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Autore: ChibiMorag    05/10/2015    6 recensioni
Beh, è una sciocchezza fluffosa, ripiena di zucchero, aromatizzata allo zucchero, con contorno iperglicemico... Ed è Wolfstar. Rigorosamente Wolfstar. Remus non riesce a dormire per colpa della sua colossale cotta per un Canide di nostra conoscenza e Sirius... Ha il raffreddore.
Rem in versione crocerossina, Sir tenero e bisognoso di cure, James che fangirla - come lo capisco ndA - e poi... E poi basta, posso mica dirvi tutto? Su, alléz, leggere!
Un grosso, grasso e sdolcinato baciotto a tutti.
Mrs Moony
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Rabastan Lestrange, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Ciao gente! Sono di nuovo qua!! NON voglio lasciare "Always...?", sia chiaro, solo che ho avuto un po' di problemi con quella storia - e con la vita in genere, ma questa è un'altra stoia - quindi mi sono bloccata... Ma don't worry, il capitolo è già in fase di scrittura! Nel frattempo... Taaa daaaaan, cosuccia Wolfstar dolce e coccolosa!
Spero vi piaccia, enjoy!
A.




Canon, ovvero: Storie di Raffreddori e Coccole Notturne.


Remus quella notte non riusciva a chiudere occhio. No, nessun “Piccolo Problema Peloso” con cui dover fare i conti, la sua era semplice insonnia. Era più o meno dal suo ritorno ad Hogwarts che un pensiero – sempre lo stesso e sempre più insistente – lo tormentava.
Remus era innamorato.
Già, era proprio cotto marcio, di quelle infatuazioni che ti fanno sorridere e arrossire come una dodicenne alle prime armi, di quelle che ti fanno arrotolare la lingua, aggrovigliare lo stomaco e battere forte il cuore. “Che problema c’è?” direte voi, e invece il problema c’era, ed era pure bello grosso. E si chiamava Sirius. Eh sì, perché a Remus non piaceva una di quelle timide ragazzine Tassorosso che lo salutavano sempre ridacchiando in corridoio, né tantomeno di quella Corvonero lì, quella… Susie, ecco, quella Susie con cui ripassava Trasfigurazione il martedì. Remus aveva un’enorme, gigantesca, disperatissima cotta proprio per uno dei suoi migliori amici, che oltre ad essere uno dei più ambiti di Hogwarts, era più che palesemente maschio. Eh già. Ora capite perché il nostro caro Moony non riusciva a dormire? Ebbene, il pacato Rem era lì che si dimenava tra le coperte, gli occhi spalancati e la mente che lottava per districarsi tra i mille e più pensieri che la affollavano, quando il suddetto SoggettoDeiPensieriDiRemus, Sirius Orion Black, iniziò a mugolare piano. Un mugugno, poi un colpo di tosse, poi ancora un miagolio informe ed infine una parola. Tre lettere in tutto. “Rem…” Moony sgranò gli occhi e scattò a sedere sul letto, incredulo. Lo aveva davvero chiamato nel sonno con quel tono tanto dolce?
“R-remus…” Oh sì, stavolta l’aveva decisamente chiamato. Il ragazzo di alzò dal letto sorridendo a 32 denti e si avvicinò alle tende del baldacchino dell’altro.
“Pad?” … nessuna risposta.
“Tartufo?” … un mugugno assonnato.
Remus aprì le tende silenziosamente e si affacciò: Sirius era là, le coperte tirate fin sotto agli occhi, la fronte lievemente sudata e l’aria sofferente. A quella vista il bionino sentì salire la preoccupazione, mista a tenerezza e poggiò la mano fresca sulla fronte dell’altro, che sospirò appagato alla sensazione e si svegliò.
“Hey Rem” sussurrò Sirius con un filo di voce.
“Shh, riposa… Non volevo svegliarti. Scotti tantissimo, come ti senti?” fece l’altro, apprensivo.
Sirius ridacchiò, poi disse: “Un mezzo schifo, non dovevo fare quella scommessa con Prongs, ieri pomeriggio... Decisamente no” e poi represse un brivido, stringendosi ancora di più le coperte addosso.
“Non per essere molesto, ma te l’avevo detto, IO. Come ti è saltato in mente di girare sotto la neve a torso nudo, io davvero non lo so!” iniziò Remus, fermando la sua filippica all’ennesimo brivido dell’altro.
“Vuoi una coperta? Un tea? Aspettami un attimo!” esclamò.
“No dai… Stai qui.” Sussurrò Sirius, guardando altrove imbarazzato. Erano anni che non si beccava l’influenza e come sempre veniva assalito da quella voglia cronica di attenzioni, che lo rendeva dolce e malinconico insieme. Allungò una mano fuori dalla montagna di coperte che lo avvolgevano e sfiorò piano il braccio di Remus, il quale arrossì e fece timidamente sì con la testa, incapace d’altro.
Nonostante la preoccupazione per lo stato di salute del compagno, Remus avvertiva anche un certo senso di felicità, per il fatto che l’amico avesse chiamato lui e che lo volesse accanto, ma soprattutto perché, per la prima volta in sei anni, era lui a prendersi cura del moro, anziché il contrario.
“Stai morendo di freddo, prendo la coperta dal mio letto e torno, okay?” gli disse premuroso.
“Okay” rispose  l’altro dolcemente.
Il tempo di raccattare il piumone rosso-oro dal suo letto e Remus era già corso verso Pad, che nel frattempo gli aveva fatto un po’ di posto nel lettone. Un po’ titubante, Remus si sedette con le spalle poggiate alla testiera e le gambe lunge sul materasso, ritrovandosi immediatamente un Sirius bollente per la febbre seduto tra le gambe e con la schiena contro il suo petto, acciambellato per assorbire più calore possibile dall’altro. Remus coprì attentamente entrambi con le coperte e circondò il brun con le braccia, lasciandosi scappare un sospiro soddisfatto. Si stava decisamente comodi in quella posizione.
“Meglio?” sussurrò Remus, tirandoselo ancora più vicino e ottenendo come unica risposta un mugugno soddisfatto.
Stettero così per un tempo indefinito, a bearsi del calore reciproco, il silenzio rotto solo dal leggero tossire di Sirius. Dopo l’ennesimo colpo di tosse, Lupin sospirò e fece per scostarsi, con sommo fastidio del moro.
“Dove vai?” Mugugnò piano.
“Devo assolutamente darti quella pozione! Potresti peggiorare, se non la prendi”
“M-ma…” in tutta risposta il biondino sollevò in sopracciglio, provocando un sospiro sconsolato nel compagno.
 
*   *   *
 
“Ho detto che non la bevo!” esclamò Sirius con voce roca.
“Sirius Orion Black! Sono dieci minuti buoni che sono qui con questo cucchiaio in mano ad implorarti! Ora la bevi, non hai scelta”
“Ma è disgustosamente amara, lo so! Sul serio, non ne ho bisogno, sto” - colpo di tosse – “alla grande!”
“Sirius…” sibilò minaccioso l’altro.
“Okay, okay… Però dopo voglio qualcosa di dolce per levarmi il saporaccio dalle labbra!” si imbronciò il primo.
Remus sorrise, sia per l’atteggiamento adorabilmente infantile del ragazzo, ma soprattutto per la fine di quella pantomima: va bene essere pazienti, ma a tutto c’è un limite!
“Ecco, avevo già preparato una piuma di zucchero, per dopo”
“Mhh, tu sì che mi conosci! Sposami, Remus Lupin!” dichiarò Black sorridendo ampiamente. Remus arrossì in maniera spaventosa e si affrettò a ficcargli in bocca il cucchiaio di brodaglia infernale, come l’aveva definita Sirius. Quest’ultimo si esibì in una serie di esilaranti smorfie e si fermò con la lingua fuori la bocca spalancata, in una perfetta imitazione del suo corrispettivo canino, facendo sghignazzare Remus.
“Che schifo! Ma che ci mettono? No, non dirmelo, preferisco non saperlo, guarda!”
“Ma su, non è così male!”
“Tu assaggiala, allora” lo sfidò il moro.
“È finita” ghignò l’altro.
“Ah sì? Rimediamo subito” sorrise ferino Sirius, prima di tuffarsi sulle labbra dell’altro, in un bacio veloce e umido che fece avvampare il povero Remus. Il ragazzo restò immobile, incapace di qualunque pensiero che potesse avere anche solo il minimo senso. Un bacio. Il loro primo – e forse unico – bacio.
“Sirius” esalò sconvolto.
“Oh Merlino! S-scusa, è che io… e tu! E poi – La febbre, certo. Deve essere la febbre” s’affannò il primo, rosso in volto e con gli occhi sgranati.
Remus, ripresosi dallo shock momentaneo lo bloccò, fissandolo con aria delusa. “Sirius. Perché? Perché l’hai fatto? Per me è difficile, cazzo! Difficile! Starti costantemente vicino, esserti amico ogni fottuto giorno, con te che mi parli di questa o quella ragazza, senza poter-” scosse la testa, una sola lacrima sulla guancia destra. Fece per andarsene, ma venne trattenuto – di nuovo – dalla mano di Sirius, che lo fissava… Speranzoso?
“Non poter? Completa la frase, ti prego” c’era una tale urgenza negli occhi e nel tono del moro che Remus non potè negarglielo. Chiuse gli occhi e, in un sussurro, disse: “Non poter amarti come vorrei”
“Oh Godric, stupido di un lupastro! Vieni qui” Sirius lo attirò a sé dolcemente, scoccandogli un morbido bacio sulle labbra. “Sono innamorato di te da anni, da sempre forse, ma non te ne ho mai parlato perché ero convinto di non avere la minima possibilità!” continuò Sirius.
Remus si lasciò cadere sul letto, tirando l’altro ragazzo per un braccio fino a farlo posizionare di nuovo contro il suo petto per poi posargli un lieve bacio sulla nuca. “Davvero?” mormorò.
“Davvero”
Dopo qualche secondo di silenzio, Remus si schiarì la voce.
“Avevi ragione” disse.
“Cosa?”
“La pozione… È orribile!” e scoppiò a ridere, trascinando anche Sirius.
 
*   *   *
 
“James? James sveglia!”
“Mhh?”
“James!”
“F-frank, sei tu! Cosa diavolo succede?”
Paciock ammiccò verso uno dei cinque letti nella stanza, sogghignando. Dopo un momento di incertezza, James inforcò gli occhiali e seguì lo sguardo del compagno, palesemente confuso. Nel frattempo Frank fece l’occhiolino a Peter e, prevedendo la reazione dell’altro, mimò con le dita un tre, un due e infine…
“CONGRATULAZIONI! FINALMENTE, SONO COSÌ FELICE PER VOI! COSÌ FELICE! Awww!” ecco James ura6lare, correndo sul letto dove Remus e Sirius dormivano, beatamente accoccolati l’uno nelle braccia dell’altro e piombando su di loro, che gridarono per lo spavento.
“JAMES!” Fu l’urlo di tutti i presenti, che lanciarono una valanga di cuscini sul cervide, inondandolo di piume. Il ragazzo in risposta rise e abbracciò stretti la coppia in questione. L’allegro cicaleccio del moretto venne interrotto da un sonoro starnuto, seguito da un colpo di tosse.
“Ecco, me l’hai passato” borbottò Remus tirando su col naso.
“Tranquillo, ci penso io a te”  mormorò teneramente Padfoot, prima di baciarlo sulla punta del naso arrossato e chiudere le tende del baldacchino, ammiccando in direzione di un sovraeccitato James che blaterava a proposito della sua OTP che era finalmente canon. Qualunque cosa significasse.


 
FINE
   
 
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