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Autore: Ellygattina    04/10/2015    0 recensioni
Attenzione: spoiler per chi non segue le scan online!
Anche se in ritardo come al solito, ci tenevo a fare qualcosa anch'io per il colpo di scena più incredibile del manga con una raccolta scritta totalmente dal punto di vista di Zeref. Spero che vi piaccia e che mi farete sapere che ne pensate. Buona lettura!
Day 1: Birth
Day 2: Family
Day 3: Fall
Day 4: Serenity
Day 5: Sacrifice
Day 6: Curse
Day 7: Immortality
Bonus day: Memories
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Igneel, Natsu, Zeref
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Day 5: Sacrifice

I due fratelli giocarono a lungo nel bosco vicino al laboratorio dove poi, esausti per le troppe corse, si sdraiarono sull'erba a riposare uno accanto all'altro osservando le nuvole che si rincorrevano nel cielo.
Anche se l'ambiente era molto diverso da quello dei suoi ricordi, Zeref non potè che tornare indietro nel tempo a quando erano soliti fare le stesse cose nel giardino di casa e nei prati vicini al villaggio, da soli o in compagnia, ma con la medesima allegria e vivacità.
Il ragazzo sorrise per un attimo a quelle dolci e nostalgiche immagini che gli parlavano di casa e affetto, entrambe cose che da tempo non facevano più parte della sua vita, poi si girò verso il fratellino intento a seguire con attenzione i movimenti delle nuvole sopra di loro.
Ancora non gli sembrava vero di averlo di nuovo lì con lui ma già pregustava le ore felici che avrebbero passato insieme pensando che la maledizione non sarebbe più stata un problema. I demoni infatti, l'aveva già visto, ne erano immuni, quindi non avrebbe potuto mettere in pericolo la vita del fratello con la sua presenza. Certo sarebbe stato difficile spiegargli come stavano le cose al primo attacco che avrebbe avuto, ma in quel momento non aveva voglia di pensarci e confidava nell'affetto che il piccolo aveva sempre avuto nei suoi confronti. Non era possibile che proprio Natsu arrivasse a odiarlo per quello, no?

Fratellone?”
La vocina del rosato e il suo sguardo interrogativo apparso improvvisamente nel suo campo visivo lo distolsero bruscamente da quei pensieri facendogli fare un salto.

Sì?” chiese subito, cercando di capire cosa si era perso.
Torniamo a giocare? Mi annoio a stare qui fermo” rispose il piccolo con un lieve broncio che avrebbe fatto capitolare chiunque.
Il ragazzo annuì con un sorriso molto dolce e Natsu, improvvisamente rianimatosi, gli tirò un ciuffo d'erba correndo subito via e gridando a pieni polmoni un “Non mi prendi!” che probabilmente si sentì in tutta la foresta.

Vedrai se non ti acchiappo, piccola peste!” gridò Zeref in risposta alla provocazione alzandosi di scatto e correndogli dietro fingendosi arrabbiato quando in realtà stava ridendo come un matto mentre cercava di acciuffare il più piccolo, che si muoveva velocissimo zigzagando tra gli alberi e nascondendosi dietro i cespugli da cui poi lo sbeffeggiava in un allegro e chiassoso déjà vu.
Quanto gli erano mancati quei giochi matti in cui solo suo fratello riusciva a coinvolgerlo?
La tragedia però era dietro l'angolo e accadde in un attimo: il ragazzo stava correndo felice e spensierato quando una fitta lancinante alla testa lo inchiodò dov'era costringendolo ad appoggiarsi a un albero per sostenersi premendosi al contempo una mano sulla fronte nel vano tentativo di alleviare il dolore. Con il cuore in gola e il campo visivo che si stringeva e si dilatava, mise poi più o meno a fuoco la figura del fratello, che ignaro del pericolo, continuava giocare tranquillo.

E' vicino... troppo vicino!” pensò, inaspettatamente in preda al panico, in testa solo il nome del fratello mentre sentiva avvicinarsi il momento in cui il suo potere mortifero si sarebbe liberato. Non ne capiva il motivo ma avrebbe voluto gridargli di spostarsi, di correre via, ma dalla bocca non gli uscì alcun suono, e improvvisamente il colpo esplose con la forza di un ciclone, potente e distruttivo come poche volte era stato.
Il corpo di Zeref ondeggiò pericolosamente ancora appoggiato con una mano a ciò che restava dell'albero, mentre il ragazzo, debole e sudato come accadeva sempre dopo i suoi attacchi, cercava di prepararsi all'orribile immagine della natura distrutta a cui non si era ancora abituato.
A fargli capire che c'era decisamente qualcosa che non andava ci pensò l'improvviso silenzio che in realtà seguiva sempre queste esplosioni di potere magico, ma con Natsu nelle vicinanze era troppo strano. Possibile che ne fosse rimasto talmente scioccato da non avere nemmeno la forza di aprir bocca ed emettere anche un suono qualsiasi?
Disperato e spaventato per quel che avrebbe potuto vedere, il mago si girò nella sua direzione pensando che lo stesse guardando in lacrime e con espressione sconvolta, pronto magari a fuggire via, ma ciò che vide gli mozzò il fiato strappandogli uno strano verso strozzato mentre realizzava che il fratello giaceva invece a terra immobile.
Respirando a fatica e cercando di negare la terribile verità che gli si presentava prepotente davanti agli occhi, avanzò sulle ginocchia verso di lui tremando come una foglia per poi girarlo e scuoterlo dolcemente, chiamandolo con una voce che non sembrava nemmeno la sua mentre le lacrime gli inondavano le guance.

Non è possibile che l'abbia ucciso. Natsu è un demone adesso, non avrebbe dovuto risentirne... Perché è a terra e non si muove? Che cosa gli ho fatto?” continuò a ripetersi per qualche minuto in preda allo shock prima di realizzare che in realtà il piccolo era solo svenuto. Se il primo attacco aveva avuto questo effetto però, quanti avrebbe potuto sopportarne di così forti prima di tornare davvero all'altro mondo, e questa volta per colpa sua?
Una maledizione che più si ama la vita, più la si toglie... E lui amava Natsu più di quanto avesse mai amato se stesso o chiunque altro. Era per questo che la maledizione aveva colpito anche il fratello rinato come demone, allora?
Terrorizzato da quel pensiero, Zeref si tirò su di scatto, e dopo avergli lanciato un'ultima occhiata, fuggì via in lacrime senza badare ai rami che lo graffiavano, desideroso solo di allontanarsi da lì il più in fretta possibile. Come aveva potuto essere tanto stupido da pensare che la maledizione gli avrebbe permesso di vivere in pace con la persona a cui era più legato al mondo? Avrebbe dovuto saperlo che così facendo l'avrebbe messo in pericolo! Aveva rischiato di uccidere il suo stesso fratello...
Quasi accecato dalle lacrime, non badò a dove metteva i piedi e inciampò in un sasso cadendo a terra di schianto. Ormai senza fiato e dolorante per la caduta, rimase inginocchiato lì a sfogarsi maledicendosi per la sua stupidità e gridando al mondo il suo dolore, in testa le immagini di poco prima e la voce del fratellino che chissà se si era ripreso e come avrebbe reagito trovandosi solo in mezzo a quello sfacelo. Gli sembrò quasi di sentirlo chiamare in lacrime il suo nome e fu tentato di tornare indietro, ma la paura lo bloccò dov'era. Non avrebbe sopportato di essere proprio lui il suo assassino, e suo fratello sarebbe stato molto meglio senza averlo al fianco. Era terribile pensare di essersi spinto così in là per riportarlo indietro e dover vivere comunque separati, ma teneva troppo a quella piccola peste per esporla a un rischio del genere. Era già andata bene una volta, sarebbe stato troppo sperare che continuasse così, e se la maledizione colpiva più duramente le persone a cui lui teneva, prima o poi lo avrebbe ucciso davvero. Dopotutto Natsu, nonostante fosse ormai un demone, non era immortale. Gli dispiaceva enormemente per lui e anche per se stesso, ma non poteva permettersi di avvicinarglisi ancora.
Una cosa era certa: se non avesse saputo che sarebbe stato perfettamente inutile, in quel momento avrebbe fatto di tutto per uccidersi ponendo così fine al suo dolore. Ci sarebbe riuscito un giorno a chiudere finalmente gli occhi una volta per tutte?
Zeref continuò a piangere disperatamente per un tempo che gli parve lunghissimo, finché a un certo punto non avvertì una strana presenza accanto a sé.
Sorpreso, si girò di scatto puntando gli occhi rossi e gonfi ma ancora pieni di lacrime che lottavano per uscire su un grosso drago rosso che lo guardava preoccupato e incuriosito.

Perché piangi, ragazzino?” gli domandò gentilmente.
Perché sono un mostro e non merito di vivere” rispose lui dopo un attimo di silenzio distogliendo lo sguardo.
Non mi sembra proprio, e qualunque cosa tu abbia fatto, sono certo che non meriti un tale castigo” fece tranquillo l'animale con la sua voce profonda e rassicurante che a Zeref, per qualche strano motivo, non potè che ricordare suo padre.
Sì invece” insistette il ragazzo cominciando a raccontare di getto l'accaduto con grande abbondanza di lacrime.
Il drago rosso lo ascoltò senza interromperlo permettendogli di sfogarsi accrescendo enormemente l'istintiva fiducia che Zeref aveva subito provato nei suoi confronti.

Dov'è adesso tuo fratello?” gli chiese infine l'animale guardandosi intorno e annusando l'aria.
Il più distante possibile da qui, spero” fece il mago con voce cupa tenendo gli occhi bassi. “E forse, dovresti esserlo anche tu” continuò piano dopo qualche secondo.
Stava per dire qualcos'altro ma uno strano peso sulle spalle gli bloccò le parole in gola. Stupito, si girò piano scoprendo di avere intorno la coda squamosa dell'animale, che incredibile ma vero, sembrava quasi che lo stesse abbracciando.

Noi draghi abbiamo la pelle dura. Non ho motivo di fuggire davanti a te” disse tranquillo.
A quelle parole, Zeref trattenne il respiro e si girò di scatto fissandolo incredulo e stupito con gli occhi pieni di lacrime. Non poteva davvero credere alle sue orecchie, e qualcosa gli diceva che presto avrebbe rischiato di uccidere anche lui se non se ne fosse andato alla svelta, ma in quel momento il mago aveva troppo bisogno di un po' di affetto per curarsi del pericolo e si appoggiò piano al corpo squamoso del drago che sorrise intenerito senza essere visto.
Rimasero così per un po' ciascuno perso nei propri pensieri, e il mago era quasi sul punto di addormentarsi quando l'animale parlò ancora una volta facendogli alzare lo sguardo su di lui.

Sei davvero deciso ad abbandonare tuo fratello al suo destino?” chiese.
Il ragazzo chiuse gli occhi per un attimo cercando di trovare il coraggio di pronunciare la frase che, lo sapeva, sarebbe stata la condanna sua e di Natsu, ma purtroppo, come sempre, non aveva scelta.

Sì. Non posso metterlo in pericolo più di quanto ho già fatto” disse con la voce incrinata e il volto che lasciava trasparire un dolore troppo grande per una persona all'apparenza tanto giovane.
Non pensi a quanto ne soffrirebbe?” insistette il drago.
Ci penso sì e credimi se ti dico che farei qualsiasi cosa per evitarlo ma prima ho avuto la conferma che non potrò comunque tenerlo con me a lungo e so che non sopporterei di vederlo morire un'altra volta sapendo oltretutto di essere io la causa. Mi è già bastata una volta, e piuttosto che ripetere l'esperienza, preferisco rimanere ancora solo e non vederlo più finché non sarà il momento di far cessare tutto” riprese il ragazzo tremando di dolore al pensiero di dover attuare tutto questo.
Sei proprio sicuro allora” constatò il drago pensieroso.
Devo esserlo” fu la dolorosa risposta del mago, il cui volto, a dispetto del tono di voce forzatamente indifferente, la diceva lunga su quanto in realtà soffrisse.
Quel povero bambino continuerà a cercarti per tutta la vita finchè non ti avrà ritrovato... questo lo sai, vero?” insistette l'animale nel tentativo di fargli cambiare idea. Per qualche motivo che non riusciva nemmeno a spiegarsi, gli dispiaceva che quel ragazzo e suo fratello fossero condannati a una così crudele separazione. Gli sembravano così uniti che era davvero un peccato costringerli a vivere lontani l'uno dall'altro.
Nascosto tra gli alberi, gli farò un incantesimo perché si dimentichi di me... in questo modo almeno lui potrà vivere felice. Sarà l'ultima volta che lo vedrò per molto tempo, ma in fondo è meglio così. Farei qualsiasi cosa per mio fratello, e se stargli lontano gli permetterà di vivere la vita lunga e felice che merita, sono pronto a farmi da parte. Tanto io sono abituato a stare solo, mi passerà” sussurrò con gli occhi bassi e uno strano sorriso sul volto.
Per un po' regnò il silenzio mentre Zeref ripensava a ciò che aveva appena detto cercando perlomeno di abituarsi all'idea e il drago rifletteva su cosa potesse fare lui per quei due fratelli sfortunati. Sapeva che con ogni probabilità si sarebbe pentito di essersi immischiato in quella brutta faccenda, ma il ragazzo che aveva di fianco gli faceva troppa pena, e non poteva sopportare il fatto che da qualche parte in quell'immensa foresta ci fosse un bambino piccolo che vagava da solo in cerca del fratello maggiore che non sarebbe mai tornato a occuparsi di lui, abbandonandolo di fatto in pasto al mondo freddo e crudele. Quante probabilità di sopravvivenza aveva quel cucciolo innocente da solo? Decisamente molto poche, e questo non poteva permetterlo. Aveva tentato in ogni modo di far cambiare idea al ragazzo, ma in fondo capiva le sue ragioni e non poteva forzarlo a compiere quello che, a conti fatti, srebbe stato solo un gesto egoista più che d'amore.

Portami da tuo fratello. Mi occuperò io di lui” ordinò a un certo punto il drago stupendo Zeref che lo guardò incredulo con le lacrime che gli rigavano silenziosamente le guance.
Come?” sussurrò quasi senza fiato, certo di non aver sentito bene. Quel drago voleva davvero...
Hai sentito quello che ho detto... Portami da lui. Ti prometto che non gli accadrà nulla di male e che baderò a lui come se fosse mio figlio finché non sarà in grado di cavarsela da solo” ribadì l'animale guardandolo deciso.
Perché fai questo? Mio fratello è un demone e io sono un mostro, entrambi potremmo essere un pericolo per te. Per quale motivo ci aiuti?” chiese il ragazzo sorpreso ma già più calmo. La sua più grande preoccupazione una volta abbandonato il fratello sarebbe stata infatti come questo avrebbe vissuto da solo in una grande foresta così lontano da qualsiasi centro abitato senza però osare condurlo altrove per timore delle possibili conseguenze su di lui e sugli altri, e ora quel drago così buono e gentile gli proponeva di affidarglielo promettendogliene l'incolumità. Cosa poteva chiedere di più? Qualcosa in quel drago, a dispetto delle leggende su quelle antiche e per certi versi mostruose creature, gli ispirava la più completa fiducia e Zeref sapeva in cuor suo che quelle non erano certo parole dette tanto per dire. Se gli aveva promesso una cosa simile, poteva essere sicuro che l'avrebbe fatto. Il “problema Natsu” aveva dunque una soluzione così facile?
Non condivido le tue scelte ma sento che in fondo sei un ragazzo speciale che ha fatto tutto per una buona causa, quindi ho deciso di venirti incontro. Non mi sembra giusto che dopo tante sofferenze la storia debba concludersi così e provo una gran pena per quel bambino che da solo non potrebbe mai sopravvivere in questa foresta. Voglio che tu sappia che non potrò tenerlo per sempre con me, ma mi assicurerò almeno che affronti il vostro mondo quando sarà in grado di camminare sulle sue gambe. Prima di allora, posso assicurarti che me ne occuperò come se fosse mio figlio senza mai fargli mancare nulla e magari un giorno, chissà, può essere che possiate ricongiungervi per motivi pacifici e senza rischi per nessuno. Ora andiamo da lui” disse il drago guardandolo intensamente negli occhi e riscandandogli l'anima ad ogni parola.
Come potrò mai ringraziarti, drago?” chiese Zeref commosso.
Non ce n'è bisogno ma apprezzo questa tua riconoscenza. E' un'ulteriore conferma del fatto che non sei per niente un mostro” gli rispose l'animale con quello che avrebbe potuto essere un sorriso che venne subito ricambiato dal ragazzo, ora più tranquillo e sereno. In realtà non era sicuro che l'altro ci avesse visto giusto su di lui, ma non era certo il momento più adatto per farglielo notare, e sotto sotto era contento che glielo avesse detto. Era da troppo tempo che la gente fuggiva davanti a lui rabbrividendo al solo sentirlo nominare e gli faceva piacere aver incontrato qualcuno che non solo non lo temeva, ma era addirittura gentile nei suoi confronti aiutandolo inoltre a risolvere un problema che altrimenti gli avrebbe tolto il sonno impedendogli di vivere tranquillo e di stare lontano da suo fratello per timore che gli accadesse qualcosa.
I due si avviarono poi in uno spiazzo erboso più ampio da cui il drago avrebbe potuto decollare senza problemi.
Arrivati nel luogo desiderato, l'animale si chinò per permettergli di salire, e insieme sorvolarono la foresta in cerca di Natsu.
Zeref, in groppa al suo nuovo amico, osservò per la prima volta il mondo dall'alto con gli occhi spalancati, sempre più sorpreso dalla bellezza del paesaggio e dalla distanza che era stato in grado di percorrere in poco tempo mentre fuggiva da se stesso e da ciò che aveva fatto, ma non potè goderselo fino in fondo per il pensiero di quel che sarebbe accaduto di lì a poco. Nonostante l'enorme fiducia che riponeva nel drago e la consapevolezza che lo stava facendo per il suo bene infatti, era difficile per lui separarsi dal piccolo Natsu. Sapeva che col suo incantesimo non avrebbe sofferto per quella dolorosa decisione, e ora ringraziava che il fratellino al risveglio non ricordasse nulla della sua vita passata tranne l'affetto che provava per lui, ma era dura rinunciare così presto al sogno di poter vivere felicemente insieme facendosi compagnia l'un l'altro. Adesso sarebbe stato ancora più difficile rimanere solo...

E' quello il posto?” chiese il drago, riscuotendolo da quei pensieri così poco piacevoli.
Sì” gridò poi in risposta sentendosi stringere il cuore alla vista di ciò che aveva provocato e cercando intanto il fratellino in mezzo a quella devastazione.
Quando lo ebbe individuato, l'animale atterrò in una radura lì vicino e lo guardò avanzare velocemente verso il piccolo.
Zeref in realtà non aveva avuto l'intenzione di avvicinarglisi troppo, ma alla fine non aveva resistito alla tentazione. Dopotutto, quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbe visto per molto tempo, e nonostante la prudenza consigliasse di non farlo, sapeva che non sarebbe riuscito a separarsi da lui senza salutarlo come si deve.
Con gli occhi lucidi e la gola stretta in una morsa d'acciaio, il mago si chinò quindi di fianco al piccolo controllando che il suo cuoricino battesse ancora e osservando bene il suo viso. Lo guardò a lungo senza trovare il coraggio di muoversi, la mente confusa da mille pensieri e una mano appoggiata sulla sua spalla, finchè non sentì su di sé lo sguardo del drago. A quel punto, di nuovo conscio del pericolo a cui esponeva il fratellino restandogli vicino, finalmente si riscosse.

Addio, Natsu” pronunciò con voce rotta e il volto inondato di lacrime eseguendo infine l'incantesimo e allontanandosi di un passo.
L'animale, che aveva seguito tutto con tristezza crescente, gli appoggiò ancora la coda sulle spalle in una specie di abbraccio consolatorio cercando invano le parole giuste per tentare di placare quel pianto sommesso e disperato, ma sapeva che in fondo non ce n'erano.

Questo non è un addio” gli ricordò infine dopo qualche minuto e finalmente il ragazzo alzò lo sguardo asciugandosi gli occhi e tirando su col naso. Doveva sbrigarsi se non voleva che il piccolo si svegliasse nel momento sbagliato trovandolo ancora lì e rendendo quindi le cose ancora più difficili per entrambi...
Tremando, lo prese in braccio stringendolo dolcemente a sé mentre lo portava dal drago sentendo altre lacrime premere per uscire, ma si sforzò di non piangere di nuovo.
Arrivatogli vicino, lo appoggiò sulle zampe anteriori dell'animale salutandolo con una carezza per poi alzare lo sguardo incontrando quello dell'altro.

Grazie” disse solo con voce rotta.
Figurati. Lo faccio volentieri” rispose lui abbracciandolo un'ultima volta con la coda strappandogli un sorriso triste e lacrimoso.
Come ti chiami?” sussurrò il ragazzo dopo un attimo di silenzio accorgendosi di non sapere nemmeno il suo nome.
Sono Igneel, re dei draghi di fuoco” si presentò la maestosa creatura. “E tu?”.
Il mio nome è Zeref Dragneel” pronunciò piano con la voce che tremava.
Non temere, Zeref, andrà tutto bene. Stai facendo la cosa giusta. Non preoccuparti per Natsu. Con me sarà al sicuro”.
Il ragazzo annuì e salutò entrambi con una carezza ringraziando un'ultima volta il drago e raccomandando al fratello di crescere sano e forte vivendo anche per lui seguendoli poi con lo sguardo mentre si allontanavano insieme tra le nuvole rosa del tramonto diretti a una radura dall'altra parte della foresta dove non ci sarebbe stato il rischio di incontrarsi per caso. Il petto gli faceva un male terribile guardandoli ma in fondo era contento di essere riuscito ad affrontare quella separazione, soprattutto perché sapeva che il piccolo sarebbe stato al sicuro. Igneel aveva promesso di prendersene cura come se fosse suo figlio insegnandogli a camminare sulle proprie gambe prima di farlo tornare tra la gente e il mago non aveva motivo di dubitare che sarebbe stato così. Per quanto lo riguardava, poi, piuttosto che rischiare di fargli del male, era pronto a sacrificarsi allontanandosene, cosa che probabilmente avrebbe fatto anche se non avesse trovato nessuno a cui affidarlo soffrendo però molto di più, quindi nel male era stato anche fortunato. Per come stavano le cose, infatti, non poteva chiedere di meglio, dunque non aveva motivo di essere triste. Il fratellino, in fondo, avrebbe avuto compagnia e sarebbe cresciuto amato, difeso e protetto, mentre lui, pur restando da solo, avrebbe avuto se non altro la consolazione di aver fatto la cosa giusta per salvaguardare almeno la sua vita. L'unica cosa da fare adesso quindi era attendere con fiducia il momento giusto per rivedere suo fratello cercando di non pensare a ciò che aveva perso. Solo così sarebbe stato in grado di andare avanti senza pentirsi della difficile decisione che aveva preso e dell'enorme sacrificio compiuto.

Grazie di tutto, Natsu. Anche se è durato così poco, sono contento del tempo che abbiamo trascorso insieme prima e di essere finalmente riuscito a riportarti indietro. Vivi anche per me, mi raccomando, e goditi ogni singolo istante. Per quanto riguarda te, Igneel, grande re dei draghi di fuoco, non ti ringrazierò mai abbastanza per aver accettato di prenderti cura di lui. Non hai proprio idea del regalo che mi hai fatto oggi” sussurrò con lo sguardo perso nel punto in cui erano spariti, fermo immobile sulla roccia su cui era salito per vederli meglio con le lacrime che gli rigavano silenziosamente le guance e un sorriso triste ma carico di gratitudine mentre il vento, incurante di tutto, gli faceva danzare intorno capelli e vestiti.



Angolo autrice:
Ciao a tutti e scusatemi per questo nuovo ritardo. Purtroppo ci ho messo un po' a tradurre in parole le scene che avevo in mente trasformandole in questa lunghissima storia. Spero che ne sia valsa la pena e di non avervi annoiato.
Per mia (e temo anche vostra) disgrazia, mi è venuta un po' strappalacrime anche questa, ma mi auguro di aver fatto comunque meno danni dell'altra volta. Non odiatemi, vi prego! Vi assicuro che non l'ho fatto apposta!
Che ne pensate comunque dell'entrata in scena di Igneel? Mi sono sempre chiesta in che occasione avesse incontrato Natsu e quale fosse l'eventuale legame con Zeref, e questa è la mia personale risposta. Adesso sono ancora più curiosa di scoprire quella di Mashima però! :)
Ero tentata di inserire anche qualche accenno alla Zevis dal momento che, pur non avendone la certezza, mi è sembrato di aver capito che quella storia sia avvenuta prima della rinascita di Natsu, ma per i feels di tutti (oltre che per non incasinarmi ulteriormente con la storia), ho preferito evitare. Ho fatto bene?
Considerazioni mie a parte, vi invito come sempre a recensire facendomi sapere cosa ne pensate della storia, ma niente insulti e lanci di oggetti pesanti, okay? Declino ogni responsabilità per eventuali allagamenti dovuti ai fiumi di lacrime da me provocati!
Appuntamento a domani, spero, e buona settimana.
Buonanotte e sogni d'oro per dopo,
Ellygattina

  
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