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Autore: shurei    15/02/2009    3 recensioni
Un missing Moment della vita di Robin.
Robin non accetta questa realtà.
-E' un sogno! È un brutto sogno! La mia mamma... lei... lei non può... non può andare via...- pensa la bimba, mentre tutto questo le si para davanti agli occhi, per poi urlare cercando di raggiungerla:
-MAMMA!!!-
-Tranquilla tesoro... tu va pure...- dice lo zio, trattenendo la piccina.
-MAMMA NON PARTIRE.... MAMMA.... MAMMA NON ANDARE VIA....- continua ad urlare Robin dimenandosi, mentre Olvia sale.
Nonostante l'archeologa venga chiamata con tutta la voce che la sua piccola ha in corpo, lei sale su quella nave, diretta verso il mistero senza voltarsi mai, come se non la sentisse...
Il vascello, non appena lei è a bordo, parte per l'ignoto e con il rimpianto di una madre:
“Mi dispiace Robin: una volta che avrò risolto il mistero, prometto di tornare da te!”
[Personaggi: Nico Robin e Nico Olvia]
Genere: Triste, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nico Robin, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breathing's Memory






E' una bella giornata: gli uccellini cinguettano motivetti gioiosi, i fiori sbocciano e la natura si desta, quando il sole è alto nel cielo e i suoi raggi, caldi e chiari, accarezzano la pelle ambrata della piccola Robin, che riposa tranquilla e beata accanto a sua madre.
Una tenera atmosfera regna sovrana, in un magico calore fatto d'amore...

La donna la osserva riposare lieta: tiene i piccoli pugni l'uno accanto all'altro, i capelli d'ebano sparsi sul cuscino e sul suo viso innocente, le labbra rosee leggermente schiuse.
Tutto questo, fa da cornice ad un'espressione serena ed ingenua, che nel sonno, ci lasciamo spesso e volentieri sfuggire.

Olvia, con un gesto debole, le accarezza il volto scostandole i capelli, guardandola con estrema tristezza, mentre la sua mente vaga, tra i pensieri:
Gli ultimi momenti che trascorriamo insieme... e vorrei che non finissero mai! Ancora poche ore... Ancora poche ore e dovrò dirti addio, mia piccola Robin! Sai, ho deciso di partire e terminare il lavoro iniziato dal tuo papà: decifrare i Poignee Griff e far luce sui cento anni di vuoto, i secoli bui della nostra storia, di cui nessuno vuole più parlare. Il Governo Mondiale ha imposto che non ne venga mai proferita parola.
Forse, ha paura che vengano rivelati dei segreti importanti, che loro temono? Probabile. Ma a me non interessano i segreti di stato! Io sono una studiosa di Ohara e, in quanto tale, ho il compito e il dovere di scoprire tali misteri. La valigia è già pronta da ieri notte: l'ho preparata mentre tu dormivi, in modo che non sospettassi nulla. Questa sera partirò con un gruppo di colleghi, ma non portò portarti con me! Il pensiero di dovermi separare da te, mi lacera il cuore, ma non posso fare altrimenti. Non so per quanto tempo starò via, per questo è meglio che tu rimanga qui! Robin... Perdonami se puoi...”

Poi, occhi fatti di zaffiro si aprono lentamente e altrettanto lentamente mettono a fuoco l'immagine che hanno davanti: il volto sorridente di Olvia...
-Buongiorno mammina!- dice lei, stringendosi.
-Ciao Robin... hai dormito bene?- chiede la mamma.
La bimba annuisce sorridendo.
-Scendiamo?- propone Olvia.
-Siii!- afferma Robin gioiosa.

Madre e figlia, allora, si alzano e scendono in cucina dove consumano un'abbondante colazione: pane caldo appena sfornato del panettiere di fronte casa loro, marmellata di albicocche e latte, semplice ma nutriente.
Ancora con una fetta di pane e marmellata in bocca, Olvia corre in camera con la bambina, per rifare il letto.
Le grandi lenzuola bianche si alzano in aria ad un gesto della donna, quasi per far giocare la piccina, che, incuriosita, si arrampica e si sdraia nuovamente, per poi essere coperta dal candore cadente.
-Ma qui c'è un fantasma!- esclama Olvia, con lieve ironia, iniziando a muovere le dita in prossimità del corpicino steso.

-No... mamma smettila! Mi fai il solletico, mamma...- Ridacchia Robin, sbucando fuori con la testolina.

La giovane la prende tra le sue braccia, mentre la fanciullina inizia a giocherellare innocentemente con il suo volto: prima appoggia un ditino sulla punta del naso, per poi muoverlo prima su, poi giù, a destra e poi a sinistra. Prosegue massaggiandole le guance, ora a destra, ora a sinistra, facendo ridere di gusto Olvia, che chiude alternativamente gli occhi azzurri.
-Mammina... come sei buffa...- dice la giocosa Robin.
A quelle parole, la donna la culla dolcemente, infondendo in quel gesto tutto il suo affetto e, al tempo stesso, la bambina ride insieme a lei, coronando il tutto con un bacino sulla guancia, all'insegna dell'amore tra madre e figlia.
Robin sa perfettamente che queste coccole sono solo per lei e comprende perfettamente i sentimenti della mamma, ragion per cui, per sentirsi ancor più vicina a lei, si appoggia al suo petto, per sentire i battiti del suo cuore, come faceva una volta.
Olvia le accarezza i capelli corvini per tutta la loro lunghezza, pensando che i suoi sono troppo lunghi e scomodi per la missione che deve intraprendere. Così si ritrova a pensare:
-Perchè non tagliarli?-
-A cosa pensi, mamma?- chiede Robin, vedendola assorta.
-Pensavo che dovrei tagliarmi i capelli, sono diventati troppo lunghi!- spiega sincera la donna.
-Davvero? Allora voglio tagliarli anch'io!- aggiunge la piccolina.
-Bene! Allora facciamo un salto dal parrucchiere!- propone Olvia.

Robin annuisce ingenuamente, senza sospettare minimamente lo scopo di questa voglia improvvisa.
Scende dalla braccia della madre, per poi dirigersi verso l'armadio, indicando ad Olvia l'abito che vorrebbe indossare per uscire: un vestitino a scacchi bianco e rosa, mentre la più matura preferisce una camicia beige, un paio di pantaloni blu attillati e delle scarpe comode.
Dopo essersi fatte belle, le due escono di casa per l'ultima volta, mano nella mano, camminando l'una accanto all'altra, per raggiungere le coiffeur.
Arrivate di fronte alla porta aperta del negozietto, madre e figlia entrano, venendo accolte dal proprietario che le fa accomodare immediatamente e, in men che non si dica, è subito da loro:
-Ditemi pure...- Chiede gentilmente l'uomo.
-Vorrei un taglio leggero e funzionale, per la bambina di poco, non voglio rovinarle i capelli.- spiega brevemente Oliva.
Con un cenno del capo l'uomo annuisce, armandosi di pettine e forbici, inizia il suo lavoro. Prima spunta i capelli di Robin, regalandole un cascetto da far invidia alle signore e, subito dopo, passa ad Olvia. Con grande maestria, utilizza i suoi attrezzi su di lei. Ciocca dopo ciocca, taglio dopo taglio, il volto della mamma di Robin assume una luce differente, più matura, più da adulta: da vera studiosa.
-Wow!! Mamma, sei bellissima!- dice estasiata Robin.
-Davvero?- chiede la donna.
-Si!- risponde affermativamente la più piccola.

Ricompensato a dovere il parrucchiere, per il superbo lavoro svolto, le due componenti della famiglia Nico riprendono il loro cammino. Una passeggiata nella cittadina senza tralasciare alcun viottolo, per poi estendere i loro passi nel bosco accanto alla costa, sempre lasciando spazio al gioco e al divertimento: giocare a nascondino, cercare le farfalle, guardare gli animali nel loto ambiente naturale, giocherellare facendo il solletico, colpirsi con l'acqua del fiume, per rendere quest'ultima giornata, un magico ricordo a se stessa e alla sua adorata bambina. Come una moderna Cenerentola, Olvia si rende che conto che quei bellissimi momenti sono trascorsi così in fretta, ma, allo stesso tempo, così lentamente, da non rendersene minimamente conto.

Ormai il sole è già calato e sta dando spazio alle tenebre della notte, avvolte da una lieve foschia.
Olvia e Robin percorrono a ritroso i loro passi per tornare a casa, con la stessa spensieratezza di prima.
Arrivate di fronte all'abitazione, però, le due notano la presenza del fratello di Olvia: è appoggiato all'uscio della porta a braccia conserte, con una valigia accanto ai piedi. Non appena scruta la sorella, dice:
-Olvia: è ora!-
-Lo so!- risponde lei seria.

Con accanto la bambina, che non si stacca da lei, la giovane archeologa raggiunge il porto, dove vede attraccata la nave che l'avrebbe portata via da sua figlia e dalla sua isola e tutti i parenti dei suoi colleghi che li salutano mentre salgono, augurando loro buona fortuna.
Robin la guarda, come se volesse chiederle “Vai via anche tu?”, allora Olvia si abbassa verso di lei, per coccolarla ancora un po', prima della partenza... fino a quando...

-Coraggio, ti decidi? Vieni con noi oppure no?- domanda un membro della spedizione.
Olvia non lo ascolta, fa finta di non ascoltarlo e accarezza la testolina di Robin, perchè non vuole che quel momento arrivi: dentro di sé, non vuole che giunga il momento dell'addio.
-Non sei obbligata, se vuoi restare con tua figlia finiremo noi il compito di tuo marito!- aggiunge un altro uomo appartenente alla spedizione.
-Aspettate, sto arrivando! Sono una studiosa di Ohara quindi non posso deludere la volontà dei nostri antenati!- conclude lei, alzandosi e dirigendosi verso l'imbarcazione.

Robin non accetta questa realtà.
-E' un sogno! È un brutto sogno! La mia mamma... lei... lei non può... non può andare via...- pensa la bimba, mentre tutto questo le si para davanti agli occhi, per poi urlare cercando di raggiungerla:
-MAMMA!!!-
-Tranquilla tesoro... tu va pure...- dice lo zio, trattenendo la piccina.
-MAMMA NON PARTIRE.... MAMMA.... MAMMA NON ANDARE VIA....- continua ad urlare Robin dimenandosi, mentre Olvia sale.
Nonostante l'archeologa venga chiamata con tutta la voce che la sua piccola ha in corpo, lei sale su quella nave, diretta verso il mistero senza voltarsi mai, come se non la sentisse...
Il vascello, non appena lei è a bordo, parte per l'ignoto e con il rimpianto di una madre:
“Mi dispiace Robin: una volta che avrò risolto il mistero, prometto di tornare da te!”

Robin, rimasta a terra, se ne sta in piedi come un esserino in cerca d'affetto, guardando la nave che sparisce all'orizzonte, pensando:
- Ora che tu te ne vai, che ne sarà di me? Cercherò di non abbattermi, di essere forte!! M'impegnerò a fondo e diventerò un'archeologa, in modo che, quando tornerai, sarai fiera di me, mamma!-










Salve a tutti^^
sono tornata, con una Shot dedicata a Robin...
credo si sia capito che è il mio personaggio preferito.

spero sia di vostro gradimento
un bacione 
Shurei

  
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