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Autore: Elsira    09/10/2015    4 recensioni
Capitolo revisionati: Cap. 1 - ... [in corso]
Ed eccomi di nuovo! Gente, ho preso un altro colpo in testa, come voi tutti temevate, e ho proseguito la storia di Kin. E come vedrete dalla serie e in futuro, di colpi ne devo aver presi davvero molti...
Sono passati 9 anni e tra pochi mesi si terrà il Torneo Tenkaichi, l'educazione di Chichi la farà sedere accanto a lei tra il pubblico, o i geni Sayan emergeranno e la spingeranno a combattere sul ring? Aprite e scopritelo, buona lettura ^^
Genere: Azione, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku, Goten, Nuovo personaggio, Trunks | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sangue del padre e occhi della madre'
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Anno 782

Goten si mise nuovamente in posizione, con i polmoni che gli dolevano ad ogni respiro e gli occhi che facevano fatica a stare aperti. Era distrutto, ma ciò nonostante non avrebbe mollato, cadesse il cielo.

Vegeta era troppo forte per lui, lo sapeva bene da prima di iniziare a lottare. Non si illudeva di batterlo con la forza, atterrarlo per dieci secondi era impensabile; perciò cercò di trovare un'idea che gli permettesse di buttarlo fuori dal ring.

Digrignò i denti per farsi forza, e per guadagnare tempo per pensare iniziò a lanciargli contro quante più sfere d'energia poteva. Era un attacco debole, lo sapeva, ma almeno gli avrebbe concesso quel tempo di cui adesso aveva terribilmente bisogno per pensare ad una strategia.

Come prevedibile, il Principe nemmeno si scansò per evitare le sfere d'energia avversarie: posizionò semplicemente una mano in avanti e ne lanciò altrettante, che andarono a scontrarsi con quelle del giovane e annullarsi a vicenda.

Goten interruppe l'attacco, aveva avuto un'idea che forse poteva funzionare, anche se gli sarebbe costata qualche nuovo livido. Appena Vegeta si accorse che il ragazzo si era arrestato, aprì il palmo della propria mano e gli scagliò contro una sfera che l'avrebbe sicuramente messo KO se l'avesse colpito.

Una scintilla attraversò gli occhi del giovane, che la evitò alzandosi in volo. La sfera d'energia si andò a schiantare contro il muro, riducendolo in polvere.

Goten torse il dorso, portandosi le mani indietro: «Kame...»

«Tsk. Non crederai di poter usare lo stesso trucco che hai utilizzato con quel cyborg, vero?» Gli ringhiò contro Vegeta, ancora a terra.

«...Hame... Ha!» Il Principe si alzò in volo e gli andò di fronte, un istante prima che il giovane scagliasse il colpo.

Con la uno schiaffo gli spostò le mani, facendo così in modo che l'onda andasse verso l'orizzonte.

«È ora di finire questo incontro, mi sono stufato.» Goten lo guardò con gli occhi che gli tremavano. Non fece in tempo a dire o fare nulla che Vegeta lo attaccò con diversi pugni, che il ragazzo riuscì a parare per miracolo.

Un sorriso si fece spazio sulle labbra del Principe dei sayan, che diede al ragazzo una ginocchiata allo stomaco. Spinto indietro e incapace di reagire, Goten si sentiva spacciato.

Vegeta lo fermò dopo pochi metri e lo lanciò verso il ring, unendo i pugni e colpendolo alla schiena.

L'impatto tra il ragazzo e il tappeto bianco creò una voragine profonda diversi metri e un'immensa nuvola di polvere.

Goten rimase immobile per qualche istante. Quando si rese conto che era a terra, fece appena in tempo a girarsi a pancia in su che si accorse della saliva che gli usciva dalla bocca; alzando la testa e spalancando gli occhi per riflesso condizionato, vide la mano a pugno di Vegeta sul suo torace.

Dopo qualche istante arrivò il dolore lancinante del colpo, e con esso anche il suo grido, che risuonò per tutto l'area circostante il Torneo.

Kin rabbrividì e si tappò le orecchie, nascondendo il proprio volto tra i pettorali del padre: quello scontro le faceva terribilmente paura.

Goku sentì la piccola fare pressione contro i propri pettorali e la cinse con un braccio.

Tornò a guardare il match, conscio che suo figlio fosse al limite, e che se non si fosse inventato qualcosa al più presto non avrebbe avuto speranza.

Vegeta lasciò il ragazzo e si rialzò in volo, atterrando coi piedi sul tappeto bianco ancora integro che circondava la voragine. Si diresse verso il giudice e gli intimò: «Ehi tu, inizia a contare.»

Quello si avvicinò alla voragine e guardò in basso, tremante. Vedendo Goten immobile, iniziò il conteggio.

Da là sotto e stordito com'era, il ragazzo udì a mala pena la voce del giudice. Strinse della terra nel pugno e digrignò i denti, sentendo appena che era arrivato al sette. Non poteva perdere, non in quel modo.

Una nuova energia gli pervase il corpo e gli diede la forza di rialzarsi, scattando con un salto fuori dalla voragine nella quale si trovava, interrompendo il giudice al numero nove, quando ormai aveva il dieci sulle labbra.

Guardò il suo avversario, stringendo i pugni e con una luce negli occhi piena di determinazione. Non aveva ancora perso.

Si mise in posizione d'attacco, nonostante il fiatone e il dolore lancinante allo stomaco.

Vegeta piegò leggermente la testa di lato accennando ad un sorriso, per poi congratularsi con lui: «Sei in gamba ragazzo, non credevo ti saresti rialzato.»

Tornò di colpo serio, aggrottando le sopracciglia ancor di più: «Ma adesso la finiamo qui.»

Si lanciò contro di lui caricando il pugno, che però il ragazzo riuscì a schivare all'ultimo, contrattaccando con una potente ginocchiata allo stomaco. Approfittò poi di un trucco insegnatagli dal padre e caricò d'aura il proprio prossimo colpo, per colpire Vegeta con una gomitata dietro la schiena che lo spedì con la faccia sul tappeto bianco.

Si allontanò da lui in fretta, sperando di poter riprendere fiato per qualche secondo, ma la cosa non gli fu concessa, perché il Principe si rialzò subito e gli andò incontro con l'intento di colpirlo con un nuovo calcio. Goten parò il colpo fermando il piede con entrambe le mani.

Chiamò a sé le ultime energie rimastagli e con non poco sforzo alzò il Principe e lo scaraventò verso l'esterno del ring.

Questi si fermò al bordo, fecendo attrito con i piedi che riuscì in pochi istanti a far toccare terra, rigirandosi in aria.

Si voltò con sguardo furioso verso il ragazzo, pronto a fargliela pagare cara per quel tentativo, ma prima che ne avesse la possibilità Goten gli arrivò da dietro, e una sua gomitata in piena schiena fece fare quei due passi in avanti a Vegeta che gli fecero toccare terra con un piede.

A quel punto, il giudice proclamò Goten vincitore, e il ragazzo, privo di energie, si lasciò cadere con la schiena sul ring.

Incapace di trattenere la gioia che provava, nonché la propria incredulità per essere riuscito a sconfiggere Vegeta, iniziò a ridere senza controllo, sdraiato a pancia in su e con le braccia aperte a croce.

Goku sorrise orgoglioso del figlio. La minore era ancora con il volto rintanato al suo petto, perciò le poggiò una mano sulla testa e le disse: «Hei Kin, adesso puoi guardare.»

Lei alzò lo sguardo e si voltò verso il ring titubante. Vide il fratello che rideva come un deficiente, sdraiato sul tappeto bianco e Vegeta a terra, perciò si voltò con la speranza negli occhi verso il padre.

Lui annuì sorridendo, confermando alla piccola che il loro ragazzo aveva vinto il match.

Gli occhi di Kin si riempirono d'orgoglio e la vivacità tornò a prendere il possesso del suo corpo. Saltò sulla spalla del padre, tenendosi in equilibrio grazie alla coda, e gli si rivolse entusiasta: «Come ha fatto? Era spacciato!»

Lui la guardò e accennò ad un sorriso ironico. «Ma come? Hai avuto paura e hai smesso di guardare e adesso vuoi sapere come ha fatto a vincere?»

Il volto della piccola si spense, e scese dalla spalla, allontanandosi dal padre di qualche passo: non aveva colto il sarcasmo e pensava fosse arrabbiato con lei perché aveva avuto paura. Perché era proprio questo ciò che le era accaduto: aveva avuto paura. Aveva temuto che suo fratello non uscisse vivo dall'incontro, dubitando di lui e delle sue capacità.

Goku le si avvicinò perplesso da dietro. Arrivatole vicino, si mise a sedere a gambe incrociate e la guardò preoccupato, prendendola in braccio. «Kin, che è successo?»

Lei rispose senza guardarlo negli occhi, ma posando il suo sguardo sul fiore che aveva notato prima. «Io... Mi dispiace... Non ho avuto il coraggio di continuare a guardare, ho avuto paura che Vegeta uccidesse Goten... Non ho avuto fiducia in mio fratello...» Goku cercò di dirle qualcosa, ma lei lo precedette, con tono ancora più triste, che non poteva essere per non aver avuto il coraggio di guardare il match fino in fondo. «Papà. Mi dispiace.»

«Ti dispiace perché non sei riuscita a vedere tuo fratello che veniva picchiato?» Tentò di indovinare lui, provando a buttarla sul ridere, ma lei scosse la testa, sempre più triste. «Non solo...»

Alzò lo sguardo e posò i suoi occhi scuri in quelli del padre. «Mi dispiace per questa mattina. Tu e la mamma avete litigato per colpa mia, non è vero?»

Dal modo in cui glielo disse, Goku percepì tutta la paura che la figlia aveva provato vedendo i genitori gridarsi l'uno contro l'altro, per la prima volta.

In effetti, una cosa del genere non era mai successa in casa loro, ma solo perché lui non si era mai permesso di puntare i piedi contro la moglie.

La piccola scese dalle gambe del padre e gli diede nuovamente la schiena, a testa bassa.

Goku scostò lo sguardo, incapace di rivelare a Kin che la sua intuizione era giusta e altrettanto incapace di mentirle, quando i suoi occhi furono catturati dal fiore che prima sua figlia aveva guardato con tanta curiosità.

Il sayan si sporse verso di esso e lo staccò dal proprio stelo, facendo però attenzione a lasciare una parte del corto gambo attaccata.

Lo portò davanti al volto e se lo rigirò nella mano, osservandone le variazioni di colore.

Prese nuovamente sua figlia in braccio e, prima che potesse dire qualsiasi cosa, le scostò una ciocca dei lunghi capelli neri e le posizionò il fiore sull'orecchio, facendolo stare in equilibrio grazie alla parte di gambo che gli aveva lasciato.

«Sai come si chiama questo fiore?» Le chiese, mentre glielo finiva di sistemare tra i capelli. Lei fece cenno di no con la testa, mentre gli lanciava un'occhiata interrogativa.

Lui rispose in un sorriso: «Rosa Dorlobla.» La bimba lo guardò scettica.

Il sayan rispose con un sorriso: «Ehi, non guardarmi così. So che è un nome strano, ma non sono stato io a darglielo.» Disse divertito.

Kin si lasciò sfuggire un sorriso dato dall'espressione del padre, prima di sentire le sue forti braccia stringerla. «Ciò che è importante, non è il nome, quanto il suo significato. Una rosa viene donata alla persona alla quale si tiene di più, ad una persona che è speciale e ha preso un pezzo del tuo cuore, un pezzo che non può più essere restituito. Io ho regalato tante rose a tua madre in passato; quando tornavo a casa dagli allenamenti e mi imbattevo in un roseto, ne prendevo più che potevo e gliele portavo. Questo la rendeva sempre felice. Restava tutta la sera ad ammirarle, era bellissima in quei momenti.»

Kin osservò suo padre; non poté fare a meno di notare i suoi occhi scuri: sembravano due buchi neri che si stavano perdendo nei propri ricordi.

L'uomo sospirò, prima di proseguire. «È molto tempo che non le porto più un fiore, troppo tempo. Sono un pessimo marito...»

Guardò la bimba negli occhi. «È solo per questo che tua madre e io abbiamo litigato, non per colpa tua. Ultimamente abbiamo affrontato un periodo nel quale siamo un po' distanti, per una ragione o per un'altra, e questa mattina siamo esplosi.»

Kin guardò basso, cercando di comprendere al meglio ciò che le era appena stato rivelato.

Un'idea le attraversò la mente, così che alzò il volto gioviale e la propose a suo padre: «Facciamolo oggi!»

Lui la guardò interrogativo e lei si spiegò meglio, con un sorriso che le attraversava il volto: «Andiamo a raccogliere delle rose alla mamma e portiamogliele a casa, così quando stasera rientrerà avrà una bella sorpresa ad aspettarla!»

«Ma, non vuoi vedere il match?» Chiese perplesso Goku.

Kin si alzò in piedi, prendendo nelle mani le maniche del gin paterno, e guardandolo dritto negli occhi con una sicurezza senza pari. «Andiamo papà! Il tuo rapporto con la mamma è molto più importante di un match! E comunque adesso il ring è distrutto, ci vorrà un'altra ora buona prima che Trunks possa combattere e a quel punto noi avremo finito!»

Il genitore non era molto convinto, così che lei assunse la sua espressione esasperata, gonfiando le guance e avvicinando le sopracciglia. Sbuffò e gli saltò sulle spalle, cocciuta e ormai decisa a sistemare il rapporto tra i suoi genitori.

«Andiamo! Con il teletrasporto faremo in un attimo, forza!» Gridò con tono autoritario, tirandogli i capelli. Sapeva che non avrebbe resistito a lungo, e così fu, perché dopo qualche breve istante Goku si alzò in piedi e prese la figlia da sotto le braccia, portandosela davanti al volto.

«Tu sei davvero testarda, sai?» Le chiese disarmante. Lei, per tutta risposta, sorrise soddisfatta.

Il sayan contraccambiò con un sorriso arreso. «Avanti, sali sulle mie spalle, andiamo a raccogliere le rose per la mamma.» Disse alla fine.

Lei obbedì, entusiasta e impaziente di vedere il volto della madre brillare di gioia, quando avrebbe visto i fiori, certa che stavolta sarebbe andato tutto bene.

Goku si concentrò, portò indice e medio alla fronte e si teletrasportò nel luogo dove sapeva esserci molti bei roseti, dotati di molteplici razze.

I due riapparvero parecchio tempo dopo, all'arco dietro il ring. Ci avevano messo più del previsto a raccogliere tutti i fiori necessari e a portarli a casa; inoltre, avevano voluto fare un salto da Balzar per prendere qualcuno dei suoi fagioli magici.

Piccolo fu il primo a vederli apparire. «Ah, finalmente. Siete tornati. Finito tutto?» Goku rispose portandosi una mano dietro la testa: «Non sfugge proprio nulla alle tue orecchie, eh amico?»

«Ti sorprendi ancora dopo tutti questi anni?» Chiese lui in un sorriso furbo. «Eh eh»

Kin scese dalle spalle del padre e si affacciò oltre il paravento, per osservare l'incontro.

Trunks era ridotto piuttosto male, Majin Bu era un avversario ostico, il ragazzo lo sapeva bene.

Il sayan si passò il polso sulla bocca, asciugandosi il sangue che gli era uscito dal labbro spaccato.

Si fiondò nuovamente verso l'avversario, caricando il pugno, ma questi lo evitò senza alcuna difficoltà, apparendogli dietro e con una smorfia divertita in volto, gli inflisse una gomitata sul collo. Il ragazzo la schivò all'ultimo, usando la supervelocità per alzarsi in volo.

Majin Bu lo seguì senza tanti complimenti e lo scontro tra i due continuò a dieci metri da terra.

I colpi si susseguivano ad una velocità impressionante, ma il sayan era in netto svantaggio. Non ancora completamente ripresasi dalle fatiche contro Goku, ben presto non vide arrivare un pugno che lo colpì in pieno volto e lo fece precipitare per qualche metro.

Si fermò a mezz'aria e si fiondò nuovamente sul nemico, tentando un attacco da dietro, ma l'altro lo prevenne alzando il braccio destro e colpendolo con un altro pugno in faccia.

Trunks cadde nuovamente per qualche metro, prima di tornare in sé e, con il rivolo di sangue che gli scendeva dalla fronte, tentare un nuovo attacco di lato.

Anche questo andò a vuoto, e Majin Bu lo colpì da sopra con una gomitata troppo veloce perché il ragazzo potesse schivarla o anche solo vederla, dato che era costretto ad un occhio chiuso perché incrostato dal sangue.

Si riprese dopo una breve caduta, ma stavolta si allontanò da lui anziché colpirlo, alzandosi ancora di più di quota.

Majin Bu lo osservò senza espressione per qualche istante, poi Trunks lo vide semplicemente sparire e la sua salita si bloccò, perché era rimbalzato con la schiena contro qualcosa di estremamente gommoso.

Rimase paralizzato per qualche istante, poi tornò ad assumere una faccia seria e si voltò veloce, tentando di colpirlo con un calcio. Majin Bu evitò anche questo attaccò, gli andò dietro e, mentre Trunks fece appena in tempo a voltarsi per vedere il sorriso del suo avversario, lo scaraventò a terra colpendolo alla base del collo con entrambi le mani unite.

Il sayan cadde irrimediabilmente sul ring, sprofondando nel pavimento bianco di mezzo metro.

Majin Bu atterrò e iniziò a saltellare felice, esultando sul fatto che si sarebbe potuto comprare tutta la cioccolata che voleva con i soldi della vincita.

Quella cantilena assurda fece ribollire il sangue del giovane sayan nelle vene, facendolo rialzare e facendogli venire in mente l'idea perfetta con la quale vincere.

Un sorriso degno di suo padre gli si dipinse in volto e, mettendosi in posizione d'attacco, si rivolse verso il suo avversario: «Ehi ciccione! Smettila di cantare e vieni a prendermi!»

Majin Bu si zittì all'istante e gli gridò offeso: «Chi avresti chiamato ciccione?»

«Trunks smettila prima di farlo arrabbiare!» Esclamò dalle tribune un cadaverico Mr. Satan, impaurito dal potere di Bu e sapendo bene quando egli fosse permaloso.

Trunks sorrise: il suo piano stava funzionando. «Proprio te, palla di lardo.» Il fumo iniziò ad uscire fischiando dai buchi sulla testa dell'essere rosa, colmo d'ira

«Ma guardati, sei talmente brutto che sembri un chewingum masticata e sputata.» Il sayan si voltò e gli mostrò il fondoschiena, dandosi delle sculacciate. «Avanti, vieni a prendermi, razza d'avanzo di cibo scadente!»

«Oh no... È finito...» Esclamò Mr. Satan passandosi le mani sulla faccia disperato.

«Io non sono brutto! Ti spaccherò la faccia!» Gridò Majin Bu, mostrando i suoi occhi a mandorla e con il fumo che gli usciva da ogni buco del corpo, fischiando come una caffettiera impazzita mentre si fiondava sulla sua vittima.

Trunks sorrise e arretrò ancora di qualche passo. Quando Majin Bu gli fu di fronte e stava caricando il colpo, ormai sul limite del ring, il giovane gli andò alle spalle e lo spinse fuori con un calcio che spinse il suo avversario verso il basso, facendogli così toccare irremidiabilmente il terreno, mentre lui si allontanava dal bordo con un salto.

Trunks gli fece la linguaccia con tanto di smorfia aprendosi l'occhio e ridendo: «Te l'ho fatta!»

Majin Bu si guardò attorno confuso. Quando si rese conto di aver perso il match, il fumo iniziò nuovamente a uscirgli dai buchi che aveva sul corpo.

«Aspetta Bu! Guarda, tieni, prendi questa cioccolata!» Esclamò Mr. Satan, probabilmente l'unico in grado di calmarlo, correndogli incontro. Se non fosse accorso, sarebbero stati guai per tutti.

L'uomo, placato l'amico, si rivolse al ragazzo sul ring, ancora pieno di paura: «Sei stato un irresponsabile! Saremmo potuti morire tutti!»

Trunks cadde seduto, con un sospiro di sollievo, ridendo nervosamente.

Il giudice di gara arrivò in quel momento e alzò il braccio al ragazzo, proclamando: «Ecco il secondo finalista! Trunks!» Il pubblicò lo acclamò e il sayan si lasciò scappare un sorriso, prima di alzarsi e dirigersi verso l'arco e gli altri.

Appena arrivato di fronte al paravento, Trunks si vide arrivare incontro Kin, che gli saltò addosso entusiasta, facendolo cadere all'indietro. «Ce l'hai fatta!»

Lui la guardò sbattendo gli occhi confuso, mentre lei lo guardava piena d'entusiasmo, evidententemente eccitata dal match. «Sei stato incredibile! Sei un genio, come ti è venuto in mente di ingannarlo a quel modo? E poi lassù in cielo! Ne hai prese talmente tante che non credevo avresti avuto la forza di rialzarti! E...»

«Okay, adesso basta Kin.» La interruppe Goten avvicinandosi ai due, sorridendo divertito e con in mano un piccolo sacchetto di iuta.

Lei, seduta sulle gambe di Trunks, si voltò verso il fratello con ancora i pugni davanti al petto, sbattendo i propri occhioni confusa.

Goten la prese per il collo del vestito e l'alzò, sollevandola fino a ritrovarsela faccia a faccia. «Non vedi com'è conciato questo poverino? Non puoi saltargli addosso così. E poi sei una signorina ormai, non lo sai che non sta bene saltare addosso ai ragazzi con tanta irruenza?»

Lei lo guardò stringendo gli occhi, irritata da quelle riprese. «Guarda che se adesso tu riesci a muoverti è solo grazie ai fagioli di Balzar, quindi non darti tante arie, fratellone.»

Lui lasciò la presa della piccola con un sorriso, poi si rivolse a Trunks, porgendogli un senzu, preso dal sacchettino che aveva in mano. «Avanti, prendi. Non ho intenzione di combattere contro di te conciato in quel modo, non ci sarebbe divertimento!»

Trunks prese il fagiolo con un sorriso riconoscente e lo buttò giù. Si sentì tutte le energie tornare a circolare nel suo corpo e i dolori sparire completamente.

Goten gli porse la mano per aiutarlo a rialzarsi e lui l'accettò, battendo poi la mano sulle spalle dell'amico, dirigendosi con lui e la sua sorellina verso gli altri.

«Ci vorranno una ventina di minuti prima che sistemino il ring per la finale.» Stava dicendo Piccolo. Goku annuì concorde, poi si voltò mentre sua figlia gli montò agilmente sulla spalla, sedendosi su di essa come ormai era abituata, e nel farlo lasciò che la coda le sbucasse da sotto l'abito e avvolgesse parte del collo paterno.

Ancora una volta, Krilin la guardò curioso.

Intanto, il sayan si rivolgeva alla propria figlia: «Kin, che ne dici di andare dalla mamma per vedere il match?»

Lei si voltò per guardarlo negli occhi e annuì in un sorriso. Poi, inaspettatamente, disse: «Mi avvio, raggiungici là.» Detto questo, scese dalla spalla del padre e iniziò a correre verso le tribune.

Si fermò dopo pochi passi e tornò indietro, avvicinandosi al fratello.

Arrivatagli di fronte, lui la prese in collo prima che lei potesse chiedergli qualsiasi cosa. La bimba gli stampò un bacio sulla guancia, poi gli prese il volto sorridente tra le manine e lo guardò dritto negli occhi neri, seria: «Metticela tutta fratellone, devi vincere!» Lui le strizzò l'occhio e la lasciò poi andare.

Quando si era distanziata di qualche passo, si sentì chiamare dall'altro ragazzo: «Ehi! E a me nemmeno un misero "in bocca al lupo"?» Lei si voltò, si portò le mani unite dietro la schiena e si avvicinò a lui timidamente a testa bassa.

Kin fece cenno al ragazzo ora di fronte a lei di chinarsi; lui ubbidì con un sorriso e lei fu veloce a dargli un breve bacetto sulla guancia, sussurandogli appena: «Buona fortuna Trunks.» Per poi scappare rossa in volto verso gli spalti.

Il ragazzo si accarezzò la guancia e la guardò allontanarsi intenerito, rialzandosi. Krilin, accanto a lui, gli diede di gomito, sogghignando: «Ehi, mi sa che hai fatto una bella conquista ragazzo mio.»

Trunks fissò l'uomo, rosso come un peperone in volto, ma prima che potesse ribattere, quest'ultimo cambiò discorso, portandosi pensoso un dito al mento e guardando in alto, come se lo aiutasse a riflettere meglio. «Stavo pensando... Che certo che è davvero strano che una sayan abbia paura del buio, chissà cosa le è successo...»

Trunks e Goten si scambiarono un breve sguardo, per poi abbassare subito gli occhi. Sapevano che era colpa loro.

Da bambini, un giorno d'autunno, i due si erano accampati in tenda nel giardino di casa Son. Kin era andata da loro, per racimolare qualche momento di gioco come faceva sempre, e i tre erano rimasti insieme fino all'ora del tramonto.

Trunks si era ricordato che quella notte ci sarebbe stata la luna piena, perciò per evitare la trasformazione le disse di tornare in casa, ma lei fu irremovibile.

Quando, dopo interminabili minuti riuscirono a convincerla, Goten prese la sorellina in braccio tenendole il volto rivolto verso il proprio petto, facendole chiudere gli occhi con la scusa che fosse un nuovo gioco, per impedirle in realtà di vedere la luna che già splendeva nel cielo scuro; ma dopo pochi passi lei alzò lo sguardo oltre la spalla del fratello per stare in una posizione più comoda, e i suoi occhi neri incontrarono la candida luce bianca della luna piena.

Goten sentì d'improvviso il corpo della sorellina rilassarsi e la guardò. Notò con paura che i suoi occhi stavano diventando rossi e il suo petto iniziava ad alzarsi e abbassarsi in modo irregolare, a ritmo del suo cuore, così chiamò Trunks per ricevere aiuto. Appena il ragazzo uscì dalla tenda, imprecando contro l'amico, una nube scura coprì la luna, arrestando la trasformazione della piccola, e lo shock di un fulmine che cadde a pochi centimetri dai due Son, di fronte ai suoi occhi, la fece tornare di colpo normale.

In pochi istanti, fuori imperversava un terribile temporale.

Goten e Trunks si affrettarono a riportare Kin in casa, la quale aveva iniziato a piangere terrorizzata.

Mezzi d'acqua e senza genitori, dato che Goku, il quale doveva tenerli d'occhio mentre la moglie era in visita dal figlio, era andato a procurarsi la cena nel bosco, i due maschietti fecero del loro meglio per tranquillizzare la piccola, senza però avere grande successo.

Così Trunks decise di provare a distrarla con una storia.

Le narrò una di quelle che gli raccontava suo padre quand'era piccolo, nonostante i tentativi di Goten di narrarle qualcosa di più leggero; era una sul pianeta Vegeta, che trattava di una guerra che avevano combattuto contro un pianeta vicino per conquistarlo. Ma la piccola, com'era immaginabile, non gradì il macabro racconto di terrore, con tanto di sottofondo buio illuminato a intermittenza da tuoni e lampi, e non appena vide apparire il padre sulla porta gli saltò al collo terrorizzata.

Kin aveva appena due anni, quel giorno nacque in lei la paura delle tenebre e dei tuoni, e non le era più sparita.

«Forse qualche trauma che ha avuto da piccola...» Continuò a riflettere Krilin, a voce alta.

«Non mi viene in mente nulla... Tranne una volta che...» La voce di Goku fu interrotta da quella del giudice, che annunciava l'inizio dell'ultimo match.

Il sayan guardò i due giovani interessati, che presto si sarebbero scontrati, orgoglioso di entrambi. «Ragazzi.» Trunks e Goten si voltarono verso l'eroe. «Fateci vedere un bell'incontro.»

I due giovani sorrisero, si guardarono un breve istante negli occhi e annuirono, impazienti di iniziare.

Il gruppo formato dai combattenti eliminati si diresse verso le tribune per assistere al match con i familiari, mentre Trunks e Goten si posizionarono dietro il paravento, in attesa di essere annunciati.

«Ehi Son.» Disse Trunks, continuando a guardare avanti con un sorriso degno di suo padre. «Sappi che non mi risparmierò.»

Goten accennò ad un sorriso ambizioso, anche lui non togliendo gli occhi dalla direzione del ring. «Neanch'io lo farò Brief.»

A quel punto il giudice chiamò i loro nomi, presentandoli, e i due percorsero il vialetto che li separava dal ring, dal loro duello e dal titolo.

 
 
 
 

- Agli studenti in agraria, esperti di botamica, amanti dei giardini e quant'altro... -
Non falciatemi per la cosa della rosa xD So che ho detto un'assurdità, che le rose non nascono sugli alberi, ma in fondo è l'Universo di Dragon Ball questo, no? Hanno un cane parlante come presidente, i dinosauri e le macchine volanti, quindi può benissimo darsi che le rose nascano sugli alberi xD
E dopo questo breve messaggio di demenza, vi d'ho appuntamento al prossimo e ultimo capitolo di questa parte della storia! :*


Se lasciate una recensione con i vostri pensieri non potete che farmi piacere :) Se notate degli errori o avete dei consigli, non esitate a farmelo sapere; voglio davvero migliorare il mio modo di scrivere e ve ne sarei davvero grata se mi aiutaste ^^ 

   
 
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