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Autore: Elsira    04/10/2015    3 recensioni
Capitolo revisionati: Cap. 1 - ... [in corso]
Ed eccomi di nuovo! Gente, ho preso un altro colpo in testa, come voi tutti temevate, e ho proseguito la storia di Kin. E come vedrete dalla serie e in futuro, di colpi ne devo aver presi davvero molti...
Sono passati 9 anni e tra pochi mesi si terrà il Torneo Tenkaichi, l'educazione di Chichi la farà sedere accanto a lei tra il pubblico, o i geni Sayan emergeranno e la spingeranno a combattere sul ring? Aprite e scopritelo, buona lettura ^^
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Anno 782

Sugli spalti, Gohan si voltò e vide che Kin non era più al seduta al suo fianco. Preoccupato, si rivolse alla madre: «Mamma, hai visto mica dov'è andata Kin?» Lei lo guardò interrogativa: «Non ne ho idea...»

Un'ombra le attraversò in un istante gli occhi scuri. Con uno scatto prese tra le mani la camicia del figlio e lo fissò negli occhi, pregandolo: «Gohan ti prego trovala! Chissà dove si potrebbe cacciare, e se la rapissero?» Il sayan non poté non notare la preoccupazione che dimorava nei lineamenti materni.

«E se le succedesse qualcosa? È solo una bambina! Cosa farei io?» Continuò a chiedergli angosciata. Gohan le sorrise, tentando di assumere l'aria più incoraggiante di cui era capace e, poggiandole le mani forti sulle spalle, le disse: «Sta' tranquilla mamma, vado a riprenderla e la riporto qui. Tu bada a Pan intanto okay?» La donna annuì, tentando di scacciare quella preoccupazione che le deturpava il volto, per non trasmetterla alla nipote.

Gohan si chinò e massaggiò la testa della figlia teneramente. «Mi raccomando Pan, fai la brava e resta con la nonna. Io vado dalla zia e la riporto qui, okay?» La bimba annuì e andò in braccio alla nonna. «Vieni Pan, guardiamo l'incontro.» Tentò di dire la donna con quanta più tranquillità nella voce.

Chichi guardò un attimo il figlio mentre si allontanava, con negli occhi una muta richiesta di tornare presto con Kin. Lui la colse e le strizzò l'occhio, prima di voltarsi e dirigersi alla ricerca della sorellina.

Kin si guardò attorno. Era circondata da tutti, eccetto Krilin e Vegeta che stavano per iniziare a combattere sul ring. Fu fortunata, perché gli occhi di tutti erano direzionati verso i due.

Approfittando di quel momento propizio, si allontanò silenziosamente dal gruppo, sgagliattolò oltre l'angolo che aveva svoltato prima con Trunks, e iniziò a correre, diretta al banchino delle iscrizioni.

Girò per una buona manciata di minuti, invano. Non riusciva a ricordare dove si trovasse, la sua mente non riusciva a concentrarsi su niente che non fossero le parole della madre.

«Ma dove diavolo si è cacciata quella peste?» Si chiese perplesso Gohan, mentre camminava tra la gente, guardandosi costantemente intorno alla ricerca della sorella.

Sentì all'autoparlante l'annuncio del secondo match, e gli venne in mente che Kin potesse essere andata dal padre. Si diresse così verso gli altri, che individuò seguendone le auree.

Kin continuò a correre a vuoto per un po', finché non le venne l'idea di cercare il banchetto dall'alto.

Si diresse verso l'albero più grande che riusciva a scorgere e ci montò sopra veloce. Dall'ultimo ramo, si guardò attorno. Non fosse stata così scombussolata, si sarebbe goduta per ore la vista che quell'altezza le offriva.

Alla sua destra riusciva a vedere l'incontro; notò subito che Krilin era in netto svantaggio, ma ciò nonostante Vegeta non aveva ancora vinto, perciò il terrestre gli doveva star dando filo da torcere.

Spostò lo sguardo ancora più a destra e finalmente lo vide: il banchetto delle iscrizioni all'ingresso. Si memorizzò la strada per arrivarci e scese dall’albero.

Gohan arrivò dagli altri e, dopo i convenevoli, chiese loro se avessero visto Kin.

Goten si guardò attorno, e farfugliò stralunato: «Era qui fino ad un attimo fa...» Goku la cercò con lo sguardo, non meno confuso del figlio, poi guardò il maggiore: «Gohan, che è successo a Kin? Perché è venuta via da Chichi?»

Gohan per tutta risposta poté solo fare un cenno negativo con la testa: non ne aveva idea.

«Aveva detto di voler fare i complimenti a Goten e darti l'imbocca al lupo per il match...» Tentò di dire Trunks, ma i tre Son si guardarono a vicenda, prima che Gohan rispondesse: «No, c'è per forza dell'altro...»

«Vado a cercarla.» Disse d'un tratto Goku, rompendo il silenzio che era calato dopo l'affermazione del figlio, ma quest’ultimo lo fermò per il braccio, rivolgendogli un sorriso. «No papà, vado io. Tu hai l'incontro a cui pensare.»

Iniziò a correre prima che il sayan potesse ribattere, salutando gli amici con la mano e rivolgendosi al padre: «Tranquillo, la ritrovo e la riporto dalla mamma!»

«Buongiorno» Disse Kin, in piedi di fronte al banchetto. L'ufficiale si guardò attorno, alzando gli occhi dai documenti che stava compilando, ma non vide nessuno.

«Sono qui giù!» Aggiunse la bimba, allorché l'uomo si sporse e finalmente la vide. Strabuzzò gli occhi con un sorriso rassicurante. «Ehi ciao. Ma tu non sei la bimba di questa mattina? Che succede piccola?»

Kin abbassò un attimo la testa, intrecciandosi le mani davanti alla vita. Era davvero certa di farlo? Sicuramente, sua madre sarebbe stata felice, ma forse avrebbe deluso suo padre. Era arrivata sin lì senza ragionarci troppo, convinta che fosse la cosa migliore da fare per far pace con la mamma, ma lei non voleva. Non voleva in alcun modo ritirarsi dalla competizione.

Mentre nella sua mente si stava effettuando una guerra tra il ritirarsi e il partecipare al Torneo, si sentì una mano sulla spalla. Si voltò interrogativa e vide un sorriso che conosceva sin troppo bene, che tutti al mondo conoscevano sin troppo bene in quanto a portarlo era l'uomo che la popolazione pensava essere il salvatore del pianeta.

«Ehi Kin, sono felice di vederti! Accidenti come sei cresciuta! Che combini qui, non sei a vedere lo scontro degli altri?» Chiese Mr. Satan con uno dei suoi sorrisi.

Kin lo salutò gioviale e aggiunse, inventandosi la prima mezza verità che le veniva in mente: «Ero venuta a fare un giro, il ring deve essere ricostruito dopo l'incontro tra Goten e C18.» Mr. Satan la guardò un attimo perplesso, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa Kin lo interruppe, nel tentativo di toglierselo dai piedi. «Lo sai, Pan ti chiamava prima. E' nelle tribune in prima fila con mamma e Gohan.»

«Oh davvero? Allora vado subito da lei!» Esultò l'uomo, prima di dirigersi verso gli spalti e la sua nipotina, orgoglioso del fatto che cercasse proprio lui. Kin tirò un sospiro di sollievo nel vederlo allontarsi, finché lui non si fermò e si voltò di nuovo verso di lei. «Ehi senti Kin, hai mica visto la mia Videl? Ho provato a chiamarla al cellulare ma non mi ha risposto.»

«Gohan ha detto che è ancora a letto malata... Forse sta riposando, per questo non ha risposto.» Ipotizzò la bimba. L'uomo annuì brevemente, poi si voltò di nuovo e si diresse infine verso le tribune, salutando con la mano e canticchiando un motivetto allegro, che probabilmente si stava inventando sul momento.

Intanto, quella piccola interruzione aveva permesso a Kin di fare chiarezza dentro di sé e decidere. Si tornò a rivolgere all'ufficiale del Torneo di fronte a lei, che stava ancora guardando ammirato la figura di Mr. Satan allontanarsi, e con voce ferma gli disse: «Vorrei ritirarmi dal Torneo.» L'uomo la guardò spalancando gli occhi, incredulo che quella stessa bimba che gli fosse saltata sul banchetto poche ore prima con quegli occhi neri pieni d'entusiasmo, adesso avesse preso quella decisione.

Kin era in posizione ferma ed eretta, con le gambe chiuse e i pugni strinti attaccati ai fianchi. Dagli occhi non vi era più la minima traccia di entusiasmo, sembravano piuttosto star per scoppiare in un pianto da un momento all'altro, così come preannunciavano i lineamenti del resto del volto. L'uomo lo notò e cercò di dissuaderla:  «Ma sei sicura? Poi non potrai più partecipare domani, sei certa di non volerci ripensare?»

«Si...» Rispose con voce tremante, ormai prossima alle lacrime.

Il funzionario si alzò dalla sedia e le andò di fronte, chinandosi alla sua altezza e poggiandole le mani sulle spalle. Le sentì tremare sotto i propri palmi, probabilmente per via del pianto che stava per esplodere in lei, e la guardò dritta negli occhi scuri. La bimba sostenne lo sguardo, mordendosi però il labbro per trattenersi ed evitare che le lacrime che già premevano dietro i suoi occhi per uscire, avessero la meglio.

«Che cosa è successo, Kin? Tua madre ha forse detto di no? Non sei riuscita a portare a termine il bel piano che avevi progettato con il tuo papà?» Le sopracciglia della bimba si avvicinarono un poco. In un sussurro, si rivolse all'uomo di fronte a lei che gli stava parlando con estrema dolcezza. «Come fa lei a sapere di tutte queste cose?»

Lui accennò ad un sorriso. «Mentre tu e tuo padre ne parlavate, eravate davanti al banchino. Non potevo fare a meno di sentire ciò che vi stavate dicendo.»

Si alzò e le porse la mano, sorridendole rassicurante e parlandole con tono affettuoso. «Forza, parlerò io con la tua mamma. Portami da lei, sono certo di riuscire a convincerla a farti partecipare.»

Kin osservò la mano che il buon uomo le stava porgendo con tanta gentilezza. Era al limite, non ce la faceva più a trattenere il pianto e quelle parole non facevano che stimolare ancor di più le lacrime dietro i suoi occhi. La sua manina si stava avvicinando più tremante che mai a quella dell'uomo, pronta a lasciarsi aiutare da lui, a provare a far convincere sua madre da lui, ma in un istante le parole di prima della donna le riaffiorarono in mente e lei si rese conto che se avesse accettato l'aiuto del funzionario, probabilmente l'unica cosa che avrebbe guadagnato sarebbe stato il disprezzo eterno della madre.

Fece perciò l'unica cosa che le venne in mente. Dette uno schiaffo alla mano dell'uomo, cacciandola così di lato lontana da lei, si portò i pugni vicino al petto e gli gridò contro, con quanto più odio riuscisse a mettere nella propria voce: «Lei non c'entra niente! Lei non sa niente! Solo perché ha sentito due parole di uno stupidissimo discorso crede di potermi aiutare in qualcosa che è più grande di lei? È solo un funzionario del Torneo, perciò esaudisca la mia richiesta e mi cancelli da quella maledetta lista!»

L'uomo la guardò allibito; non si sarebbe mai aspettato una reazione del genere. Kin abbassò il capo e i pugni, per non fargli vedere le lacrime che le scorrevano abbondanti sulle guance. Con voce strozzata, aggiunse: «Può anche non cancellarmi... Ma tanto io... Domani non mi presenterò...» Detto questo corse via il più veloce che poté, lasciando dietro di lei l'uomo che la guardava diventare sempre più piccola con sguardo rammaricato.

Smise di correre solo quando si accorse di essere arrivata all'albero dove era salita prima, per cercare il banchetto. Si asciugò il volto con il braccio, si guardò intorno per vedere che non ci fosse nessuno e con un balzo tentò di arrivare al ramo a mezza altezza, ma mentre era in aria un paio di mani la presero per i fianchi e la mossero indietro; di colpo si ritrovò una testa dai capelli scuri tra le gambe.

«Eccoti finalmente! Si può sapere dove ti eri cacciata? Ti ho cercata da per tutto, sai?» Era la voce di Gohan ad averle parlato. Il ragazzo atterrò e alzò la testa di lato in modo che lei potesse vedere il suo sorriso. «Allora? Dov'eri finita sorellina?»

Kin sbatté gli occhi un paio di volte, ancora non resasi conto di cosa ci facesse lì suo fratello. Appena le tornò in mente cosa aveva appena fatto, abbassò la testa sulla chioma del ragazzo, gliela abbracciò e inziò a piangere. Lo sguardo Gohan si fece triste; come il padre e il fratello minore, anche lui si sentiva male al vedere Kin piangere.

Dette un breve sguardo all'albero che si trovava di fronte e volò fino alla cima, dove si sedette sul ramo più alto a gambe incrociate. Kin alzò lo sguardo dopo un po' e Gohan la prese e la fece sedere fra le proprie gambe, sorridendole con tutta la sua dolcezza.

Kin lo guardò un attimo negli occhi e tutta la tristezza svanì nel nulla. Era l'effetto che le faceva suo fratello maggiore; se Goten era capace di trasportarla in altri mondi con le sue storie, Gohan riusciva a tranquillizzarla e a far svanire qualsiasi sentimento o pensiero triste con uno dei suoi sorrisi. La bimba sentì il proprio cuore come rinascere e iniziare di nuovo a battere.

Gohan la strinse al proprio addome con un braccio, continuando a guardarla affettuoso, e lei chiuse gli occhi; sorrise e gli circondò parte della vita con le braccia, felice di stringersi al suo fratellone che vedeva di rado.

«Kin, non ti chiederò cosa è successo tra te e la mamma prima.» Esordì Gohan, con un tono più da padre che da fratello, che le ricordò quello del suo papà. «Ma sai com'è fatta. E io sono certo che c'entri il Torneo con il vostro litigio, dico bene?» Disse guardandola negli occhi. Lei fissò davanti a sé e annuì impercettibilmente. Il sayan continuò: «Fammi indovinare. Stamani sei venuta qui con papà, ti sei iscritta al Troneo giovanile di domani, la mamma è venuta a saperlo e avete litigato.»

Lei lo guardò incredula. «Come fai a saperlo? Chi te l'ha detto?»

Lui sorrise. «Nessuno, ho avuto una semplice intuizione.» Ammise con un'espressione innocente, portandosi la mano dietro la chioma.

Gohan spostò lo sguardo verso il ring, dove stava per svolgersi ormai il quarto incontro, ovvero quello tra Goku e Trunks. Aveva sentito dall'autoparlante che a vincere il secondo match era stato Vegeta, non senza qualche difficoltà, mentre Majin Bu aveva sconfitto Piccolo. Non aveva potuto seguire gli incontri perché impegnato a cercare Kin, ma adesso godeva di un'ottima vista sul luogo dove presto si sarebbero scontrati i due sayan.

Mentre attendeva l'inizio dello scontro però, non c'era motivo di non parlare alla sorellina. «Sai Kin...» Iniziò. Lei lo ascoltò, guardando però verso il ring in attesa dell'inizio del match, così come il fratello. «Quando mi sono accorto che non eri più a sedere accanto a me, la mamma si è preoccupata tantissimo e mi è praticamente saltata addosso scongiurandomi di trovarti in fretta.» Kin spostò lo sguardo su suo fratello, incredula e incapace di credere a ciò che stesse dicendo.

«La mamma... Era preoccupata per me?» Sussurrò perplessa. Lui restituì lo sguardo, osservando la sua immagine riflessa negli occhi scuri della sorella. «Ma certo che era preoccupata, sei sparita senza dire nulla. Cosa credevi? Che fosse felice di voltarsi e non vederti più?»

«Lei mi ha detto che non voleva avere niente a che fare con me... Che l'ho delusa e che l'ho pugnalata alle spalle iscivendomi al Torneo... Che non avrei potuto fare niente di peggio... Che dovevo andarmene da papà...» Gli rivelò con voce tremante e gli occhi ancora spalancati.

Gohan assunse per un attimo un espressione triste, poi la cancellò e la guardò con quel suo sguardo da fratello maggiore che lei adorava tanto. «Ha davvero detto questo? Accidenti, deve essersi arrabbiata davvero molto allora...» Si chinò e le diede un leggero bacio sulla fronte, per poi sussurrarle dolce: «La mamma quand'è arrabbiata esagera. Ma ti vuole tantissimo bene, e il fatto che tu voglia combattere è qualcosa di perfettamente normale. Sei figlia di papà, non di uno qualunque: in te scorre sangue sayan, non dimenticarlo mai. Sei più di una normale bambina della tua età, ma questo non deve mai permettere di farti passare per la mente idee assurde come "sono la migliore".»

Alzò il volto e la guardò negli occhi: «Sai perché papà è così forte?» Lei fece cenno di no con la testa, ammirata da ciò che suo fratello gli stava dicendo e soprattutto per il modo in cui glielo stesse dicendo. «Perché non ha mai pensato di essere il migliore.»

«È questo il segreto della sua forza?» Chiese curiosa. Lui distolse un attimo lo sguardo verso l’alto, pensoso, poi la guardò sorridendo. «Beh, non solo, ma sicuramente è una buona parte!» I due tornarono a guardare verso il ring, attendendo l'inizio dello spettacolo in silenzio.

«Senti fratellone...» Iniziò la bimba, aggiungendo la propria voce timida al suono del vento che accarezzava le fronte degli alberi.

«Ti posso chiedere consiglio su una cosa?» Lui annuì. Kin si fece coraggio e dopo qualche secondo parlò. «Prima mi sono andata a ritirare dal Torneo giovanile.» Taque per qualche istante, attendendo il grido di sorpresa di Gohan, ma lui continuava a guardarla in silenzio.

Di colpo si ricordò che quello era Gohan, non Goten, né suo padre e né tantomeno sua madre. Gohan prima di fare una qualunque considerazione aspettava che si finisse di parlare, non interrompeva mai a metà frase con versi o espressioni facciali buffe, non ti intimava a fare ciò che desiderava lui per te, ma ti lasciava percorrere la strada che sceglievi, dandoti quelli che secondo lui potevano essere i consigli migliori e tendendoti la mano per aiutarti a rialzare quando avevi bisogno di aiuto.

In quel momento, un ricordo che credeva di essersi dimenticata le accarezzò gentile e per pochi istanti la mente. Era un'immagine di lei e del suo fratellone, quando ancora non era andato a vivere con Videl e non si era formato la sua famiglia. Kin avrà avuto poco più di un anno in quelle immagini, ma stranamente le ricordava perfettamente nitide. Sua mamma era indaffarata, suo padre era fuori ad allenarsi e Goten era a scuola. Lei aveva una terribile voglia di giocare e perciò andò in camera del fratello maggiore, che era la stessa di Goten.

Aprì la porta accostata e lo vide chino sui libri, impegnato a scrivere qualcosa su di un foglio bianco posto sopra una pila di tomi infiniti. Quella vista non le era nuova, perché il ragazzo era spesso immerso nei suoi studi.

Kin gli si avvicinò silenziosa e quando gli fu accanto gli apparì tra le gambe, urlando e spaventandolo talmente tanto che Gohan cascò all'indietro con la sedia. Con il fratello a terra che si massaggiava la testa e in evidente posizione indifesa, Kin ne approfittò e gli saltò sul petto, continuando a far finta di ringhiare, mostrandogli così tutta la sua voglia di giocare.

Gohan alzò la testa, con un occhio chiuso e la mano ancora a massaggiarsi sotto la chioma scura, e la guardò sconsolato negli occhi. «Hai voglia di giocare eh? Mi dispiace, ma non ho tempo, devo studiare per l'esame.» Kin si sedette sul suo addome e lo guardò con le lacrime agli occhi, facendo la sua espressione da cucciolo. Gohan gettò la testa all'indietro, sospirando: «Kin ti prego! La faccia da cucciolo no!» Lei non gli dette retta e continuò imperterrita, assumendo uno sguardo ancora più dolce.

Gohan, rassegnato, la prese in braccio e si alzò, mettendosi a sedere sul bordo del letto e facendola stare sulle sue ginocchia.

Una foto sulla scrivania che lo ritraeva con Videl catturò l'attenzione della bimba, che la indicò con il braccio steso, come evidente espressione del suo desiderio di vederla più da vicino. Gohan si sporse verso la scrivania e prese in mano la foto incorniciata, facendola vedere meglio alla sorella. Con lo sguardo perso, le parlò in un modo che lei non gli aveva mai sentito. «Sai Kin, non vedo l'ora di poter chiedere a Videl di sposarmi... La amo davvero tanto, è per questo che voglio finire il prima possibile questi studi, così da poter guadagnare qualcosa e vivere con lei. Spero che un giorno, anche tu proverai questo sentimento per un'altra persona e che questa ti corrisponda. Ti assicuro che non c'è gioia più grande dell'essere corrisposti.» La bimba accarezzò l'immagine, poi guardò suo fratello. Non riusciva a capire a pieno ciò che gli stava dicendo, ma vederlo con quello sguardo era qualcosa che la faceva stare bene.

Accarezzò la guancia di suo fratello, con gli occhi interrogativi. Gohan comprese la muta richiesta: le prese delicatamente la manina e le ci diede un bacio leggero sul palmo, per poi guardarla amorevolmente: «Ma certo, amo tantissimo anche te. Tu sei la mia piccola sorellina, nessuno potrà mai prendere il tuo posto nel mio cuore, nemmeno Videl.»

Lei gli sorrise, contenta e soddisfatta delle risposta; voleva dirgli qualcosa di bello, qualcosa che lo facesse stare bene come lui stava facendo stare bene lei, perciò mosse per la prima volta le sue labbra nel tentativo di pronunciare il suo nome: «Go-han...» Il ragazzo sbarrò gli occhi, incredulo.

Prese la sorellina da sotto le braccia, lasciando la foto sul letto, e le disse entusiasta: «Cosa hai detto?» Lei lo guardò sorridendo, e ripeté, un poco più sicura: «Go-han» Gli occhi del ragazzo s'illuminarono di una luce nuova. Corse fuori dalla sua stanza con la sorella in collo, urlando fuori di sé dalla gioia: «Mamma! Kin ha detto la sua prima parola! Sono la sua prima parola!»

Il ricordo svanì con la velocità con il quale si era presentato, e Kin trovò il coraggio di continuare a confidarsi con il suo fratellone. «L'ho fatto perché così pensavo di fare felice la mamma, ma adesso non so più se ho fatto bene...»

Il sayan attese qualche secondo per essere certo che Kin non avesse nient'altro da aggiungere, poi le chiese: «Tu come ti senti? Riflettici.» Lo sguardo interrogativo della sorella lo spinse a spiegarsi meglio: «Intendo dire, come ti sentivi dopo aver fatto l'iscrizione? E cosa provi adesso che ti sei ritirata. Pensaci bene, scava nel tuo cuore prima di rispondere.»

Lei si guardò le mani. Pensò a come si sentiva, e poi rispose alla domanda del fratello: «Io... Sono triste per essermi ritirata, perché volevo combattere e rendere orgoglioso papà di me. Ma quando sono scappata ho sentito come un peso che mi si toglieva dallo stomaco. Credo che quello fosse il peso della coscienza che avevo accumulato negli ultimi mesi allenandomi con papà, di nascosto dalla mamma.» Guardò suo fratello negli occhi, come se questi potessero consigliarle le parole giuste da dire. «Io voglio davvero combattere, ma non voglio farlo di nascosto dalla mamma.»

Gohan rifletté qualche minuto, prima di dare il suo consiglio alla sorellina. «Kin, io fossi in te aspetterei il prossimo Torneo. Papà è molto più comprensivo della mamma e sono certo che se gli spiegherai come ti sei sentita come hai appena fatto con me, lui non avrà nessun problema. Anzi, forse sarà addirittura più felice, perché potrà allenarti per i prossimi tre anni alla luce del sole anziché farlo di nascosto da mamma. E potrà perchè in questo lasso di tempo avremo tantissime buone occasioni per prendere la mamma e spiegarle tutto nel modo giusto, prima fra tutte questa sera a fine Torneo, anziché fare come ha fatto probabilmente papà, ovvero mettendole di fronte i piani già compiuti solo all'ultimo. Io credo sia questo ciò che le ha fatto dire quelle cose brutte prima, rivolte verso di te. Ciò che le ha fatto più male, è stato non essere presa in considerazione nei vostri piani.» La guardò negli occhi, e le carezzò dolcemente la testa. «La mamma ti vuole tanto bene Kin, non dimenticarlo né dubitarne mai. Tu non hai idea di come era felice alla tua nascita, è stato il giorno più bello della sua vita. Purtroppo però, sei la prima femmina della famiglia, e lei è un po' impacciata ad educarti e alle volte si arrabbia per un nonnulla, come faceva con me. Vedrai che con il tempo migliorerete entrambe il vostro rapporto.»

Kin sorrise, contenta di nemmeno lei sapeva bene cosa, ma nemmeno le importava. In quel momento era felice.

Per un attimo pensò di tornare al banchetto delle iscrizioni e tentare di rimediare al danno di poco prima, ma poi ci ripensò subito. In fondo, le andava bene così. Di certo quello non sarebbe stato l'ultimo Torneo di arti marziali, e per il prossimo lei sarebbe stata ancora più forte. E come le aveva detto Gohan, sua madre tra tre anni avrebbe anche potuto accettare l'idea di una figlia combattente, così come aveva accettato che Goku stesse nell'aldilà per sette anni ad allenarsi, dopo la sconfitta di Cell.

La bimba si accoccolò meglio tra le gambe del fratello, poggiando la testa all'altezza del suo diaframma, e gli chiese: «Gohan, possiamo rimanere qui a guardare l'incontro di papà? Solo tu ed io?»

Lui l'avvolse in un lente abbraccio, cingendole delicatamente le braccia attorno alla vita, e le rispose dolce: «Ma certo.»

Era molti mesi che non si vedevano, e l'ultima volta che avevano avuto la possibilità di stare soli assieme, come fratello e sorella, nessuno dei due la ricordava. Era probabile che risalisse a prima della nascita di Pan.

Sentirono la voce del giudice dagli autoparlanti sotto di loro annunciare l'inizio del match, e dentro di loro, entrambi dettero la buona fortuna a Goku e Trunks, tifando per il padre. Videro i due mettersi in posizione d'attacco uno di fronte all'altro, e appena il giudice diede inizio al match, i sayan scattarono uno verso l'altro con un salto, caricando i propri pugni e pronti a colpirsi a vicenda.

 
 
 

Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^

- N.A. -
eleCorti, questo si che è stato un aggiornamento veramente a tempo di record xD Grazie per commentare ogni capitolo e per i tuoi consigli e correzioni <3 Un grazie speciale anche a Shageku che sta lavorando allo schizzo di Kin e a Martinagoten, che mi segue sempre :3 Anche a gspn25 che segue Kin dalla sua nascita e a SSJD, che è stato uno di quelli che mi ha spronato di più a seguire la storia di Kin dopo la OS. E naturalmente anche a tutti voi che leggete la mia storia, anche se non lasciate nessuna recensione so che ci siete e che siete parecchi, e questo mi basta *-* (Comunque, ripeto a costo di diventare noiosa, se volete recensire mi fate ancora più felice :D)


   
 
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