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Autore: Zelda_Shooter    04/10/2015    2 recensioni
[Storia di nuovo in corso]
«Una principessa Zelda…che viene dalla Terra?»
Immaginate di poter finalmente vivere nel mondo del vostro film/fumetto/videogioco preferito, o di andare e venirci quando vi pare. Tutti lo abbiamo sognato almeno una volta, no? Ma vi siete davvero chiesti quanto effettivamente siete pronti a rischiare?
Quindi cosa succederebbe se un’umana come me scoprisse di possedere la Triforza della Saggezza e di essere la prossima al trono del mondo di Hyrule, sempre in bilico tra Luce e Oscurità?
Godetevi la storia di Daisy, una principessa Zelda fuori dal comune, in una storia che mescola tutti gli elementi e i personaggi de The Legend of Zelda!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Ganondorf, Link, Princess Zelda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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18

Oh, fantastico.
Come dovrei comportarmi adesso? Sono tremendamente scossa da tutto ciò che è successo, ce l’ho a morte con lui per avermi abbandonata, e le mie emozioni potrebbero esplodere da un momento all’altro.
Tuttavia, dall’altra parte, sento di non poter venir meno al mio compito: ora ciò che devo fare è essere Sheik, e aiutare l’Eroe. Quel che era mio dovere era trovarlo e aiutarlo unendo i poteri della Triforza. Ma aiutarlo come, e a far cosa poi? E perché è così importante che Sheik non si riveli mai prima del momento opportuno? Cosa accadrebbe se sbagliassi qualcosa?
«Prego Sheik, da questa parte» mi riporta alla realtà Anju, invitandomi ad entrare.
Faccio un piccolo cenno rimanendo sulla soglia della porta, poi entro. È una casa molto piccola, in legno, e sembra che si dia più importanza alle strutture per mantenere e allevare le mucche che non ai comfort base di un’abitazione. Il complesso è diviso in due parti: una enorme a sinistra, dove ci sono le mucche, circondate da taniche di latte, paglia e mangime vario; dall’altra parte, sulla destra, una cucina molto modesta con un tavolo, praticamente attaccato a due lettini.
Ed è proprio su quel tavolo che Link sta sorseggiando tranquillamente del latte, con la faccia sorretta da una mano e lo sguardo perso. Ecco l’Eroe, signori e signore!
Faccio per fiondarmi verso di lui, ma una ragazza dal viso dolce e dalla lunga chioma rossiccia si avvicina a me sorridendo.
«Buonasera, benvenuto al Ranch Lon Lon! Sei un amico di Anju?» si presenta, per poi chiedermi di fare lo stesso.
Mentre tento di rispondere, Anju parla al posto mio: «Oh no, l’ho soltanto trovato mentre faceva a botte con quell’omino strampalato dalla tuta verde.»
«Poco nobile da parte tua…» mi fa notare quasi con aria di rimprovero.
Mi stringo nelle spalle, proprio a dirle: “Eh, che ci dobbiamo fare”, poi spiego: «Sono in viaggio e non ho né cibo, né acqua, e neanche soldi. Anju crede che tu possa aiutarmi»
Lei, che nel frattempo si era diretta verso la cucina per offrire del latte anche a me, torna con la tazza bollente in mano, me la porge, e poi domanda: «E come potrebbe mai aiutarti una misera mungitrice?»
«Oh, andiamo!» esclama Anju, seduta al tavolo vicino a Link. «Sai molto bene di essere più di una semplice mungitrice! Malon ha contatti con tutti al borgo, e il suo ranch, seppur sembri modesto, ha permesso un’attività commerciale di non poco rilievo!»
«Non c’è bisogno che tu mi faccia pubblicità per avere latte gratuito, Anju» la interrompe con ironia Malon.
«Oh, non sono una persona così frivola! Vero, Link?» chiede conferma, poggiando la sua mano sul braccio dell’uomo imbronciato.
«No, certo che no» tira fuori queste parole stentatissime lui.
Bevo un sorso del latte, appoggiandomi a una sedia per fare la spaccona, ma il mio intento viene disastrosamente distrutto dal mio: «Ahiaaa! Mia Dea, la lingua!» subito essermi ustionata. Dannazione, se il sole incontrasse questa roba le chiederebbe come fa a bruciare così tanto.
Link, che a quanto pare ha osservato tranquillamente la scena, si lascia scappare un risolino. Ma questa cosa mi irrita, ora ha davvero rotto.
«Che hai da ridere, tu?» faccio con fare provocatorio.
«No, nulla» chiude il discorso.
«Sai, non è con quel tuo fare arrogante che risolverai qualcosa» continuo imperterrita. Decido io quando abbiamo finito.
«E tu chi saresti per giudicare?» mi fa, alzandosi e venendomi incontro.
«Sei tu che non prendi abbastanza sul serio i tuoi doveri!» gli faccio notare in tono molto arrogante.
«Ascoltami bene» dice, fiondandosi verso di me e tirandomi per le bende portandomi a un centimetro dalla sua faccia, «Io non ho idea di chi tu sia, e non mi interessa. Ma prova di nuovo a intromettere quella tua lingua in questioni che non ti riguardano, e non la potrai più usare.»
Detto ciò molla la presa spingendomi con una certa violenza.
«Io vado via, Malon. Grazie di tutto» annuncia, avviandosi verso la porta.
Ma Malon gli implora di fermarsi, e lui si blocca non appena sente il suo: «Ti prego, Link!»
«Che muoia» pronuncia, all’improvviso.
Sento il cuore gelarmi, quando capisco che si sta riferendo a me. Tutt’un tratto, tanti fili in me riescono a collegarsi fra loro.
Link ha da poco perso suo nonno, ed è stato reclutato a corte solo poco tempo fa. Ha dovuto abbandonare il suo villaggio e lasciare sola la sua sorellina, per venire a proteggere me e a riparare i miei casini. I suoi genitori sono morti per causa mia. Sono morti, combattendo per proteggermi. Sono io che, nella sua testa, merita la morte. Ed ha ragione.
Ma sta maltrattando tutti. Sta lasciando Ganondorf a ruota libera, i Saggi si sono dovuti sacrificare al posto suo, Impa sta combattendo per lui. Io meriterò anche sofferenza, ma non loro.
«Vengo con te» mi faccio avanti.
«Non esiste» rifiuta immediatamente, come previsto.
«Stai cercando la principessa, lo sto facendo anch’io. Uniamo le forze, e quando la troviamo…»
Si volta verso di me.
«…la uccidiamo» finisco la frase.
Malon e Anju si girano verso di me, col terrore dipinto in volto.
Faremo il viaggio che dovremo fare, al termine del quale io mi rivelerò come la leggenda vuole, e lascerò a lui il diritto di decidere del mio futuro. Dopotutto, lui può solo uccidere l’Hylian che è in me, non morirà anche la mia parte terrestre.
Ogni secondo che passo qui, un dubbio nasce dentro di me. Avere sulle spalle il peso di un intero mondo è faticoso, impegnativo ed estremamente delicato. Certo, quanti di noi abbiamo mai sognato di vivere nella realtà del nostro videogioco preferito? Ma a questo punto, quanto ne vale davvero la pensa, se si vive a discapito di tutti gli altri? È giusto che la Triforza si reincarni in qualcuno di più consono.
«Vedi, io…» comincia, voltandosi e tornando dentro la piccola casa. «…vorrei più di tutti non avere problemi e starmene tranquillo. Ma non è così che si risolvono»
«Ti invito a ritirare il grande peccato appena pronunciato e chiedere perdono alla Dea…» mi esorta Malon perplessa, in un angolo.
«Questa povera principessina…appena giunta, rapita, e c’è anche chi le augura la morte!» mi disapprova così Anju.
Mi guardo attorno, notando le espressioni molto contrariate dei presenti.
«Ma quale povera principessina! Hyrule è in pericolo per colpa sua!»
«Non è colpa sua, è colpa di Ganondorf. Ed è a lui che auguro la morte, perché è per colpa sua se ora devo prendermi tanto disturbo. Non torcerà un capello alla principessa, non fallirò nel proteggere anche lei» diventa tutt’un tratto molto determinato lui.
E-eh…? Non era con me che…
Lui vuole davvero proteggermi a qualunque costo?
«Chi è che non sei riuscito a proteggere?» mi sorge spontanea la domanda.
Ma Link ne ha abbastanza di questa scenetta drammatica, e decide finalmente di uscire e partire, con l’umore più a terra che mai.
«Grazie di tutto» dico, prima di precipitarmi fuori anch’io per seguirlo.
Lui slega Epona da dove l’aveva lasciata, l’accarezza e le sussurra: «Su, andiamo. Abbiamo finito qui.»
La monta e inizia a cavalcare, senza sentire le mie grida per attirare la sua attenzione. Sembra che stia andando a una velocità pazzesca. Credo voglia correre fortissimo, così tanto da non riuscire a distinguere nulla intorno a lui, così veloce che pensare diventa impossibile.
Ormai sembra troppo lontano per essere raggiunto, ma dimenticavo che io in  questo mondo posso usare i cheat.
Tiro fuori l’arpa, abbasso la benda dalla bocca, chiudo gli occhi e, strimpellando qualcosa a caso, le chiedo: «Aiutami a raggiungerlo, ti prego!»
Così, d’un tratto, riapro le palpebre: sono sempre qui. Ma in mano ho qualcosa di strano, come una piccola bomba.
«Aaaah» esclamo ad alta voce, dopo essermi ricordata, ringraziamo sempre la saga videoludica, che Sheik in particolar modo si diverte a sparire e riapparire fra il fumo. Quindi focalizzo l’immagine di dove vorrei essere in questo momento e lancio per terra l’oggetto ancora da identificare.
Tutto è nero per una frazione di secondo, poi inizio a sentirmi come se fossi su un enorme tappeto elastico. Apro gli occhi, e temo che il mio lato da fangirl abbia prevalso, perché l’immagine di Link che avevo focalizzato, mi ha portato a materializzarmi…in braccio a lui, sul suo cavallo. Fighissima come cosa però.
Lui urla terrorizzato, facendo immediatamente arrestare Epona. Mi fissa per qualche istante per poi strillarmi addosso: «Ma che fai?! Sei impazzito?!»
«Ho detto che avremmo viaggiato assieme!» dico io, faccia di bronzo.
Dovrei essere seria, ma sto trovando tutto estremamente comico.
«Ma tu…ma tu hai dei problemi!»
Ed ha ragione.
«Okay, è solo che…hai ragione. I problemi non si risolvono così ma in qualche modo vanno risolti. Quindi risolviamoli!» esclamo.
«No, no no no no» ripete, sollevandomi e facendomi cadere brutalmente a terra. «Non ti voglio qua»
«Eh peccato, non si ottiene sempre quello che si vuole»
E in ogni caso, ovunque si cacciasse, potrei rintracciarlo con la Triforza e raggiungerlo.
«Senti, è notte fonda. Correre a questa velocità senza una meta non serve a nulla. Troviamo un posto dove stare per la notte» gli propongo.
«Sei fuori di testa» commenta, per poi urlarmi: «Hey, ma che fai?!», non appena mi rimetto sulla sella di Epona e ne prendo le redini, spingendo lui giù dalla cavalla.
«Questa poverina ha sonno, quindi noi andiamo a cercare dove accamparci» gli spiego, per poi iniziare a farla camminare davvero molto lentamente. Lui ci segue a piedi.
«E dove pensi di accamparti? Se la notte sei fuori dal borgo non puoi accedervi: chiudono ogni entrata» spiega cose che già so.
«Ho mai detto di voler andare al borgo?» preciso.
«E dove allora?» insiste a voler fare il pignolo.
«Non lo so! Ma un posto lo troveremo»
Lui sale a cavallo, dietro di me, sbuffando. Credo si sia rassegnato all’idea, forse perché in fondo un po’ di compagnia non può che fargli piacere. Gli Eroi affrontano quasi sempre i loro viaggi da soli, o a volte con compagni poco socievoli. Basti pensare a Faih. Inoltre gli Sheikah sono sempre stati diretti servitori della famiglia reale e alleati degli Hylian, le tribù sono al servizio della corona e ribellarsi non frutterebbe loro alcun vantaggio. Credo sia per questi motivi che abbia iniziato ad accettare la mia presenza.
 Fatto sta che ora sto guidando un cavallo senza sapere dove andare. Credo ci tocchi davvero dormire per terra, nella foresta.
«Dove dormivano gli Eroi durante le loro avventure?» gli chiedo, non appena mi viene in mente questo quesito.
«Luoghi di fortuna: da quel che ho studiato si accontentavano anche di giacigli d’erba» mi spiega.
«E il cibo, e l’acqua e il resto dei beni primari?»
«Erano esploratori e scoprivano grandi tesori pieni di rupie o oggetti di valore da poter vendere. I soldi non mancavano, e inoltre avevano spesso la fortuna di trovare molte persone che li aiutavano offrendo loro un po’ di riposo» continua a rispondermi.
Mi volto indietro: sembra quasi rilassato dal trotto di Epona, e che si stia godendo il paesaggio.
«Passeggiata piacevole?» domando.
«Quali sono le tue intenzioni?» chiede lui d’un tratto.
«Io? Nessuna intenzione particolare: sono uno Sheikah e sono al tuo servizio, e devo salvare la principessa anch’io» recito.
«E com’è possibile che tu abbia subito un cambiamento di personalità tanto repentino? Un secondo fa sei persino arrivato a sperare nella morte della tua sovrana» continua a cercare di togliersi i suoi dubbi. Devo accontentarlo, o non arriverà mai a fidarsi pienamente di me.
«Io non posseggo Triforza, pertanto non ho il potere di ucciderla. Ma tu sì, e le tue intenzioni mi sembravano inizialmente pacifiche nei confronti della fanciulla. Ti avrei affiancato nella scelta, visto che non ho mai avuto una bella immagine della principessa»
«Capito» si limita a rispondere, per farmi intuire che non vuole più spiegazioni.
«Tu invece…cosa pensi della nuova principessa?» provo a chiedere. Hey, non è parlare alle spalle di qualcuno, o forse sì dato che è dietro di me, e poi non è del tutto scorretto agire così. È un po’ come quando noi piccoli terrestri prendiamo una cotta per un altro terrestre, e mandiamo i nostri amici o le nostre amiche a parlargli, per sapere se siamo ricambiati o no.
«Beh, credo sia stupida. E anche distratta, maldestra e incapace.» ammette esplicitamente.
«Ah…» sospiro un po’ delusa. Ma in fondo, cosa mai potevo aspettarmi?
«Però...a vederla sembra che scoppi di vita» aggiunge, sorprendentemente.
«Aspetta, in che senso?» chiedo chiarimenti.
«Ecco, mi ha dato l’idea di essere molto sensibile al mondo attorno a lei. E fa molte espressioni strane»
Vorrei riuscire a dare un’interpretazione precisa a quello che ha detto, ma non riesco. E poi quali espressioni strane?! Almeno io, delle espressioni le ho.
«Non so se è propriamente adatto, ma là in fondo c’è una rupe che uno dei punti più spogli della foresta, ergo non credo vi siano particolari annidamenti di mostri» gli faccio notare un potenziale punto per l’accampamento, indicandolo.
«Ma sei matto? Su una rupe?» mi chiede un po’ stranito.
«Hey, si vedono anche bene le stelle da lì! E a meno che tu non voglia ritrovarti con un coso gelatinoso in faccia, domattina…»
«D’accordo» accetta, anche se un po’ scocciato.
La raggiungiamo dopo un paio di minuti.
Epona si rannicchia vicino un grande masso, e io e Link dobbiamo accontentarci di un misero mucchietto di foglie. Ci distendiamo e lui crolla immediatamente.
Io, invece, nonostante la rilevante stanchezza fisica, tutto questo sconvolgimento emotivo mi esalta e mi esaspera allo stesso tempo, e mi riesce difficile abbandonarmi al sonno e alla pace.
Abbandonare tutto non è mai la soluzione giusta. Finché si può fare anche un solo mezzo tentativo, bisogna provare. E se tutto è bui per colpa mia, tutto si riaccenderà grazie a me.
Vedrai, Link.
 

--Angolo della scrittrice--
Link è tornato dopo tanti capitoli.
E anche la scuola è tornata. Che cosa brutta.
Comunque, grazie per essere giunti fin qui con la lettura, davvero. Vi abbraccerei uno ad uno, ma fa ancora caldo e…
-Zelda_Shooter


 
  
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