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Autore: Shainareth    05/10/2015    4 recensioni
La cosa davvero snervante, quando si aveva a che fare con Mad Mod, era che per riuscire a raccapezzarsi su quanto stava accadendo bisognava compiere degli sforzi non indifferenti soprattutto da un punto di vista psicologico e mentale.
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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EPILOGO




«Oh, dev’essere stato meraviglioso!»
   Raven scoccò un’occhiataccia a Starfire, cedendo al piccolo Silkie il bordo dell’ultima fetta di pizza che aveva appena finito di mangiare. «Esattamente, quale parte del racconto ti è sfuggita?» pretese di sapere. «Quella in cui ho spiaccicato Beast Boy contro il muro, quella in cui lui è andato in escandescenza spaccando tutto o quella in cui sono stata ad un soffio dal cedere il passo al mio lato oscuro?»
   «Senza contare il mio bernoccolo!» le diede man forte il ragazzo, mostrando con sdegno l’enorme cerotto che aveva sulla fronte. A parte quella ferita di guerra, ora che si erano radunati tutti attorno al tavolo e si erano saziati con dell’ottima pizza, si sentiva decisamente meglio, soprattutto perché era di nuovo al sicuro all’interno della Torre e poteva lasciarsi alle spalle gli odiosi incubi di Mad Mod.
   Starfire rivolse a lui e Raven un sorriso di scuse. «Quello che intendevo dire è che, nonostante tutto, dev’essere stato tremendamente romantico.» I due la fissarono orripilati. «Se io e Robin fossimo rimasti intrappolati in un mondo fiaboso…»
   «Fiabesco», la corresse per amor di grammatica la maga, sia pur con voce sofferta.
   «…penso proprio che ne sarei rimasta entusiasta!» continuò imperterrita l’altra, intrecciando le dita delle mani, che giunse all’altezza del petto, e sfarfallando le lunghe ciglia scure in direzione dell’amato. «E lo saresti stato anche tu, non è vero?»
   Robin, poveretto, abbozzò un’espressione che avrebbe dovuto essere allegra, ma che sembrava piuttosto la caricatura di una paresi. «Parliamone…» non si trattenne comunque dal commentare, facendo ridere Cyborg.
   «Lasciati dire che la tua ragazza è alquanto preoccupante», suggerì il giovane, infischiandosene del fatto che Starfire potesse sentirlo.
   Lei incrociò le braccia al petto e mise su un broncio infantile. «Non capite nulla!» replicò risentita. «Abbiamo qui la più insospettabile delle principesse ed il più improbabile dei principi azzurri, e la cosa non vi entusiasma neanche un po’?»
   «No», risposero quelli, in coro.
   «Sapeste a me…» borbottò svogliatamente Raven, alzandosi dal posto in cui era seduta e decidendo che fosse arrivato per lei il momento del giusto riposo. «Sono esausta», disse difatti. «Preferisco andare a dormire, piuttosto che farmi risalire la cena ascoltando altre nauseanti scempiaggini del genere.» Starfire sbuffò, soffiando aria dalle narici peggio di un toro. «A domani», salutò l’altra, avviandosi per uscire dalla stanza.
   Quando si ritrovò finalmente da sola, nella semioscurità della propria camera da letto, Raven si fissò i palmi delle mani, ripensando a quanto era accaduto quel giorno. Era riuscita ancora una volta a tenere a bada la parte demoniaca del proprio essere, servendosi di lei quel tanto che bastava per tirarsi fuori dai guai. Aveva avuto paura di perdere il controllo, e invece questo non era avvenuto anche e soprattutto perché aveva lasciato spazio soltanto ad una parte dei propri poteri oscuri, non volendo rischiare di avvicinarsi neanche per sbaglio al limite. Era stato appunto per quella ragione che aveva avuto bisogno dell’aiuto di Beast Boy e degli altri Titans per spezzare l’incanto di Mad Mod. Si domandò una volta di più se quanto da lui escogitato fosse davvero stato studiato a tavolino o se invece fosse stato solo per un insperato colpo di fortuna che avesse indovinato le loro paure e le loro debolezze, ma di nuovo non seppe darsi una risposta.
   «Perché non bussi come tutte le persone normali?» chiese apparentemente a nessuno, mentre lasciava ricadere le braccia lungo i fianchi.
   Il piccolo ragno verde che pendeva dal soffitto ebbe un fremito e si staccò dal lungo filo che aveva tessuto, atterrando agilmente sul pavimento con le sembianze di Beast Boy. «Perché non sono una persona normale», fu la pronta risposta che le diede, sorridendo spavaldo mentre si rialzava in piedi e si posava le mani sulle anche.
   «Di questo me n’ero accorta già da un pezzo», gli assicurò Raven, scrutandolo perplessa. «Che vuoi?» domandò, spiccia.
   «Soltanto parlare di quello che è successo», spiegò il giovane, non facendo caso ai suoi soliti modi scostanti. «Ti va?»
   «Sono stanca, è tardi e vorrei riposare», lo sviò lei, avanzando verso il letto, sul quale sedette con indolenza. Alzò lo sguardo sul compagno, che se ne rimaneva imperterrito al centro della stanza, e sospirò. «Va bene, sentiamo», si arrese a concedergli, poggiando i gomiti sulle ginocchia e il mento sui palmi delle mani.
   Beast Boy le si fece vicino e si accucciò per terra, davanti a lei. «Perché non volevi che ti guardassi mentre scatenavi il tuo potere magico?» fu la prima domanda che le rivolse.
   «Non è un qualcosa di cui vado fiera, ormai dovresti saperlo», fu la mesta risposta che ricevette.
   «Eppure è stato grazie a quello se adesso siamo qui.»
   «Anche gli altri hanno contribuito alla nostra salvezza.»
   «Tu lo sapevi, vero?» la incalzò ancora. «Che loro stavano attaccando Mad Mod mentre noi facevamo la stessa cosa dall’interno della sua gemma, intendo.»
   «Sono un’empatica», gli confermò la ragazza. «Riesco a percepire gli stati d’animo di coloro che mi sono vicini e, di conseguenza, anche la loro presenza.»
   Vide l’amico passarsi una mano sulla nuca con aria imbarazzata. «Quindi… per tutto il tempo hai avvertito le mie… sensazioni?» s’interessò di sapere il poveretto, abbassando impercettibilmente la voce senza neanche rendersene conto.
   «Le avverto anche adesso», fu costretta a rivelargli lei. Beast Boy si lasciò andare ad un verso demoralizzato, facendo ciondolare il capo in avanti con rassegnazione. Raven allungò le mani e, posandogliele sulle guance, gli rialzò la testa. «Mi dispiace di averti fatto del male, mentre eravamo prigionieri», spiegò, strappandogli il buffo cerotto dalla fronte e usando la propria magia guaritrice per far sì che la sua ferita si rimarginasse subito.
   «Il bernoccolo me lo sono fatto quando ho infranto la barriera che ci teneva segregati nel bosco», la contraddisse lui, «non quando mi hai lanciato contro il muro. Anche se, in effetti, pure quello non è stato molto piacevole…» non poté fare a meno di confessare.
   Raven abbassò lo sguardo per fissare l’amico dritto negli occhi. «Non mi riferivo al male fisico», precisò, addolcendo il tono e sorprendendo il giovane con quelle parole. «Ti devo un bacio», gli spiegò allora, senza girarci intorno. E mentre lui inarcava le sopracciglia e schiudeva la bocca per lo stupore, lei si sporse nella sua direzione, posando le labbra lì dove adesso la pelle era tornata sana e verde come al solito. «Buonanotte, mio improbabile Principe Azzurro.»












Beast Boy: Ma io sono verde! D:
Raven: Fuori dalla mia stanza. +_+

Scusate, ce li vedo troppo a battibeccare pure in un momento del genere, lol. :'D Solo che non volevo rovinare il romanticismo (no, okay, il fluff) di questo epilogo e quindi sono stata buona, evitando di scrivere le solite scemenze che mi sono congeniali.
La fanfiction, dunque, si conclude qui. Almeno questa, perché ho altre idee per altre shot (o eventuali brevi long, non so ancora bene), quindi nei prossimi giorni di sicuro posterò qualcos'altro.
Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia dall'inizio alla fine, chi ha avuto la gentilezza di lasciarmi la propria opinione e chi ha inserito la presente fra le fanfiction preferite/ricordate/seguite.
Buon inizio di settimana a tutti! ♥
Shainareth





  
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