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Autore: Gelidha Oleron    03/10/2015    2 recensioni
"Le principesse non stanno con i pirati, Bibi" si abbassò la visiera del cappello sugli occhi, non riuscendo però a mascherare l'amarezza di un sorriso sghembo "Accade soltanto nelle fiabe, questo dovresti saperlo"
"Ma tu sei molto più di un pirata!" ribattei con le lacrime agli occhi, ostinata "Chi si ferma alle apparenze è soltanto uno sciocco che non ti conosce bene!"
"Tu hai tutto" si fece serio "Servitù, palazzi sfavillanti, gioielli costosi... l'ultima cosa di cui hai bisogno è un fuorilegge squattrinato che oscuri la tua popolarità"
"Credi davvero che m'importi di tali futilità?"
"Il punto è che io non merito i tuoi sospiri d'amore, principessa. Sono sporco dentro. E nemmeno le tue lacrime possono curarmi"
Perché Ace, sfuggente, era oceano: andava e tornava come le onde del mare, indecise, traportate dal vento, come la risacca che non appena tocca sabbia viene immediatamente risucchiata dalla marea, così lui era impaziente di tornare al largo.
Kosa, impetuoso, era deserto indomabile: impossibile controllarlo, impossibile sfuggirgli. Diventava, così, un'oasi di terra sicura in mezzo al tempestoso mare d'incertezza.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kosa, Nefertari Bibi, Portuguese D. Ace
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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"Da mi basia mille, deinde centum,
dein mille altera, dein secunda centum,
deinde usque altera mille, deinde centum;
dein, cum milia multa fecerimus,
conturbabimos illa, ne sciamus,
aut ne quis malus invidere possit,
cum tantum sciat esse basiorum"
 
(Catullo)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 Deserto soporifero, porta alla mia memoria sollievo, canta di quel bacio che tanto mi scaldò, sussurra ai miei timpani stanchi il calore e la magia di una notte che, indelebile, non può essere cancellata dalle onde del mare sulla sabbia...
"Rufy ti aiuterà a salvare il tuo paese, principessa" Ace mi parlò con tono rassicurante, mentre Rufy e gli altri erano già stati presi dal sonno e noi due, invece, ce ne stavamo abbracciati davanti al fuoco che stava per spegnersi.
Stare tra le braccia di Ace significava essere invasa da una fonte eterna di calore "Lo so. Ti ringrazio" gli risposi, consapevole dell'affetto della ciurma di Cappello di Paglia "Tu non resterai?"
"La mia presenza dipende da molti fattori" il suo sguardo si assottigliò e si perse nel fuoco "Devo prendere Barbanera, Bibi. Ha osato uccidere un suo compagno e non esiste crimine peggiore sulla faccia della terra" potei sentire chiaramente il suo corpo irrigidirsi e i suoi pugni stringersi.
Osservai di nuovo la sua fisionomia: gli occhi decisi quasi nascosti dal cappello, ora; il braccio sinistro avvolto attorno a me e una rabbia disumana, distruttrice, che era palpabile anche attraverso i suoi sguardi distratti.
"Devi tenerci proprio tanto, ai tuoi compagni di viaggio" osservai, pensierosa, non riuscendo a staccargli gli occhi di dosso.
Lo feci sorridere "Almeno quanto tu tieni al tuo popolo" mi fece notare "Vedi, loro per me sono come fratelli. Certo, con Rufy è diverso, ma non sopporto che si faccia del male alle persone a cui voglio bene... " cercò di reprimere un altro moto di rabbia "Motivo per cui, è mio compito trovare quell'assassino e punirlo"
"Che cosa gli vorresti fare?" mi azzardai a chiedergli, con una punta di timore.
E il fuoco davanti a noi si rispecchiò nelle sue pupille nere di odio, l'ombra rossastra sul viso ricordò il sangue di Barbanera che, lo leggevo nella sua rabbia, avrebbe tanto voluto schizzasse sul suo volto vittorioso.
Esitò per un istante, poi disse semplicemente "Niente di particolare, se non umiliarlo e cacciarlo dalla ciurma" si rabbuiò "Barbabianca mi ha insegnato l'affetto e il rispetto e sarei uno sciocco se mi macchiassi dello stesso crimine di cui si è macchiato lui"
Rabbrividii per un momento, ma allo stesso tempo provai anche un certo sollievo nell'udire quelle parole "Dev'essere proprio una bella persona, il tuo capitano" commentai con un sorriso.
Finalmente, s'illuminò "Lo è. Lui è il mio padre adottivo, senza di lui non saprei davvero cosa fare" sorrise "Mi ha fatto credere in me e mi ha fatto capire che non importa chi ti mette al mondo... ognuno di noi può decidere cosa essere"
"È vero" confermai anche se, con un sospiro amaro, mi fece pensare a Kosa.
Ace se ne accorse "Tutto bene, principessa?" mi chiese "Devono averti annoiata, tutte queste chiacchiere" e, con un sorriso, puntò il dito contro il falò quasi spento e lo ravvivò in un nanosecondo.
Cresci, alzati, fuoco splendente, fiamma che torna in vita dopo essersi spenta: lui ha il potere di far rinascere le cose, così fa rinascere in me la voglia di rialzarmi dopo che avevo quasi temuto di perdere tutto.
Lui è vita sprizzante, è calore perenne, è energia inestinguibile.
"No, Ace. Non potresti mai annoiarmi" mi strinsi ulteriormente sul suo petto "Anzi, ti ringrazio per esserti aperto così tanto con me"
Mi guardò "Non mi succedeva da molto, in effetti" ammise con sorpresa.
Poi, all'improvviso, le sue labbra incontrarono le mie: fu un gesto spontaneo, incontrollato, dettato dalla pura naturalezza.
Erano morbide e calde, bruciavano più del fuoco attizzato precedentemente: oh pirata misterioso, come puoi permettere che il calore del tuo bacio possa far perdere il senno ad una principessa? Io che dovrei rispettare le regole del decoro e della compostezza, io che dovrei attenermi ai precetti di corte... perdo tutto soltanto per potermi stringere dentro te e, lentamente, sento svanire tutti i preconcetti e le norme, le preoccupazioni e i doveri, soltanto perché siamo stati così vicini che il fuoco che è in te è riuscito ad accendere una fiamma anche nel mio cuore assopito.
"Un giorno diventerai una regina ammirata da tutti, Bibi" replicò, tutt'a un tratto, ricordandomi terribilmente delle stesse identiche parole che mi aveva detto Kosa molti anni prima...
 
 
 
 
 
"Raccontami dei tuoi viaggi" incitai Ace, passeggiando sulle rive del fiume Sandora.
Gli avevo proposto di fare una passeggiata dopo cena: volevo approfittare di tutto il tempo che mi avrebbe concesso, senza perdermi nemmeno un istante; sapevo quant'era impegnato a dare la caccia a Barbanera.
Lui aveva accettato di buon grado, ringraziando per la cena e salutando tutti con affetto. Avevo deciso di portarlo accanto al fiume, in un posto che non aveva ancora visitato.
"Sono stato in tre isole, tutte molto belle e affascinanti" affermò lui, portandosi le braccia incrociate dietro la testa e camminando spensieratamente accanto a me "Ho mangiato, bevuto, cantato... ma di quel criminale, purtroppo, nemmeno una traccia" storse il naso.
"Senti" mi fermai di fronte a lui e gli tolsi il cappello, lasciandolo sorpreso "Per questa sera, dimentichiamoci di Barbanera, d'accordo?" me lo misi in testa "Guardati attorno" gli sorrisi.
E i suoi occhi parevano come incapaci di cogliere la bellezza: l'acqua limpida, la notte fresca, il sentiero appartato... poi, improvvisamente, via il velo di preoccupazioni che lo tenevano lontano dal mondo ed eccolo lì, il bambino che si meravigliava per ogni cosa!
"È bellissimo" ammise, trasognato "Alabasta non smetterà mai di sorprendermi"
Il gorgoglio del fiume accompagnò i nostri passi incerti fino alle rocce, fino a quando non lo presi per mano "Mi piacerebbe poter trascorrere del tempo con te più spesso, sai?" gli confessai, arrossendo "Anche stare semplicemente così, in silenzio ad ammirare il paesaggio... trasmetti una sensazione familiare, di protezione, di sicurezza"
Lo intenerii "Ti ringrazio, ma sappiamo entrambi che non è così" sospirò, osservando il fiume "Ho una missione da compiere, Bibi. Momenti come questo, non potrei proprio concedermeli"
Il tempo scorreva come l'acqua, trasportate via dal fiume le nostre mani che s'intrecciavano e, come le increspature delle onde, ci godevamo i momenti tranquilli semplicemente come un qualcosa di effimero e passeggero nell'autorevole corrente mossa da forze più grandi di noi.
Non voglio affogare nei rimpianti: saliamo a galla e prendiamoceli, questi doni che ha deciso di farci il tempo. Concediamoci una notte di riposo dalle responsabilità, nulla di più.
Così, poi, ognuno potrà tornare a navigare nel suo mare privato di tormenti personali...
"Questa è stata scavata dall'erosione" condussi il pirata in una grotta naturale, ampia e dalle forme morbide: le pareti rilucevano in modo cristallino, roseo, rispecchiando i colori delle conchiglie sul fondo, e la piacevole voce dell'acqua bassa che mormorava la rendeva davvero uno spettacolo mozzafiato.
"Accidenti!" si lasciò sfuggire Ace, sbalordito.
In un momento, l'implicito divenne palpabile: ci scambiammo un'occhiata complice, ma anche estremamente imbarazzata e colpevole.
Mi avvicinai a lui e lo baciai prima sulla guancia, poi sulle labbra, con delicatezza. Era strano vederlo senza cappello, quella massa di capelli corvini incollata alla testa.
"Ace..." esordii, nervosa "Per me sarebbe la prima volta"
Seguì un momento interminabile, in cui i nostri sospiri così vicini furono cullati dal rumore dell'acqua sottostante, all'interno della quale avevamo già immerso i nostri piedi.
Ace mi cinse tra le braccia e mi diede un casto bacio sulla fronte "Non dobbiamo farlo per forza"
Esitai per un attimo, dopodiché decisi di lasciarmi andare e lo baciai appassionatamente, in modo avido, a tal punto che quasi gli feci perdere l'equilibrio.
Perché voglio bruciarmi, Ace, voglio toccare con mano il fuoco e scottarmi la pelle, voglio sentire le fiamme danzare sul mio corpo ed esplodere nel mio cuore.
Lui, per tutta risposta, rispose alla mia impazienza con altrettanta voracità: attraversò con le mani le mie spalle, le braccia, i fianchi; mentre, con gli occhi chiusi, ancora ci perdevamo in quel bacio caldo.
Io toccai il suo petto e, immediatamente, gli rivolsi uno sguardo eccitato. Inutile dire quanto fosse perfetto il suo corpo mentre, con le punte delle dita, sfioravo la sua pelle candida che temevo, stupidamente, potesse prendere fuoco da un momento all'altro.
Ace mi tolse il suo cappello e, lentamente, mi fece adagiare a terra, nell'acqua bassa che ci accolse naturalmente, come fossimo parte di essa.
E il fuoco diventò vulnerabile nell'acqua, il suo corpo si espose almeno quanto il mio: era privo di difese, ma fiducioso.
Che l'acqua riesca a calmare anche il fuoco della tua anima?
Con attenzione, iniziò a spogliarmi: mi liberò lentamente del vestito bianco indossato per la cena e, con cura, lo posò su una roccia, dopodiché si fermò ad osservare le mie nudità.
Chiusi gli occhi e sospirai, non appena i suoi polpastrelli raggiunsero il mio seno, scoperto per la prima volta di fronte ad occhi maschili; inarcai la schiena, non appena le sue labbra esplorarono il mio ventre e la sua lingua entrò nel mio ombelico; trattenni un urlo, non appena accarezzò con delicatezza la mia intimità.
Per la prima volta, questa falena non si accontenta di volare troppo vicino al fuoco, ma si getta letteralmente tra le fiamme, facendosi inghiottire, immersa nel piacere del suo dolce suicidio.
Tolsi ad Ace i miseri pantaloni che era solito indossare e così, la nudità di entrambi fu completa: due corpi perfetti in un luogo scavato dalla natura, parte di essa, naturali, belli e impazienti di fondersi.
...e mi sentivo addosso tutti gli incendi del mondo, tutti gli affanni e tutti i baci infuocati che riempivano la mia bocca ansiosa di scottarsi: ma che fosse un rogo appiccato alla mia colpevolezza nel concedermi al pirata e non a colui che avevo giurato di amare, colui che mi accompagnava fin dall'infanzia?
Oh Kosa, perdona questa carne facile, perché sul fuoco si cuoce e perde il sangue che, altrimenti, avrebbe dovuto appartenere soltanto a te...
Ace fu lento e delicato nei preliminari, ma quando arrivò il momento fatidico, mi prese il viso già sudato tra le mani e mi disse, dolcemente "Non esitare a fermarmi, per qualunque evenienza"
"D'accordo" annuii, già persa nei suoi occhi.
Per tutta risposta, mi baciò sul collo violentemente e prese in una mano un mio seno, stringendolo "Ace..." iniziai ad ansimare, stringendo gli occhi, mentre s'insinuava piano dentro me e, a poco a poco, acquistava velocità.
Fu dolore, ma fu immediatamente anche piacere: averlo in me era una sensazione profonda, che mi dava il capogiro.
Tu, pirata che inviti la principessa sulla tua nave con toni così garbati e gentili... e se lei fosse così ammaliata dalla tua capacità di navigazione a tal punto da volerci restare per sempre? Se, colpita dalla tua maestria, decidesse di navigare nel tuo stesso mare, di perdersi in te?
Graffiai il tatuaggio di Barbabianca impresso sulla sua schiena larga, i suoi capelli sudati sui miei, i nostri corpi bagnati d'acqua e di passione, i suoi maledetti occhi che scrutavano determinati le profondità dei miei.
Oh, pirata, porta con te questa principessa ribelle che, navigando per mari inesplorati, ti ha donato la sua verginità come il tesoro più prezioso che l'oceano possa offrire.
Nell'oblio, apprezza le monete dorate ed incontaminate della sua purezza, i gioielli d'innocenza rubata e le rare gemme d'inesperienza perché, tu devi saperlo, non tutti riescono a trovarne la chiave. ©
 
 


 
 
 Note dell'Autrice:
 
"Dammi mille baci, poi altri cento, poi altri mille, poi ancora altri cento, poi di seguito mille, poi di nuovo altri cento. Quando poi ne avremo dati migliaia, confonderemo le somme, per non sapere, e perché nessun malvagio ci invidi, sapendo che esiste un dono così grande di baci" - (Catullo).
 
Cosa dire... credo che finora questo sia il capitolo migliore che abbia scritto, sia per contenuto che per linguaggio. Non so, ma quando si tratta di descrivere scene amorose, la mia penna vola. Letteralmente.
Poco da aggiungere, se non una meravigliosa immagine che ho trovato su internet (tra l'altro, mi sembra che la creatrice sia italiana, quindi ne approfitto per ringraziarla, nell'ipotesi molto remota in cui possa leggere xD); se avete domande, dubbi, perplessità, sarò felice di rispondervi.
L'unica cosa, ho notato che questa storia ha poco seguito e credo che non piaccia molto. È un problema legato alla pairing che era in voga un po' di tempo fa?
Detto ciò, ringrazio come sempre chi legge e chi sarà così gentile da lasciarmi una recensione EmojiEmoji


 
  
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