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Autore: Vanisher    04/10/2015    5 recensioni
(Dal capitolo 3)
- Dopotutto, è impossibile dimenticare una persona dall'oggi al domani. Sopratutto se quella persona è Tom Kaulitz -
Le sue parole sono maledettamente vere quanto dolorose.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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SEI RIDICOLO, TOM, SEI ASSOLUTAMENTE RIDICOLO!






La Blue Hause è chiamata così per le luci al neon azzurre che illuminano interamente il locale, e anche per l'arredamento completamente sui toni del blu. Non è male, è come trovarsi in una stanza sottomarina e appena varcata la porta del locale diventi automaticamente blu come un puffo. 
Chantelle è divina nel suo vestito aderente lungo fino alle ginocchia a righe nere e grigie, le maniche lunghe fino al polso le fasciano le braccia magre e la scollatura ovale mette in risalto il seno generoso. I capelli biondi e boccolosi sono stati raccolti in una coda alta sulla nuca, qualche ciocca ribelle le incornicia il viso marmoreo rendendola ancora più bella. 
La sua mano laccata di rosso si chiude attorno al suo Long Beach Iced Tea. Sembra reggere molto bene l'alcool, anzi sembra non sentirlo affatto, come se stesse bevendo un semplice bicchiere d'acqua - Allora, cara, ti stai divertendo? - mi domanda, alzando la voce per farsi sentire attraverso le note insistenti di Don't You Worry Child.
Annuisco freneticamente, buttando giù tutto d'un fiato il mio Telford. Sarà il terzo bicchiere che butto giù, questa sera? Non è da me esagerare con gli alcoolici, ma la tensione che mi si è accumulata in corpo finito l'ennesimo litigio con Tom è talmente tanta che un semplice bagno caldo non è riuscito a neutralizzarla. 
Il liquido amarognolo corre nella mia gola, lasciando una scia di piacevole bruciore che si spegne poco dopo, e il mio corpo e la mia mente ne chiede insistentemente ancora e ancora. Poggio il bicchiere di vetro sul piano del lucido bancone blu, attirando l'attenzione del giovane barista - Un altro Telford, grazie -
Chantelle si sporge verso di me dal suo alto sgabello, guardandomi curiosa - Cosa c'è lì dentro? - mi chiede, riferendosi al cocktail che mi sta facendo compagnia dall'inizio della serata.
Scrollo le spalle - Rum bianco, rum scuro, Tequila, Cointreau, Apricot Brandy, succo d'arancia, Bitt ... - comincio ad elencare, contando i diversi ingredienti sulle dita di una mano mentre l'altra torna ad afferrare il bicchiere di vetro che è stato nuovamente riempito dal barista. 
La bionda ridacchia sarcastica, mentre sorseggia elegantemente il suo cocktail - Leggero, insomma. Hai per caso litigato con qualcuno, oggi pomeriggio? - 
Butto giù anche il quarto bicchiere - Con Tom. Come sempre -
- Ora capisco - sospira Chantelle, posando il suo bicchiere vuoto sul bancone e rivolgendomi un'occhiata allegra - Andiamo a ballare, cara? -
- Andiamo! - esulto balzando dal mio sgabello, ma appena poso i piedi per terra la testa comincia a pulsare dolorosamente e il locale mi gira attorno vorticosamente, come se fossi su una giostra. Mi aggrappo con entrambe le mani al bancone, chiudendo gli occhi nel tentativo di scendere da quella giostra immaginaria.
Forse ho bevuto troppo.
Chantelle mi si avvicina premurosamente, cingendomi la vita con un braccio nel tentativo di sorreggermi. Le sue labbra colorate si posano sul mio orecchio, in modo che possa sentirla nonostante la musica assordante - Ti senti bene, cara? -
- Sì, mi sono alzata troppo in fretta - riapro gli occhi, il mondo sembra girare molto più lentamente. Le sorrido rassicurante - Andiamo! -
La mia amica bionda mi prende per mano e mi trascina attraverso il mare di corpi sulla affollata pista da ballo, migliaia di persone che ballano a ritmo di musica. Abbiamo perso le sue amiche a inizio serata, e probabilmente le ritroveremo alla fine, quando dovremo tornare a casa. Ci facciamo spazio in mezzo ai corpi sudati e scatenati, in mezzo a coppie che si baciano come se non ci fosse un domani, persone che bevono drink più alcoolici dei miei, persone che per qualche ora si dimenticano del mondo e vivono la notte così come si presenta. 
Chantelle balla sensuale, centinaia di ragazzi posano i loro occhi su di lei, che non li degna minimamente di uno sguardo mentre cerca di coinvolgere anche me. Mi lascio trasportare dalle note decisamente alte di That Power, ancheggiando insieme alla mia amica muovendo le braccia e gambe a ritmo di musica, una solitaria danza sensuale che non prevede nessun accompagnatore.
Due forti mani si posano sui miei fianchi, interrompendo la mia danza. Mi volto, e trovo Luke, il fratello di Chantelle. Un bel ragazzo, molto simile a sua sorella in bellezza e sensualità. I capelli biondissimi e corti, pettinati all'indietro con quintali di gel, mette in mostra i denti bianchissimi mentre mi indirizza un sorriso cordiale e smagliante. Assomiglia molto al Ken delle Barbie, stessa perfezione, stesso fisico palestrato simile a plastica, stesso look alla moda e dai colori sgargianti. Indubbiamente un bel ragazzo, ma decisamente non il mio tipo.
I suoi occhi azzurri, molto simili a quelli di Chantelle, percorrono il mio corpo da cima a fondo, soffermandosi sulla morbida curva del seno - Sei bellissima - mi sussurra con fare sensuale.
Sorrido, compiaciuta del complimento. Il vestito che indosso è tra i tanti che Chantelle ha insistito nel farmi comprare, ma è il più sobrio e il più semplice. Di un bellissimo e lucido grigio perla, la scollatura ovale che mette in mostra una piccola porzione del mio seno, lungo fino a coprire le cosce, molto simile a una maglietta con l'unica differenza che è aderente e terribilmente sexy. Le sottili calze nere coprono le mie gambe, slanciate dalle scarpe chiuse col tacco alto. Inizialmente barcollavo su quei trampoli, ma a furia di bere Telford è diventato facile come indossare un semplice paio di scarpe da tennis.
Mi passo una mano tra i capelli lisci e sottili, mentre Luke mi cinge entrambi i fianchi con le braccia possenti e spalma il suo corpo sul mio, prendendo a ballare con me. Non sarà Tom, ma è comunque un gran bel ragazzo, gentile e carismatico. E' arrivato il momento di mettere un punto al capitolo Tom e cominciarne uno nuovo, e magari Luke è la persona adatta con cui cominciarlo. 
Gli cingo il collo con entrambe le braccia, l'alcool mi fa sentire leggera come una piuma e un sorriso d'ebete mi si stampa sulla faccia. La mente mi si svuota, le braccia di Luke sono l'unica cosa a sostenermi. Tutto mi sembra così distante, così surreale, come se mi trovassi dentro una bolla trasparente che mi consente di vedere quello che mi accade intorno, ma non mi permette di realizzarlo. 
Ho decisamente esagerato con l'alcool.
- Scollati, è già impegnata -
Una voce arriva ovattata alle mie orecchie, Luke smette di ballare con me. Peccato, eravamo così vicini dal baciarci. Lo vedo voltarsi, contrariato e scocciato dall'interruzione - Davvero? Da quel che ricordo l'hai lasciata, Tom -
Tom? Quel Tom? 
- Ho intenzione di riprendermela, quindi levati -
- Avresti dovuto pensarci prima -
- Te lo ripeterò di nuovo, Ken : levati. Lei è mia -
Le braccia di Luke scivolano via dal mio corpo, mi sento precipitare. Ma invece di accasciarmi a terra, mi accascio contro il petto di qualcuno. Due forti e familiari braccia mi circondando possessive, protettive come uno scudo. Un profumo familiare, così intenso e tenue allo stesso tempo, una barba ruvida mi solletica la fronte facendomi ridere senza freno. I miei occhi incontrano quelli grandi e divertiti di Tom Kaulitz, e la mia risata si spegne lentamente.
- Tu che ci fai qui? - gli chiedo, squadrando il mio nuovo compagno di danze. Indossa dei jeans strappati e una maglietta bianca che lascia intravedere il fisico muscoloso e scolpito, una camicia sempre di jeans aperta e con le maniche arrotolate fino ai gomiti. Un cappello da basket rosso gli copre la fronte, donandogli un'aspetto ribelle e tremendamente affascinante.
- Il tuo amico ti ha sostituita in fretta - con un cenno del capo Tom indica Luke, che è andato a ballare con una delle amiche di Chantelle. Sono costretta a dargli ragione, mi ha sostituita decisamente in fretta.
- Sono evidentemente facile da rimpiazzare - sputo amaramente. 
Tom rimane impassibile, poggia la sua fronte sulla mia - Ho detto a Luke che sei mia, prima, te lo sei persa? - 
- Mi hai mollata, te ne sei dimenticato? -
- Ho intenzione di riprenderti - 
Il mio cuore smette di battere, involontariamente trattengo il respiro. Sto sognando, ho bevuto decisamente troppo. Scoppio a ridere, tra l'isterico e il divertito, posando la guancia sul petto muscoloso del chitarrista, le gambe non mi reggono più. Il chitarrista mi tiene con maggiore forza, e mi accascio completamente su di lui, priva di forze per il troppo alcool ingerito e per la quantità di illusioni e film mentali irrealizzabili che si stanno accalcando nella mia mente.
- Adesso mi riprendi, tra dieci minuti riprenderai Chantelle, tra due giorni la tua ex di quattro anni fa. Sei ridicolo, Tom, sei assolutamente ridicolo! - parlo a fatica a causa delle risate che continuano a scuotermi il petto, e non riesco a fermarle, come se ci fosse qualcun altro che mi stesse comandando contro il mio volere - Perché non vai a divertiti con una delle amiche di Chantelle, invece di perdere tempo con me, eh? -
Tom mi afferra il viso in una mano, costringendomi a guardarlo. Le sue labbra sono così vicine alle mie che potrei baciarlo stendendole appena. I suoi occhi mi guardano, una luce divertita e maliziosa illumina i suoi occhi penetranti ma impenetrabili. La sua voce è bassa e calda, sensualmente roca - E' con te che voglio divertirmi
Le sue labbra si posano sulle mie, caste e leggere. La sua barba ruvida e curata strofina delicatamente sulle mie guance, qualsiasi altra donna lo troverebbe fastidioso, ma io lo trovo stranamente eccitante. Le nostre labbra cominciano a muoversi in sintonia, voraci, la lingua di Tom s'infila nella mia bocca, cercando famelica la mia. Le nostre lingue iniziano una danza sensuale, desiderose di un contatto che era venuto a meno per troppo tempo e che adesso ha bisogno di essere saziato. Non oppongo alcuna resistenza mentre Tom mi stringe prepotentemente contro il suo corpo, spalmandosi sensualmente sul mio, quasi volesse diventare un'unica cosa con me. I nostri corpi aderiscono perfettamente, come se fossero stati plasmati insieme, destinati ad incastrarsi in quel modo.
Gli circondo il collo con le braccia, mordendo il labbro inferiore del mio partner, per stuzzicarlo. Sento Tom sorridere sulle mie labbra, le sue mani accarezzano veloci la mia schiena e la pancia piatta. I nostri corpi premono, desiderosi l'uno dell'altro, affamati, insaziabili. Le mie mani accarezzano i suoi addominali ben scolpiti, che sembrano di marmo. Dio, quanto mi era mancato il suo corpo. Quanto vorrei essere in hotel per poterci spostare in camera da letto. Siamo entrambi ansimanti, entrambi senza fiato, ma nessuno dei due desidera separarsi dall'altro. 
Le mani di Tom si muovono abili sul mio corpo, esperte, spostandosi con audacia sul mio sedere, stringendolo appena, come in forte segno di possessività per chiunque ci stia guardando in questo momento. Le sue labbra sanno di fumo e di alcool, non sono l'unica che ha bevuto.
Ci stacchiamo lentamente, la musica attorno a noi rimbomba, le luci blu ci rendono protagonisti di un momento tutto nostro. Tom mi sorride malizioso, le mani ancora sul mio sedere.
Sto per sorridergli anche io, ma improvvisamente le gambe non reggono più per davvero, come se le ossa si stessero sgretolando. La vista mi si appanna, oscurandosi fino a diventare nera, la mia pelle diventa fredda come quella di un cadavere, anzi, mi sembra di morire.
- Tom, non ci vedo più - riesco a dire, prima di perdere conoscenza tra le braccia del mio amato.

 



* * *




Mi sento uno schifo, un completo straccio. Mi viene da vomitare. Mi sento come se non avessi più le ossa, come se fossi diventata un invertebrato. 
Apro lentamente gli occhi, il dolore alla testa è lancinante, come se mi stessero spaccando in due il cranio. Mi trovo in quella che sembrerebbe un'ambulanza, uno spazio talmente piccolo da essere claustrofobico. Sono stesa su un basso lettino bianco, vorrei avere una coperta per poter coprire la pelle, brividi di freddo mi percuotono violentemente. 
Tom è seduto accanto a me, su un sedile foderato di verde. Si è tolto il cappello, i capelli sono disordinati nella coda ormai sfatta che lascia cadere diverse ciocche scure sulle sue guance. Sussulta appena si rende conto che sono sveglia, la sua mano si posa delicatamente sulla mia fronte, come se temesse potesse ferirmi con quel semplice gesto - Piccola - sussurra, la sua voce è sollevata e preoccupata allo stesso tempo - Come ti senti? -
- Uno schifo - 
- Non pensavo che i miei baci ti facessero tale effetto - ridacchia Tom, tra il malizioso e il preoccupato. La sua mano calda è in totale contrasto con la mia pelle fredda, una scarica di brividi mi percuotono la schiena, il mio corpo lentamente si riscalda. 
- Non puoi neanche lontanamente immaginare l'effetto che mi fai - mormoro, più a me stessa che a lui. 
Il chitarrista mi sorride dolcemente, forse la mia ultima per la mia ultima e veritiera affermazione, per poi tornare serio subito dopo - Cos'hai bevuto? -
Esito, distogliendo il mio sguardo dal suo, improvvisamente a disagio. Mi mordo il labbro inferiore, come sempre quando sono nervosa oppure incredibilmente a disagio - Nulla. Solo un bicchierino di Telford - 
- Un bicchierino? -
- E va bene, ne ho bevuti quattro -
Tom strabuzza gli occhi, incredulo. Ritrae la sua mano e mi sento improvvisamente scoperta, ho dannatamente bisogno del suo tocco, delle sue mani sulla mia pelle che mi riscaldano più di una coperta - Quattro?! Sei impazzita?! Un bicchierino di quella roba è già una bomba, figuriamoci quattro! -
Non oso rispondere, il mio corpo torna ad essere freddo come ghiaccio. Mi stropiccio le mani, vergognandomi terribilmente. La voce di Tom si addolcisce, lo vedo scuotere il capo come ancora scosso per l'accaduto, incredulo della mia avventatezza nell'aver così esagerato con l'alcool - Perché hai bevuto quella robaccia? -
Evito i suoi occhi, consapevole che se li incontrassi proprio adesso ci riverserei dentro tutta la mia debolezza e il mio disperato bisogno di lui. Cerco di trovare le parole giuste per rispondere, le parole più significative, ma al momento ogni parola sembra minimizzare quello che ho dentro e quello che vorrei dire. Sospiro, concentrandomi sul basso soffitto immacolato dell'ambulanza - Volevo dimenticarmi di te. Ma non ci sono riuscita -
Rimaniamo in silenzio, assaporando quelle parole così vere. La mano di Tom prende la mia, il suo pollice accarezza il mio palmo, le sue dita s'intrecciano strette alle mie. E rimaniamo così, in silenzio, ognuno assaporando il silenzio, il silenzio carico di quelle emozioni che entrambi proviamo, alcune identiche, alcune contrastanti. Ma sono tutte i tasselli di un unico puzzle. Il nostro.
Tom sospira, la sua voce è triste - Sono un coglione -
- Sì, tesoro, lo sei -
Il chitarrista ridacchia - Tu non sei da meno -
- Da qualcuno devo aver imparato - ridacchio a mia volta, guardandolo.
E in quegli occhi ritrovo tutto l'amore di cui ho bisogno, e che solo lui è in grado di darmi. 




Vanisher says :
Sono consapevole del fatto che questo capitolo è abbastanza cortino, ma ... boh, a me è piaciuto un sacco scriverlo! Dal prossimo capitolo le cose si complicheranno, quindi non abituatevi a vedere la coppia protagonista così felice come adesso ... sono malefica, lo so.
A 4 recensioni ci sarà il prossimo capitolo, daje, non siate pigri!
Un grazie di cuore a tutti!
   
 
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