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Autore: Toki_Doki    06/10/2015    2 recensioni
Che succede quando il compagno di stanza di tuo fratello maggiore, nonché suo migliore amico, ti invita ad una maratona di telefilm con la sua compagnia? Che succede quando il ragazzo in questione ti è sempre piaciuto ma non puoi neanche immaginare di starci insieme?
Cosa succederà a Luce Keaton quando si troverà in una situazione del genere?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Cap. 02 - L'alba L'alba
 
 
Poteva essere più difficile di così?
Io e Jason eravamo in macchina da tre secondi e il mio cervello si era già spento. Il motivo? L'auto era intrisa del suo profumo ed era il più buono che avessi mai sentito.
«Non devi sentirti in imbarazzo.»
«Sentirtelo dire non mi aiuta» borbottai.
Si voltò a guardarmi con i suoi occhi neri. «Scusa.» Tese le labbra in un sorriso e mise in moto. «I miei amici ti riempiranno di domande, più o meno imbarazzanti. Ti staranno addosso finché non li minaccerò con lo sguardo che terrorizza tutti. E tieni conto che funziona anche su Brian.»
Mi scappò un sorriso. «Credo non ci sarà bisogno di arrivare a tanto. Perderanno subito interesse per me.»
Scosse la testa. «Non hai idea di quanto possano essere appiccicosi quando si tratta di una bella ragazza, figuriamoci con te.»
«Perché?» Che intendeva?
«Tu sei bellissima e, da quanto ho capito, hai gli stessi nostri interessi. In pratica sei l'anima gemella di ognuno di loro.»
«E la tua no?» Ma che diavolo mi era uscito dalla bocca?
«Luce, mettiamo in chiaro sub-»
«No, scusa. Non ce n'è bisogno. Mi è solo uscito spontaneo chiederlo ancor prima di aver realizzato di aver formulato la domanda.»
Sogghignò. «Va bene, ma sappi che saremo solo amici.»
Sbuffai. «Lo so e non voglio niente di più. Da nessuno.»
«Bene.»
«Bene.»
Il resto del tragitto lo passammo in silenzio: lui concentrato sulla strada, io a guardare il paesaggio e le persone che passeggiavano.
Quando spense il motore, slacciai la cintura e scesi dalla macchina in fretta per ammirare meglio quel palazzo vecchio stile che si erigeva davanti a me.
«Piace a tutti questa costruzione vittoriana.»
«È stupenda» mormorai incantata a guardare i mattoncini rossi.
«Dai, andiamo» mi spronò e ubbidii per non fare la figura dell'idiota.
Prendemmo l'ascensore in ferro battuto e salimmo fino al quinto piano. Iniziavo a sentirmi agitata. Da quello che aveva detto in macchina, non ne avrei dovuto aver motivo perché di sicuro sarei piaciuta a tutti, ma se fossero stati loro a non piacere a me?
«Quanto durano in genere queste serate?»
Mi guardò con un sorrisetto sghembo. «Restiamo a dormire tutti qui e tiriamo fino all'alba.»
Sgranai gli occhi. «A-anche stasera?»
Fece sì con la testa e mi venne voglia di correre via. «Tu ed io però ce ne andiamo quando vuoi tu.»
«Non voglio rovinarti la serata!»
«Non preoccuparti. E poi scommetto che vedremo l'alba insieme» mi fece l'occhiolino sicuro di sé e si fermò davanti ad una porta in legno scuro, con sopra un 36 in metallo. Quando bussò, mi nascosi dietro di lui per avere ancora un po' di tempo per prepararmi psicologicamente all'incontro.
La porta si spalancò e un ragazzo rosso, pieno di lentiggini, si aprì in un gran sorriso e si buttò in braccio a Jason; posò la testa sulla sua spalla e i suoi occhi puntarono nei miei.
«Tu devi essere Luce!» Scese subito da quella montagna, si affrettò a sistemarsi la maglietta e si asciugò la mano sui jeans prima di tendermela.
La strinsi un po' incerta e mi sforzai di sorridere. «Sono io.»
Jason afferrò il polso del ragazzo e tirò via la sua mano. «Ok, basta così Ted.»
«Perdonami, ma una creatura così fantastica non si è mai presentata alla mia porta.»
Mi sentii avvampare.
«Non ti si è mai presentata, punto.»
Trattenni a stento una risata, che poi mi morì in gola quando Jason posò la sua mano sulla schiena, troppo vicina al coccige per non farmi arrossire.
«Spiritoso come sempre, eh?! Dai, entrate.» Sfoderò un gran sorriso e ci lasciò accomodare dentro.
La vista del salone mi spiazzò: era tutto perfettamente in ordine, anche la cucina a vista. Non avrei mai pensato che due giovani ragazzi potessero tenere in modo ineccepibile un appartamento.
Continuai a guardarmi intorno, finché la libreria che copriva un'intera parete non comparve nella mia visuale. Mi precipitai a guardare i libri e i dvd che conteneva e pensai che non solo io potevo essere l'anima gemella di quei ragazzi, ma anche il contrario!
«Ti piace?» Era una voce che non conoscevo.
Mi voltai e incontrai il suo sguardo. «Mi sono appena innamorata, è diverso!»
Si aprì in un sorriso. «La maggior parte dei titoli sono miei.»
«Complimenti, allora. In questo momento sto odiando la mia pochette.»
«Perché?»
«Dove la metto la metà della roba che vorrei portarmi via?»
Ridacchiò divertito. «Se giuri di riportarla, ti presto ciò che vuoi.»
«Oh, grazie.» Neanche ci conoscevamo e già si era dimostrato così gentile.
«Comunque, piacere. Sono Bart.»
«Luce.»
«È perfetto per te questo nome.»
«G-grazie.» Ecco che la balbuzie da ragazzina imbranata tornava.
«Ehi, Bart! Non si salutano più gli amici?» ci interruppe Jason con tono scherzoso.
«Non mi ero neanche accorto di te» affermò spavaldo mentre gli dava una pacca sulla spalla e gli stringeva la mano.
«Direi che non avete bisogno di presentazioni.»
«Ehm, no.» Perché dovevo sentirmi così in imbarazzo?
«La tua amica stava meditando un colpo con i fiocchi.»
«Scommetto che...»Jason fece scorrere lo sguardo sugli scaffali immensi. «La tua prima refurtiva sarà il cofanetto blue-ray della saga completa di Harry Potter.» Aveva indovinato, ma non del tutto.
«Insieme al piccolo mezzobusto di Shakespeare.»
Storse il naso. «Lo trovo un po' pacchiano.»
Mi scappò una risata che si fece più grossa quando scorsi l'espressione contrariata di Bart.
«Non offendere il piccolo William! Tra l'altro è un regalo, quindi porta rispetto.»
«A me piace» lo rassicurai divertita.
Jason roteò gli occhi al cielo scuotendo la testa. «Scommetto che è lì solo per farti rimorchiare.»
«Amico, questo è un colpo basso» si lamentò dandogli un pugno sul petto.
«Volete una birra?» ci gridò Ted dalla cucina.
«Sì, ma per la piccola un succo di frutta.» Piccola?!
Lo guardai bieco. «Posso bere una birra!»
«Poi tuo fratello se la prende con me.»
«Beviamo spesso insieme, io e lui.»
«Oggi non c'è però.»
«Lasciala in pace, Jas!»
«Ha diciannove anni» lo ammonì in tono duro e probabilmente sfoderando lo sguardo a cui aveva accennato. Dai brividi che mi erano venuti e il piccolo passo indietro di Bart, non avevo più dubbi.
«Non è una bambina» controbatté poi. Quel ragazzo mi stava già molto simpatico.
Ci scambiammo un sorriso d'intesa e Jason sbuffò. «E birra sia» brontolò e si diresse in cucina.
«Siete amici da molto?» indagai curiosa.
«Ci siamo conosciuti due anni fa a una convention e ci siamo rivisti al campus. Da allora facciamo squadra.»
Gli sorrisi. «A mensa vi vedo spesso.»
«La prossima volta unisciti a noi. Sono certo che farebbe piacere anche a Wendy. È l'unica ragazza del gruppo e una presenza femminile non potrà che recarle gioia.» Mi divertiva il modo in cui si esprimeva.
«Accetto volentieri l'invito.»
«Ehi, voi due! Le birre si scaldano!» ci avvertì Ted.
Raggiungemmo i due sul divano ma, quando feci per sedermi accanto a Bart, Jason afferrò il mio polso e mi fece sedere tra lui e il bracciolo. Lo guardai confusa cercando di capire il motivo del suo gesto. Forse pensava che sarei stata in difficoltà a stare accanto al suo amico?
«Da qui si vede meglio la tv» mi spiegò indicando con un cenno del capo il mio posto.
«Ah, grazie.» Era stato davvero premuroso.
«Possiamo iniziare col primo episodio?»
«Mancano ancora Patrick e Rick.»
Jason si avvicinò al mio orecchio e bisbigliò: «Sono cugini e non riescono a tenere la bocca chiusa per più di due minuti.» Ridacchiai. «È un'impresa vedere un film o una serie con loro!»
«Quindi sarà un disastro stasera?»
Fece no con un lieve cenno del capo e il suo profumo arrivò ancora più distinto nelle mie narici. «Vorranno far bella figura con te, quindi si comporteranno in maniera impeccabile.»
«Sono così disperati?»
Gli scappò un sorriso. «Non ti rendi conto di quanto tu sia bella, vero?»
Balbettai qualcosa ma, grazie al cielo, fui salvata da Bart che si appoggiò sul tavolinetto di fronte a me.
«Hai mai visto Supernatural
Feci sì con la testa sorseggiando la birra.
«Non l'avrei invitata se non fosse stata appassionata anche lei.»
«Jas, hai avuto una giornata storta?»
Lo guardò brutto. «Zitto, coglione.»
Gli diedi una spallata giocosa. «Tutto bene?»
Sbuffò appena. «Vorrei solo iniziare la maratona, tutto qui.»
«Sii paziente.» Gli sorrisi e ricambiò.
«Da quanto vi frequentate?» chiese Bart. Perché quella sua aria da furbastro mi diceva che quella era una domanda che nascondeva un secondo fine?
Jason scosse la testa e sembrò capire quel significato nascosto. «In realtà ci conosciamo appena.»
«Sono la sorella di Brian Keaton, il suo compagno di stanza.»
«Lo so chi sei, dolcezza.» Una smorfia schifata sarebbe stata scortese, giusto?
«Dio, Bart!» esclamò esasperato Cooper, poi agitò la bottiglia vuota di birra alzandosi e si diresse in cucina.
«Scusami un attimo.» Mi fece l'occhiolino e seguì il suo amico in cucina. Quasi contemporaneamente, citofonarono e immaginai fossero i cugini logorroici.
Qualche istante più tardi, fecero la loro comparsa e iniziarono il giro di saluti. Per non risultare maleducata, mi alzai dal divano e li raggiunsi davanti l'entrata sperando che Jason arrivasse in fretta e fosse lui a fare le presentazioni. Quando mi si affiancò, mi sentii meglio e tirai mentalmente un sospiro di sollievo.
Fatte le dovute presentazioni, i padroni di casa diedero ufficialmente inizio alla maratona e, come furie, si precipitarono tutti sul divano per accaparrarsi i posti migliori. Neanche a dirlo, il mio era stato occupato da Patrick, che quando incrociò lo sguardo di Jason, alzò le mani e si sedette per terra vicino alle gambe di suo cugino.
Jason prese posto ma lasciò lo spazio necessario per far inserire me tra lui e il bracciolo, proprio come era successo poco prima.
«Il tuo sguardo funziona davvero!»
Sogghignò soddisfatto. «Te lo avevo detto.» All'improvviso partì l'episodio e quasi sobbalzai. «Hai già paura?»
«Non ho paura.»
«Puoi stringere il mio braccio se vuoi» si offrì divertito.
«E tu il mio.» Alzai fiera il mento.
Qualcuno ci intimò di fare silenzio, così portammo l'attenzione al televisore e ignorai il rossore che stava imporporando le mie guance.
Dopo i primi tre episodi, dovemmo interrompere la visione perché era arrivata la pizza a domicilio. Ted pagò il fattorino, portò i tre cartoni sul tavolinetto e mangiammo riprendendo col quarto episodio.
Man mano che proseguivamo, la mia voglia di continuare aumentava, così come l'emozione nel rivedere le puntate che tanto amavo.
Passò un'infinità di tempo e non me ne resi neanche conto perché tra una scena e l'altra, o tra un fantasma e un demone, ci lasciavamo andare a commenti e battute. Mi sentivo davvero a mio agio con loro e fui grata a Jason di quell'invito perché finalmente avevo trovato persone con le quali poter fare davvero amicizia.
«Luce» bisbigliò Jason al mio orecchio dandomi un brivido. «Vieni un attimo con me» aggiunse quando portai i miei occhi nei suoi.
Si alzò e lo seguii in silenzio verso la porta finestra della cucina. Uscì all'aria fresca e m'invitò a fare lo stesso. Il sorriso che mi rivolse, fece fare una capriola al mio cuore.
Appena fuori, mi affiancai a lui dando anch'io le spalle all'appartamento e, quando rivolsi l'attenzione al cielo, spalancai la bocca per lo stupore e la bellezza di quel momento.
«Non ci credo» sussurrai stupita. «L'alba.»
«È così bella che non sembra vera.»
Sentendo il suo sguardo addosso, mi voltai a guardarlo. Deglutii nell'incrociare i suoi occhi profondi e intensi.
«Già...» balbettai incerta stringendomi le braccia intorno al corpo per scaldarmi.
«Rientriamo, prima che tu prenda un raffreddore.»
Assentii con il capo e mi avviai dentro precedendolo, ma questo non m'impedì di sentirlo sospirare.
Quel ragazzo mi piaceva, ma non potevo permettermi di prendermi una cotta per lui: era uno dei migliori amici di mio fratello, nonché suo compagno di stanza, e si dava parecchio da fare con le ragazze, da quello che diceva Brian e un terzo del campus.
Avrei etichettato Jason Cooper come amico e mi sarei tenuta a una distanza di sicurezza ricordandomi della scritta dangerous che lampeggiava sulla sua testa.


N.d.a.:
Salve gente!! Dato che oggi è il mio compleanno, ho deciso di farvi un regalo e pubblicare il secondo capitolo della storia :) Spero tanto che vi stia piacendo, anche se è un po' presto per dirlo XD
Buona lettura e grazie di cuore a chi recensisce, segue e ricorda le mie storie ♥ Un grazie speciale va a chi mi ha inserito tra gli autori preferiti: non potrebbe esserci gioia più grande e soddisfazione più immensa.
Baci e alla prossima :)
   
 
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