chi, Kim Hyoyeon?» chiese scettico l’uomo. «Mi dispiace dirglielo, ma questa busta non appartiene a Kim Hyoyeon» continuò indicando un’etichetta sulla carta.
Hyungsuk si limitò a osservare l’etichetta in silenzio. La stanchezza gli aveva giocato un brutto scherzo. Oltretutto quella situazione lo stava rendendo pazzo. O forse lo era già. Hyungsuk si congedò dall’uomo con un inchino per poi tornare nel corridoio dove risiedeva Hyoyeon.
Il primo piano della clinica era riservato alla terapia intensiva ed era quindi piuttosto silenzioso. Si potevano trovare infermieri in ogni dove, pronti ad intervenire in caso di necessità. Ogni stanza era adibita per un solo paziente. Parenti e amici potevano far visita al degente e avere un po’ di privacy (cosa che non era consentita negli ospedali pubblici).
Ogni tanto capitava che il silenzio venisse rotto dai BIP dei cercapersone degli infermieri. A quel punto si vedevano gruppi di tre/quattro persone tutti in tinta celeste chiaro che si dirigevano nelle stanze in cui venivano chiamati.
In uno dei tanti corridoi, vi era l’ufficio del primario di quel piano in cui era stato quella mattina.
Arrivato di fronte alla stanza 108 decise di non entrare poiché l’infermiera, la stessa che aveva visto mentre seguiva il dottor Mopp, si stava prendendo cura di Hyoyeon. L’infermiera si voltò verso il vetro e salutò distrattamente Hyungsuk con un cenno prima di chiudere le tende alla veneziana di legno laccato lasciate precedentemente aperte. Hyungsuk, cordialmente invitato a rimanere fuori dalla stanza, sarebbe tornato nel tardo pomeriggio quando sarebbe iniziato l’orario di visita.
Così, con il primo pomeriggio ormai alle porte, decise di recarsi al punto ristoro e mettere qualcosa sotto i denti (per quanto il suo stomaco lo permettesse).
 
***
 
L’arrivo di numerose persone al padiglione B, fece capire a Hyungsuk che era arrivata l’ora dell’ingresso dei familiari e amici. Lui era rimasto in attesa delle 17:00 a compilare i moduli dell’assicurazione dell’auto. Intanto, c’era chi comprava dalla caffetteria qualche ciambella da portare di soppiatto al ricoverato, venduta con il monito del barista («non dia assolutamente quella ciambella al malato!») che subito dopo si lasciava sfuggire un occhiolino; chi arrivava con buste piene di oggetti personali; chi era felice e chi era abbattuto; chi entrava chiacchierando e chi invece era in silenzio; chi…
   «Mamma! Ma quelle sono le Girls’ Generation?!» gridò un energico bambino.
   «Ssh! Questo non è il momento…» lo rimproverò la mamma.
Seohyun salutò con la mano libera il bambino che esultava estasiato.
Fino a quel momento, Hyungsuk era l’unico a cui era stato dato il permesso di restare poiché ormai già visitato per verificare che non avesse riportato danni. Gli fu consigliato di rimanere nei dintorni (lo avrebbe fatto anche se lo avessero invitato ad andare via).
In ogni caso, dall’indomani anche lui avrebbe dovuto rispettare gli orari: gli infermieri si prendevano cura nel modo migliore del proprio paziente, venivano praticate delle procedure per evitare infezioni e ciò significava non avere intralci tra i piedi.
Salutate le ragazze, si diressero tutti insieme verso la stanza 108. La camera aveva ancora le veneziane chiuse ma la solita infermiera, che rispondeva al nome di Jaehwa, aveva dato loro il permesso di entrare.
La reazione delle ragazze alla vista della loro amica fu la stessa: sussultarono.
Seohyun fu la prima a farsi forza ad avanzare per posare sul comodino un vasetto di Azalea accanto a un mazzetto di Brugo.
   «Li hai portati tu?» chiese Seohyun a Hyungsuk.
   «No» rispose Hyungsuk che vedeva il Brugo sul comodino per la prima volta. «Forse li ha messi l’infermiera» concluse facendo spallucce.
   «C’è un foglietto» disse Sooyoung con la bocca piena «leggilo» concluse ingoiando il cioccolatino rubato dalla scatola che lei stessa aveva portato.
   «Come hai fatto a portali qua?» disse Sunny guardando con occhi languidi la scattolina.
   «Ho detto che erano per me» disse con una faccia da “ovvio no?” mentre imboccava Sunny con un cioccolatino a forma di cuore.
   «Dallo anche a noi» dissero Yuri e Tiffany all’unisono aprendo la bocca.
   «Cosa dice il biglietto?» fece Taeyeon alzando gli occhi al cielo.
Seohyun consegnò il pezzo di carta ricamato a Taeyeon che, dopo averlo letto, si incupì improvvisamente.
Yoona prese il biglietto dalle mani di Taeyeon e lesse a voce alta attirando l’attenzione di tutti:
«Nonostante io non possa farlo da vicino, ti farò proteggere dal pericolo da questa Calluna vulgaris. Riprenditi presto firmato…» Yoona fece una piccola pausa «Jessica.»
Insieme al silenzio, calò anche la serietà.
Seohyun prese il Brugo dal comodino e lo sistemò insieme agli altri fiori.
   «Cosa è successo al vostro ritorno?» chiese Taeyeon rivolgendosi all’unico ragazzo nella stanza per cambiare discorso.
   «Seohyun avresti dovuto regalarci un’Azalea prima di tornare, magari avremmo avuto più fortuna» disse con un sorriso amaro Hyungsuk.
Il ragazzo raccontò cosa era successo quella notte, come erano arrivati alla clinica, ciò che gli era stato detto dal dottore fino al momento in cui la loro conversazione era stata interrotta.
   «Addirittura giorni?» chiese Seohyun in un singhiozzo.
Hyungsuk annuì.
   «Ma potrebbe volerci molto meno, no?» disse Tiffany speranzosa.
   «Certo, potrebbe essere anche adesso» Hyungsuk rispose guardando Hyoyeon.
 
***
 
Passarono le seguenti ore a fare strane supposizioni e infine a decidere in quale ordine sarebbero venute a trovare la loro amica. Quando arrivarono le 19:00 dovettero abbandonare la stanza 108 per tornare il pomeriggio seguente.
   «Posso accompagnarti a casa» propose Sooyoung a Hyungsuk poco prima di lasciarlo solo nella camera.
   «Grazie» rispose Hyungsuk pensando alla sua macchina in officina. «Ti raggiungo subito.»
Le sette ragazze lasciarono Hyungsuk da solo nella stanza e la sua mente riprese a lavorare:
   “Metà provocano il decesso.”
   “Ore o giorni.”
   “Settimane?”
   “Mesi?”
   “Anni?”
   "Può succedere…Cosa può succedere?"

Hyungsuk rimuginò tra se il discorso tenuto con il dottor Mopp quella mattina mentre osservava, dai piedi del letto, Hyoyeon che dormiva beata.
Lentamente si avvicino a lei.
   “Stai solo dormendo vero?”
   “Allora tra poco ti sveglierai.”
Hyungsuk le schioccò un bacio sulla fronte.
  
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