10. Capitolo
‘Lei ci crede a questo? A un fuoco
inestinguibile che ti divora eternamente.’
Leda fece un profondo sospiro nel
varcare l’enorme e minaccioso cancello della Contessa Brithe,
voleva a tutti
costi far felice Richard nell’accompagnarlo a
quell’evento ma dentro di se
sentiva un profondo turbamento per quel pomeriggio. E non era dettato
solo dal
fuoco ma da qualcosa che la spingeva a credere che quella giornata
avrebbe
cambiato profondamente la sua vita. Si destò dai suoi
pensieri quando Richard
le toccò dolcemente la mano per poi portarla sotto il suo
braccio per
accompagnarla.Sorrise,pensando che quell’uomo poteva davvero
essere la sua
salvezza. Da quando era sotto la sua protezione,si sentiva viva,si
sentiva
finalmente amata.
“Continuo a pensare di avervi fatto
un
grande torto a portarvi qui,mia piccolo Leda.” Richard le
accarezzò la mano
continuando a camminare per il parco della Contessa mentre la gente li
guardava
incuriositi. Sembrava che il mondo non avesse altri occhi che per loro
e
Richard sapeva che quegli sguardi non avevano nulla di benevole.
“Non vi preoccupate per me,se mi
starete
vicino,non avrò paura di nulla.”
Ad un tratto Richard si fermò
parandosi
davanti a lei e prendendola per le spalle per poi depositarle un
semplice bacio
sulle labbre. Leda lo guardò ancora stupita quando si
staccò da lei sorridente
e divertito dalle chiacchiere delle persone che avevano vicino.
“A costo della mia vita.” E
le
accarezzò le guance lisce e colorate di rosso per il gesto
che aveva appena
compiuto. Quella ragazza gli faceva fare delle cose che mai avrebbe
pensato di
fare in vita sua. Prenderla di sorpresa e baciarla davanti ad un
pubblico
infido e chiacchierone non era esattamente nei suoi modi. Ma in quel
momento
volveva farle capire che davvero avrebbe sacrificato la sua vita per
lei. Nonostante
tutto,nonostante avesse preso Leda per altri scopi,si ritrovava ad
essere
profondamente innamortato di lei. La rimise sotto il suo braccio
pregando Dio
che il suo piano si sarebbe rilevato vano. Che il suo piano si sarebbe
fermato
li.
Pregò Dio che lei non ci avrebbe
preso
gioco.
Dal canto suo,Leda,era presa da tutti
altri pensieri mentre si sentiva spingere fino alla dimora della
Contessa. Si sentiva
felice,non si sarebbe mai aspettata un gesto così intenso da
Richard. Forse era
davvero arrivato il momento di firmare quel contratto. Il mese ormai
era quasi
arrivato alla fine e lei non era più animatada sentimenti di
odio e restrizione
della sua libertà verso di lui. Ormai lo amava e sentiva che
Richard
rappresentava la sua aria,la sua vita. Si girò verso di
lui,verso il suo
portamento fiero mentre con orgoglio la presenteva al mondo. Si sentiva
finalmente di appartenere a qualcuno. Si sentiva fiera. Ma quel
sentimento ebbe
un brusco cambiamento quando vide Robert da lontano che parlava con una
donna. Il
suo cuore accelerò senza sapere il perchè.
Stavano per entrare in casa quando
all’improvviso si bloccò e si girò
verso di loro. Vide Robert guardarla con
freddezza mentre la donna vestita di un blu gelido se ne andava a passo
svelto.
“Leda,cosa succede? Volete forse
andare
via?”
Richard la guardò preoccupato
vedendo
il suo viso essersi
fatto pallido all’improvviso.
“No,Io…no,sto bene.
Entriamo?” si sforzò
di sorridere mentre sentiva dentro di se l’angoscia prelevare
sulla felicità
provata fino a pochi istanti fa.
***
“Tesoro,forse dovresti smettere di
civettare con Lord Hermes e andare a salutare la tua futura ricca
Cugina.” La giovane
donna guardò prima sua madre e poi la direzione che puntava
il suo sguardo. Un
senso di invidia invase il suo corpo quando vide sua cugina Leda in un
maestoso
abito pomeridiano che non riuscì nemmeno a decifrarne il
costo per quanto fosse
elaborato. Nascose il suo disgusto nel vederla facendo comparire un
sorriso di
gioia e per poi andare da lei a braccia aperte per salutarla.
“Mia Dolce Leda,giuro che ho faticato
a
riconoscervi. Se non fosse stato per mamà non avrei mai
detto che quel topino
di mia cugina fosse…” Aghata non riuscì
a proferire parola nel vederla così
radiosa. Sembrava che la vita con quell’uomo
l’avesse resa bella e desiderabile
e non potè negare quanto si stesse facendo rodere dalla
fortuna che era
capiatata a sua cugina. Non solo aveva un uomo bello e ricco ma dal
modo che
avevano di guardarsi,Aghata intuì che tra di loro
c’era un grande sentimento
che li univa.
“Aghata,vi credo sulla parola e devo
dirvi che anche io vi avrei a stento riconosciuta,ma per il semplice
fatto che
il vestito non vi rende giustizia. Se non erro è lo stesso
che avete usato al
ricevimento di Lady O’donnel?” e Leda
indirizzò il suo sguardo vittorioso verso
di lei. Se c’era una cosa che amava sua cugina,era quello di
apparire sempre in
spledida forma e con un vestito diverso ogni ora. Si chiese come mai
non avesse
messo a disposizione il suo patrimonio per prendere un vestito nuovo ma
alla
fine non si pose altre domande perchè l’interesse
per la sua maligna cugina era
al pari dello zero.
“Richard,caro,vi ricordate di mia
cugina Aghata?” Gli occhi di Richard si fecero due fissure
quando la prese ad
osservare e Leda per poco non scoppiò a ridere nel vedere il
viso livido della
cugina per quella mancanza di tatto.
“Oh,certo,si. Scusatemi ma quel
giorno
avevo occhi solo per Leda e non ricordavo altre dame.” Leda
diede un pizzico
sul fianco di Richard per fargli capire che forse era meglio finirla
lì se non
volevano vedere la faccia di Aghata esplodere da un momento
all’altro. Richard si
portò le braccia dietro la schiena e rivolse uno sguardo da
finto spaesato a
Leda per poi farle l’occhiolino facendola quasi ridere.
“Ma mia cara quasi cugina,ricordo con
un certo impeto vostra madre.” Lo sguardo di Richard
cambiò subito nel vedere
la donna paffuta circondata in un pomposo abito viola che non faceva
che
rendere poco piacevole la sua già sfortunata figura.
“Se mi scusare,vado a salutarla e le
porterò
i vostri saluti.” Richard la baciò sulla fronte
impedendole così di replicare
sul perchè le avesse impedito di andare con lui a salutare
sua zia. Lo vedi
salutarla con un inchino per poi posarle una mano sul braccio per
indicarle un
posto dove seguirlo. Leda li guardò uscire dalla sala e si
chiese il perchè
Richard l’avesse abbandonata li con Aghata quando le aveva
promesso che le
sarebbe sempre stato accanto. E soprattutto perchè avesse il
bisogno di parlare
con sua zia in segreto.
“Strano,cosa vorrà mai da
mamà?”Anche
Aghata aveva fatto il suo stesso pensiero e stava quasi per seguirli
quando
dalla porta entrò Robert.
“Buonasera,signore e signori. Non
sapete che piacere è per me partecipare a questa
festa.” E detto questo si
scolò mezzo bicchiere di vino bianco che gli era stato
appena servito.
“Giusto cielo,ma che individuo
riprovevole
e per di più ubriaco ad un evento così
importante.” Aghata aprì il ventaglio e
prese a sventolarsi come se da un momento all’altro potesse
svenire per le
parole pronunciate dal ragazzo. Leda deglutì rumorasamente
quando lo vide
avvicinarsi a lei e per un attimo ebbe paura nel vedere i suoi occhi
annebbiati
da un oscurità che non riusciva a capire. Il Robert dolce e
gentile che aveva
conosciuto era sparito e in quel momento si chiese se il suo
atteggiamento era
dovuto alla donna che aveva visto con lui nei giardini.
“Miss Leda,non credevo davvero che
sareste venuta qui.” E le prese con violenza la mano per poi
portarsela alla
bocca e baciarla.
“Siete ubriaco…”
riuscì a pronunciare
con una punta di delusione nel vedere quanto fosse scialbo in quel
momento.
“E’ un Vostro amico?Dovevo
immaginarlo….”
Disse puntigliosa Aghata riparandosi il naso dall’odore poco
gradevole che
veniva dall’uomo.
“Non smettete mai di sputare
velendo,cugina?”
“Oh,Leda. Vorrei avere abbastanza
veleno per annientarvi ma non ce ne sarà
bisogno.”e con uno strano bagliore
nello sguardo si congedò da loro dicendogli che li avrebbe
aspettati per il
grande spettacolo del fuoco. Leda si chiese cosa volesse dire con
quelle parole
ma fece finta di nulla tornando a preoccuparsi per Robert che nel
mentre si era
preso un altro bicchiere di vino.
“Non pensate di aver bevuto
abbastanza?”
e con la mano cercò di prenderglielo ma lui in un colpo
secco buttò giù anche
quello per poi scoppiare a ridere.
“Siete troppo buona a preoccuparvi
per
me,davvero,non lo merito.”
“Siete mio amico,come non
potrei?”
Robert a quelle parole si sentì
ribollire il sangue. Avrebbe volute seguire l’istinto e
prenderla per
strangolarla per il dolore che sentiva. Come poteva essere
così crudele? Come
poteva recidere il suo cuore con tanta ingenuità?
Sentì la testa farsi pesante
e per poco non cadde per terra se Leda non lo avesse sostenuto per poi
aiutarlo
a camminare fino a fuori.
“Forse un pò
d’aria vi farà bene.” E con
dolcezza lo fece depositare per terra facendolo appoggiare ad una
grande
quercia. Robert si sentiva come quando saltava da un muretto
all’altro. Quel senso
di volteggiare in aria ma senza più avere la percezione di
toccare terra.
“Niente può farmi
bene…” sussurrò e
Leda potè notare quanto Robert in realtà fosse
triste e dsiperato e in quel momento
le tornò in mente l’incontro con la donna.
“Robert,io vi ho visto. Vi ho visto
con
una donna prima. E’ per caso lei la causa del Vostro
malessere?”
Leda rimase sorpresa dallo sguardo
lucido che per un attimo aveva attraversato gli occhi di Robert.
Notò la bocca
aperta come per dire qualcosa ma non riuscì a pronunciare
nulla per una paura
che lei non riusciva a capire. Gli sorrise dolce per fargli capire che
non c’era
nessun bisogno di avere.
“Robert,a me potete dirlo. Siete
innamorato
di quella donna?Vi ho visto così provato subito dopo il
Vostro incontro e
magari è per quello che siete così turbato da un
paio di giorni. A me potete
dirlo,siamo amici. Magari potrei aiutarvi se ci fosse qualche problema.
Potrei
parlarle a lei di quanto voi siete speciale, posso
farlo,davvero.” Gli prese la
mano per dare maggiore incitamento alle sue parole ma mai si sarebbe
aspettato
che Robert preso da uno scatto di ira la spingesse violentemente per
terra per
allontanarlo da lei.
“Siete la più spregievole
delle donne.
Andatevene.” Gli urlò.
“Non
capisco…volevo…vi
prego...”provò a
dire dispiaciuta non riuscendo a capire il perchè di tanta
violenza.
“ANDATE
VIA…”urlò così forte che
Leda
si alzò di scatto per correre via da lui. Corse
così tanto che non sentì le voci
eccitate intorno a lei per l’evento dell’anno. Si
fermò ancora in forte
agitazione per quanto era accaduto.
Si fermò nel momento esatto in cui
la
giornata del fuoco era stata annunciata.
Si fermò nel momento esatto in cui
sua
cugina Aghata la guardò trionfante mentre appicciava il
fuoco sul pianoforte di
quercia appartenuto a sua madre.
***
“Di cosa mi state accudando,Mr
Armitage.” La voce della donna rombò per la stanza
quando vide lo sguardo
accusatorio dell’uomo rifarle per la quinta volta la stessa
domanda.
“Vi ribadisco che non è un
accusa. Forse
vedete troppe cose nella mia semplice domanda.” E
girò il liquido scuro che
aveva nel bicchiere senza mai perdere lo sguardo della donna come se
fosse la
sua preda.
“Bene,penso che questa sciocca
conversazione
sia durata anche troppo. Con questo,vi saluto.” Si
alzò faticosamente sentendo
il bisogno di andare via dal pericolo che sentiva. A Richard bastarono
due
passi per andare verso la porta e impedire all’anziana donna
di uscire. Ogni volta
che la guardava provava ribrezzo e lo stesso sentimento era rivolto
anche alla
figlia. Quelle donne gli erano sembrate due avvoltoi,pronti a
sacrificare la
vita di Leda come se non valesse nulla. Ma ora i giochi erano
finiti,adesso c’era
lui che avrebbe preservato per sempre su di lei.
“Lasciatemi,signore o
inizierò ad
urlare.” Disse impaurita.
“Non è da signore urlare
come una
scimmia,signora.Vi faro per l’ultima volta la stessa domanda.
Cosa ne è stato
del patrimonio di Leda?”
Vide la donna irrigidirsi a quella
domanda e seppe che c’era qualcosa che non andava quando vide
delle goccioline
presentarsi sull’ampia fronte della donna.
“Ve l’ho già
spiegato, i suoi genitori
persero tutto in una speculazione. Ho cresciuta quella ragazza con i
miei
soldi.Quei due sventurati non le hanno lasciato un soldo.”
Richard si avvicinò
al viso della donna sentendo come il suo cuore aveva preso a correre
per la
paura di quella vicinanza.
“Oh,allora perchè ci sono
dei documenti
che attestano che voi eravate in banca rotta ancora prima di avere Leda
nella
vostra casa. Perchè state cercando di mentirmi?”
Stava per prendere il collo della donna
e farle sputare tutto quando sentì un servitore urlare il
suo nome. Spaventato uscì
dalla stanza dimenticandosi della donna e chiedendo il
perchè lo stavano
cercando.
“Signore,la vostra fidanzata
è come
impazzita. Si è gettata nel fuoco.”
Richard non disse una parola e corse
verso il luogo in cui stava avvenendo il fatto. Sentiva le gambe
tremare per le
parole che gli aveva detto il servitore. La sua Leda,nel
fuoco.Sentì la
disperazione farsi strada nel prendere atto che forse la sua Leda era
peduta. Che
perderla significava perdere la sua vita.
“Leda…”
urlò spintonando la folla che
guardava perplessa la scena e si chiese perchè nessuno
facesse niente e poi la
vide. Vide i capelli sciolti lasciati al vento che il fuoco aveva
provocato. Il
suo vestito farsi a brandelli e la mani nel fuoco che cercavano di
salvare
qualcosa. Nessuno si era avvicinato per salvarla. Tutti erano
terrorizzati da quel
momento e dal perchè Leda per quanto fosse nelle fiamme,non
aveva preso fuoco.
Angolo autrice:
Ta-dan.
Ok,pura cattiveria nel lasciare così
il
capitolo ma era diventato davvero troppo lungo e non volevo svelare
tutto in un
solo capitolo!!!
Ebbene,Robert ormai è nella totale
pazzia. Richard nel totale e perduto amore e Leda nel fuoco.
Come andrà tra questi tre?
Devo dire che i personaggi hanno preso
troppa libertà e sembra quasi che la vivino da soli senza
interpellarmi sul da
farsi…vabbè….momento di sclera della
scrittrice.
Spero che questo capitolo vi piaccia e
spero che continuerete a seguirmi.
Un grazie speciale a chi commenta!!! :)
Grazie e a presto.