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Autore: Ririchiyo_    07/10/2015    0 recensioni
Abby Grimes è una ragazza castana e di bell'aspetto che, in seguito all'arresto della madre, si trasferisce dal padre a Beverly Hills, dove dovrà frequentare le scuole superiori e farà la conoscenza di un sacco di personaggi, nella storia non famosi ma semplici studenti (tra i quali One Direction, Justin Bieber, Taylor Swift, Nicki Minaj ecc...), alcuni buoni, gentili e amichevoli, mentre altri falsi, perfidi, bugiardi o pervertiti.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
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L’altra notte feci un sogno bizzarro: stavo entrando nella mia nuova scuola, tutta agghindata, camminando e muovendo i miei lunghissimi capelli castani a rallenty come le star di Holliwood, appoggiando sofficemente a terra le mie nuove Jeremy Scott larghissime, tanto da far sembrare le mie gambe degli stuzzichini; quando, ad un certo punto, notai che era piena solamente di Cheerleaders bionde e strafottenti ed i ragazzi erano una massa muscolare di idioti in divisa sportiva.
Volevo solamente sparire, così mi nascosi sul tetto, ma chiudendo la porta e voltandomi mi trovai su una piramide umana di ragazze ponpon che caddero tutte una sopra l’altra, schiacciandomi completamente.
Forse questo sogno deriva dalla mia paura di cambiare scuola, cambiare aria, vita… o forse significa solamente che il mio destino è quello di essere presa a mazzate da una miriade di snob in gonnella corta, chi lo sa?
Purtroppo ho solo qualche certezza assoluta: mi chiamo Abigail Grimes, mia madre è stata messa in galera per l’ennesimo possesso di sostanze stupefacenti, ma non fatene un dramma.
Credo la legge esageri per qualche brownies contaminato dato per errore alla vicina di casa, ad ogni modo eccomi qua, da New York viaggio su un treno diretto a Beverly Hills, il quartiere delle bionde ritoccate e dei chihuahua, tutto questo per raggiungere il mio padre “biologico”, a cui sono stata legalmente affidata, colui che non è mai stato presente nella mia vita, tanto che mi viene effettivamente difficile chiamarlo “padre”, visto?
Lo metto tutt’ora tra virgolette!
Insomma, “colui che ha partecipato al mio concepimento” è un famoso chirurgo plastico, incontrò mia madre quando era molto giovane, fu una intensa storia d’amore, ma come tutte le vere love stories finisce brevemente, mia madre rimase incinta a soli diciotto anni e lui si rifiutò di provvedere a me, visto che il suo destino era quello di studiare anatomia, così la lasciò sola con la promessa di tornare dopo la ricchezza e portare molti soldi per provvedere ad entrambe, ma ciò non accadde: cinque anni dopo incontrò Vanessa, una donna piuttosto vanitosa e sicura di se, una vera racchia lobotomizzata di filler e botulino, che lo costrinse a occuparsi esclusivamente di lei… ah, ricordo già quando doveva arrivare l’assegno mensile e ne arrivava uno da soli cinquanta dollari: <> ripeteva a mia madre << Vanessa vuole farsi la liposuzione alle cosce ed ho dovuto spendere più del dovuto, la prossima volta ne arriveranno di più, promesso. >>, e mantenne la parola, ma di qualche centesimo!
Insomma, la mia è una famiglia confusa ma felice … diciamo … ma io in ogni caso ero contentissima della vita che svolgevo, New York era come una grande giostra, mi paiono ricordi lontanissimi quelli in cui, io e le mie amiche del cuore, correvamo per le strade lanciando degli sguardi stupidi e derisori agli uomini d’affari fuori dalla banca, i quali rimanevano imbarazzati ed arrossivano, sembrerà un atteggiamento insolito, ma sapete, quando si è tra amici non si pensa nemmeno a quello che si fa ma si ride per ogni piccolezza!
Fu uno shock quando dissi addio a Steph, la mia migliore amica in assoluto, promettendoci di rimanere in contatto via Skype tutti i giorni e di raccontarci ogni cosa, sperando veramente che il mio trasferimento sia una cosa esclusivamente passeggera.
Passeggera o non, per il momento, il treno si fermò a Los Angeles ,così, corsi fuori dalla stazione.
Rimasi ore ed ore su una panchina del binario ad aspettare che Mr. Grimes si decidesse a venirmi a prendere, ma era piuttosto da lui farsi attendere, insomma, era colpa mia, cosa mi dovevo aspettare da uno che dice “certo, certo, verrò a prenderti il giorno di… dai… seguente”?
I miei capelli scuri si sbiancarono visibilmente sotto il sole… e per l’attesa, avevo per caso aspettato sessant’anni?
Decisi così di prendere un autobus per il quartiere in questione, menomale c’è la cronologia e riuscii a risalire all’indirizzo che avevo cercato su google maps per vedere la mia nuova casa!
Trascinai dietro di me i miei miliardi di chili di bagagli e mi “imbarcai” sul primo bus in quella direzione, sperando per lo meno di non dover aspettare chissà quanto all’aperto.

 

Mentre uscivo dalla carrozza magica di Cenerentola, con tutti i miei borsoni rigorosamente sulle spalle, inciampai sull’ultimo scalino della vettura che mi vece precipitare contro un tizio che, inizialmente, non riuscii bene ad inquadrare, facendolo sbattere contro il palo del “stop bus” recandogli un bernoccolo enorme sulla testa.


Il ragazzo dai capelli biondissimi e dalla ricrescita altrettanto grossolana si rivolse a me, stranamente, più tranquillo di quanto un altro, al suo posto avrebbe fatto : << Porca di quella… ! >> esclamò tra una mia scusa e l’altra << Non preoccuparti, tranquilla, sto bene, dovrò probabilmente prendere cinque punti di sutura, ma l’importante è che sono ancora vivo! >> ridacchiò tenendosi una mano premuta sulla zucca dolorante; << Mi dispiace moltissimo! >> continuai << Non ti avevo proprio visto, ma è colpa tua, probabilmente i tuoi capelli “sparaflesciosi” mi hanno accecata! >> scherzai sorridendogli.
<< Giusto … >> affermò il tipo perplesso mentre il veicolo si allontanò da noi in modo velocissimo, lasciando il malcapitato a piedi << Più che “sparaflesciosi” li definirei “invisibili” visto che nessuno sembra accorgersi che sono qui. >> mi sorrise con un aria piuttosto scocciata.
<< Beh, si intonano con la tua pelle! >> ridacchiai forse un po’ troppo eccentricamente, << Ahah, mi piaci ragazza, come ti chiami? >> domandò il biondino molto più sicuro di sé; << Mi chiamo Abby, sono una novellina per quanto riguarda Beverly Hills, vengo dalla grande mela, e sentiamo un po’, qual è la tua storia? >> chiesi davvero curiosa di sentire cosa avrebbe risposto.
<< Beh, mi chiamo Niall, frequento la Beverly High School e sono il presidente del club di teatro, penso che dica tutto quello di bello che c’è da sapere, no? >> abbassò la testa con pensiero di essere sembrato un tantino stupido.
Ma io gliela feci alzare con uno sguardo e risposi: << Davvero? Anche io dovrò frequentare la B.H.S. domani, magari farò un salto al club di teatro, ma prima devo cercare quello scansafatiche di mio “padre”. >> mimando pure le virgolette.
<< Sai dove abita? >> mi chiese << Magari ti posso accompagnare io! >> mi sorrise nuovamente avvicinandosi alla mia destra,  posando uno sguardo sul mio telefono mentre ricercavo l’indirizzo che avevo salvato su “note”.
<< “Duecento ventuno “B” Rickland Place” >> affermai, << Ottimo, è il mio stesso quartiere, andiamo tanto ormai l’autobus l’ho perso hehe. >> sorrise prendendomi la mano e camminando con me lungo il marciapiede, raccontandomi aneddoti sulla scuola e sul teatro.
Fu una bella conoscenza, lo ammetto, non molti ragazzi arrabbiati sono così gentili e comprensivi, quella che ho ricevuto io potrei benissimo chiamarla “botta di fortuna”, differentemente dalla sua che anzi che un nuovo amico li lasciò un corno violaceo e dolorante, ma infondo prendere qualche colpo in testa di tanto in tanto fa bene.
Se fossero davvero i trauma cranici che rendono le persone così aperte e disponibili credo che la gente dovrebbe colpirsi più spesso a mazzate in testa, ma purtroppo così non è… oddio, purtroppo, insomma non so se effettivamente sarebbe una cosa così positiva.
In ogni caso questo incontro mi aveva tranquillizzata, ma non abbastanza, devo ammettere che ero ancora molto spaventata dalla novità di una scuola in cui va di moda usare l’auto abbronzante.
   
 
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