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Autore: AlexVause    07/10/2015    1 recensioni
Chissà dove vanno i sogni che sogniamo e dimentichiamo: Atlantidi sommerse e perse che non visiteremo mai più.
È stato così anche con me Lexa?
I tuoi occhi freddi come il ghiaccio mi scrutano, mi feriscono ed io lì…a chiedermi ancora perché.
Una domanda a cui, forse, non potrò conoscer risposta.
CLEXA
(Scritta alla fine della seconda serie)
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7
 
Eravamo pronti a tornare all’accampamento quando un rumore ci rimise tutti sull’attenti.
Una delle nostre guardie di Camp Jaha si stava trascinando a terra e, una volta arrivato a noi, si accasciò senza forze.
Lo soccorremmo immediatamente.
- Loro sono…
L’uomo iniziò a farfugliare evidentemente sotto shock.
- Calmati e dicci cos’è accaduto.
Parlai con tono gentile nel tentativo di tranquillizzarlo.
- …fantasmi. Io e un terrestre eravamo di pattuglia e…ci hanno preso. Lui, è morto subito mentre io…io ho resistito e poi…siete arrivati voi e mi hanno lasciato andare per attaccarvi.
- In quanti sono?
Chiedesti in tono freddo e calcolatore.
- Due…solamente…due.
A quelle parole ti alzasti in piedi.
- Svelti, dobbiamo allontanarci da qui. Sicuramente porteranno rinforzi.
 
Una volta raggiunto l’accampamento, notammo che tutto era pronto per ripartire.
Ci mettemmo subito in marcia, cercando il più possibile di fare attenzione al bosco circostante.
Eri inquieta, lo vedevo…ma qualcos’altro non andava. Mi sentivo addosso una brutta sensazione che non accennava ad andarsene.
Un vento gelido si mise a soffiarci contro.
L’autunno era ormai alle porte, lo si vedeva dai colori delle foglie…così variopinti rendevano il bosco un luogo ancor più bello.
D’un tratto ti fermasti e noi, che ti seguivamo, ci arrestammo con te.
Il tuo sguardo fisso nel vuoto.
- Lexa?
Pronunciai il tuo nome cercando di scaturire una certa reazione in te, ma non mi rispondesti.
- Heda, dobbiamo proseguire.
Ti richiamò Nyko avvicinandosi. Lincoln si guardava intorno guardingo.
Il tuo sguardo sempre fisso nel vuoto. Nessuna emozione nei tuoi occhi. Sembravi persa in un mondo che noi non potevamo vedere.
- Essere leader significa fare scelte difficili e spesso comporta sacrifici…tu eri il mio…tu…eri il mio.
Alle tue parole il mio cuore iniziò a correre. Stavi ricordando Mount Weather?
- Lexa?
Ti chiamai nuovamente. In quel momento sembrò che ti ridestassi da quello stato di trance in cui eri caduta. Mi guardasti. I tuoi occhi ora erano fissi nei miei eppure non erano lì con me.
- …devo continuare a muovermi…continuare a…
Fu un sussurro prima che perdessi i sensi. Nyko ti afferrò prontamente ed io chiamai mia madre in tutta fretta.
- Non possiamo stare qui, non è sicuro.
Disse Lincoln preoccupato e, di certo, non aveva torto.
Mia madre mi guardò cercando forse un assenso da parte mia per riprendere il viaggio.
Ci assicurammo che i tuoi parametri vitali fossero buoni prima di adagiarti sul carro accanto a Indra e al soldato ferito.
Il tuo secondo era visibilmente preoccupato per la tua salute. Non disse nulla a riguardo.
Dopo esserci assicurati di aver via libera partimmo per Ton DC.
 
Giunti a destinazione, vedere tutti quei grounders armati servì a farmi sentire un po’ più al sicuro…almeno più di prima.
Ti portammo, assieme a Indra e al nostro soldato, in un edificio adibito a infermeria…luogo in cui Nyko era di casa in quanto vostro guaritore.
Mia madre ti visitò accuratamente. Il suo volto serio mi preoccupò.
- Potrebbe esserci un’emorragia che preme sul cervello. Questo può aver scatenato lo svenimento.
Mi disse poi. Sapevo cosa significava. Sbiancai.
- Come può solamente essere stato un accumulo di stress. La mancanza di riposo e la memoria che via via sta tornando, possono averla debilitata tanto da aver causato una perdita di sensi.
Aggiunse alleviando un po’ i miei pensieri.
- Speriamo che il motivo sia questo.
Le risposi visibilmente preoccupata.
- Anche perché non possiamo operarla…almeno non qui.
Guardai mia madre descrivere quella realtà e sospirai cercando di non dar sfogo alle lacrime.
Serrai la mascella. Mi era venuta un’idea.
- Quanto tempo abbiamo nel caso non si svegliasse?
- Poco. Se non si sveglia entro poche ore, davvero non saprei che fare.
Mi rispose sconsolata.
- Ma io sì. Mount Weather.
Le dissi decisa sul da farsi. Sapevo che la mia era una soluzione valida.
 
Ero seduta attorno a un tavolo assieme a mia madre, Kane e Bellamy. Indra ci raggiunse assieme a Nyko che ci portò un po’ di cibo.
Stavamo organizzando il tuo trasferimento a Mount Weather.
Nel caso le cose si fossero male per la tua salute, almeno eravamo pronti.
Quel rifugio aveva una sala operatoria eccellente e quindi i mezzi per poterti operare in sicurezza.
- Posso fare una domanda?
Chiesi gentilmente cercando di ottenere qualsiasi tipo d’informazione dal tuo scorbutico e al quanto impulsivo secondo.
- Dì pure.
Rispose Nyko con il suo modo che lo contraddistingueva tra un milione di persone.
- Che sta succedendo?
Domandai poi senza distogliere lo sguardo dai terrestri.
- Ti riferisci agli attacchi scommetto.
Accennai un assenso con il capo a quelle parole dette dall’uomo.
- Da quello che Lincoln mi ha raccontato, la presenza degli Assassini dei mari dell’Est fanno pensare solamente a una cosa…
Nyko fece una pausa ma fu Indra, seduta accanto a lui, a continuare il discorso.
- Larion è qui.
Disse il tuo secondo ormai in via di guarigione.
- Larion?
Domandai incuriosita.
- Quell’uomo è la nemesi dell’Heda. Il suo nemico per eccellenza.
Rispose Indra con un filo di preoccupazione nella voce.
- Le terre dell’Est e quelle dell’Ovest, dove siamo ora, sono uno specchio perfetto.
Noi siamo comandati dall’Heda, nostra guida e punto di riferimento, loro invece hanno il Commander Larion. Come noi, hanno una Coalizione di 12 Clan. L’unica differenza che ci contraddistingue, oltre al fatto che sono esperti nella navigazione delle acque, è la sete di potere che contrasta con la nostra lotta per la pace.
Restammo ammutoliti prendendo coscienza del pericolo che ormai bussava alle porte. Senza l’Heda al comando eravamo in grossi guai.
Una nuova guerra s’intravedeva all’orizzonte…un destino di cui non potevamo prevederne la sorte.
Mi alzai per venire da te ma ciò che vidi, entrando nella stanza, mi lasciò senza parole.
Il letto era vuoto.
Uscimmo a cercarti e, come se niente fosse, ci raggiungesti. Nelle mani tenevi dei frutti.
Un sorriso dolce sulle tue labbra.
- Ne volete? Le ho appena raccolte.
Domandasti con una tranquillità degna di te.
- Heda, non potete uscire così. Dovete tornare dentro perché possa fare degli accertamenti.
Mia madre era visibilmente sorpresa seppur lievemente preoccupata.
- Sto bene.
Mi sorridesti tranquilla.
Quello sguardo…mi era mancato così tanto…non lo vedevo da quando ci siamo incamminate per raggiungere il Monte.
- Vederti sveglia è un sollievo.
Ricambiai il sorriso accarezzandoti una guancia.
- Ma ora, dovresti lasciare che mia madre ti visiti.
Mi afferrasti delicatamente la mano che sostava lungo il mio fianco, posandovi sopra qualche frutto.
- Assaggia queste, sono molto buone.
Mi dicesti sorridendomi per poi guardare mia madre.
- Andiamo.
 
La visita non durò molto ma i risultati piacquero molto a mia madre e ciò mi rallegrò.
Non so cosa ti fosse accaduto ma ora eri diversa.
Mi chiedesti di andare a farci una passeggiata e ne approfittai per aggiornarti su ciò che mi avevano detto, Indra e Nyko, di Larion.
Le stelle brillavano alte nel cielo.
Ti fermasti sedendoti ad ammirarle in silenzio.
Mi sedetti al tuo fianco sospirando.
- Chissà quante volte i nostri sguardi si sono già incontrati. Tu persa nei tuoi mille silenzi, a guardare le stelle…ed io, immersa nei miei pensieri, ad ammirare la terra.
Ti dissi assorta nei miei pensieri.
Mi guardasti sorridendo e, in quel momento, posai il mio capo sulla tua spalla.
Cercasti la mia mano, giocando con le dita.
- Mi ricordo di te.
Strabuzzai gli occhi per poi guardarti sperando di non aver compreso male le tue parole.
- Come?
Domandai, cercando ulteriore conferma a ciò che mi avevi appena detto.
- Ricordo tutto quanto.
Ti afferrai le mani stringendoti a me in un abbraccio.
Non sapevo se esserne felice o temere un tuo allontanamento, visto ciò che era accaduto a Mount Weather.
- Heda!
Ti scostasti dall’abbraccio, voltando il viso verso il grounder che ti aveva chiamata a gran voce.
Ci alzammo in piedi mentre il terrestre ci raggiunse visibilmente affaticato.
- Porto notizie dalla capitale. Siete richiesta con urgenza. L’anziano Vilhelm è in fin di vita. Colpito da nemici.
A quella notizia corresti da Indra riferendo che saresti partita immediatamente verso Polis.
Non ti avrei mai lasciata andare sola.
Mi hai fatta salire a cavallo davanti a te e, insieme a due cavalieri, partimmo al galoppo nella notte.




Nota di Alex: perdonatemi per questo cap che mi schifa ma è di passaggio. Da qui in poi ci sarà il caos :D
Grazie a tutti quelli che mi seguono e che commentano :)
Alla prox...
  
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