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Autore: Amantide    04/10/2015    3 recensioni
AU [Percabeth] [Caleo] [Jasper] [Solangelo]
Annabeth è single, esattamente come lo sono le sue migliori amiche: Piper e Talia.
Sembra il presupposto ideale per organizzare una vacanza insieme al mare e rimuovere definitivamente il fantasma dell’ex fidanzato dalla sua vita. A sconvolgere quella che avrebbe dovuto essere una vacanza tranquilla ci penseranno Percy, Jason e Leo. Il primo è un bagnino affascinante che ha abbandonato la città e si è rifugiato al mare, dove conduce una vita sregolata lontano da tutti. Gli altri due sono amici da sempre, di quelli che viaggiano sempre in coppia e non perdono l’occasione di fare nuovi incontri, femminili soprattutto...
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jason/Piper, Leo Valdez, Percy Jackson, Percy/Annabeth, Talia Grace
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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MARTEDì

 
 
“Due cappuccini, un succo d’arancia e tre brioches alla crema.” Ordinò Talia alla cameriera supertatuata che stava dietro al bancone del bar.
La ragazza fece un cenno col capo e indicò loro dove accomodarsi senza staccare gli occhi dall’espresso che stava preparando.
“Che giornata favolosa” commentò Piper riponendo gli occhiali da sole nella borsa, “non vedo l’ora di andare in spiaggia.”
“Io non mi muovo di qui fin quando Talia non si deciderà a dirmi qual è il problema di suo cugino” disse Annabeth incrociando le braccia al petto in attesa di una spiegazione esaustiva.
Talia sbuffò. “Fammi almeno bere il caffè!” Disse mentre la cameriera serviva loro la colazione.
“E se mi facessi anch’io un tatuaggio su tutto il braccio?” Disse osservando pensierosa la cameriera che si allontanava insieme a tutti i disegni che aveva sul corpo.
“Io non ti parlerei più” disse Piper un attimo prima di addentare la sua brioches alla crema.
“Non avevo dubbi” commentò Talia sorseggiando il cappuccino.
“Io sto sempre aspettando” disse Annabeth dopo essersi schiarita sonoramente la voce.
“Ok, ok, adesso ti spiego tutto.”
“Sono tutta orecchie.”
“Allora… da dove comincio?” Fece Talia grattandosi il capo. “L’ho già detto che mio cugino è un idiota, non è vero?”
“Giusto un paio di volte” disse Piper sarcastica mentre tentava invano di togliersi lo zucchero a velo dalla faccia.
“Il fatto è che non ci hai ancora spiegato perché è un idiota” sottolineò Annabeth.
“Tu come lo definiresti uno che molla l’università a cinque esami dalla fine?”
“Un’idiota” sentenziò Annabeth.
“Bene, e su questo siamo d’accordo.”
“E come mai l’ha fatto?” Chiese Annabeth curiosa.
“Perché a marzo, Rachel, la sua ragazza, l’ha mollato per l’Oracolo.”
“L’Oracolo?” Fecero Piper e Annabeth all’unisono.
“Sì, è il DJ della discoteca più in voga di tutta la zona, Rachel è la figlia del proprietario e a marzo ha lasciato Percy per mettersi con il DJ, ma lui non se n’è ancora fatto una ragione. Ha deciso di mollare l’università per venire a lavorare qui in modo da continuare a vederla nella speranza che la loro storia finisse, ma a quanto pare va tutto a gonfie vele e regolarmente tutti i mercoledì sera Percy va in discoteca e si ubriaca al bancone del bar, perché il giovedì è il suo giorno libero. Nella maggior parte dei casi gli prende la ciucca triste e se ne va a casa ubriaco dopo qualche ora, ma è capitato più di una volta che tentasse di prendere a pugni il DJ scatenando una rissa. Si è già preso una denuncia e due punti di sutura sul sopracciglio. Ora dimmi… sei ancora convinta di volere mio cugino come passatempo estivo?”
Annabeth e Piper fissavano Talia con gli occhi sbarrati. Nessuna delle due si aspettava un racconto del genere. Non su quel ragazzo così carino e gentile che aveva riservato loro i posti più belli della spiaggia.
“Sembra un tipo con cui ci si diverte…” fece Annabeth sarcastica, “ma ammetto che non mi aspettavo una storia simile” ammise dopo una breve pausa.
“Guardandolo non diresti mai che è un violento” disse Piper estraendo il burro di cacao dalla borsa.
“Non è un violento” ringhiò Talia in difesa del cugino, “è iperattivo quello sì, e ha il cuore a pezzi, ecco tutto.”
Le ragazze si astennero dal fare altri commenti e si avviarono in spiaggia solo dopo aver promesso a Talia che avrebbero fatto finta di non sapere nulla di quanto aveva appena raccontato.
 
“Annabeth non te l’ha detto nessuno che il costume a fascia non va più di moda?” Disse Piper non appena raggiunsero la spiaggia e vide l’amica sfoggiare il suo bikini.
Annabeth sbuffò alzando gli occhi al cielo, ormai aveva perso il conto delle volte in cui Piper aveva giudicato fuori moda un suo capo d’abbigliamento.
“La moda di quest’anno è avere il segno del laccio del costume dietro il collo, quindi la fascia non va bene.” La rimproverò mentre si metteva la crema.
“Piper, mi conosci da una vita, sai bene che non me ne frega un accidenti della moda! E poi è facile parlare quando si ha un seno prosperoso come il tuo… questa fascia è uno dei pochi costumi che mi regala una taglia in più!” Lamentò Annabeth sistemandosi al meglio la parte superiore del costume. “E poi perché non te la prendi con Talia? Io almeno ho un po’ di fantasia… lei ha solo costumi neri!”
“Perché, per parafrasare Coco Chanel, non si sbaglia mai con un bikini nero!” Dichiarò Piper atteggiandosi come la stilista.
“Tiè!” Commentò Talia facendo il gesto dell’ombrello ad Annabeth che sbuffò una seconda volta.
“Ciao, posso lasciarti un volantino?” disse una ragazza riccia che passeggiava lungo la spiaggia con una pigna di volantini tra le mani.
“Certo” rispose Annabeth colta alla sprovvista.
La ragazza le consegnò il pezzo di carta e proseguì il suo giro lungo la spiaggia.
“Festa della birra, venerdì sera, Piazza delle palme” disse Annabeth leggendo il volantino.
“Wow” esultò Talia scattando in piedi dal lettino come se fosse caricata a molla, “non possiamo certo mancare!”
“Infatti non mancheremo” disse Annabeth riponendo il volantino nella borsa e sdraiandosi sul lettino accanto alle amiche.
“E questa sera invece che si fa?” domandò Piper girandosi a pancia in giù per assicurarsi un’abbronzatura omogenea.
“Direi aperitivo in spiaggia” propose Talia rintanata sotto all’ombrellone.
“Se ce lo serve tuo cugino per me va bene” ridacchio Annabeth che sembrava incapace di togliersi Percy dalla testa.
“Ehi” ringhiò Talia “guarda che Percy fa il bagnino, non il cameriere!”
“In effetti con un fisico come quello sarebbe sprecato come cameriere… meglio che faccia il bagnino così lo posso vedere a torso nudo.” Commentò Annabeth volgendo lo sguardo in direzione di Percy che se ne stava seduto in cima alla postazione di salvataggio a scrutare l’orizzonte.
Talia alzò gli occhi al cielo, esasperata.
“Possibile che dopo quello che ti ho raccontato stamattina tu sia ancora interessata a lui?”
“Non m’importa se è innamorato della sua ex, non voglio mica sposarlo!”
“Vuole solo andarci a letto!” Sentenziò Piper che ascoltava la conversazione con gli occhi chiusi. “È in astinenza, cerca di capirla!”
“No comment!” Disse Talia mettendosi le cuffie e chiudendo gli occhi decisa a non parlare più di quell’argomento. Annabeth e Piper si scambiarono uno sguardo e poi scoppiarono a ridere.
“Va beh, io mi faccio un bagno e magari fingo anche di annegare giusto per essere salvata da Percy” ridacchio Annabeth approfittando del fatto che Talia non potesse sentirla. “Dai muoviti!” disse strattonando l’amica per portarsela in acqua.
“Annabeth, aspetta! Ho il costume slacciato” protestò Piper schiacciandosi il bikini al petto nel tentativo di non far fuoriuscire nulla.
Talia osservò la scena dal suo lettino con le cuffie nelle orecchie guardandosi bene dal raggiungerle, poco dopo Percy scese dalla sua postazione e le si avvicinò.
“Oggi niente bagno?” domandò appoggiandosi al lettino vuoto accanto a Talia.
“Nel caso tu non te ne fossi accorto, sono già bordeaux! Oggi non mi schiodo dall’ombra!” Spiegò la ragazza mostrandogli la pelle arrossata dal sole del giorno prima.
“Gli anni passano ma certe cose sono sempre uguali eh?” disse lui facendo riferimento alle estati passate.
“Così pare... sai che ore sono?” chiese la ragazza inforcando gli occhiali da sole.
Percy sfoderò il suo iphone dalla tasca del costume e dopo aver attivato lo schermo dichiarò: “l’una e un quarto.”
“Ma sei serio?”
Percy aggrottò le sopracciglia stupito da quella domanda e poi disse: “Si, certo che sono serio, è l’una e un quarto” e così dicendo mostrò lo schermo del telefono a Talia che scosse la testa sconsolata.
“Mi riferivo al fatto che hai ancora la foto di Rachel come sfondo” spiegò incrociando le braccia al petto in attesa di una spiegazione.
Percy rimise il cellulare in tasca e abbassò lo sguardo, visibilmente a disagio.
“Anzi, per la precisione hai la foto di voi due che vi baciate” proseguì Talia in tono di rimprovero.
“Si, beh, ho la foto di noi due insieme come sfondo e allora? Vuoi decidere tu che salvaschermo e che sfondo devo avere?”
“Non essere stupido!” Lo riprese Talia. “Sai bene a cosa mi riferisco, è ora che tu te ne faccia una ragione, mettici una pietra sopra una volta per tutte.”
Percy roteò gli occhi scocciato.
“Sei venuta qui per fare una vacanza o per farmi il terzo grado?” domandò acido scoccando un’occhiataccia alla cugina.
Quella conversazione avrebbe potuto protrarsi per ore, fortunatamente Piper e Annabeth decisero di uscire dall’acqua proprio in quel momento.
“Ciao Percy!” Fecero le due ragazze in coro.
“Ciao ragazze” le salutò lui con un ampio sorriso.
“Se volete farvi una doccia, le trovate a destra del bar” aggiunse indicando loro in che direzione andare.
“Grazie, molto volentieri” disse Piper afferrando Annabeth certa del fatto che, se non fosse stato per lei, sarebbe rimasta lì incantata a squadrare gli addominali del ragazzo.
“Sembrano simpatiche le tue amiche” commentò lui non appena Piper e Annabeth si furono allontanate abbastanza.
“Non provare a cambiare discorso!” Lo rimproverò Talia.
“Cosa vuoi che ti dica? Che non sono più innamorato di Rachel? Beh non è così, non posso farci niente, non riesco a fare a meno di lei.”
“Non riesci a fare a meno di lei? Di quella ragazzina viziata che non sa fare altro che spendere i soldi del padre organizzando festini in barca e facendo shopping a tutte le ore del giorno e della notte?”
“Senti, so bene che Rachel non ti è mai andata a genio, non hai fatto altro che rinfacciarmelo per tutto il tempo che siamo stati insieme ora che ci penso, ma se credi di aiutarmi ad uscire da questa storia elencandomi tutte le cose che non ti piacciono di lei, beh, puoi anche smetterla subito perché tanto non funziona.”
“L’ho notato” commentò Talia abbacchiata.
“Ecco, allora vedi di smetterla” le consigliò lui sfoderando i suoi occhioni verde mare.
Talia incrociò il suo sguardo e rinunciò definitivamente ad essere arrabbiata con lui, a quegli occhi da cucciolo non era mai stata in grado di resistere, nemmeno quando erano bambini e lei lo beccava a rubare le caramelle di nascosto dalla dispensa.
“Mi dispiace che stai soffrendo” gli sussurrò abbracciandolo.
“Stanno tornando le tue amiche” bisbigliò lui in risposta osservando le due ragazze che camminavano strizzandosi i capelli.
“Beh, io vi lascio riposare in pace” annunciò appena le amiche presero posto sulle sdraio.
“Tranquillo, se vuoi puoi anche restare” gli sorrise Annabeth.
Talia sollevò un sopracciglio e increspò le labbra, poi si schiarì la voce sonoramente.
“Beh, sempre se non devi lavorare…” aggiunse Annabeth in tono pacato.
“Ma certo che deve lavorare” disse Talia.
“Beh io…” fece Percy un attimo prima che il proprietario del lido lo chiamasse dall’altra parte della spiaggia, “scusate, devo andare.”
“Cos’era quello?” domandò Talia togliendosi gli occhiali per guardare Annabeth negli occhi.
“Quello cosa?” Fece lei ingenuamente.
“Quello sguardo civettuolo” precisò Talia.
“Non ho fatto nessuno sguardo civettuolo”
“Piper” disse Talia interpellando l’amica.
“Sì, l’hai fatto Annabeth, l’ho notato anch’io!” Sentenziò lei.
“Ah!” brontolò Annabeth facendo un gesto di stizza con la mano.
“Non flirtare con mio cugino”
“Invece di dirmi quello che non posso fare” disse Annabeth mettendosi a sedere, “perché non mi dici che cos’è quel disegno che ha tatuato sull’avambraccio, non sono ancora riuscita a vederlo bene e non ho capito cos’è…”
Talia sbuffò. “Quella è una cazzata che ha fatto insieme a mio fratello l’anno scorso!” Spiegò come se non approvasse per niente la cosa.
“Credevo che i tatuaggi ti piacessero” commentò Piper notando il suo tono di disapprovazione.
“Infatti mi piacciono… se hanno un significato, non se vai ad Amsterdam con gli amici e torni con un tridente tatuato su un avambraccio con sotto una linea che non vuol dire nulla.”
“Stai dicendo che tuo fratello e tuo cugino si sono fatti lo stesso tatuaggio durante una vacanza ad Amsterdam?” domandò Piper che stentava a crederci.
“Grazie a Dio non lo stesso” precisò Talia “mio fratello ha fatto un’aquila, non so perché, e lui si è fatto un tridente… dice che è legato alla sua passione per il mare, ma sotto hanno fatto queste linee orizzontali… Percy ne ha fatta solo una ma mio fratello se ne è fatte dodici” raccontò Talia strabuzzando gli occhi, “e quando ho chiesto loro spiegazioni non mi hanno voluto rispondere. Secondo me la verità è che l’hanno fatto da ubriachi e non sanno nemmeno loro che significato hanno quelle linee” confessò scuotendo il capo per sottolineare il suo disappunto.
“Dovevate vedere le facce di mia madre e di mia zia quando li hanno visti per la prima volta!” Aggiunse trattenendo a stento una risata.
“Ma tuo fratello non era in Erasmus in Australia?” Chiese Piper che non vedeva Jason da quasi due anni.
“Sì, ma lo scorso anno è tornato per le vacanze di Natale e ha fatto capodanno ad Amsterdam con Percy e altri loro amici.”
“Ah ecco… infatti non lo vedo da una vita.”
“Non preoccuparti è cresciuto solo per l’anagrafe, per il resto non è cambiato minimamente!” Ridacchiò Talia.
“Io inizio ad avere fame” borbottò Annabeth con una mano sullo stomaco.
“Io sono a dieta” dichiarò Piper.
“Io non ho fame… magari ti faccio compagnia con un gelato” disse Talia che non vedeva l’ora di allontanarsi dalla calura emanata dalla sabbia.
“Va bene, Piper tu resti qui?”
“Si, si, non preoccupatevi, mi sa che adesso mi addormento!” E così dicendo si mise le cuffie nelle orecchie e chiuse gli occhi.
“Ti si sono calmati gli ormoni?” domandò Talia non appena raggiunsero il bar dove ordinarono una macedonia e una coppa di gelato.
“Solo temporaneamente” sorrise Annabeth.
“A voi” disse la cameriera poggiando sul tavolo le loro ordinazioni insieme a qualche tovagliolo.
“Talia!” Gridò una voce maschile in lontananza prima che le ragazze potessero continuare la loro conversazione.
“Grover!” Esclamò lei alzandosi per abbracciare quello che doveva essere un vecchio amico. Era un ragazzo di colore, alto e piuttosto muscoloso, probabilmente di qualche anno più grande di Talia. Aveva tre bracciali in cuoio sul polso destro e portava sotto braccio un paio di bonghi che ad Annabeth fecero subito pensare ad un tipo piuttosto espansivo e divertente.
“Quello stordito di tuo cugino non mi ha detto che eri già qui!”
“Sono arrivata solo ieri, per questa volta puoi perdonarlo.”
“Vedremo” ridacchio il ragazzo scoprendo i suoi denti bianchissimi, “ora che ci penso, mi deve ancora un paio di birre dall’anno scorso!”
“Venerdì sera c’è la festa della birra in piazza… mi sembra un’ottima occasione per costringerlo a saldare il suo debito.” Suggerì Talia.
“Mi sembra un grande idea” disse lui annuendo, “scusami, sono un cafone,” aggiunse rivolgendosi ad Annabeth che era rimasta seduta in silenzio, “io sono Grover, conosco Talia e Percy da una vita.” E così dicendo strinse la mano di Annabeth.
“Piacere” disse lei educatamente.
“Detto fra noi... conosco aneddoti con cui potrei ricattare entrambi per il resto dei loro giorni…”
“Grover!” Fece Talia arrossendo, imbarazzata.
“Ma sono un buon amico quindi non farò nulla del genere.” Concluse facendo l’occhiolino ad Annabeth che sorrise divertita.
“Annabeth è ospite a casa mia per le prossime due settimane insieme a Piper, che ti presenterò appena esce dal suo letargo solare.”
“Molto bene, ho sentito che giovedì arriva anche tuo fratello insieme a Leo…”
“Esatto!”
“Beh, allora ci si vede più tardi, ora devo assolutamente portare fuori Pan… è a casa che mi aspetta.” E così dicendo prese le scale e sparì dalla vista delle ragazze.
“Pan?” Chiese Annabeth curiosa.
“Il suo cane… un Terranova, un enorme Terranova a dire il vero.”
“Wow!”
“Avrai modo di conoscerlo… di solito lo porta in spiaggia la mattina presto perché quando c’è poca gente Percy gli permette di fare il bagno e fanno anche a gara a chi arriva prima alla boa” raccontò Talia.
“Chi? Lui e Grover?”
“No! Percy e il cane!”
Annabeth scoppiò a ridere.
“Mio cugino ha una passione per tutto ciò che è acquatico… non c’è da stupirsi che il Terranova sia il suo cane preferito!”
“Dicono che siano degli abili nuotatori” disse Annabeth tra un boccone di macedonia e l’altro.
“Infatti è così… perché credi che faccia a gara con lui altrimenti?”
Talia affondò il cucchiaino nella coppa di gelato mentre Annabeth rideva di gusto.
“Pensi che dovremmo svegliarla?” Chiese Talia mezz’ora più tardi guardando il corpo inerme di Piper profondamente addormentata al sole.
“Temo di si, oppure dovremo sorbirci un’intera lezione sui danni che il sole può arrecare alla pelle” sospirò Annabeth.
Quelle parole bastarono a convincere Talia che si alzò facendo segno ad Annabeth di imitarla. Corse fino in riva al mare e si avvicinò ad un bambino che giocava con secchiello e paletta.
“Scusa” si rivolse al bimbo, “me lo presti?” chiese indicando il secchiello. Il bimbo annuì con un sorriso e Talia s’impossessò del secchiello sotto lo sguardo incuriosito di Annabeth che osservava la scena a pochi metri di distanza.
“Dimmi che non stai per fare quello che penso” commentò ridacchiando.
“Certo che sto per farlo!” Confermò lei riempiendo il secchiello e correndo verso Piper che dormiva ignara di tutto.
Un attimo dopo le urla di Piper fecero girare più di un bagnante.
“Maledetta!” Gridava Piper inseguendo Talia sul bagnasciuga mentre Percy passava con cinque ombrelloni in spalla.
Lo sguardo di Annabeth si posò su di lui come se fosse magnetico.
Si rese conto che faticava a staccargli gli occhi di dosso e ringraziò mentalmente chiunque avesse ordinato a Percy di trasportare quegli ombrelloni per avergli regalato una visione tanto sexy.
C’era qualcosa in quel ragazzo che ai suoi occhi lo rendeva irresistibile, qualcosa che le era impossibile spiegare a Talia.
Annabeth increspò le labbra e deglutì quando lo vide cambiare direzione e venirle in contro. Camminava a testa bassa mentre i suoi piedi affondavano nella sabbia, le ampie spalle ricurve sotto il peso degli ombrelloni.
“Ciao” disse poggiandoli a terra e riordinandoli vicino agli altri.
Annabeth sorrise giocando con una ciocca di capelli che usciva dallo chignon.
“Ciao” si sforzò di dire nonostante la salivazione completamente azzerata. Fino a quel momento le loro conversazioni si erano limitate ad un insipido scambio di saluti, così Annabeth decise di osare di più.
“Stasera abbiamo deciso di fare l’aperitivo in spiaggia…” buttò lì senza sapere bene dove volesse arrivare.
“In tal caso ti consiglio il mojito, è la specialità del nostro barman!” disse lui massaggiandosi la spalla su cui aveva trasportato gli ombrelloni.
“In tal caso… seguirò il tuo consiglio” sorrise lei augurandosi che lui fosse intenzionato a proseguire la conversazione.
“Ciao Percy!” Disse una voce femminile alle loro spalle. Annabeth si voltò e si trovò faccia a faccia con una ragazza alta e atletica che avrà avuto pressappoco la sua stessa età. Indossava un bikini piuttosto succinto e aveva una spalla invasa da rose tatuate che si spingevano fino all’inizio del seno, e all’ombelico Annabeth notò un piercing decisamente troppo grande per passare inosservato.
“Ciao Kelli” la salutò Percy che non sembrava poi così contento di vederla.
“Ho un problema con il mio lettino” disse giocherellando con la collanina in legno che Percy portava al collo, “non è che verresti a dare un’occhiata?” chiese a un palmo dalla sua bocca sbattendo ripetutamente le lunghe ciglia che, Annabeth notò solo in quel momento, erano visibilmente finte. Istintivamente arretrò, il comportamento intimo che Kelli riservava a Percy la metteva a disagio, così decise di raggiungere le amiche in acqua.
“Scusate” disse mesta, “io vi lascio soli…” e così dicendo corse verso il mare dove Piper stava ancora cercando di annegare Talia.
 
Verso le sette le ragazze abbandonarono lettini e ombrellone per trasferirsi al bar dove, come d’accordo, avrebbero fatto un aperitivo.
“Voi cosa prendete?” Chiese Piper consultando la lista.
“Io uno spritz” disse Talia che non sembrava aver alcun dubbio a riguardo.
“Io un mojito” disse Annabeth.
“E da quando bevi il mojito tu? Di solito ordini sempre una caipiriña” commentò Piper sospettosa.
“Da quando ha scoperto che il mojito è il cocktail preferito di mio cugino” disse Talia apostrofandola con un’occhiata delle sue.
“Me l’ha solo consigliato… non mi ha detto che era il suo cocktail preferito” si giustificò Annabeth, “e poi mica prendo un cocktail solo perché piace a lui… non ho mica quindici anni!”
“Va beh, ordinerò un cosmopolitan come al solito” dichiarò Piper richiudendo la lista.
Talia si avvicinò al bancone per ordinare e poco dopo fu di ritorno con un vassoio carico di noccioline, stuzzichini e pizzette.
“Tra un attimo ci portano da bere” disse sgranocchiando una patatina.
“Finalmente alcol!” Esultò Annabeth alzando le braccia al cielo nel momento in cui vide arrivare i cocktail.
“Ricordo con orrore l’ultima volta in cui ti ho sentito dire una frase del genere…” disse Piper cui stavano riaffiorando alla mente vecchi ricordi.
“Già…” fece Talia sorseggiando il suo cocktail, “se lo ricorda anche la portiera della mia macchina.”
Annabeth arrossì imbarazzata da quei ricordi. “Ragazze, avevo appena finito il workshop di architettura… una sbronza era più che doverosa” si giustificò.
“Sì, ma potevi evitare di sboccare fuori dal finestrino della mia macchina facendomi tutta la fiancata” le fece notare Talia ridendo.
“Ok, la prossima volta vomiterò direttamente in macchina se preferisci.”
“Dio che schifo” fece Piper a cui stava passando la fame.
“Senti chi parla” disse Annabeth poggiando il cocktail sul tavolo, “non sei forse tu quella che ho dovuto accompagnare a casa dopo la festa di compleanno di Talia…”
“Ok, adesso basta!” Intervenne Talia. “Potreste andare avanti per ore a rinfacciarvi queste cose, quindi vi fermo subito… guardate che spettacolo di tramonto vi state perdendo.”
Le due ragazze si voltarono simultaneamente e notarono che, nonostante il sole fosse ancora abbastanza alto, il cielo cominciava già a colorarsi di un rosa intenso e i gabbiani che volavano controluce apparivano come dei piccoli puntini neri.
“Non male vero?” disse la voce di Percy. Il ragazzo se ne stava appoggiato al bancone del bar sorseggiando una Corona ghiacciata, ammirando lo stesso spettacolo che stavano guardando le ragazze.
“Sei riuscito a liberarti di Kelli?” ridacchiò Talia.
Percy fece una smorfia e scrollò le spalle. “Grazie a Dio” disse allargando le braccia e mettendo ben in mostra il tatuaggio.
Annabeth trasalì. “Scusa ancora per prima, non volevo disturbarvi” disse mordicchiando la cannuccia del suo drink.
“Disturbarmi?” fece Percy, “saresti dovuta rimanere lì… forse se ne sarebbe andata prima!”
Annabeth aggrottò le sopracciglia.
“Kelli è innamorata di Percy da quando avevano tredici anni” spiegò Talia in risposta al suo sguardo interrogativo. “Gli sta un tantino addosso…”
“Un tantino quanto?” s’intromise Piper che aveva già svuotato il suo bicchiere.
“Diciamo che se scopre dove abito sono rovinato” tagliò corto Percy. “È qui da una settimana e ha già fatto finta di annegare tre volte!”
“Piper! Hai già finito il tuo cocktail?” Disse Annabeth stizzita.
“Così pare” fece lei giocherellando con il ghiaccio in fondo al bicchiere.
Percy si scolò quello che rimaneva della sua birra in un sorso e buttò la bottiglia nel cestino.
“Sarà meglio che vada” disse scendendo le scale, “se il signor D mi becca a bere una birra durante il turno mi licenzia! Ci vediamo domani ragazze!”
“Il signor D?” fece Piper con aria interrogativa.
“È il proprietario del Lido” spiegò Talia sorseggiando il suo spritz. “Un vecchio burbero barbuto con molto poco gusto in fatto di camice…”
“Ti riferisci per caso a quel tipo che sta passando che indossa una camicia rosa shocking con le palme?” fece Annabeth bevendo l’ultimo sorso di mojito.
“Proprio lui!”
“Quel tipo avrebbe proprio bisogno di un personal shopper” commentò Piper guardandolo con ribrezzo.
“Dopo questa direi che possiamo anche andare” disse Annabeth radunando le sue cose.
“Concordo” annuì Talia.
Le ragazze abbandonarono la spiaggia che erano ormai le otto passate. Annabeth fu l’ultima a salire le scale e, pur sapendo che l’avrebbe visto l’indomani, cercò Percy con lo sguardo. Lo vide armeggiare con delle cime in riva al mare e s’incantò un attimo a guardarlo. Con quel tramonto alle spalle la scena era ancora più attraente e lei sentì l’irrefrenabile desiderio di andare a dormire presto solo perché così, il momento in cui l’avrebbe rivisto, sarebbe arrivato prima.


Angolo dell'autrice: Eccomi qui con il secondo capitolo, come promesso in tempi brevi. Grazie a tutti voi che vi siete fatti incuriosire da questa storia, spero che continuerete a seguirla :-) Un grazie in particolare va ai tre lettori che hanno deciso di lasciare un commento. Mi fate tanto felice :-)
Spero che questo secondo capitolo vi sia piaciuto e che non vediate l'ora di leggere anche il terzo. Fatemi sapere le vostre impressioni perchè ci tengo molto. Al prossimo capitolo!
  
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