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Autore: SunMoonTruth_    06/10/2015    0 recensioni
Arielle Lahey è la sorella di Isaac Lahey, studente nella scuola di Beacon Hills. Un giorno decide di partire per l'Italia insieme a delle amiche e quando torna nella sua amata città si ritrova spiazzata da tutto quello che il fratello e il migliore amico Stiles decidono di raccontarle.
Se la caverà, questo è sicuro...ma come farà quando incontrerà il famigerato Theo Raeken?
(I capitoli contengono degli spoiler per chi non è ancora arrivato alla quinta stagione della serie tv)
[Storia pubblicata anche su wattpad]
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Theo Raeken
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Io e Liam ci giriamo e ci stringiamo l'uno contro l'altro non appena ci si presentano davanti tre tizi vestiti in un completo marrone e con delle maschere che sembrano maschere a gas che ricoprono loro il viso. 
"La tua condizione è critica"? Cosa significa? La condizione di chi?
I tre tizi si avvicinano e sento Liam allontanarsi da me per avventarsi su di loro. Non so cosa fare, sono come paralizzata. Dovrei chiamare mio fratello e gli altri?
Ma, problema principale...chi sono loro?

-Arielle torna su!- urla Liam mentre uno dei tre lo blocca per l'avambraccio e gli tira un pugno. Ma anche no che lo lascio qui da solo con tre tipi ormonati e vogliosi di rissa.
Non faccio assolutamente come mi ha detto, al contrario mi avvicino e tiro un calcio a uno dei tre, cioè quello che si stava avvicinando a quello che tiene Liam per aiutarlo a picchiarlo. 
In Italia ho praticato uno sport, fitbox, che serve proprio per occasioni come questa. Diciamo che è una specie di forma di autodifesa.
Comunque, il tipo non sembra spostarsi di una virgola ma almeno l'ho fermato...per metterlo contro di me.

-Ti avevo detto di andare su!- urla ancora Liam mentre lentamente si trasforma.

-Non ti avrei di certo lasciato qui da solo!- urlo in risposta, fermando il pugno del tipo con cui sto "lottando". Chissà che fine ha fatto il terzo.
All'improvviso sento come ringhiare e mi giro, vedendo Theo avventarsi sul terzo tizio.
Benissimo, due lupi mannari e una completa essere umana che sta per essere ammazzata.
In un momento arrivano anche gli altri, che fanno magicamente bloccare i tizi per poi farli andare via, nel buio del mio scantinato. Si saranno visti avviliti data la super folla che si è creata qui sotto.

-Ma chi erano?- chiedo, stringendo una mano intorno al polso perché mi fa un male cane.

-I Dottori del Terrore-

***

I Dottori nel mio scantinato. I Dottori in casa mia. Io che combatto contro uno di loro. I Dottori che dicono "La tua condizione è critica". I Dottori del Terrore.
Adesso sono insieme a mio fratello nel loft di Derek Hale, che ci ha gentilmente ospitato dato che noi ce la stavamo letteralmente facendo sotto in casa nostra (anche se adesso potrebbero essere dappertutto).

-Quindi hai combattuto contro uno di loro e ne sei uscita viva?- ripete per la terza volta Peter, lo zio di Derek, e io sbuffo annuendo.

-E tu dove cazzo eri, mi chiedo- urla ancora lui a mio fratello.

-Io, ripeto per la terza volta, ero sopra a cercare di capire cosa stesse succedendo nel piano in cui ero, dato che sentivamo ancora altri rumori. Poi abbiamo visto Theo precipitarsi giù come una furia e siamo scesi anche noi- già. I rumori erano anche al piano sopra al seminterrato. Io davvero non so come prenderla, come fare. Se non fosse stato per i miei amici credo che a quest'ora sia io, che Liam, che Theo saremmo morti.

-L'importante è che state tutti bene. La prossima volta che si faranno vivi cercheremo di capire cosa vogliono da voi. Magari vogliono rendervi delle vittime- ipotizza Derek -o magari già lo siete- si gira verso di me mentre dice questa frase e io abbasso lo sguardo. Certo, che bel modo per rassicurare una persona.
Sento sia mio fratello che Peter sussurrare il nome di Derek in modo quasi minaccioso, ma io so che può anche aver ragione. 
Insomma, perché dire a noi, Liam e me, normali persone che si fanno sempre i fatti loro, che la nostra condizione è critica? Anzi, nemmeno la nostra, ma quella di una dei due.

-Ha ragione. Magari sono una Chimera e non lo so, nessuno lo sa. So solo che adesso non voglio pensarci e voglio dormire con te- dico l'ultima frase ad Isaac e lui annuisce.
Derek e lo zio si alzano per andare al piano di sopra mentre io e mio fratello ci mettiamo nel divano letto che ci ha preparato Derek.

-Ho paura Isaac- sussurro dopo un po' e sento il suo braccio, che sta intorno al mio busto, stringere ancora di più il mio corpo.

-Andrà tutto bene. Si risolverà tutto- sussurra, iniziando a canticchiare una delle canzoni che ci cantava sempre papà prima che andassimo a dormire.

"Ospedale. Il posto più brutto in cui sia mai stata in vita mia. 
Mia madre è stesa su un lettino e il massimo che io possa fare è guardarla dal vetro.
Vedo Isaac avvicinarsi a me per mettermi un braccio intorno alle spalle e la stessa cosa fa mio padre.

-Perché non possiamo entrare?- domando.

-Non lo so tesoro...- risponde mio padre, ma lo so che mente. Gli si legge negli occhi che sa il vero motivo per cui siamo qui. Ma allora perché non lo dice? Magari non tiene a mamma? No, impossibile.
Qualcosa mi fa distrarre dai miei pensieri, qualcosa (o meglio qualcuno) che entra nella stanza in cui sta mamma.
Tre uomini con una maschera a gas sul viso. Tre uomini che si avvicinano a mia madre, avvicinandosi poi al suo viso per non so quale motivo.
Mi giro un momento verso Isaac e mio padre, che non si sono mossi di una virgola.
Mi stacco da Isaac, appoggiando le mani sul vetro.

-Lasciate stare mia madre, chi siete?- urlo sbattendo i pugni sul vetro, ma non mi sentono. Nemmeno mio padre ed Isaac sembrano essersi accorti delle mie urla.
Gli uomini si allontanano, uno di loro guarda il proprio orologio sul polso, un altro sta immobile con le mani dietro la schiena e l'ultimo stacca il filo dell'ossigeno dalla macchina che fa respirare mia madre.

-Hey! Rimetti subito quel filo a posto!- urlo, sento che spaccherò il vetro da un momento all'altro.
Quello con l'orologio si mette nella stessa posizione di quello con le mani dietro la schiena, per poi dire:

-Esperimento fallito-"

  
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