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Autore: katyjolinar    04/10/2015    2 recensioni
Può un incidente far perdere le memorie di una vita, seppur giovane? Storia di una ragazza che ha perso sé stessa e deve ritrovare la sua strada
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Moccicoso, Testa Bruta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La primavera avanzò, colorando la natura dei colori allegri e caldi tipici del periodo.
Testa Bruta si riprese in fretta, tornando la ragazza serena e allegra di sempre, seppur più tranquilla e riflessiva, grazie all'esperienza della maternità.
I gemelli crescevano sani e forti, cominciando fin da subito di avere un bel carattere, un misto tra quello dei due genitori. Certo, Fandral tra i due era il più tranquillo, e Sif la più dispettosa, ma insieme erano due vere calamità, un po' come lo erano la madre e lo zio, ma con un pizzico di... Jorgenson in più!
Moccicoso si stava dimostrando un ottimo padre e un ottimo marito, ora che aveva recuperato tutti i suoi ricordi, e, seppur tornando ad avere alcuni dei suoi tipici atteggiamenti strafottenti che aveva prima dell'incidente, ora era più responsabile e dava molto più ascolto agli altri, soprattutto a Hiccup, con cui aveva instaurato un rapporto più rispettoso e fraterno, tanto che, da qualche settimana, il giovane Capo gli affidava molti ruoli di responsibilità, permettendogli di fare le sue veci in situazioni in cui era richiesta la presenza del capotribù.
Non mancava di stare con i figli e la moglie, a cui era molto legato, e giocava spesso con i due bambini, innescando in loro delle allegre risate; spesso i gemellini lo cercavano, facendo le feste quando lo vedevano rientrare in casa dopo una lunga giornata di lavoro, soprattutto Sif, la quale gli chiedeva spesso, a modo suo, di essere presa in braccio, e una volta accontentata, si divertiva a tirargli i capelli o le basette, e lui la lasciava fare, contento di sentirla ridere grazie a quei piccoli dispettucci che gli faceva.
Hiccup continuava il suo lavoro, anche se cercava di passare più tempo possibile con Astrid, che era quasi arrivata alla fine della gravidanza. Lei non poteva più muoversi da Berk, ma il ragazzo non poteva sottrarsi ai suoi doveri di capotribù, quindi, se non poteva delegare nessuno per le mansioni della giornata, chiedeva al cugino o a Testa Bruta di controllarla.
Per questo motivo, quella mattina, tutta la famiglia Jorgenson-Thorston, prole e cognato compresi, erano a casa Haddock: Hiccup aveva da fare, con Gambedipesce, in una delle isole vicine, per cui non poteva stare con Astrid, che, quel caldo giorno di inizio estate, aveva superato abbondantemente il termine della sua gravidanza.
La giovane donna cominciava ad essere preoccupata, poiché il bambino non accennava a nascere, nonostante la data fosse ormai passata, e questo non stava giovando alla sua salute, sia fisica che mentale. Aveva passato l'intera settimana in agitazione, aspettando un qualunque segno che le facesse capire che il travaglio era iniziato, ma senza successo.
In quel momento camminava attorno al tavolo della cucina, carezzandosi il pancione, mentre Testa Bruta si occupava del pranzo e Tufo e Moccicoso giocavano con i gemelli, per tenerli tranquilli.
Sif si era appesa alle basette del padre, e rideva, dondolandosi avanti e indietro, sostenuta dalle forti mani del moro, che ad un certo punto la presero meglio, per tirarla su e farle una pernacchia sulla pancia, cosa che fece andare la piccola in brodo di giuggiole. Ma le risate si fermarono, non appena Astrid passò davanti a loro, all'ennesimo giro attorno al tavolo.
"Cosa c'è, principessina?" domandò il giovane padre, guardandola preoccupato. Sif indicò la bionda, facendo un piccolo verso, così Moccicoso si rivolse a lei "Astrid, per favore, stai calma. Non ti fa bene agitarti, lo sai!"
"Lo so, ma... non ce la faccio..." si lamentò la ragazza, carezzandosi il pancione.
"Mio marito ha ragione." si intromise Testa Bruta "Hai sentito Gothi ieri: manca pochissimo, ma devi stare tranquilla se non vuoi che ci siano complicanze."
Astrid sospirò, mettendosi finalmente a sedere, accanto al moro. La piccola continuava a fissarla, tormentandosi una ciocca dei capelli corvini, prima di sporgersi a fatica verso la donna e carezzarle il pancione, con la sua minuscola manina. La ragazza sorrise, dandole un buffetto affettuoso.
"È proprio grosso, vero?" disse, scherzosa "Qui dentro c'è il tuo cuginetto... o la tua cuginetta, sai? Tu cosa preferiresti, piccola, un maschietto o una femminuccia?"
Sif la fissò ancora per qualche secondo, poi si strinse nelle spalle e si aggrappò alla casacca del papà, cercando altre coccole.
Nel frattempo, Tufo aveva restituito Fandral alla madre, poiché il piccolo aveva bisogno di essere cambiato, e osservava gli altri, con interesse. Dopo qualche secondo indicò la moglie del suo capo, dubbioso.
"Ehm... Astrid, sei per caso diventata improvvisamente incontinente?" chiese.
Astrid abbassò lo sguardo, seguendo il dito di Testa di Tufo, e rimase a bocca aperta, capendo ciò che stava succedendo.
"Oh, Dei! Mi si sono rotte le acque!" esclamò, prendendo il cugino per il colletto, prima di sussultare "Ed ecco una contrazione! Sta arrivando! IL BAMBINO STA NASCENDO!"
Moccicoso scattò in piedi, mettendo la figlia in braccio al cognato, e anche Testa Bruta lo raggiunse, facendo lo stesso con il figlio.
"Moccicoso, accompagna Astrid all'Albero della Vita!" ordinò "Io intanto vado a chiamare Gothi. Tufo, tu manda un Terribile Terrore a Hiccup e avvertilo di tornare al più presto, e occupati dei bambini!"
I due uomini annuirono, mettendosi subito al lavoro. Moccicoso aiutò l'amica ad alzarsi, poi, con calma, la condusse fuori, senza mollarla.
In poco tempo arrivarono nel bosco, fino alla grande quercia dove, circa tre mesi prima, aveva partorito anche Testa Bruta. Il giovane aiutò la bionda a sistemarsi, in attesa dell'arrivo della Druida, e la ragazza si mise in ginocchio di fronte al tronco, poggiando una mano sulla ruvida corteccia, mentre con l'altra si teneva il pancione.
"Vai pure, Moccicoso." sussurrò, mentre una nuova contrazione la faceva sussultare "Tra poco arriverà Gothi, sto bene."
"Ma non puoi stare sola..." obiettò Moccicoso, senza spostarsi di un passo.
"Qui non sono ammessi uomini, lo sai." lo ammonì lei, alzando lo sguardo "Anche il capotribù, o, in sua assenza, un suo delegato, deve stare a distanza di sicurezza."
"Va bene, allora starò a distanza di sicurezza, ma se hai bisogno chiama." acconsentì l'altro "Hiccup non c'è, ma so come si sentirà appena arriverà qui, è meglio se non state soli, davvero..."
La giovane donna sospirò. L'amico aveva ragione, Hiccup non avrebbe potuto farcela da solo, inoltre lui era il capotribù, e in quel momento non c'era, quindi era compito di Moccicoso fungere da suo sostituito. Annuì, infine attese che il moro si fosse portato a distanza di sicurezza, prima di cominciare a recitare le sue preghiere alla Dea Frigga.
Chiuse gli occhi e fece un respiro profondo, mormorando quelle parole che aveva imparato a memoria molto tempo prima, con la speranza che la contrazione successiva non fosse dolorosa come l'ultima che aveva avuto.
Dopo un po' sentì la mano di Gothi posarsi sulla sua spalla, alzò lo sguardo e incrociò quello della vecchia; con lei c'era anche Testa Bruta, che teneva tra le braccia una coperta e la camicia da notte della partoriente: Astrid doveva cambiarsi, così da facilitare la visita da parte della druida e qualunque altra operazione che avrebbe dovuto essere fatta in seguito.
Aiutata dalle due si rimise in piedi e si cambiò, rimettendosi poi a terra, con la schiena poggiata sul tronco dell'albero, per permettere alla vecchia saggia di controllarla.
"Dice che non sei ancora pronta." riferì Testa Bruta, leggendo i graffiti scritti dalla donna dopo il controllo "Ci vorranno ancora molte ore, cerca di rilassarti e riprendi a dire le tue preghiere."
Si mise in ginocchio, con la fronte poggiata sulla corteccia ruvida, e recitò nuovamente quella antica preghiera; le parole mormorate venivano ripetute ciclicamente, e dopo un po' la donna si estraniò dall'ambiente circostante, finché una nuova contrazione non la riportò alla realtà.
Sentì di nuovo la mano di Gothi poggiarsi sulla sua spalla, tranquillizzante, mentre il dolore andava lentamente scemando, e gli occhi vagavano attorno a lei; con la coda dell'occhio vide Bruta poco lontano, al limite del cerchio di sicurezza. Con lei c'erano altre tre persone: uno era Moccicoso, lo riconosceva perché era il più basso del gruppo, ed era l'unico con i capelli e le lunghe basette nere; il secondo aveva i capelli dorati, raccolti in una gran quantità di dreadlocks, per questo capì subito che si trattava di Testa di Tufo, il quale teneva in braccio i due nipotini, senza mollarli. Il terzo aveva i capelli castani, era alto e snello; avrebbe riconosciuto quella corporatura tra milioni: suo marito Hiccup.
Lentamente girò la testa, per guardarlo meglio. Era agitato, e da quello che riusciva a vedere voleva avvicinarsi di più, stare con lei, tranquillizzarla, non lasciarla sola. Incrociò il suo sguardo per qualche secondo; gli sorrise, sarebbe andato tutto bene, non doveva preoccuparsi.
Ma una nuova fitta interruppe quel silenzioso dialogo tra i due coniugi. La ragazza si voltò di nuovo verso l'albero, riprendendo le sue preghiere, non prima di aver visto il compagno scattare, allarmato, e venire saldamente bloccato dal cugino.
Il travaglio durò ore, e Gothi visitò nuovamente la partoriente quando il buio era calato ed erano stati portati dei lumi per far luce nella zona.
"Ci vorrà ancora un po'." riferì Testa Bruta, aiutando l'amica a sistemarsi meglio "Dice che devi cercare di riposare, ti stai dilatando, ma secondo i suoi calcoli il bambino non verrà alla luce prima dell'alba."
"Prima dell'alba?!" esclamò Astrid, che cominciava a dare segni di nervosismo "Cosa?! Così tanto? Non credo proprio di farcela! Senti un po', fai venire qui mio marito, voglio dirgli due parole sul fatto che potrà scordarsi di avere un altro figlio, se dovrò passare la notte fuori! E se fa storie giuro che gli taglio le pa..."
Una nuova contrazione interruppe quelle minacce, facendola tornare al problema principale. Respirò profondamente, chiuse gli occhi e posò la testa sul cuscino improvvisato fatto con alcune coperte portate dai concittadini, mentre Gothi la copriva per tenerla al caldo.
Cadde in un dormiveglia tormentato, interrotto periodicamente dalle contrazioni, ma, nonostante questo, la notte passò veloce.
La vecchia druida visitò nuovamente la ragazza alle prime luci dell'alba e, finalmente fece un cenno alla sua assistente; Testa Bruta annuì e si avvicinò al gruppo di uomini in attesa, ai quali si erano uniti anche Gambedipesce, Skarakkio e Stoick. Li guardò uno per uno, poi si rivolse al marito, seria.
"Devi portarla a casa sua, per completare il parto." disse.
"Vado io." si intromise Hiccup, facendo un passò avanti, ma la bionda lo fermò, poggiando una mano sul petto del Capo.
"No. Gothi ha chiesto espressamente Moccicoso." riferì "Ha appena avuto la tua stessa esperienza, quindi sa come ti sentì, ma allo stesso tempo ha la mente più lucida della tua."
"Tranquillo, cugino, tua moglie è in buone mani." lo rassicurò il moro, avvicinandosi di corsa alla partoriente, per prenderla in braccio e portarla a casa.
La ragazza li seguì, anticipando il resto del gruppo, che dovette attendere fuori dalla casa coniugale.
Hiccup era nervoso. L'attesa era stata lunga e snervante, e non era ancora finita; camminava avanti e indietro, di fronte alla porta di casa, inciampando di tanto in tanto nella protesi e tormentandosi con le mani il viso e i capelli.
Un urlo della moglie lo fece trasalire, il primo di una serie in successione. Si bloccò, sudando freddo e fissando quella porta oltre la quale non gli era consentito andare.
Ci fu un improvviso silenzio. Hiccup cominciò a tremare, temendo il peggio, finché, dopo qualche minuto, la porta non si aprì e Testa Bruta uscì, tenendo qualcosa tra le braccia.
Si avvicinò al giovane Capo, sorridendo, e si fermò di fronte a lui, per mettergli in braccio il fagottino che stava tenendo, con cautela.
Il castano la lasciò fare, abbassando lo sguardo su ciò che teneva tra le braccia.
"È una bambina..." sussurrò, osservando la neonata, mentre anche Stoick si avvicinava.
"Una bellissima bambina, figliolo." si congratulò il padre "E il prossimo che avrete sarà sicuramente un bel maschio, così da continuare la stirpe."
"Lei già continua la stirpe, papà." obiettò il giovane "Ma ne parliamo più avanti, ora voglio vedere Astrid."
Senza dire altro seguì Testa Bruta, che lo accompagnò dentro, dalla giovane madre.
   
 
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