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Autore: LadySissi    06/10/2015    2 recensioni
Dal capitolo 1:
"Non avrebbe mai e poi mai alzato lo sguardo, ma si costrinse a farlo. Da dentro lo scompartimento, i due gemelli di prima, un ragazzo bruno con le treccine, una bella ragazza di colore e due graziose ragazze bionde la guardavano increduli. Era evidente che stavano trattenendosi dallo scoppiare a ridere.
Non doveva stare lontana da quei due? Beh, complimenti, ci stava proprio riuscendo!"
Una storia su Hermione e Fred. Come sarebbe potuta andare.
Perché c'era più di un motivo per sperare in loro.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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Luglio 1998


 

“Buongiorno, Hermione” la salutò l'addetta all'accettazione del piano terra. La ragazza ricambiò con cortesia il saluto, e, raccogliendosi i capelli, più crespi del solito, si avviò in direzione dell'ascensore. Raggiunse il piano desiderato, quindi uscì e si diresse lungo il corridoio. Quel posto aveva sempre un aspetto così freddo ed asettico! Fosse stata lei a lavorarvi, l'avrebbe sicuramente reso un po' più allegro.

Era arrivata nella stanza giusta. La colpì subito la splendida luce estiva che entrava dai finestroni e si ritrovò a sospirare. Se soltanto lui avesse potuto vedere tutto questo!

“Sei arrivata più tardi, oggi.” fece una voce accanto a lei.

Hermione si riscosse dalla sua stanchezza. “Come ti senti, Fred?”

“Beh, a giudicare dalla tua voce stanca, molto meglio di te, direi.”

 

Se si fermava a pensare, Hermione riusciva ancora a rievocare l'orrore sordo e cieco che l'aveva investita nel momento in cui si era resa conto che Percy e Fred erano finiti sotto una parete. Pochi minuti più tardi, si era ritrovata sdraiata sul pavimento, con Ron che tentava di farla rinvenire, ed aveva capito di essere svenuta. Si era rialzata più velocemente che poteva, in tempo per vedere Bill e Ginny che sorreggevano con un incantesimo due barelle sulle quali vi erano Percy e Fred, irriconoscibili ma ancora in grado di respirare. Una parte di lei avrebbe voluto urlare e dare di stomaco, ma, reggendosi sulle gambe malferme, aiutata da Ron, aveva seguito il corteo. Lungo il lato sinistro della Sala Grande Madama Chips, l'infermiera della Scuola, aveva già allestito un'Infermeria d'emergenza. Nel momento in cui si era vista arrivare le due barelle, si era subito chinata sui corpi, ripulendoli dalla polvere. Percy e Fred erano pieni di ferite ovunque, ed entrambi avevano perso i sensi in seguito allo schianto. Madama Chips aveva effettuato un incantesimo, avvolgendo entrambe le barelle in quella che sembrava una grande bolla azzurra, quindi si era rivolta alla famiglia Weasley, in ascolto: “Questo è un Incantesimo Curativo Intensivo. Per ora non sciolgo la prognosi, ma, se non accade niente, potrebbero cavarsela.”
 

Hermione aveva ricominciato lentamente a respirare. Si era voltata alla sua destra ed aveva visto altre barelle, coperte pietosamente con un velo. Aveva allontanato immediatamente lo sguardo. Non era ancora pronta a scoprire chi avesse perso la vita.
 

Era stato Ron a riscuoterla dai suoi pensieri. “Hermione... Harry! Dobbiamo andarlo a cercare. Dobbiamo avere coraggio. Loro staranno bene.”
 

La ragazza aveva ringraziato il temperamento impaziente dell'amico e si era allontanata insieme a lui, dopo aver lanciato un ultimo sguardo a Fred.

 

Era stato poche ore dopo, quando ormai tutto era finito e di Voldemort non era rimasto nulla, che Molly le era venuta incontro e, con gioia incontenibile, le aveva rivelato: “Sono fuori pericolo! Li stanno trasportando al San Mungo in questo momento!”

 

I due ragazzi erano rimasti a lungo incoscienti nel Reparto per Gravi Lesioni dell'ospedale. Il pericolo di vita era scongiurato, ma i medici non avevano il coraggio di pronunciarsi sulle conseguenze. Molte notti Hermione era rimasta al capezzale di Fred, senza sapere quando si sarebbe svegliato e se l'avrebbe riconosciuta. Molte volte George le aveva fatto compagnia, molte altre erano stati Harry, Ron o Ginny farlo. Dopo più di due settimane, Percy aveva aperto gli occhi, in presenza di Molly e George, e, guardandoli entrambi, aveva detto con voce malferma: “Sono stato un tale idiota.”

“Oh, Perce!” aveva esclamato la signora Weasley, già in lacrime.
“Pietoso!” aveva commentato George, sull'orlo delle lacrime. “è tutto quello che ci sai dire dopo anni di sparizione?!?”
E poi, i due fratelli, che non erano mai riusciti ad andare d'accordo, si erano abbracciati come forse non avevano mai fatto.
 

La convalescenza di Percy era stata molto meno romantica. La sua gamba destra era in condizioni serie, ed aveva avuto bisogno di una lunga riabilitazione. I medimagi avevano fatto il possibile, ma l'articolazione non era più tornata a posto, ed erano certi che il ragazzo avrebbe zoppicato per il resto della sua vita.

 

Per Fred ci volle ancora qualche giorno prima di svegliarsi. Quando era accaduto, di fianco a lui c'era Hermione. La ragazza aveva notato subito che qualcosa non andava: il ragazzo si era alzato di scatto, e faceva roteare gli occhi intorno a sé, come instupidito. Terrorizzata dall'idea che avesse subito un danno cerebrale, lo aveva preso per mano e lo aveva chiamato: “Fred”.

Il ragazzo si era voltato di scatto verso la sua direzione, ma sembrava confuso. “Hermione!” aveva esclamato senza fissarla.

“Che ti prende, Fred?” aveva chiesto la ragazza, mentre un dubbio iniziava a farsi strada in lei.

“Hermione, io... non credo di poterti vedere.

 

L'operazione agli occhi di Fred era stata effettuata quasi subito ed era durata diverse ore. Per Hermione, che si era sentita rinascere quando aveva visto il ragazzo risvegliarsi, era stato come rivivere un calvario.

Alla fine, il Guaritore Capo era uscito dalla Sala Operatoria ed aveva confermato di essere riuscito a far recuperare l'occhio destro, ma di non avere potuto fare nulla per il sinistro, con il quale il ragazzo avrebbe visto sempre e solo ombre confuse. Fred non sarebbe rimasto cieco, ma sarebbe stato un ipovedente.

 

In quel luminoso tardo pomeriggio d'estate, Fred stava aspettando con impazienza che arrivasse il Guaritore Capo per togliergli le bende che, ormai inutili, impedivano la vista anche all'occhio sano.

“Sei stata a Hogwarts, non è così?” riprese a parlare il ragazzo.

“Sì, come tutti i giorni di questa settimana, ma oggi, per la prima volta, abbiamo affrontato il Piano Terra, ed è stato parecchio faticoso. Mi sento la polvere persino nelle mutande.”

In seguito alla Battaglia Finale, i lavori per il restauro e la ricostruzione della Scuola erano partiti quasi subito, ma la McGranitt, nuova Preside in carica, aveva compreso quasi subito che si trattava di un incarico troppo gravoso per un ristretto gruppo di Maghi e Streghe del mestiere. Aveva così mandato lettere in tutta l'Inghilterra magica richiedendo volontari. Hermione era stata una delle prime ad aderire, insieme ad Harry e Ron, ma si era meravigliata di quante persone avessero prontamente risposto all'appello. Aveva riconosciuto maghi adulti amici dell'Ordine, impiegati e giurati molto importanti del Ministero, ex-studenti più grandi di lei di qualche anno che non vedeva da qualche tempo e, con sua grande sorpresa, parecchi Serpeverde. Pansy Parkinson, accompagnata dai suoi amici Daphne Greengrass e Blaise Zabini (che aveva scoperto essere una coppia storica), era stata presente quasi tutti i giorni. Dopo qualche giorno, perfino un contrito Draco Malfoy aveva fatto la sua comparsa, accompagnato da una ragazzina spaurita, che si era rivelata essere la sorella minore di Daphne, Astoria.

“Wow, che bella immagine! Non vedo l'ora che mi tolgano le bende per poter vedere le tue belle mutandine!” rispose Fred ridendo.

“Scordatelo!” ribatté Hermione piccata. “Non permetterò che il tuo entusiasmo di oggi rovini mesi e mesi di mie fatiche nel mettere sempre l'intimo coordinato...”

 

Qualche ora dopo, le bende di Fred vennero rimosse, in presenza di Hermione, Ron, George e Molly.

Hermione si era chiesta molte volte come Fred avrebbe vissuto questa sua menomazione. Aveva paura che essa avrebbe costituito un ostacolo troppo grande per lui, che, nella vita come nel Quidditch, era abituato ad essere sempre all'erta. E se convivere con quell'occhio lo avesse privato della voglia di scherzare?

Fred si guardò intorno sorridendo, come rinato, quindi fissò Hermione.

“Sai” iniziò lentamente “Mi avevano raccontato di molti uomini che per un periodo non avevano potuto usare la vista. Mi avevano detto che quando essi avevano rivisto per la prima volta la loro ragazza, l'avevano creduta bellissima, molto più bella del solito.”
Hermione era perplessa. Fred stava facendo il romantico?
“Purtroppo non è il nostro caso, tesoro. Hai un aspetto orribile. E ti serve una doccia.”

Hermione tirò un sospiro di sollievo. Quanto erano state sciocche le sue paure?!? Era sempre il solito Fred.

Senza aspettare risposta, il ragazzo si era rivolto a Molly: “Mamma, sono stato un vero burlone, ancora una volta. Dovresti sgridarmi, sai.”

La signora Weasley lo guardò interdetta. “Io... sgridare te? Ma perché...”

“Perché, mamma” riprese Fred “ho fatto un bruttissimo scherzo a Percy. Ho pensato bene di mettermi sotto la traiettoria di un masso vagante. Lui ci è cascato come uno scemo, è saltato sopra di me ed ha messo le sue gambe sopra ai miei organi vitali.”

Davanti a questa dichiarazione, Molly scoppiò in un ennesimo pianto e corse ad abbracciare il figlio.


 

Dicembre 1998


 

Diagon Alley sotto Natale era pervasa dalla solita, estrema confusione. Mancavano solo tre giorni alla fatidica notte della Vigilia, e le persone, in preda alla frenesia per gli ultimi acquisti, si urtavano sulle porte dei negozi e si disponevano in lunghe code davanti alle casse.
Senza dubbio, il locale più frequentato era stato quello dei Tiri Vispi Weasley, i cui scaffali erano stati presi d'assalto fin dalle prime ore del mattino da studenti di Hogwarts al loro primo giorno di vacanza. Ai clienti più giovani, inoltre, se ne erano aggiunti molti più in là con gli anni, desiderosi di trovare un regalo natalizio originale per il piccoletto di casa.
 

L'orario di chiusura era passato da poco e George, seduto su una comoda poltrona di velluto dietro la cassa, si era slacciato la cravatta e si teneva la testa tra le mani, esausto. “Dimmi che non dobbiamo tenere aperto anche domani, ti prego” disse rivolto a Fred, che, a colpi di bacchetta, stava chiudendo le vetrine. “Mi dispiace, Georgie, ma abbiamo messo un avviso che saremmo stati aperti fino al 22. Temo che ci tocchi.”

“Beh, pazienza. Almeno da stasera saremo in compagnia.”

Fred non poté trattenersi dal ridacchiare.
“Che hai, Freddie?” gli chiese George incuriosito.
“Sei davvero pronto a rivelare a tutti, e soprattutto a mamma, il tuo grande segreto?” gli rispose il gemello.

“Beh... a dir la verità, no, per niente. Ma siamo sopravvissuti ad una guerra o sbaglio? La reazione di mamma Weasley non può certo essere peggio!”

Fred si strinse nelle spalle. Non ne era mica tanto sicuro.


 

Al numero 62 di Diagon Alley, Hermione stava sorseggiando un té caldo accompagnato da una fetta di torta di mele. Di fronte al suo tavolino, in fondo al locale, c'era uno specchio, e ne approfittò per guardarsi rapidamente. La camicetta color pesca e la gonna a tubino nera le erano sembrati perfetti quella mattina, ma ora temeva che sarebbero risultati troppo eleganti.

“E dai, Hermione, sei fantastica” fu l'esasperato commento di Lavanda Brown, che stava disponendo dei tortini al cioccolato al banco della pasticceria. Hermione osservò il sorriso spontaneo dell'amica e pensò che, in soli sette mesi, aveva fatto dei passi da gigante. Lavanda, infatti, era fuggita la notte stessa della Battaglia di Hogwarts, dopo essere stata aggredita da Greyback. Per sua somma disgrazia, pochi giorni dopo c'era stata Luna Piena, ed i suoi peggiori timori avevano avuto luogo: era diventata un Lupo Mannaro.
Per settimane si era data alla macchia, finché qualcosa non l'aveva riportata a casa, e quel qualcosa era stato Ron. Il suo amico era stato veramente straordinario: aveva cercato Lavanda, l'aveva trovata, l'aveva convinta a riprendere una vita normale. Ben presto, grazie all'uso della Pozione Antilupo, Lavanda si era convinta, anche se i graffi che aveva sul viso erano per lei ancora motivo di tormento. La ragazza aveva rilevato l'attività dell'anziana Darcy, ormai andata in pensione, e, insieme all'ex-Tassorosso Hannah Abbott, che ora stava distribuendo caffè al banco del bar, aveva aperto il miglior bar-pasticceria della zona, che aveva riscosso immediato successo.
I più fedeli clienti del posto, manco a dirlo, erano Harry e Ron. Sarebbero arrivati presto dal congedo natalizio dell'Accademia Auror e si sarebbero seduti al tavolo di fianco al bancone, rimpinzandosi di pasticcini. Ron avrebbe probabilmente finto ancora una volta di essere lì solo per il cibo (non che dovesse sforzarsi tanto, eh), ma Hermione – e tutti gli altri – avevano capito che da tempo il suo legame con Lavanda era andato nuovamente al di là dell'amicizia.
 

Immersa in queste riflessioni, Hermione si stupì, alzando lo sguardo, di trovarsi davanti una sagoma a lei ormai ben nota. Pansy Parkinson le stava davanti, tormentando la chiusura di una pochette con le unghie smaltate di blu. Indossava un grazioso cappotto celeste ed i lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle.

“Cos'è quella faccia, Granger?” disse la ragazza, sedendosi di fronte a lei. “Hannah, il mio solito caffè senza latte, per favore.” chiese poi alla barista, che annuì con un sorriso.

“Ehm... Pansy” iniziò Hermione, tentando di essere gentile “mi fa davvero piacere fare merenda con te, ma, ehm, io tra poco me ne devo andare...”

“Lo so” rispose Pansy con la sua espressione impassibile “ho un'idea molto precisa di dove stai andando. Ci devo andare anche io.”

“Sicura?” disse l'altra sbalordita. “Perché io devo andare ai Tiri Vispi Weasley a recuperare il mio ragazzo prima di passare con lui le vacanze di Natale...”

Esatto, Hermione” annuì l'altra vigorosamente. “Anche io”.

Hermione restò un attimo interdetta, poi la verità le esplose davanti con la chiarezza di una Fontana Magica in una notte serena. George.

 

“Ma... ma...” balbettò “cioè, George ci aveva accennato qualcosa, una volta, anni fa. Però pensavamo che stesse scherzando.”

“Dai, proprio tu mi dici così?” replicò Pansy, incapace di trattenere una risata. “Ormai dovresti sapere che per un gemello Weasley lo scherzo è d'obbligo per qualsiasi cosa tranne che questa.

“Hai ragione” concordò Hermione. Più ci pensava, in quel momento, più tutto era chiaro: il fatto che George fosse sempre stato molto misterioso sulla sua vita sentimentale, le notti alla Tana in cui l'aveva beccato a scrivere furtivamente delle lettere, la cravatta verde che spesso sfoggiava durante le feste... come aveva potuto essere così cieca?!? Forse era stata troppo presa dall'altro gemello, ecco tutto.
 

“Fammi capire, Pansy” disse sorridendo alla ragazza “ora che è scoppiata la pace, avete pensato di uscire allo scoperto?”

“Beh, io come al solito tentennavo” rispose l'altra, con un'espressione limpida che Hermione non si sarebbe mai aspettata da lei. “Ma George ha tanto insistito. E così... finirò nel bel mezzo del Natale della famiglia Weasley, proprio come te.”

“Ti divertirai, vedrai” replicò la ragazza, tentando di essere rassicurante.

“Oh, non saprei. Al momento riesco solo a pensare che Molly mi fa paura.”

 

“Cos'è questa storia? Non vogliamo né brillanti studentesse di Hogwarts né aspiranti editrici qua dentro!” fu la frase di accoglienza di Fred quando le due ragazze varcarono la soglia del negozio.

“Pansyna! Vieni qui che ti devo far vedere le novità che abbiamo preparato per Natale!” disse George, prendendo per mano la ragazza e trascinandola via.
 

Hermione scoppiò a ridere. “Pansyna?” disse a Fred con aria complice.

“Sì, beh” rispose quello con una scrollata di spalle. “Non è una novità. George si è sempre rifiutato di dirmi come lei lo chiami quando sono soli, però.”

“Probabilmente dannato idiota ” replicò Hermione divertita. “Ma tu sapevi?” chiese poi, certa di conoscere già la risposta.

“Niente domande retoriche, mia cara. Vieni al piano di sopra con me, vorrei farti vedere una cosa.”


 

“Wow, state... rifacendo da capo l'appartamento?” commentò Hermione, fissando le pareti non ancora imbiancate. L'arredamento, al momento, era composto soltanto da parecchi scatoloni ed un materasso che giaceva solitario al centro di una stanza.

“Sì, esatto” replicò il ragazzo. “Vivevamo qui anche prima della Guerra, come ricordi, ma bivaccavamo come due adolescenti. Adesso abbiamo deciso che siamo diventati adulti...”

“Sì, come no” sbuffò Hermione.

“Beh, più adulti di prima, e così, visto che il palazzo era già stato in parte distrutto, abbiamo trasformato questo grande spazio in due appartamenti. Per ognuno di noi... e per te, se lo vuoi.”

Il cuore di Hermione saltò un battito. Forse aveva capito male.

“Mi stai chiedendo di andare a vivere con te?”

Il sorriso di Fred non lasciava dubbi in proposito.

“Beh, dopo giugno. Dopo che avrai preso i tuoi amati M.A.G.O. Sempre che ti faccia piacere vivere con George e Pansyna nell'appartamento accanto, ovvio.”

“Oh, Fred!” esclamò la ragazza, gettandogli le braccia al collo. “è un'idea bellissima! Non vedo l'ora! Non so come esprimere la mia felicità...” Dannazione, le veniva quasi da piangere.

“...beh, collaudiamo il materasso?!?”

“Sempre il solito, Fred Weasley.”


NOTA AUTORE: Carissimi lettori, ecco a voi il nono capitolo! Dal momento che esso è completamente "fanon" e da epilogo alternativo, mi sento in dovere di fare due precisazioni.

1) Diciamolo chiaramente, la morte di Fred non è piaciuta praticamente a nessuno, e nemmeno a me. Ma anche questa idea che la Rowling abbia diviso in modo netto i "salvati" dai "sommersi" non mi è propriamente piaciuta. Nei libri, Bill resta quasi illeso dopo i morsi di Greyback, mentre si ignora il destino di Lavanda, al punto che nei film la si mostra morta. Le ferite di chi sopravvive alla Battaglia Finale sono superficiali, mentre per alcuni valorosi non c'è speranza. Ebbene, per me la vita non è così: tra bianco e nero ci sono molte sfumature. Così NON ho apprezzato il binomio "Percy illeso-Fred morto", ed ho inventato questo nuovo finale: le ferite e le menomazioni dei due ragazzi resteranno per sempre, ma, nonostante questo, essi potranno costruirsi una nuova vita.

2) Pansy e George (coppia strana, lo so!) provengono da "Il cielo ha una porta sola", un'altra mia fanfiction. Nel caso voleste dare un'occhiata, fate pure! Ho voluto regalare una sorta di continuazione all'altra storia inserendo i personaggi in questa. Siete liberi di shipparli o no :-)

Il prossimo capitolo sarà l'ultimo! Sarà una sorta di epilogo, molto allegro e forse anche un po' zuccheroso!
Mi raccomando, fatemi avere una recensione, anche piccola piccola! Anche solo un commento a caldo su questa evoluzione della storia! Grazie mille del supporto. A presto :-)

 

  
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