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Autore: CristianaDL    07/10/2015    0 recensioni
«Raccontatemi di voi, Hook»
«Limitatevi a servirmi da bere: tra qualche libagione sarò in grado di rispondervi»
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Killian Jones/Capitan Uncino
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti
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Il giorno successivo salparono a mezzo giorno, Hook aveva dato l'intera giornata a Jack per pensare, e un'unica domanda gli martellava il cervello: rimanere o andare via?

Aveva solo 21 anni Jack, una vita davanti. Eppure aveva avuto molta più esperienza di quasi tutti i giovani uomini della sua età.

Era un pirata, faceva parte della ciurma di Capitan Hook, il Pirata più temuto dei Sette Mari, aveva combattuto nella Guerra dei Draghi ed era sopravvissuto, e conosceva la vera storia del suo Capitano, e per questo rischiava la vita in ogni secondo.

Killian Jones, guardia reale un tempo - per quanto Jack ne sapeva - , suo addestratore in guerra. Lui gli aveva insegnato a combattere, quando ancora poteva godere di entrambe le mani.

Alle guardie reali era severamente vietato scoprire il viso e il Capitano si chiese come, il ragazzo, lo aveva riconosciuto. Per Jack era stato semplice, Hook era stato il suo maestro, conosceva tutti i suoi movimenti e nessuno di essi era cambiato nonostante fosse stato privato di una mano.

Erano passati quattro anni, ma in entrambi il ricordo era ancora vivo.

Jack era sopravvissuto alla Guerra, ma Killian Jones era morto. Al suo posto il temuto Capitan Hook dal cuore Oscuro.

Jack, o meglio Jacob, aveva passato tre di quegli anni a cercare la sorella maggiore, senza mai trovarla. Era come scomparsa nel nulla e non aveva pace.

Anche lui, come la sorella, sperava nel Destino, se aveva separato le loro vite c'era uno scopo. Ma sperava che i loro fili si ritrovassero un giorno.

Erano ad un passo dal toccarsi, i loro fili, quella sera. Lui nel ripostiglio della Jolly Roger a piangersi addosso e lei tra le labbra del suo Capitano. Se solo lo avesse saputo avrebbe voluto tagliare anche l'altra mano ad Hook.

Allora che fare? Rimanere a bordo della Jolly Roger o cominciare una nuova vita nella Foresta Incantata?

Avere la certezza di una vita ricca da pirata o l'incertezza di una vita povera da mercante?

La sua intera esistenza dipendeva da quella scelta. Così quella notte sperò di individuare la strada che il Destino aveva scelto per lui, nelle stelle.

Con il naso all'insù e i piedi a penzoloni sul mare, seduto al porto in cui avevano appena attraccato trovò la risposta.

Tornò sulla Jolly Roger, camminò fino alla stanza del Capitano, concentrandosi ad ogni passo, ascoltando attentamente lo scricchiolio del legno sotto il suo peso nella notte silenziosa. Guardò per un'ultima volta il cielo stellato prima di bussare alla porta del Capitano.

«Avanti» sentì dall'interno «Jack, spero siate arrivato ad una decisione» disse Hook quando lo vide entrare.

Il ragazzo osservò il suo uncino e il riflesso della luna su esso, poi lasciò cadere lo sguardo sul mare calmo, al di fuori dell'oblò.

"È davvero questa la vita che voglio?" pensò.

«Rimarrete o andrete via?» chiese Hook.

«È il mare la mia casa ormai, Capitano» disse il giovane sicuro di sé.

«Bene, andate a riposare. Domattina inizierà la vostra nuova vita da pirata» sorrise di sbieco il Capitano per poi mandarlo via.

Jacob uscì dalla stanza e non appena posò il piede sul ponte della Jolly Roger si sentì a casa.

Il mare sarebbe stato tutto ciò di cui aveva bisogno. Le sue acque lo avrebbero accolto. Quella notte, per la prima volta, si sentì un uomo: un pirata.

Il mattino dopo il Capitano decise che era il momento, per Jack, di ricevere il battesimo.

La cerimonia consisteva nel capitanare il vascello dall'alba al tramonto ed al calare del sole il ragazzo avrebbe avuto il suo nome da pirata.

Fino a mezzo giorno la Jolly Roger era stata capitanata perfettamente, il Capitano non aveva - quasi - mai inveito contro Jack, ma a mezzo giorno avvistarono una tempesta, proprio davanti i loro occhi. Non fu semplice aggirarla ma ce l'avevano fatta. Al tramonto il capitano nominò l'ormai uomo Jacob lo Scarno per via del suo corpo esile.

Il modo in cui Hook lo aveva detto era apparso a Jack come una rivincita. Ma non protestò, era un pirata e faceva parte della ciurma, finalmente.

Jacob lo Scarno gli sarebbe andato più che bene.

Quella notte andarono in una taverna vicino al porto in cui avevano attraccato a festeggiare. Il Capitano rimase l'intera serata ad osservare la porta, sperando nell'arrivo di Joceline da un momento all'altro. Ma sapeva bene non sarebbe mai successo visto che la taverna in cui desiderava stare era al lato opposto della Foresta Incantata, e forse era meglio così.

Al lato opposto della Foresta Incantata, nella taverna in cui lavorava, Joceline attendeva speranzosa il Pirata che le aveva permesso di osservare i suoi occhi da vicino, anche per breve tempo.

Guardava la porta in legno rimanendo delusa ogni qual volta essa si apriva e lasciava entrare uomini che niente avevano a che fare con Capitan Hook. Serviva loro da bere e rimaneva al suo posto, guardando le vite altrui scorrere.

Passò l'intera notte così, gli occhi cupi vaganti per la taverna in cerca di Luce. E trovava ironico il fatto che riusciva a trovare la Luce solo nell'Oscurità più profonda.

Tornò nella sua camera quando non ne poté più di tutti quegli uomini ubriachi che allungavano le mani verso il suo corpo.

Nel frattempo Hook, nella taverna in cui si trovava, decise di non perdere tempo e di dover dimenticare Joceline.

Si circondò di donne e a fine festeggiamenti ne scelse una, la più bella, assomigliava vagamente alla donna che desiderava dimenticare, ma fu più difficile del previsto. Lunghi capelli biondi le ricadevano sulla schiena nuda mentre il Capitano la privava degli abiti. I suoi occhi erano marroni e quando si chiusero per poi avvicinarsi si scansò.

«Non baciatemi» disse con un tono rude.

Voleva mantenere il ricordo dell'unica donna che lo aveva guardato negli occhi. Voleva sentire il suo sapore sulle labbra, il suo e quello di nessun'altra donna.

Joceline si lasciò cadere tra le braccia di Morfeo e in men che non si dica fu giorno. Il sole alto in cielo non le regalò la gioia che era solito portare.

Le sembrava solo un altro giorno, identico a tutti i precedenti e successivi, inutile.

Passò la giornata provvedendo agli alimenti e le bevande per la taverna e al calar del sole fece ritorno. Sistemò tutto il necessario e poche ore dopo i primi uomini arrivarono. Non mancarono le manacce addosso che scansò abilmente. Un solo uomo non aveva capito che non era disponibile.

Si faceva chiamare Mezzagamba per via della gamba destra mozzata fino al ginocchio. Al suo posto una protesi in legno.

Si diceva obbligasse le donne ad andare con lui e presto lei lo avrebbe provato sulla sua stessa pelle.

L'uomo zoppicante l'aveva costretta a sedersi sulla sua gamba sana passando una mano su tutto il suo corpo.

«Quanto volete per passare la notte con me, donna?» le chiese dopo quasi un'ora.
«Non verrò mai con voi, Mezzagamba» sputò acidamente e si alzò tornando dietro il bancone.
«Vedremo» sussurrò il pirata.

La serata proseguì senza intralci da parte di Mezzagamba né dagli altri pirati presenti nella taverna.

Joceline era appena uscita dalla porta del retro, dopo aver chiuso la locanda. Un uomo la prese da dietro trascinandola, non riusciva a gridare a causa della mano del pirata davanti la sua bocca. Un paio di lacrime percorsero il suo viso liscio e arrossato per via del suo dimenarsi disperato.

Riuscì a mordergli la mano e corse via per qualche metro. Si guardò indietro vedendo Mezzagamba tenersi la mano contro il busto e andò contro un uomo, o una donna. Non ne fu certa finché non guardò in alto.
  
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