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Autore: Ormhaxan    04/10/2015    2 recensioni
Inghilterra, 2013. Dexter Freeman è uno scrittore da cinquanta milioni di copie, o almeno lo era prima dell'uscita del suo ultimo romanzo, - quello che è stato definito un "Fiasco" da pubblico e critica - prima del divorzio e prima dell'alcool. Disilluso e oppresso da quella grande metropoli che è Londra, Dexter decide di rimettere insieme i pezzi della sua vita e tornare a Richmond, nello Yorkshire, dove tutto ha avuto inizio. Qui, in una città apparentemente ostile, cerca di liberarsi dai propri demoni, primo tra tutti l'alcool, e ritrova una vecchia amicizia - la sorella di quello che un tempo è stato il suo migliore amico - che gli stravolgerà la vita e, forse, gli farà ritrovare quella passione per la scrittura e la poesia che sembra aver perso.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Charlotte Harrison trattenne il fiato udendo il rumore di passi pesanti rimbombare sempre più forte nella tromba delle scale.
Si torturò le mani, come sempre faceva quando era nervosa, e inspirò profondamente osservando la figura slanciata di Cole salire l’ultima rampa e fermarsi sul pianerottolo a pochi passi da lei; i suoi capelli le sembrarono più lunghi di come ricordasse, il suo viso era ben rasato ma più pallido del solito, eppure i suoi occhi neri sprigionavano gioia nonostante la recente perdita paterna.

“Ciao, bimba! – la salutò annullando la distanza e, lasciata cadere con un rumore ovattato il borsone che stringeva nella mano destra, l’abbracciò – Mi sei mancata tantissimo.”
Charlotte si aggrappò alle sue spalle, i suoi occhi stavano iniziando a velarsi per il rimorso che in quei giorni la stava dilaniando, e mantenersi calma fu molto difficile.
“Mi dispiace…” iniziò ma lui la zittì immediatamente.
“No, niente scuse, quello che è stato è stato e non voglio più pensarci. – disse pacato – Abbiamo sbagliato entrambi, io ho detto cose che non pensavo, tu eri sconvolta: le emozioni ci hanno travolti ma la perdita di mio padre mi è servita per fare chiarezza e capire cosa voglio davvero.”
Charlotte sorrise appena, prendendogli la mano, e senza dire nulla lo condusse dentro il suo appartamento.
Se c’era una cosa che aveva fatto giusta, era quella di non consumare il rapporto con Dexter tra quelle mura, in quella casa che era il tempio della passione e dell’amore che la legava a Cole; in caso contrario non se lo sarebbe mai perdonato, il solo chiedergli di entrare sarebbe stato un doppio tradimento, e la vista del suo letto le avrebbe provocato la nausea.
“Devi essere stanco, - gli disse – vuoi farti una doccia? Nel frattempo posso preparare qualcosa da mangiare, una tazza di the caldo o qualsiasi altra cosa, ho anche dei biscotti…”
“Una doccia mi basta. – rispose prima di baciarla sulle labbra – Magari potremmo farla insieme, come abbiamo fatto una delle ultime volte, e dopo fare la pace come si deve nel nostro letto.”
Sarebbe stato bello accettare, così facile spogliarsi e fare l’amore con lui mentre fuori il sole tramontava, per tutta la notte; sarebbe stato bello dimenticare e far finta che nulla in quei giorni passati lontani fosse accaduto ma Charlotte sapeva che questo non poteva essere e che Cole meritava di sapere la verità e lei di essere odiata per quello che aveva fatto.
“No, meglio di no. – rispose – Credo, invece, che noi due dovremmo parlare prima di fare qualsiasi altra cosa quindi ora fatti una doccia calda e poi raggiungimi in soggiorno.”
Cole aggrottò le fronte, pensieroso e leggermente innervosito dalle inaspettate parole della sua ragazza, e dopo un momento di titubanza annuì e si chiuse in bagno senza aggiungere nulla.


La raggiunse venti minuti dopo, indosso solo dei jeans e una maglia grigio scuro, i capelli ricci ancora umidi.
Charlotte era seduta sul divano, tra le mani stringeva una tisana per rilassare i nervi, e notando la sua figura ferma sullo stipite della porta gli sorrise.
“Meglio?” domandò.
“Decisamente molto meglio. – rispose lui andandosi a sedere vicino a lei – Allora, dimmi, di cosa mi vorresti parlare?”
“Ti amo… - disse con voce tremante – E’ stupido, lo so, ma voglio che tu sappia che ti amo e che mi dispiace per tutto quello che è successo e tutto quello che ti ho fatto passare.”
“Charlie, credo di essere stato abbastanza chiaro quando…”
“Lo so, mi hai perdonato, anche questa volta ti sei dimostrato comprensivo e gentile, il migliore che io conosco, qualcuno che non merito.”
“Ma questo non è vero…”
“Sì invece! – esclamò più forte – Io non ti merito, io distruggo qualsiasi cosa tocco, sono una mela marcia che trascina sul fondo ogni persona che cerca di salvarmi.
Quando te ne sei andato ho pensato di impazzire, anche respirare faceva male, e stare in questa casa era insopportabile: così ho iniziato a camminare senza meta – continua – e senza sapere come sono arrivata al fiume. Non so per quanto tempo sono rimasta là, ma ad un certo punto ho sentito una voce e Dexter…”
“Dexter? – Cole sgranò gli occhi e la sua voce non fu affatto accomodante – Cosa c’entra quel tizio in tutta questa storia?”
“Lui… - prese un respiro profondo – Quando mi ha trovato ero in lacrime, così mi ha calmata e riportata a casa, si è assicurato che stessi bene.
Ma non stavo bene, non quel giorno, non dopo tutto quello che era accaduto: avevo bisogno di bere, volevo un sorso di qualsiasi cosa contenesse alcool, e stavo per scendere e andare a comprare una bottiglia quando ho capito che sarebbe stato un grosso errore.
Nonostante questo, però, non potevo restare sola e così…”
“Sei andata da lui… - concluse al posto suo – E immagino che lui ti abbia fatto accomodare, consolata magari, e tu…”
“Cole, io… - le lacrime finalmente sgorgarono – Mi dispiace, giuro che mi dispiace, che non avrei mai voluto farti una cosa simile!”
“Tu… - Cole chiuse gli occhi cercando di reprimere la rabbia – Ci ha scopato! Non ero andato via da neanche un giorno e tu ti sei lanciata tra le braccia della tua prima cotta adolescenziale e ti sei fatta scopare. Cazzo!”
“Ho sbagliato, lo so, non ti meritavi un trattamento del genere ma la verità è che nonostante il mio amore per te provo qualcosa per lui…”
“Taci, ti supplico! – urlò quasi alzandosi e allontanandosi da lei – Sei davvero un’ingrata, ecco cosa sei, e io stronzo che sono tornato con la coda tra le gambe e l’intenzione di chiederti di sposarti.”
“C-cosa?” il cuore di Charlotte sembrò fermarsi nel petto.
“Esatto, Charlotte, sposarti! – ribadì – Ho comprato un cazzo di anello, lo tengo nel borsone, e domani sera avrei voluto portarti fuori a cena e chiederti di diventare mia moglie. Ma tu, a quanto sembra, preferisci gli scrittori tormentati e falliti.”
“Io… - si morse un labbro – Mi dispiace, mi dispiace, lo giuro.”
“Avresti dovuto pensarci prima, non credi? – sorrise sarcastico – Almeno dimmi che non avete fatto sesso sotto questo tetto, nel nostro letto.”
“No, mai, non avrei mai…”
“Sono stanco di sentire le tue scuse, le tue parole ipocrite, stanco di te. – le diede le spalle, riprese il borsone e afferrò la giacca – E’ finita, Charlotte, ho chiuso con i tuoi casini e la tua ingratitudine.”
“Aspetta, non andartene, - Charlie tentò di seguirlo e farlo ragionare – Cole, aspet…”

Il rumore fragoroso della porta che si chiudeva sbattendo a pochi passi da lei e la figura di lui che lasciava probabilmente per sempre l’appartamento senza esitare neanche un momento furono per la ragazza peggio di una coltellata in pieno petto.


 

**



Non versò neanche una lacrima. Non perché non volesse, anzi piangere avrebbe probabilmente reso tutto più facile, ma perché non ci riusciva.
Sembrava essere caduta in uno stato di apatia, non riusciva a provare niente, se non un enorme vuoto al centro del suo petto: Cole era andato via e sembrava aver portato con lui ogni sua più piccola emozione e voglia di vivere.
Potrei andare da Dexter, pensò, magari vederlo e parlare con lui potrebbe farmi bene.
No, andare da lui e farsi consolare sarebbe stato l’ennesimo errore, un errore che lei non avrebbe commesso.
Doveva stare lontana da lui, doveva prendersi una pausa da quella sua vita, andare via.
Via, certo, ma dove?
Suo zio aveva una fattoria in Scozia, non troppo lontano da Inverness, allevava la tipica razza bovina degli Highlander e passare con lui la primavera e magari anche l’inizio dell’estate non sembrava una così cattiva idea.
Allontanarsi da tutto e da tutti, ritrovare se stessa nella natura, capire finalmente cosa – meglio ancora dire chi – il suo cuore volesse davvero.
Cole avrebbe mandato avanti la pasticceria se lei si fosse tirata indietro, dopo tutto il Sunflower era nata come creatura sua e di Matt, ed era giusto che fosse lui a portarla avanti e farla crescere.
Dexter, d’altra parte, avrebbe sicuramente capito e accettato la sua decisione: anche lui era scappato da Londra, giunto a Richmond in cerca di pace, anche se lei aveva sempre avuto il timore – un timore che ora era divenuta certezza – di aver distrutto quel suo sogno pacifico con i suoi problemi e la sua sola presenza.

“Non c’è altra scelta…” sussurrò nel silenzio della stanza, e alzatasi dal divano prese coraggio e si avviò verso l’appartamento di Dexter, pronta ad affrontare anche lo scrittore.


 

**



“Posso aiutarla?”
Charlotte fu presa completamente alla sprovvista quando ad aprirle la porta di casa di Dexter non fu quest’ultimo ma una ragazza con i capelli rossi vestita con una maglia troppo larga per lei e dei pantaloni della tuta.
“Io… - tentennò senza sapere bene cosa dire o cosa pensare – Cercavo Dexter.”
“E’ uscito un’ora fa, la sua consueta corsa serale non dura più di un’ora e mezza di solito, quindi credo che tornerà a momenti. – le sorrise – Ma perdona la mia scortesia: io sono Andrea Edwards, l’assistente di Dexter.”
“Charlotte Harrison. – rispose la ragazza stringendole la mano – Sono un’amica.”
“Sì, Dexter mi ha parlato di te, della tua pasticceria e della vostra amicizia.”
Non sapendo bene perché, Charlie si sentì infastidita da quella rivelazione, sapendo che quella sconosciuta sapesse praticamente tutti di lei e che fosse stato proprio Dexter a raccontarle della sua vita e i suoi segreti.
Lui, dopo tutto, non aveva mai parlato di questa sottospecie di assistente venuta certamente da Londra – il suo accento era sfacciatamente cockney, tipico della City – in quasi un anno passato insieme.
“E cosa la porta qui a Richmond? – chiese curiosa – Non si vede spesso un londinese nella nostra città, voi di solito preferite rimanere a sud, in Cornovaglia o nel Kent.”
Andrea sorrise algida: “Dexter è un caro amico, volevo accertarmi delle sue condizioni, ricordargli cose che aveva dimenticato.”
“Capisco… - Charlotte abbassò per un attimo lo sguardo: Dexter aveva ancora una vita lasciata in sospeso a Londra, questo era innegabile, e probabilmente quella ragazza sarebbe riuscita nel suo intento di riportarlo nella City. Quella parte della vita dello scrittore era completamente sconosciuta per lei, Dexter non ne parlava mai, ma entrambi sapevano che esisteva e che un giorno lui avrebbe lasciato nuovamente Richmond.
Ma, ad essere onesti, anche lui non sapeva nulla o quasi della sua vita a Parigi, della sua vita in quegli ultimi dieci anni e se non fosse stato per il doloroso ricordo di Matt e l’affetto che un tempo li aveva legati probabilmente sia lui che lei avrebbero continuato con le loro vite senza degnarsi di un secondo sguardo. – Potresti dirgli che sono passata per salutarlo, che tra qualche giorno ho intenzione di partire, lasciare Richmond per qualche tempo?”
“Non dovresti farlo tu? – chiese perplessa Andrea – Dopo tutto Dexter è tuo amico.”
“E’ meglio di no, fidati. – fece un passo indietro – Digli che gli auguro tutto il meglio e che mi aspetto grandi cose da lui.”

Andrea annuì, osservando quella strana ragazza sorriderle prima di voltarle le spalle e sparire imboccando la rampa delle scale, ed egoisticamente pensò che dopo quella strana conversazione sarebbe stato molto più semplice riportare Dexter a Londra.  



*



Angolo Autrice: Salve, gente! Aggiornamento che arriva prima del previsto, ma ci tenevo a pubblicare questo capitolo, un capito che definirei chiave per la conclusione di questa storia. Charlotte ha finalmente scelto se stessa, ha realizzato che per capire cosa vuole davvero deve allontanarsi per un tempo non ben definito, dare anche a Cole e Dexter tempo e modo per fare le loro scelte.
E, niente, spero che vi sia piaciuto e ringrazio ancora una volta tutti voi che leggete in silenzio, seguite e recensite.

Alla prossima,
V.
  
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