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Autore: SasuSweeTeme    04/10/2015    1 recensioni
Revisione della fanfiction "Proposal", ormai rimossa.
SasuNaru, One Shot.
Il gelo di dicembre avvolgeva Tokyo come un velo invisibile, una coperta di candida neve –farinosa sotto il peso delle persone – già imbiancava i tetti dei grattacieli, tingendosi delle luci colorate delle insegne accattivanti del quartiere di Shibuya, brillando di azzurro sotto il peso del neon appartenente alla gioielleria che accolse Sasuke.
I ghirigori formati dal cioccolato in polvere e il latte nel mescolarsi in uno spazio ristretto come quello della tazza furono un ragionevole palliativo per le preoccupazioni di Naruto per non più di 30 secondi, fin troppo occupato nel ripassare mentalmente l’agenda del coinquilino
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Era una bellissima serata, nonostante il clima freddo.
Il gelo di dicembre avvolgeva Tokyo come un velo invisibile, una coperta di candida neve –farinosa sotto il peso delle persone – già imbiancava i tetti dei grattacieli, tingendosi delle luci colorate delle insegne accattivanti del quartiere di Shibuya, brillando di azzurro sotto il peso del neon appartenente alla gioielleria che accolse Sasuke.
I ghirigori formati dal cioccolato in polvere e il latte nel mescolarsi in uno spazio ristretto come quello della tazza furono un ragionevole palliativo per le preoccupazioni di Naruto per non più di 30 secondi, fin troppo occupato nel ripassare mentalmente l’agenda del coinquilino, ricordando se qualche giorno prima l’altro gli avesse menzionato di possibili commissioni urgenti come bollette, visite in azienda o semplici cene di famiglia. Ma niente, l’unica frase che riusciva a ricordare con chiarezza era “tranquillo, questo sabato passerò tutto il giorno a casa”, una sottospecie di promessa alla quale l’Uchiha non era stato poi così tanto fedele dato che dopo un pranzo tranquillo il moro si era alzato da tavola -con una delle scuse più blande che il biondo gli avesse mai sentito pronunciare, tra l’altro- per lasciarlo nel loro appartamento, senza nemmeno sparecchiare.
Senza lavare i piatti.
Con giusta ragione da quel momento, ovvero dalle 14 di quel 7 Novembre, a quando non udì le chiavi muoversi nella toppa della porta blindata, ben sei ore dopo, la mente dell’Uzumaki si riempì delle ipotesi più assurde.
Che fossero in banca rotta? Andiamo, era impossibile! Più ricca della famiglia Uchiha c’è solo quella imperiale!
Che lo tradisse? Possibile considerando il fatto che poco prima di andarsene era al telefono, tuttavia improbabile dato che Sasuke non aveva grandi occasioni di intrattenere relazioni al di fuori della loro. Benedetto il suo essere stacanovista.
Oh Dio, che fosse la sua segretaria? Che lo tradisse con la segretaria come in tutti i cliché nei film di bassa lega trasmessi in onda la domenica sera?

Fatto sta che, bruciante di curiosità, interdetto tra la possibilità di strozzare il proprio ragazzo con le proprie mani o di farsi furbo ed evitare il rischio delle impronte, rischiò quasi di esplodere –e combattuto sul baciarlo come al solito o gettargli le braccia al collo e privarlo di tutta l’aria che aveva in corpo, perché anche il più piccolo dettaglio di quel viso pallido era capace di incendiarlo- quando lo vide rientrare con la sua stoica espressione di default, quella indifferente al mondo che lo circonda. Si ritrovò a dover tenere le labbra serrate in una linea dura con tanto di braccia intrecciate al petto, un atteggiamento di cui suo padre Minato avrebbe riso, schivando ogni contatto per dedicare attenzione alla tazza di cioccolata calda, limitandosi però a fissarne il contenuto marroncino. Fu allora che Sasuke tornò a riprendersi tutto ciò di cui la sua scomparsa lo aveva privato, coprendo i passi che li separavano e allontanando con delicatezza la mano baciata dal sole dalla ceramica dipinta.

«Con questa mano io dissiperò i tuoi affanni. »

Allora gli occhi azzurri si erano spostati dall’accecante disegno DIY riportato sulla tazza –ironico, era una piccola volpe!- per portarsi sul tanto amato viso di Sasuke che già presentava un prematuro rossore, segno che sì, le intenzioni che quella frase aveva lasciato trapelare erano proprio quelle. Ci mancò poco che il biondo non lasciasse andare il manico in ceramica, lasciando che la gravità facesse il suo corso, ma per fortuna riuscì alla cieca a trovare uno spazietto dove poggiare il tutto per affidare all’altro anche l’altra mano, la destra, e permettergli di inginocchiarsi.

« Il tuo calice non sarà mai vuoto.. »

A quel punto l’Uchiha si era voltato un paio di volte, probabilmente in cerca di qualcosa che si era trascinato dietro, riuscendo a trovare il sacchetto con cui era ritornato e ad estrarne una bottiglia di vino dall’aria vecchissima e che, ne era sicuro, valeva un sacco di soldi.
Beh, aveva sempre saputo che Sasuke prendeva letteralmente le cose.

«.. perché io sarò il tuo vino. »

Un click scandì in seguito la frase successiva e una piccola e flebile luce dorata illuminò il nero serafico delle ciocche scure dei capelli altrui, la pelle avorio e le iridi scure, facendole brillare.
Non del loro solito brillio personale, ma era un accendino con su disegnata una candelina, non poteva causare nell’altro la felicità che il solo tenere la mano al ragazzo scatenava nell’altro.

«Con questa candela illuminerò il tuo cammino nelle tenebre. »

Naruto aveva ridacchiato, iniziando poi a mordicchiarsi il labbro e ad arricciare il naso, due lacrimoni che già tracciavano un percorso lucido sul viso bronzeo.  
Il tremolio di entrambi aveva quasi dell’osceno, ma quella era una proposta di matrimonio, era normale essere emozionati. In più la menzione all’oscurità e alla luce aveva definitivamente segnato quel giuramento, dando ai due l’occasione di scambiarsi uno sguardo d’amore puro, l’uno conscio dei pensieri dell’altro.
Hai fatto per me ciò che nessuno aveva mai fatto. Lo rifarei.
Mi hai salvato. Mi hai permesso di farlo.

Allora Naruto iniziò a non trattenere più i sobbalzi, a lasciare che le lacrime scorressero finalmente libere e che i singhiozzi gli scuotessero le spalle.

«Con questo anello.. »

Sasuke dovette trattenere il respiro per un secondo, sentendo la gola inaridirsi di botto e i palmi inumidirsi di sudore, nel segreto timore –e totalmente infondato- di ricevere un no, ma poi gettò uno sguardo in alto, al viso umido e già tutto arrossato del biondo, pensando che anche in quel caso lo avrebbe amato comunque, irrimediabilmente.
Aveva preso un nuovo respiro profondo, alzato gli occhi scuri in quelli cerulei e fatto una smorfia, gli occhi vergognosamente lucidi e la punta del naso arrossata per lacrime non ancora versate mentre tendeva tremante all’altro un anello di fidanzamento.

«… Con quest’anello io ti chiedo di essere mio. »

Mio.
Una sola sillaba che rischiò di rimanere celata per sempre tra le labbra del moro,  travolto dall’abbraccio di Naruto, stretto quasi fino a non respirare.
Anzi, così stretto da poter respirare solo il profumo dell’altro e permettere al proprio di mescolarsi all’altra fragranza: arancia e muschio bianco.
Legati in quell’abbraccio indissolubile, con le lacrime del biondo che finivano tra la chioma scura dell’altro e il rossore delle guance pallide nascosto contro il felpone arancione dell’Uzumaki la tazza fumante ebbe il tempo di gelare.
Mio era una sillaba, ma anche lo era.

Avrebbero lavorato entrambi, sarebbero stati poveri – e felici- insieme.
Sasuke sarebbe stato stacanovista, Naruto lo avrebbe distratto dal lavoro e massaggiato le spalle quando gli si sarebbero contratte sotto il peso dell’azienda.
Meiko li avrebbe guardati e nei suoi occhi  avrebbe letto l’invidia di Jack O’ Lantern, di chi ha toccato il paradiso, l’inferno,  ma si  è visto chiudere entrambi i cancelli in faccia. Avrebbe letto l’espressione irritata dell’odio mentre passandole davanti il suo anello avrebbe mandato un bagliore.
Avrebbe preparato la cioccolata calda in pace, lo avrebbe fatto per entrambi,  consapevole che Sasuke ci sarebbe stato e ci sarebbe stato per sempre, per poi farla raffreddare per una serie di baci fin troppo lunghi e decisamente più buoni.


 
  
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