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Autore: YuGiesse    06/10/2015    2 recensioni
"Era un ragazzo mai visto, aveva un'aria da menefreghista, sedeva su un'antica sedia di legno con le gambe incrociate sul tavolo, i suoi occhi profondi riuscivano a mettere in soggezione anche con un solo sguardo, quel tipo di ragazzi che lui odia."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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"Brown? Mi stai ascoltando?"
Scosse la testa. 
"Mi scusi."
"Cerca di prestare attenzione, non voglio più trovarti con la testa fra le nuvole."
"Non succederà mai più."
"Lo spero. Ricominciamo."
 
Spero solo che il cervello non mi abbandoni adesso.
 
Già il terzo richiamo in sole tre ore di lezione, quella giornata era iniziata nel peggiore dei modi.
Tutta colpa della notte precedente. Dopo tutto quel casino con Caesar e suo padre non era riuscito a chiudere occhio se non per meno di un'ora, e adesso non era capace di prestare un minimo di attenzione alle parole del professore, che stava facendo un monologo sul diritto.
Prese la penna, cercando di copiare qualche appunto sulla parte di lezione che aveva perso a causa del suo pensare.
"Di cosa parlavamo?" Sussurrò John ad Anthony, seduto al suo fianco.
"Come mai sei così distratto oggi? Stai diventando ribelle oppure pensi a qualcuno?" Chiese il ragazzo, cambiando discorso.
"Niente di tutto ciò, ho solo dormito poco." 
"Tu mi nascondi qualcosa." Affermò l'amico, accennando uno strano sorriso.
"Seriamente, nulla di importante, solo stanchezza." Rispose il riccio sospirando. Non stava mentendo, non del tutto.
Scrollò le spalle e girò la testa al lato opposto del compagno accorgendosi, forse troppo tardi, che tutta la classe, professore incluso, lo stavano fissando.
 
Fantastico...
 
"Dunque, visto che la mia lezione ti interessa tanto, che ne dici di prendere il mio posto?"
John roteò gli occhi.
"Perché no? So così tante cose di diritto che potrei laurearmi adesso, se volessi." Affermò soddisfatto.
La classe scoppiò a ridere senza curarsi del professore.
Per fortuna, puntuale come sempre, suonò la campanella dell'intervallo.
"Per questa volta sei salvo, ti conviene frenare la lingua la prossima volta Brown, essere il migliore della classe non ti permette di fare tutto quello che vuoi." Detto questo si liquidò.
 
 Certo...
 
"Attenzione, il cocco dei professori di ribella!" Disse Antony dandogli una pacca sulla spalla.
"Ma fammi il piacere..." Si piegò , appoggiando la testa sul banco.
Mettersi contro un professore non era cosa di lui.
 
 Mi sto comportando alla Caesar.
 
Si girò di scatto verso il lato della classe dove stava il suo banco.
 
 Sarà andato da Bethany.
 

Sospirò.
Dalla sera precedente non si erano scambiati neanche una parola se non un timido saluto. Probabilmente stava cercando di allontanarsi da lui.
Decise di non pensarci e di fare un giro al piano di sotto, per schiarirsi la mente. 
Scese le scale e vide il sestetto in un angolo, stavano parlottando. 
"E quindi, com'è andata?" Sussurrò Cleo a Bethany. 
"Beh, eravamo soli a casa sua, una cosa porta l'altra e..."
"Beth, lo sappiamo come si fa sesso. Vogliamo i dettagli su!!" Sbraitò praticamente Alison. 
Iris annuì convinta e disse "Dai dicci, è bravo?" Chiese alla bionda.
"Abbassate la voce! Ehm, è stato molto dolce. Lo sapeva che era la mia prima volta, quindi c'è andato piano. Tra un bacio e l'altro ci siamo ritrovati nudi e mi ha fatto tantissimi succhiotti, sapete è fissato con i nei, guardate."
Abbassò la sciarpa e lì dove stava un neo si trovava il livido di un succhiotto, anche da lontano erano ben visibili i segni dei denti. 
 
Non ci credo.
 
Allungò la mano verso il petto stringendolo. Continuò a fissare le ragazze che parlavano con tanta leggerezza di una cosa che lo aveva scosso terribilmente, senza alcun motivo. Deglutì. Non erano fatti suoi, ma sentiva ugualmente una morsa al cuore, quella che provava ogni volta in cui vedeva Bethany e Caesar insieme. Si sentiva fottutamente deluso, come se lo avesse tradito. Era una cosa normalissima, perché prendersela così tanto?! Stava diventando come una ragazzina lunatica.
Prese coraggio e si avvicinò alla ragazze, salutandole con un gesto.
 
"Le questioni private dovresti lasciarle fuori dall'istituto Turner, o perlomeno dovresti evitare di urlarle."
Affermò, cercando di dosare il nervosismo.
Le ragazze accennarono una risata,  eccetto l'interessata che rispose subito:
"Ti metti anche ad origliare ora? Se volevi non sentivi."
Strinse i pugni ed avanzò verso il corridoio, ignorando le parole della ragazza ma , di colpo, si sentì afferrato per la maglia.
"Aspetta, John!" Era Sophie.
"Dimmi" rispose, tenendo lo sguardo basso.
"Non te la sei presa per quello che ha detto Beth, vero? Sai com'è fatta..." Chiese con voce dispiaciuta. Quella ragazza era un angelo.
"No, tranquilla." Rispose sorridendole.
"Allora sei infastidito per quello?" Diventò di colpo seria.
 
 Cosa?!
 
"Non so di cosa tu stia parlando."
Stava cominciando a sudare freddo. Non era infastidito per quello, decisamente no.
"È già da un po' che penso di aver capito cosa ti passa per la mente."
Affermò Sophie, mettendosi davanti a lui ,in modo da non farlo passare.
"Cosa pensi di aver capito? Non c'è niente da capire." Disse alzando la voce.
Restò disorientato da questa affermazione, non capiva e questo gli dava tremendamente fastidio.
"Ti piace?"
"Chi?"
"Sai di chi sto parlando".
"No, devo tornare in classe."
"Caesar."
"Stai scherzando, vero?"
"No."
Arrossì, assumendo un'espressione di sgomento. La ragazza davanti a lui continuava a parlare, ma lui non riusciva a sentire altro che il suono del suo respiro. Caesar? Lui, seriamente?
Ok, era un bel ragazzo, bellissimo, ma non provava interesse verso i maschi.
 
"Sono etero, mi dispiace."
 
Dopo questa affermazione, voltò le spalle alla ragazza e cominciò a camminare verso la sua classe.
 
L'intervallo era già finito da un pezzo e, probabilmente, già era iniziata la lezione di chimica che si teneva in laboratorio.
 
Almeno la chimica mi terrà la mente occupata.
 
Il professore era solito fargli fare pratica con le sostanze chimiche, cosa che lui adorava.
Corse verso la classe per recuperare il libro, non poteva essere richiamato un'altra volta.
Arrivato davanti la porta cadde sulle ginocchia, per recuperare il fiato che aveva perso a causa di quella corsa.
 
Qualcuno aprì:
Era Caesar.
 
Portava una felpa nera di due taglie in più rispetto alla sua, dei jeans abbastanza stretti e delle vans, anch'esse nere. Stava benissimo.
John sussulto. Perché tra tanti doveva spuntare proprio lui?
 
"Cazzo.." Esclamò.  
"Ma che problemi ti affliggono..?" Chiese sarcasticamente il moro, fissando l'altro con una strana espressione.
"Non mi aspettavo che qualcuno aprisse la porta di colpo." Disse alzandosi ed aggiustandosi i capelli con un gesto.
"Non pensavo di essere così bello da far paura." Affermo Caesar, assumendo un sorriso malizioso.
John roteò gli occhi e andò a prendere il libro.
"Rimani nella tua convinzione." Replicò.
"Vorresti negarlo?"
Arrossì.
"Non sono cose che mi riguardano." Rispose semplicemente, accomodandosi fuori dalla classe.
"Allora non lo stai negando." Pronunciò seguendolo.
"Lo prendo come un si." Aggiunse.
 
Non ebbero modo di dire altro, perché una furia dai capelli scuri si buttò, letteralmente, sopra Jonathan.
Appena il riccio si rese conto di chi fosse restò un attimo perplesso, ma dovette riprendersi subito per tenere la ragazza.
 
Cleo Potter si trovava attaccata sopra di lui come un koala.
 
"John! Guarda i miei capelli!" Gli disse, talmente vicina che i loro nasi si toccavano.
"Dovresti scendere, Potter. Non sei mica un peso piuma." Parlò Caesar, la voce era stranamente senza alcuna emozione, piatta. 
Per tutta risposta la mora si attaccò ancora di più a John, rendendogli così ancora più difficile il compito di reggerla senza toccare niente di ... inappropriato. 
"Oh dai Caesar, non fare sempre il guastafeste!" Affermò Cleo, stranamente troppo su di giri.
"Ti sei fatta di qualcosa?" Chiese invece il moro.
"Scusate, qualcuno qua si è dimenticato che ci sono anche io?! Cleo per favore scendi. Non penso ti andrebbe bene di essere toccata da me ." Chiese con tono di supplica il riccio
"Ma che avete tutti oggi! Volevo che mi facessi i complimenti per i miei nuovi capelli!" Rispose lei, rimettendosi al posto.
"Ti stanno ben-."
 Non fece in tempo a finire la frase che Caesar lo afferrò per il polso, trascinandoselo dietro.
"Ci vediamo." Le disse mentre continuava a camminare tenendo il ragazzo.
"Ma che ti prende? È maleducato andarsene così!" Lo rimproverò John, staccandosi dalla sua presa.
"Odio la gente appiccicosa." Disse mettendosi le mani in tasca.
"Dovrebbe essere un mio problema, non tuo" rispose.
Caesar si girò a fissarlo, aveva uno sguardo terribilmente bello. Pensò a quando tracciò il suo viso con le sue dita il giorno prima, adorava i suoi tratti, e soprattutto i suoi occhi.
Arrossì di colpo.

 Che cazzo sto pensando?!
 
Avanzò velocemente, superando l'altro, tenendo lo sguardo basso e
Dicendo: "Sbrigati, dobbiamo andare in laboratorio, Saladin ci ucciderà."
"Mal che vada ci butterà fuori."
Affermò il moro facendo spallucce.
Arrivati di fronte l'aula, John apri la porta con disinvoltura.
"Salve, scusate il ritardo." 
Tutti già avevano occupato i banchi,anche il suo amico Antony l'aveva rimpiazzato con un'altra compagna.
 
Che bastardo.
 
"Alla buon'ora, l'intervallo è già terminato da un pezzo, siete rimasti chiusi in bagno tutto il tempo?" Disse il professore, accennando un ghigno.
Tutta la classe inizio a ridere, eccetto i due ragazzi.
"Possiamo andare a sederci adesso oppure deve ancora continuare con le sue solite battute?"
"Si sieda Jackson ed anche lei Brown, non ho voglia di discutere oggi."
I due ragazzi seguirono i comandi del professore e si accomodarono nell'ultimo banco disponibile.
"Potevi evitare di rispondere" sussurrò John, mettendosi gli occhiali.
Caesar accennò una risata, probabilmente, dovuta alla vista del ragazzo.
"Che c'e?!" Chiese alterato l'altro.
"Niente niente, non urlare." Rispose tornando serio.
"Dunque, cosa dobbiamo fare?" Aggiunse.
"Faccio io, non preoccuparti. Tu limitati a prendere appunti." 
Iniziò a seguire le istruzioni del professore con molta cura, finalmente si stava stranamente rilassando.
Prese la matita e se la avvicinò alle labbra, iniziando a morderla.
"Sei adorabile."
Ebbe un sussulto. 
Seriamente?! 
 
No ti prego..
 
Abbassò lo sguardo cercando di coprirlo con i capelli ma, purtroppo, forse, gli occhiali gli scivolarono per terra.
"Cazzo!" Sussurrò.
"Li prendo io non muoverti." 
Con agilità si alzò e prese gli occhiali da terra.
Dopodiché con disinvoltura avvicinò la montatura al suo viso e si sporse verso di lui, come aveva fatto Cleo poco prima.
"Direi che la Potter si è attaccata un po' troppo, non credi?" Domandò.
John poteva sentire il suo fiato sulla pelle.
 
 Non capisco più niente. 
 
"Allora? Non sono molto più eccitante io da vicino?"
 
Il moro continuava a guardarlo, come in attesa di una sua risposta ma, per una volta, era rimasto senza parole.
Si trovavano all'ultima fila, nessuno si era accorto di niente eppure, in quel momento, John era in un mondo a parte.
Nel frattempo, Caesar si era spostato verso il suo orecchio, e sussurrò: "Lo sento come fremi ogni volta che ci sono io, vedo il modo in cui mi guardi, tu sei attratto da me."
La sua voce, così vicina ad una zona erogena come quella, gli fece venire i brividi, come a confermare quello che aveva appena detto.
Infatti il ragazzo si allontanò di scatto, con un sorriso strafottente sulle labbra.
 
"Ti diverti a prenderti gioco di me?" 
Finalmente era riuscito a parlare ma la voce gli era uscita roca, ciò dovuto al fatto che aveva la gola secca.
L'altro scosse la testa ancora sorridendo.
"Non c'è niente di male ad ammettere di essere attratto da me, sai."
 
 Attrazione. Eccitatone. Gelosia.
 
Non poteva stare in quel posto un secondo di più così si alzò di scatto e corse fuori dalla classe, ignorando le grida del professore.
Correva senza una meta, aveva solo bisogno di capire.
 
 Non è possibile.
 
Eppure, non aveva mai fatto niente che non fosse qualche bacio, era come se non gli interessasse delle attenzioni che le ragazze gli rivolgevano.
Lo avevano definito snob proprio per questo, ma per lui era una cosa normale.
Da quando Caesar era arrivato nella sua vita era cambiato tutto.
Poteva continuare a negare l'evidenza?
Pensava a lui in continuazione e quando si trovavano vicini...
 
 Ma lui ha fatto sesso con la Turner. Non è interessato a me. 
 
Bethany era tutto ciò che lui non avrebbe mai potuto essere: una donna.
 
 Perché mi diceva tutte quelle cose? Si stava prendendo gioco di me? Dei miei sentimenti? 
 
Sentimenti.
 

No, non credeva che fosse così cattivo.
Caesar aveva un personalità ambigua, non si capiva mai cosa pensasse realmente.
Ma la cattiveria non faceva parte del suo essere.
 
Nel frattempo John era arrivato nel cortile della scuola, si mise in un angolo in disparte con le mani tra i capelli.
Dei passi lo fecero sussultare. 
Vide il sorriso di Sophie e si tranquillizzò.
"Come stai?" Gli chiese direttamente.
Lui faticò a trovare le parole giuste.
"Come qualcuno che ha appena scoperto di essere innamorato di un ragazzo." Disse infine, schiettamente. 
Quella ragazza emanava un senso di tranquillità, sentiva che poteva fidarsi di lei.
Sophie sorrise ancora di più e lo abbracciò.
Lui scoppiò a piangere e si aggrappò alle sue spalle.
 
 Da quanto tempo non piangevo? 
 
Appena si staccarono lo guardò negli occhi dicendo: "Per prima cosa, non pensare MAI, nemmeno per un secondo che c'è qualcosa che non va in te. Tu sei perfetto, non devi cambiare."
Si sedettero e continuò: "Non c'è niente di sbagliato, non piangere. Sono sicura che a Caesar importa molto di te." 
John ricominciò a singhiozzare. 
"Mi ha preso in giro poco fa, ha capito che provo qualcosa per lui. Non potrò più guardarlo in faccia!" 
Lei scosse la testa. 
"Non sono d'accordo. So com'è fatto e so come farlo ragionare. Devi solo avere pazienza. Ora alzati su! Torniamo dentro."
Si asciugò gli occhi con la manica della maglia e si mise in piedi. Doveva affrontare quella situazione, non poteva farsi buttare giù da una cosa del genere. Doveva capire cosa voleva veramente.
"Tra qualche minuto finiranno le lezioni, vuoi che ti accompagno in classe?" Chiese Sophie, alzandosi anche lei.
"Ma voi state sempre fuori dalla classe?" Rispose portandosi i capelli all'indietro.
"Forse. Meglio no?" Disse lei, accennando una risata.
Si diressero verso la classe  cercando di non parlare di tutto quello che era successo qualche minuto fa, ma ciò che si trovò davanti lo colpì nuovamente.
 
"Che ti è successo? Sei corso via come un pazzo." 
Caesar, davanti la classe, lo aspettava con il suo zaino sulle spalle.
Rimase senza parole, ma fu svegliato in tempo da Sophie che si avvicinò a Caesar salutandolo.
"Tieni, andiamo."
Continuò passandogli le sue cose. 
Si girò di scatto verso la ragazza che lo salutava con un cenno. Lo aveva appena lasciato solo con Lui dopo tutto quello che era successo.
 
 Me la pagherai.
 
Seguiva il ragazzo stando dietro di lui, per non far vedere come era combinato. Continuava a strofinarsi gli occhi arrossati per colpa delle lacrime che, probabilmente, già  erano state notate da Caesar. 
alzò lo sguardo su di lui. 
La camminata da menefreghista era una della cose più belle di quel ragazzo.
Fu frenato dal moro che si girò avvicinandosi di nuovo pericolosamente al suo viso, fissandolo negli occhi.
 
 Di nuovo NO
 
John arrossì. Chiuse gli occhi voltandosi velocemente dal lato opposto. Voleva evitare a tutti i costi il contatto visivo con lui.
 
"Come pensavo."
 
 Cosa?..
 
Ricominciò a camminare diritto, nel frattempo Caesar si dirigeva verso l'uscita.
Com'era Arrivato a tutto questo? Lo conosceva da appena un mese, era un completo sconosciuto, eppure non poteva farsi torto, quel ragazzo, a differenza sua, avrebbe fatto impazzire chiunque.
Non era perfetto al contrario della due precedenti ragazze, ma nella sua imperfezione trovava qualcosa di tremendamente speciale.
"Guarda dove vai, rincoglionito!" Una voce femminile interruppe i suoi pensieri.
Era Cleo, di nuovo.
"Oh! Ma sei tu! Ti stavo giusto cercando!" Disse lei, prendendolo sotto braccio. Lui barcollò per la troppa forza usata dalla ragazza ma fu sorretto da Caesar che nel frattempo, stranamente, stava fulminando la mora con lo sguardo.
"Perdonami, ti porto via il tuo amichetto solo per un po'" disse lei con voce squillante.
John si sedette su una panchina, seguito da Caesar.
Cleo, nonostante ci fosse ancora posto, si appallottolò sopra il riccio.
"C'è posto lì" affermo il moro con tono infastidito
"Sto bene qui." Rispose lei, avvinghiandosi a lui e scombinandogli i capelli.
 
 Di che cazzo si sono fatti tutti oggi?!
 

Cercò di liberarsi dalla presa della ragazza che continuava a non voler scendere.
"Dunque, dimmi, quand'è il prossimo comitato?" Chiese lei attaccando discorso.
"Queste cose penso che potresti chiedergliele anche senza saltargli addosso." Disse Il moro, senza lasciar parlare l'altro.
"Per quale motivo adesso intervieni tu? Non posso toccarlo?" Affermò, stringendosi ancor di più a John, che nel frattempo stava cercando ancora di liberarsi.
"Fa come ti pare."
Detto questo si liquidò senza salutare nessuno.
 
 Perché adesso si comporta così?!
 
Prese forza e scostò la ragazza, che si lasciò cadere di spontanea volontà.
"Seguilo, su." Solo una frase, aveva capito tutto. Gli stava offrendo su un piatto d'argento la possibilità di capire cosa c'era da parte di Caesar.
Fece un cenno alla mora, prese lo zaino in spalle e corse verso di lui.
"Tu puoi farti la Turner e io non posso stare con Cleo? Chiese tono alterato. Il comportamento di tutti oggi lo stava confondendo più quanto già non fosse. 
"Cosa ti fa pensare che tu non possa? E poi chi ti ha detto che mi sono fatto Bethany?" Rispose l'altro, girandosi ed avvicinandosi a lui, tenendo le mani in tasca.
"Il fatto che te ne sia andato via in modo così maleducato." Cominciò ad indietreggiare, tenendo lo sguardo basso per nascondere che stava nuovamente arrossendo.
"Ripeto, chi ti ha detto che mi sono fatto Bethany?" Avanzò verso di lui, mettendolo a muro e bloccandolo con una mano .
"Rispondi"
Deglutì. I loro visi erano talmente vicini che poteva notare benissimo ogni imperfezione. Si concentrò sul suo sguardo, non riusciva a capire cosa gli passasse per la mente, sapeva solo che non poteva sprecare quel momento. 
Agì d'impulso, chiudendo gli occhi e spostando la testa indietro.
Per qualche secondo sentì solo il rumore del proprio respiro mischiato a quello del ragazzo che gli stava di fronte.
Poi, con uno scatto, Caesar si allontanò.
John sentendo rumore di passi riaprì gli occhi.
 
 Cosa...
 
"Ci vediamo domani." Disse semplicemente allontanandosi da lui.


Angolo Autrice-

Saaalve! Eccomi qui con un nuovo capitolo! Devo dire che mentre lo scrivevo lo amavo sempre di più. Esce fuori un po' di più anche il caratte dei personaggi secondari e, finalmente, qualcosa tra i due sta per succedere! Grazie sempre a tutti per il vostro sostegno e per le vostre recensioni e spero di riuscire a mantenere questo ritmo di pubblicazione. Alla prossima! 
 
   
 
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