F l a s h l i g h t



 

Buio, neanche una luce in quel bosco, le tenebre regnavano in quel posto.
Tenma era lì per cercare di calmarsi dopo un allenamento nel quale aveva litigato con Tsurugi, però si era perso in quella selva, nonostante fosse a conoscenza di quel posto.
Aveva una torcia in mano, ma non lo aiutava così tanto, non riusciva a ricordare la strada per andare fuori da quel luogo.
La paura si faceva presente, si poteva vedere dal viso di Tenma: terrorizzato.
Il litigio era stato brutto tra Matsukaze e Kyousuke, stavano per picchiarsi a vicenda, ma per fortuna erano stati fermati da qualche loro compagno... tutto questo perché Tsurugi voleva passaggi più buoni da lui, voleva spronarlo, ma aveva usato l'atteggiamento sbagliato.
« Tenma! Ma sei idiota?! Passami meglio la palla invece di fare l'idiota! »
« Ma che vuoi?! Sei te che sei lento quanto una lumaca! »
« Ma vai a quel paese, troglodita inutile. » e quello aveva fatto scattare la scintilla al capitano, era la goccia che fece traboccare il vaso.
Passarono alle mani, però qualcuno riuscii a fermarli... la stessa persona che era nel bosco quella notte.
Il castano inciampò e cadde, ma non sul terreno, ma su quel ragazzo.
« Tenma-kun. » chiamò lui e l'altro puntò la torcia sul suo viso: Hayato era lì, davanti a lui, sempre con quell'espressione stranita nei suoi confronti.
« Hayato-san? Che ci fai qui? » chiese imbarazzato.
« Chiederei la stessa cosa a te. Comunque volevo stare un po' tranquillo dopo il fatto di stamattina. »
« Ah, lo stesso motivo per cui io sono venuto qui. Dovrei anche darti delle scuse... » continuò il capitano, era triste come si poteva vedere dal viso, ma l'altro gli accarezzò la guancia per rassicurarlo, non era colpa sua alla fine, non voleva essere offeso in quel modo e non poteva restare fermo a piangere in quel momento di insulti da parte di Kyousuke.
« Tenma, non è colpa tua, doveva moderarsi con quel linguaggio. » quelle parole tranquillizzarono il castano.
« Dai, ora torniamo a casa. » continuò Hayato, ma Tenma non sapeva dove doveva andare.
« La conosco io la strada, tienimi per mano e ti porterò fuori. » e non fece in tempo l'altro a rispondere che venne spinto dalla mano del moro.
In quel momento si tenevano per mano, il castano sentiva sollievo da quel contatto, era una cosa sublime, mentre l'altro era contento di passare finalmente un po' di tempo con lui, anche se per poco e per dimostrarsi utile almeno un po'.
Quella torcia illuminava il sentiero, però la calma si faceva sempre più presente nei loro animi.
In quel momento di calma, la strada che portava fuori dal bosco era sempre più visibile, così tanto che Tenma iniziò a correre ancora attaccato a Matatagi, che veniva spinto, ma era normale per lui.
Uscirono e si incamminarono verso le loro case, contenti.
Le luci dei lampioni illuminavano le strade, ma anche gli animi dei due, che si sentivano sempre più attaccati all'altro.
Al bivio, infine, Tenma baciò sulla guancia Hayato, dicendo:


 

 

 

 

 

*The P h o b i a's Return*
Hallo a tutti miserabili paurosi! (?)
Sono P h o b i a e finalmente son ritornato su questo account dopo un periodo su Seele Gletscher.
Sono contento alla fine di essere tornato e...niente.
Alla fine per coronare il mio ritorno ho scritto una MataTen, come sono solito a fare, quindi sopportatemi solo per questo (?).
Beh, alla fine non mi resta che dire che...la paura sia con voi!