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Autore: Eternally_Missed    04/10/2015    1 recensioni
Due amiche, Ilaria e Giulia, separate dalla geografia ma con una pagina bianca da scrivere insieme. La vita che corre su binari nuovi e imprevisti.
"C'è crisi per avere un posto fisso dentro le persone".
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ecco a voi il quarto capitolo.
Spero vi piaccia, se avete critiche o suggerimenti sono ben felice di accoglierli!
Buona domenica…
 

 

 
4.
 
 
 
Tre giorni dopo, insieme a Giuls varco la soglia di quello che sarà il mio studio d’ora in poi. Ampio, pieno di luce, con la giusta atmosfera, poster sparpagliati, insomma un po’ incasinato ma proprio per questo perfetto per me. Sono disordinata da sempre e sempre ribadisco che nel mio disordine c’è ordine. La mia camera da letto penso sia sopravvissuta ad ogni sorta di fase adolescenziale, dalla boyband del cuore, passando per l’attore fino ad arrivare alle serie tv. Un disastro, per la gioia di mia madre che pregava il cielo chiedendosi il perché di una figlia tanto disordinata. Bei tempi.
Sento bussare alla porta, mentre Giuls mi saluta dandomi appuntamento per pranzo. Poco dopo entra Simon con due persone al seguito. Sono i due terzi del team di cui faccio parte.
“Ilaria, ti presento Alex e Leslie.” mi spiega Simon brevemente “Lavorerete insieme per i progetti che ho in mente.”
“Perfetto, piacere mio. Non vedo l’ora di iniziare!” affermo osservando le tre persone nella stanza
“Mi piace questo entusiasmo, è quello di cui abbiamo bisogno. Adesso vi lascio alle vostre conoscenze.” si congeda lui per poi uscire. Non mi resta che familiarizzare con gli altri due, sperando di non farmi qualche figuraccia con l’inglese.
“Bene, eccoci qui. Chi di voi è il mago della grafica?” chiedo sapendo benissimo si tratti di Alex, grazie agli spoiler avuti da Giuls
“Oddio, mago mi sembra eccessivo. Diciamo che me la cavo, comunque.” afferma lui iniziando a grattarsi la nuca con la mano, gesto che trovo di una tenerezza infinita se accompagnato ad un lieve rossore sul viso
“Macchè, ho visto un paio di tuoi lavori e come fotografa non posso che ritenermi estremamente fortunata a lavorare nel tuo stesso team. Sarà fantastico! Invece Leslie, che dire, tu ed io saremo mente e braccio?” domando guardandola e invidiando i suoi ricci perfetti
“Esattamente, sono super eccitata. Ho visto le tue foto e credo saremo un’ottima squadra noi tre insieme.” ribatte avvicinandosi e alzando un palmo a mezz’aria “High five, ragazza!” esclama prima di battermi un cinque sulla mano destra. Sono fuori dal comune, originali e preparati. Già mi piacciono.
I giorni seguenti sono un susseguirsi di riunioni, visite a diversi uffici, strette di mano a persone nuove. Sto imparando a conoscere i luoghi in cui lavoro e mi stupisco di quanta gente possa esserci dietro un servizio del genere. Con Leslie ed Alex stiamo affrontando il primo incarico di squadra. Simon ha pensato ad un report di un musical, tanto per iniziare a farci le ossa. Si tratta di uno spettacolo itinerante, con ambientazione negli anni 20. Ci siamo divisi i compiti di fronte ad una fantastica tazza di tè: Leslie si occuperà della stesura dell’articolo, mentre alla parte grafica penseremo Alex ed io.
La sera, quando torno a casa, Giulia non è ancora rientrata. Così decido di preparare qualcosa di veloce e buono nell’attesa. Mezz’ora dopo, la mia amica chiude la porta dell’ingresso parlando animatamente al cellulare, alternando “mmm” a degli “ok, ci può stare”. Intuisco immediatamente si tratti di lavoro.
“Meno male, questa giornata è finita.” esclama subito dopo aver lanciato il telefono sul divano della sala “Sai, Ila, ti invidio. Non hai ancora a che fare con lo stress causato da dive e dalle loro assurde pretese.” prosegue lasciandosi letteralmente cadere sulla sedia di fronte a me.
“Che ti è successo?” domando ormai incuriosita
“Succede che devo andare ad un concerto e non ne ho voglia.” sbuffa
“Perché mai non ci vuoi andare?!” ribatto sempre più perplessa “Giuls, è il tuo lavoro!”
Già, lei è nel settore per cui venderei un rene pur di poterci lavorare: musica live. Ciò significa che vieni pagato per fotografare i concerti dei più grandi artisti che passano per Londra. Uno schifo, vero, assistere a dei live gratis?
“Hai ragione. È solo che si tratta di una band con cui ho lavorato già in precedenza.” si ferma facendo una smorfia di disgusto “Pessima esperienza. Li avevo dovuti intervistare prima del concerto. Il cantante non conosceva la parola sapone.” conclude facendomi morire dal ridere “Ma adesso, passiamo alle cose serie. Venerdì sera c’è una mega festa a tema, credo si debba andare mascherati o qualcosa del genere. Sono invitata e posso portare una persona…”
“Se pensi di portare me, quella è la porta.” affermo seria bloccando la sua malsana idea sul nascere, cosa che la fa infervorare ancora di più. Brava me, proprio.
“Guarda che è una fantastica occasione per conoscere gente!”
“Hai presente Mercoledì della famiglia Addams?” annuisce lei “Ecco, Giuls, mettile i capelli rossi come i miei ed otterrai il mio clone perfetto. Odio le feste, odio le maschere. Non sono mai andata al carnevale dalle scuole medie in poi, perché potevo finalmente scegliere di non indossare gli abiti rosa da principessa che mi venivano imposti da mia madre.”
“Che infanzia infelice hai avuto.” ride prendendomi in giro ed iniziando a fare gli occhioni come il gatto di Shrek
“Non funziona.”
“Ma non vorrai lasciarmi andare da sola spero! Pensaci bene, saresti mascherata, nessuno sarebbe a conoscenza del tuo viso. Su, coraggio. Ti concio per le feste!” cerca di persuadermi a cambiare opinione
“Mmm il tema sarebbe?” sondo un pochino il terreno “Giusto per capire di che morte devo morire a causa tua.”
“Il fantasy!” mi informa “Allora?”
“Solo perché si tratta di un argomento che mi sta molto a cuore, potrei cedere.” concludo scoppiando a ridere “E poi, perché sono contro l’abbandono di amiche.”
Giuls si mette a saltare di gioia correndo ad abbracciarmi.
“Shopping, necessitiamo di shopping. Volevo vestirmi da Cat woman, che ne pensi?” chiede a bruciapelo ed io come reazione allungo le braccia, sciogliendo l’abbraccio con lei per fissarla negli occhi e capire se sia ironica o meno. Purtroppo l’opzione è la seconda.
Così comincio a scuoterla dalle spalle, ripetendo in modo melodrammatico “Esci da questo corpo! Esci da questo corpo!”
“Ok, recepito il messaggio.”
“Giuls, per me puoi andarci in pigiama. Volevo solo prenderti in giro. Uno pari.” e subito mi becco un pugnetto sul braccio come ricompensa.
Il giorno dopo, mi butta giù dal letto tutta eccitata dalla prospettiva di una mattinata (e temo pure un pomeriggio) tra negozi vari. Ho il panico in ogni fibra del corpo al pensiero.
Non è esattamente il mio passatempo preferito fare acquisti nei settori abbigliamento. So cosa mi piace e che cosa no, quindi non mi soffermo generalmente sulle mode del momento. Vado a colpo sicuro, cercando di non snaturarmi. Non che non mi sappia vestire, sia chiaro: però se devo scegliere tra abbigliamento e libreria, scelgo la seconda opzione. La stessa cosa vale per i negozi musicali. Decidiamo di fare colazione al bar, con mia somma gioia. A pancia piena sono sempre più malleabile. Dopo il mio caffè con pasta dolce annessa, parte la caccia al costume. Non ho idea di come vestirmi in effetti, poi passando accanto ad una vetrina improvvisamente me fermo. Giuls non se ne accorge subito per cui è costretta ad indietreggiare di qualche passo.
“Uh, ma è perfetto per te! Entra a provarlo, su.” mi impone dopo aver visto l’oggetto dei miei desideri. Non me lo faccio ripetere due volte, entro in camerino e mi guardo allo specchio. Quello che vedo non mi disgusta, il che è già tantissimo. Mi è sufficiente per decidermi ad acquistarlo. Vado diretta alla cassa sotto lo sguardo divertito della mia amica, a suo dire incredula per la mia velocità nella scelta. Un quarto d’ora dopo, è il turno di Giuls, che sfortunatamente ha cambiato idea ogni momento passando da Cat woman a Wonder Woman e su mia insistenza, facendo un pensiero per i Teletubbies. Il disagio. Tuttavia entrando in un negozio di sua conoscenza, rimango affascinata dal reparto maschile che inizio a setacciare mentre lei si spreme le meningi nella ricerca del costume. Adocchio una felpa fantastica, va sempre a finire così. Un rapido sguardo a destra e sinistra, non vedo nessuno: allungo la mano e l’afferro, poi me l’appoggio addosso dondolando di fronte ad uno specchio verticale. Forse il colore non si abbina ai miei capelli: rosso su rosso, peccato.
“Ha bisogno di aiuto?” sento una voce maschile provenire dalla mia destra, facendomi fare un salto per lo spavento, mi volto lentamente e sorrido al commesso rifiutando gentilmente con la scusa di dare solo un’occhiata. Ho la tachicardia. Un momento dopo, sento una mezza risata provenire da uno dei camerini maschili posti accanto allo specchio in cui mi rimiravo. Mi sento spiata, un’infiltrata e mi innervosisco. Esce un ragazzo con una maglietta particolarmente vistosa per via di una tigre stampata sul petto. Non gli do peso, mi volto e rimetto la felpa al suo posto, tentando di svignarmela nel modo più dignitoso possibile.
“Serve un’opinione?” domanda lui alle mie spalle, frenando i miei propositi di fuga. Lancio un occhio al reparto donna, vedendo Giuls nei paraggi della cassa. Ottimo. Mi volto dando un rapido sguardo al giovane che mi osserva con un mezzo sorriso impertinente, in attesa di una mia risposta.
“Da un ragazzo che indossa i Rayban in un negozio con scarsa illuminazione, credo di non volere un’opinione.” ribatto facendogli una smorfia e lasciandolo di stucco, prima di uscire di corsa dal negozio con una strana sensazione.
Una volta fuori, vengo raggiunta da Giulia con uno sguardo indagatore.
“Nulla, Giuls. Mi stavo ammirando con una felpa da uomo, un ragazzo ha visto tutto e si stava prendendo gioco di me. L’ho chiuso malamente e sono uscita.” le spiego
“Almeno era carino?” domanda curiosa
“Aveva una maglia orribile. Per il resto, non so come dirti, ma ho avuto la stranissima sensazione di averlo già visto da qualche parte. Portava degli occhiali da sole, non c’era molto da vedere!” rispondo soddisfacendo la sua curiosità.
“Mmm sarà. Comunque, qui abbiamo finito. Pizza?” propone lei entusiasta ed io sono ben felice di acconsentire. Alla pizza non si dice mai di no.
  
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