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Autore: gingersnapped    07/10/2015    1 recensioni
Hiccup Horrendous Haddock III era tutto fuorché orrendo, come invece suggeriva il suo nome
Merida Dunbroch era una ragazza non convenzionale.
Jackson Overland Frost era il tipico adolescente che si nascondeva dietro una maschera
Rapunzel Corona era di una bellezza che rasentava la perfezione.
Questa però, non è una raccolta d’amore. Questa è una raccolta di come questi quattro amici si innamorarono –e alcuni scoprirono più tardi di esserlo già in precedenza. Questa è una raccolta di giorni normali resi speciali da momenti e da parole, oppure da un semplice gesto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Mericcup
 




Merida non sapeva né come né quando, ma iniziava a pensare che qualcosa fosse cambiato. Era semplicemente successo, come un battito di ciglia, così spontaneo, naturale e rapido e adesso aveva iniziato a guardarlo con un occhio diverso. Non che lui non fosse sempre lo stesso –con i suoi occhi verdi e quello sguardo così intelligente-, ma lei sembrava quella che era cambiata. E forse era proprio così. Non ricordava di aver mai provato qualcosa di così forte per qualcun altro, e quell’intensità le ricordava il fuoco. Si lasciò sfuggire un sorriso, pensando che quello era un elemento che aveva sempre attribuito a se stessa e non ad Hiccup, così calmo e riflessivo. Merida era convinta di essere fatta di fuoco: non solo –ovviamente- per i suoi capelli, rossi come fiamme, ma per la sua personalità così forte e decisa e per certi suoi comportamenti che sembravano bruciare dietro di sé ogni cosa. Merida era convinta di essere fatta di fuoco e aveva decisamente amato questo suo aspetto per tanto tempo. A dispetto di tutto lei non si sarebbe mai bruciata, continuava a ripetersi. Ma dovette ricredersi su questo aspetto quando sperimentò il bacio che Hiccup aveva lasciato sulla sua guancia, un bacio più rovente di qualsiasi cosa potesse mai pensare. Non ricordava neanche il motivo per cui gliel’avesse dato. Chiuse gli occhi, come se così potesse godere a fondo di quel contatto e ringraziando mentalmente suo padre e Stoick di essere amici. Se non fosse stato per loro, non avrebbe avuto la certezza di conoscere Hiccup e questo, il loro rapporto, era decisamente una delle cose a cui teneva davvero. Forse –di questo ne era piuttosto sicura ma odiava ammetterlo apertamente anche a se stessa- più di tirare con l’arco. A volte pensava alla loro amicizia come un sollievo, qualcosa che la aiutasse veramente a capire più che il mondo attorno a lei, in continua evoluzione, lei stessa. E, forse proprio in quell’esatto momento, focalizzò che Hiccup era molto più di un amico, molto più di qualsiasi cosa potesse mai pensare.
“Hiccup?”, lo chiamò, per un attimo incerta, aprendo gli occhi acquamarina e facendo un passo indietro. Sarebbe stata così coraggiosa da osare?
“Ti voglio bene”, disse, ancor prima di poter pensare altro. Hiccup la guardò intensamente, i suoi occhi verdi così belli e brulicanti di vita, con una tale profondità che le facevano credere che lui potesse fare qualsiasi cosa e così attenti ad ogni dettaglio che temeva di essere scoperta. Lui sorrise.
“Ti voglio bene anch’io”, disse, e i due si abbracciarono.



 
Jackunzel




 
Talvolta lei pensava che sarebbe semplicemente volata via, lontano, se avesse fatto appena qualche passo fuori da quella piattaforma di legno. Sorrise a quel pensiero, un po’ ingenuo e stupido per la sua età, e fece dondolare le gambe, immerse nell’acqua dandole una sensazione di freschezza e sollievo. Qualcuno prese posto accanto a lei, silenzioso e leggero come uno spirito. Non poteva che essere lui. Per amor di conferma, si girò appena, lasciando che i suoi occhi blu, puri e profondi come quell’acqua, si godessero quella pennellata di verde che lei stava adagiando sopra, come se fossero una tela. Per un attimo e forse anche meno, aveva avuto il timore di vedere un’altra persona, un altro viso e un altro sguardo di cui non era innamorata e di cui –aveva molti dubbi su questo- non lo era mai stata. Era lo stesso timore che le faceva pensare che se avesse fatto qualche altro passo sarebbe volata, piuttosto di cadere nell’acqua. Chissà quand’era stata l’ultima volta che lui aveva guardato, prima di saltare.
“Sei qui”, disse semplicemente Jack, la voce quasi un sussurro. Rapunzel reclinò la testa, approfittandone per poggiare la sua testa sulla spalla dell’albino.
“Anche tu”, replicò lei, prima che lui allungasse il braccio a circondarle le spalle –la classica mossa da Jack-.
“Cosa stiamo aspettando?”
La bionda non rispose subito, e non perché le mancasse la risposta. Aspettava che lo vedesse con i suoi occhi piuttosto di dirglielo. Era uno spettacolo mozzafiato quello a cui stavano assistendo.
“Ora vedrai.”
Un numero spropositato di lanterne si sarebbe innalzato di lì a poco nel cielo, brillando nella notte come se fossero stelle. Si ricordava di quando, più di un anno fa, Flynn aveva preso una barca e l’aveva portata al centro di quel lago per vedere meglio quello spettacolo. Sbarrò gli occhi, pensando che forse Jack stava pensando la stessa cosa. Non poteva permettere che l’albino vivesse un’esperienza ripetuta, già vissuta con Flynn tra l’altro. Non se lo meritava.
“Vieni, andiamo”, disse lei, alzandosi inaspettatamente e ripercorrendo il molo.
“Dove stiamo andando? Non dovevamo aspettare?”, domandò lui, non nascondendo una certa curiosità.
“L’abbiamo fatto.”
“Ma io non ho visto niente”, ammise Jack, raggiungendola in fretta. Rapunzel si voltò, sorridendo e non trattenendosi dall’accarezzare il viso dell’albino.
“È stato meglio così, credimi.”
La bionda non bevve l’incanto di quello scenario così unico e non toccò nemmeno il paradiso, ma decise di non offrire a Dio una ripetizione dello stesso spettacolo*. Si sarebbe annoiato sicuramente.





*In Qualcuno su cui contare Rapunzel e Jack si scambiano delle domande e una di queste era proprio riguardante il primo bacio:
“Non ci posso credere che il tuo primo bacio è stato Merida! È..”
“Capitato e basta. Tu, invece? Sempre primo bacio.”
“L’anno scorso, con Flynn”, rispose lei, sorridendo al ricordo. “Era sera, ed eravamo su una barca, ed eravamo circondati dalle lanterne ed era tutto
 perfetto. Era il mio primo appuntamento, ed è stato romantico, più di quanto tu possa dire. Tu e Merida..”
“Sì, io e Merida ci siamo baciati perché lei voleva baciare Hiccup che in quel momento stava baciando Astrid, però è stato un bel bacio”, disse Jack.
“Ma non perfetto. Quello mio e di Flynn lo è stato. Dio stesso ha sorriso.”

Ho voluto riprendere questo stesso commento per mantenere una continuità.

 
   
 
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