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Autore: Sunflowersland    08/10/2015    0 recensioni
Apparentemente era solo un ragazzo che si divertiva a lasciare impronte delle proprie mani fatte con la pittura, ma in realtà era molto più di questo.
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Vedrete come la forza dell'amore possa superare ogni logica, realtà, concetto.
"L'amore va oltre
i muri che non passi
le porte chiuse in faccia.
L'amore va oltre
il prezzo che gli dai
l'età che più non hai
e va oltre
e va, va oltre."
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La gelida aria di Febbraio mi pizzicò le guance arrossate, provocandomi un brivido di freddo lungo la schiena. Con il naso nascosto nella sciarpa nera mi affrettai a salire le scalette in legno della veranda, dove dei vasi rotti e del terriccio erano dispersi a terra, oscurando il colore originariamente candido della superficie. Poggiai a terra la cassa degli attrezzi per poter prendere le chiavi della porta dalla borsa sulla mia spalla.
«Casa dolce casa» sospirai non appena la porta fu aperta. Un ampio spazio si distendeva dinanzi ai miei occhi, nell'angolo di destra una porta invitava alla cucina, mentre verso sinistra una scalinata in legno scuro portava al piano superiore. La casa era priva di arredamento, in quanto l'avevo appena acquistata da un anziana vedova, decisa a liberarsi dei ricordi che le mura racchiudevano.
Fin da piccola desideravo avere una casa nel bosco, con una veranda occupata da un dondolo, un giardino colorato e un timido fuoco a scaldarmi nelle giornate invernali. E finalmente, dopo due anni come cameriera nel ristorante dei miei genitori e con un piccolo aiuto economico da parte di questi ultimi, potei realizzare il mio sogno nel cassetto! Mancava solo qualcuno con cui poter condividere tutto questo.
Ad ogni modo, la casa era magnifica, ma l'ambiente rustico esigeva una totale ristrutturazione, il che andava a tardare il mio trasferimento. Per non dover chiedere ulteriore denaro ai miei genitori, nonostante ne avessero in abbondanza, decisi di provvedere personalmente alle modifiche da apportare alla casa.
La carta da parati era di un rosso smorto, in alcuni punti c'erano degli evidenti strappi, mentre macchie di muffa occupavano gli angoli vicini al parquet, il quale era l'unico elemento che sarebbe rimasto, in quanto ben tenuto. Gli infissi delle porte erano crepati, le scale scricchiolanti e il soffitto macchiato da aloni grigiastri, probabilmente per il fumo.
Chiusi la porta, anche questa in buone condizioni e dotata di diverse serrature, poi posai la cassetta degli attrezzi su un mobiletto malandato alla destra della porta d'ingresso, estraendone dei quadrati di cartoncino e del nastro isolante. Abbandonai il giaccone e la sciarpa dove non mi sarebbero stati di intralcio, e mi tirai su le maniche per mettermi a lavoro. Quando tornai al centro della stanza, notai subito una stranezza; la porta d'ingresso era aperta. Eppure, giurerei di averla chiusa.
Non ci badai troppo e semplicemente la richiusi, mettendo questa volta la catenella.
Per prima cosa levai la corrente dalla casa attraverso il quadro elettrico che si trovava in cucina, come mi aveva consigliato di fare mio padre, poi rivestii con il nastro isolante le prese elettriche. Ripassai mentalmente i step che il nonno mi aveva spiegato di fare prima di procedere con la rimozione della tappezzeria, quindi mi posizionai mano a mano davanti ad ogni parete, bussando su di esse e tirando un sospiro di sollievo nello scoprire che si trattava di intonaco e non di cartongesso.
Improvvisamente le luci dell'intera casa si accesero. Sgranai gli occhi guardando le lampadine emettere luce ad intermittenze regolari. Scossi la testa sospirando, infondo la casa era vecchia e il sistema elettrico anche. Tornai in cucina e riabbassai gli interruttori principali.
Fortunatamente la carta da parati era di tipo rimovibile, per cui sarebbe stato più semplice.
Analizzai attentamente l'intera parete per cercare l'angolo di inizio della carta, trovandolo dopo pochi secondi. Con un solo strappo riuscii a togliere facilmente i grandi fogli attaccati alle pareti, riportando alla luce il grigiastro del colore originario. Il viso mi si contrasse in un cipiglio confuso quando notai una macchia colorata. D'istinto mi allontanai dalla parete, ma questo fece solo in modo che io potessi inquadrarla nella sua intera superficie, facendomi notare ulteriori macchie. Girai su me stessa per ispezionare attentamente le macchie che scoprii essere presenti su tutti i muri. Mi riavvicinai lentamente alla parete, fino ad arrivare a pochi centimetri dall'impronta gialla, simile alle altre. Tesi la mano verso la stampa, facendo aderire perfettamente il mio palmo al muro. Le impronte combaciavano, quasi fossi stata io stessa a imprimere quelle manate. Una folata di vento accarezzò i miei capelli, e come il fruscio di un fiume udii una voce mormorare «Vai via». Non era prepotente, ma appena un sussurro, tanto che mi convinsi fosse stato frutto della mia immaginazione.
Uno scricchiolio proveniente dal piano superiore attirò la mia attenzione, facendomi scattare verso le scale. Quando arrivai non c'era nulla, se non un piccolo scoiattolo intento a sgranocchiare qualcuna delle sue scorte. Ma non fu l'animaletto a destare la mia curiosità, bensì altre macchie disposte in un preciso ordine.
Quando prima di comprarla venni a vedere la casa ricordo che lì dove ora aleggiavano delle impronte di piedi fatte chiaramente con della pittura, vi era un enorme letto matrimoniale, motivo per cui non le avevo notate prima. Mi posizionai davanti al primo paia di impronte, poi ci salii sopra, procedendo con un piede, e di nuovo due. Capii subito che la persona stesse giocando al gioco della campana quando fece quelle impronte. Ma perché mai qualcuno dovrebbe imbrattare casa con delle impronte colorate? Forse gli anziani signori avevano un figlio particolarmente esuberante, pensai.
«Va via!» Udii di nuovo quella sottile voce ordinarmi di andarmene, causandomi dei prepotenti brividi lungo tutto il corpo. Un forte vento iniziò a soffiare al di fuori dell'abitazione, facendo urtare le tapparelle abbassate contro i vetri che lasciavano passare una fioca luce, obbligando la stanza ad un'inquietante penombra. Il rumore era continuo e fastidioso, degli scricchiolii si aggiunsero al già fastidioso suono, finché la porta della camera da letto non si chiuse con violenza in un colpo secco. Sussultai. Tutto questo iniziò a spaventarmi, l'ansia prese il sopravvento tanto che sentii il cuore andarmi in tachicardia. All'improvviso tutto tacque, era appena udibile un delicato soffio del vento che passava per i spifferi delle finestre. Un fulmine squarciò il cielo illuminandolo per qualche secondo, un rumoroso tuono turbò l'atmosfera, poi nulla. «VIA!» urlò. 


 


N/A: Benvenuti a tutti!
Mi sto concentrando molto su Chaos e la scuola, tanto da sentire il bisogno di una nuova avventura da scrivere vivere, non troppo pesante da scrivere, ma diversa da i miei standard. Questo non perchè non mi piaccia scrivere Chaos o altro, ma chi la segue sa della trama delicata e non immaginate quanto ci sia ancora da scoprire - non a caso il titolo è Chaos - per cui si, volevo qualcosa di diverso per le mani.
Ad ogni modo, non ho intenzione di dilungarmi troppo, per cui penso ci saranno tra i 10-20 capitoli.

Spero di avervi incuriosite almeno un po'! Fatemi sapere cosa ne pensate, se volete.
  
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