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Autore: benzodiazepunk    04/10/2015    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Harry, dopo quella fatidica partita di Quidditch, non si fosse fatto avanti con Ginny?
E se Ginny e Draco avessero scoperto, durante il sesto anno di lei, di avere più cose in comune del previsto?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa storia, narrata in prima persona da colei che l'ha vissuta.
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"La prima volta che incontrai Draco Malfoy ero poco più che una bambina..."
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REVISIONATA
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Got me lookin so crazy right now
Your love's got me lookin so crazy right now
[Crazy in love – Beyoncè]
 
 
Why so crazy?
 
Non parlai a nessuno della mia conversazione notturna con Malfoy, tenendomi il tutto per me e continuando a rimuginarci su. Durante il giorno tutto era tornato normale, con lui e la sua banda che mi lanciavano frecciatine e mi infastidivano come sempre ma io, invece che ignorarli o rispondere a tono, approfittai delle situazioni per osservare meglio Draco Malfoy arrivando alla conclusione che si comportava in modo davvero strano; era come se cercasse di sembrare normale davanti agli altri pur tentando di far capire a me che si sarebbe voluto comportare diversamente.
Era così strano che temevo di fraintendere tutto continuamente.
Tra l’altro mi sembrava una persecuzione: per un motivo o per l’altro lo incontravo di continuo, o forse ero io che lo notavo maggiormente. Sinceramente non lo sapevo, sapevo solo che tutto questo era molto strano.
Un pomeriggio, non molto tempo dopo, lo incontrai di nuovo mentre eravamo entrambi soli, ma quella volta fui quasi certa che fosse per caso. Quasi, perché avevo iniziato a dubitare di tutto, ma dalla faccia che fece il ragazzo quando mi vide entrare nella serra dove lui stava raccogliendo certe piante pensai che effettivamente non se l’era aspettato.
"Ciao" salutai, sentendomi troppo maleducata nel non dire niente e troppo stupida nel farlo.
"Ciao" mi rispose a bassa voce lui. "Anche tu qui" commentò, e io annuii dirigendomi verso ciò che cercavo.
"La Sprite ha messo anche te ai lavori forzati?" domandai, giusto per riempire il silenzio che si era creato.
"Per pozioni" mi rispose.
Senza commentare continuai quello che dovevo fare ma ad un tratto per me fu troppo. Non so cosa mi saltò in mente, forse fu l’insieme di tutto ciò che era successo fino ad allora, forse la mia natura che necessitava di andare a fondo di qualsiasi cosa, forse il sospetto che lo strano comportamento di Malfoy fosse solo una tattica, fatto sta che poco prima di concludere la raccolta delle piante per la Sprite, alzai la testa e sbottai.
"Malfoy devo chiedertelo"
Il ragazzo si drizzò a sua volta, con un’espressione tra lo stupito e l’annoiato in volto. Così si che lo riconoscevo, con una delle sue solite facce, e il pensiero mi fece quasi sorridere.
"Perché ti comporti così? Voglio dire" presi fiato col coraggio che mi stava quasi abbandonando. "Mi hai sempre odiata, e la cosa era reciproca mi pare, ma da un po’ di tempo a questa parte, insomma… mi raccogli la tracolla, mi togli da potenziali guai, mi inviti a rimanere in corridoio… anche quando te la prendi con me con i tuoi amici sei diverso. Questa cosa mi confonde. È una delle tue manipolazioni? Una tattica?" domandai, anche se non sapevo nemmeno io se ci credevo.
Malfoy mi fissò per qualche momento. "Può essere che io stia solo cercando di ottenere qualcosa" rispose sogghignando. "Può essere solo una… tattica. Chi può dirlo? E tanto, cosa importerebbe?" concluse dirigendosi svelto verso l’uscita della serra.
"Importerebbe a me!" esclamai cercando di fermarlo. "Voglio sapere la verità Malfoy, voglio saperla ora" sbraitai. Non ero abituata a essere ignorata, non volevo lasciar cadere l’argomento. Volevo la verità, punto e basta.
"Non dovrebbe importarti, maledizione!" esclamò lui, girando sui tacchi e fronteggiandomi. "Perché sei così dannatamente testarda, me lo dici? Prendi le informazioni che ti do e viviti la tua vita, ignorami, odiami, lasciami in pace!" quasi urlò.
"Mi pare che quello che dovrebbe lasciare l’altro in pace sei tu, non io" ribattei. "Io non lascio perdere mai niente"
"L’ho notato" proruppe. "Dannazione"
"Dammi una spiegazione e mi leverò di torno per sempre" dissi.
"Non ho niente da spiegare"
"Certo, come no"
"Pensa quello che ti pare"
"Sembriamo una coppia che bisticcia" affermai. "E questo non è affatto bello"
Malfoy sobbalzò alla mia affermazione, evidentemente a disagio.
"Smettila di scocciarmi, Weasley" ribatté solamente, battendo poi in ritirata.
Da quel giorno cercai di incontrare Malfoy ogni qualvolta potessi ma lui, tanto quanto sembrava facesse apposta a incrociarmi, altrettanto sembrava poi ansioso di allontanarsi; la mia curiosità e i miei sospetti, manco a dirlo, aumentavano man mano che aumentava la stranezza dei suoi comportamenti.
Stanca di aspettare un nuovo incontro casuale, circa una settimana dopo decisi di organizzare io stessa un incontro; avevo ben altro a cui pensare in quel periodo, senza che ci si mettesse Malfoy con i suoi misteri, così, dopo aver studiato per qualche giorno i suoi orari e le sue abitudini, nel tardo pomeriggio di venerdì mi appostai fuori dal campo di Quidditch in attesa. Sapevo che il venerdì andava ad allenarsi, probabilmente solo per sfogarsi e scaricare un po’ di tensione dato che quell’anno il campionato era l’ultimo dei pensieri di tutti, così aspettai, sicura che si sarebbe fatto vedere.
E infatti dopo circa venti minuti la sua ombra sbucò dagli spogliatoi portando la sua scopa sulla spalla e tenendo il capo leggermente abbassato, come suo solito.
Decisa a non sprecare l’occasione uscii dall’ombra e feci un paio di passi nella sua direzione, bloccandogli la strada verso il castello.
Il ragazzo alzò uno sguardo allarmato su di me, mi riconobbe e mi fissò per qualche secondo prima di parlare.
"Che ci fai qui?" domandò col suo solito tono annoiato.
"Cercavo te"
"Lo supponevo, considerato il fatto che ci sono solo io" rispose asciutto. "Cosa vuoi?"
"Sapere come stanno le cose. Non sono una che lascia perdere, te l’ho detto e se fossi intelligente l’avresti già capito" affermai avanzando ancora fino a trovarmi a pochi passi da lui.
Malfoy fece una smorfia. "Allora forse non sono poi così intelligente come credi?"
"Io non credo che tu sia intelligente" ribattei acida. "Dimmi quello che voglio sapere e me ne andrò, puoi starne certo"
"Lasciami in pace, dannata ragazzina" sbottò lui tentando di scansarmi, ma non era il solo ad avere un passato sportivo: senza fatica mi riposizionai di fronte a lui, bloccandogli la ritirata.
"Malfoy" sospirai. "Quella notte o ero in presenza di qualcuno che fingeva di essere te o abbiamo realmente parlato in modo civile. Perché ora fai così?"
"Così come?"
"Lo sai"
"Sono normalissimo"
"Certo" sbottai. "Normalissimo per gli standard di prima ma" mi interruppi, sentendomi una vera cretina. "Ma non eravamo migliorati? Non avevamo creato qualcosa di simile a un rapporto normale?"
Il ragazzo sbuffò e io avanzai di un altro passo. Ormai solo un metro e mezzo ci separava e il mio cuore, inspiegabilmente, batteva un po’ più veloce del normale.
"Ma io ti piaccio Malfoy?" soffiai senza rendermene praticamente neanche conto. Il ragazzo fece un passo avanti arrivando a pochi centimetri dal mio viso, con gli occhi che mandavano lampi; se avesse potuto mi avrebbe incenerita all’istante dato il grado della sua rabbia, ma io non indietreggiai né abbassai lo sguardo.
"Sei una ficcanaso rompiscatole lo sai?"
"E tu un cafone maleducato" risposi.
"Perché non ti fai mai i fatti tuoi, pensando ai tuoi stupidi amichetti?"
"Avrei dovuto chiederlo a te quando mi hai bloccata dall’aiutare quel ragazzino" ribattei, altrettanto velenosamente.
"Certo che non capisci proprio niente, Weasley" sputò lui.
"Senti chi parla, Malfoy" sibilai.
Rimanemmo a fissarci in cagnesco, a dieci centimetri di distanza, per non più di dieci secondi, col cuore che mi martellava nel petto e una strana ansia che mi cresceva dentro. Poi Malfoy avvicinò ancora il viso al mio, esitante, e io colmai quella poca distanza che ci separava alzandomi in punta di piedi e appoggiando le labbra alle sue.
Nella mia mente qualcosa mi urlava cosa diavolo stessi facendo; quello era Draco Malfoy, per l’amor del cielo! E io lo stavo baciando! Ma ormai era troppo tardi per ragionare o ponderare qualunque cosa.
Appena le nostre labbra si toccarono un brivido mi attraversò la schiena, facendomi chiudere gli occhi; Malfoy dopo essere rimasto immobile, congelato dalla mia iniziativa, si avvicinò a me di più intensificando il tocco delle labbra e passandomi, incerto, una mano tra i capelli. Non l’avrei mai immaginato ma era il più insicuro tra tutti i ragazzi che avessi mai baciato, sembrava addirittura spaventato da ciò che stava succedendo e nonostante lo potessi capire da un certo punto di vista,  dall'altro mi sembrava così strano, così lontano dall’immagine forte, baldanzosa e spavalda che mostrava a tutti.
Il nostro bacio fu incerto e leggero per appena pochi secondi; ben presto Draco perse l’insicurezza dell’inizio, intensificando il bacio e stringendomi a sé. In appena un secondo il bacio era diventato una lotta per mantenere il potere e il controllo: nessuno dei due avrebbe mai ceduto, dando all’altro la soddisfazione di una vittoria, ma quel gioco era pericoloso per entrambi, destinato a non vedere un vincitore né un vinto.
Dopo quella che mi parve un’infinità ci separammo, interrompendo quel bacio che sembrava aver spento i cervelli di entrambi. Rimanemmo a fissarci, col fiato corto, senza saper assolutamente cosa dire o cosa fare.
"Forse" iniziò lui. "Forse questo risponde alle tue domande, riguardanti hmm… la tattica per qualcosa o…"
Io annuii. Davvero non avrebbe mai fatto una cosa del genere se fosse stata solo una strategia. "Non avevi ribrezzo degli Weasley?" domandai.
"Non ti odiavo però"
Sogghignai. "Bella consolazione. Io" aggiunsi. "Io però ti odiavo solo perché lo facevano Harry Ron ed Hermione"
"Si lo so" rispose, lasciandomi stupita.
"Davvero?"
Draco annuì. "Si vedeva lontano un miglio che facevi tutto per attirare l’attenzione di quello stordito di Potter. E invece…"
"Ho attirato la tua" conclusi ridacchiando.
"Ma sta’ zitta!" sbottò lui, ma anche sul suo viso aleggiava un sorrisetto. "Comunque non credere di non piacergli, è solo che non se n’è nemmeno mai accorto che ti interessa" aggiunse tornando serio e muovendosi nervosamente sul posto. "Te l’ho detto" disse sogghignando alla sua solita maniera. "Che è stordito"
"Sei crudele Malfoy" scossi il capo, tentando di non ridacchiare.
"Pensavo lo sapessi" rispose avvicinandosi a me.
"Tutto questo è da pazzi" commentai, e lui si passò una mano sul viso.
"Non dirlo a me. Senti, forse è meglio se non ci vediamo più" disse. "Per questo cercavo di evitarti"
"Forse hai ragione, ma che male può fare?"
"Può far male se ci vedessero insieme"
"Non ci hanno visti fin’ora"
"Sono stato piuttosto fortunato" borbottò.
"Vieni" dissi solamente, prendendogli una mano e trascinandolo dalla parte opposta rispetto al castello, al di là dello stadio.
Camminammo per qualche minuto, durante i quali cercai di non soffermarmi sul fatto che stessi tenendo la mano a Draco Malfoy. Tutto sembrava così strano così… sbagliato. Ma allo stesso tempo non riuscivo a trovarci nulla di male. Io e Malfoy eravamo nella stessa situazione, l’avevo capito quella sera, davanti alla finestra e sotto la luce della luna, solo in due schieramenti opposti. Avevamo le stesse preoccupazioni, le stesse paure, entrambi volevamo solo che la guerra finisse, entrambi, nonostante tutto, ci sentivamo soli, inutili, scartati e messi da parte. Come mi ero sentita io quando Harry Ron ed Hermione erano partiti senza dirmi niente, come mi ero sempre sentita io, troppo piccola per capire o per prendere parte ad alcunché.
Eravamo solo due ragazzi. Che male ci sarebbe potuto essere?
Sedemmo sul prato, leggermente umido ma non abbastanza da spingerci a desistere, e dirigemmo lo sguardo verso l’acqua del lago.
"Basta non tornare al castello nello stesso momento" affermai.
 
Dopo quella sera Malfoy scomparve letteralmente; improvvisamente sembravamo avere orari del tutto opposti sempre ma la cosa non mi stupiva né mi preoccupava, sapevo che aveva bisogno di tempo per pensare, lo capivo, e non faticai a concederglielo.
Una settimana e mezza dopo lo trovai fuori dalla mia sala comune e, nonostante la preoccupazione che qualcuno ci potesse vedere, non potei fare a meno di sorridere.
"Che ci fai qui" soffiai, guardandomi intorno.
"Scusa se sono sparito. Non sono uno che fa così di solito"
"Tranquillo, lo so. Ma levati di qui adesso, sei pazzo a presentarti davanti alla mia sala comune?"
"Quanta confidenza che ti prendi, Weasley!" mi prese in giro.
"Mai tanta quanta ne hai presa tu quando mi ha infilato la lingua in bocca" sibilai in modo che solo lui potesse sentire, e il ragazzo mi lanciò un’occhiata scandalizzata. Io, per tutta risposta, mi avviai per il corridoio con aria soddisfatta e un sorrisetto sulle labbra.
Che bello riuscire a zittire Malfoy!
"Dove stai andando?" domandò.
"Conosci la stanza delle necessità, vero?" chiesi a mia volta, e lui, ovviamente, annuì.
"Non ho bei ricordi legati a quel posto" disse, rallentando il passo.
"Forse non sarebbe male sostituirli con ricordi più lieti" azzardai.
Malfoy fece una smorfia. "Sei proprio testarda vero? Dio, se mi avessero detto che sarei finito a seguire un Weasley probabilmente sarebbe nato un duello" commentò facendomi ridere.
"Non pensavo fosse così facile parlare con te" dissi io, camminando
nel frattempo davanti al muro.
"Non sono un alieno"
Per tutta risposta gli feci una linguaccia, proprio mentre sulla parete compariva la porta della stanza delle necessità.
"Non dovreste fare quello che fate" disse Malfoy, seduto su una poltrona di fronte a me, pochi minuti più tardi.
"Perché?"
"Perché finirete per…"
"Non possiamo lasciare che i Carrow distruggano la scuola e soprattutto gli studenti. Non è giusto, e non possiamo restare con le mani in mano"
"Ma finirete per farvi ammazzare, o per far ammazzare le vostre famiglie"
"Le nostre famiglie sanno badare a loro stesse e noi, beh, possiamo fare qualche sacrificio" affermai.
"Si, lo vedo" sbottò acido Malfoy, prendendomi il polso destro e mostrando una lunga cicatrice piuttosto fresca. Storsi la bocca, strattonando il braccio.
"Non è nulla, guarirà" risposi, e lui mi lasciò andare scuotendo il capo. "Non mi aspetto che tu capisca" aggiunsi sospirando.
"So che voi Grifondoro avete questo stupido senso di sacrificio"
"Cerco di dare un significato alla mia vita" risposi, e Malfoy rimase in silenzio, probabilmente rimuginando sulla mia affermazione.
Sospirai ancora, appoggiando le gambe su quelle del ragazzo che sobbalzò guardandomi stupito.
"Sei congelata" commentò, cercando di non sembrare troppo imbarazzato.
"Fa freddo"
"Non fa…" iniziò, ma si interruppe. Senza lasciargli il tempo di dire altro mi alzai dalla mia poltrona e mi posizionai sulla sua, o meglio, sulle sue ginocchia.
Malfoy, inaspettatamente, non fece altro che chiudere gli occhi e stringermi un po’.
  
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