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Autore: Shainareth    09/10/2015    5 recensioni
Semplice raccolta di flashfic e one-shot, senza pretese e di genere vario, incentrate soprattutto sui personaggi di B.B./Beast Boy e Corvina/Raven. Diversi cenni (e non solo) anche alla RobStar. Rating in aggiornamento.
01. Fuochi d'artificio
02. San Valentino 01
03. Pioggia
04. Tepore
05. Mostro
06. Complici
07. Pubertà
08. Incubi
09. Beghe amorose
10. San Valentino 02
11. Cambiamenti
12. Bluff
13. Body Killer
14. Prime volte
15. Waffles and Song
16. Rassicurazioni
17. Amore a prima vista
18. Verde
19. Obbligo o verità?
20. Romeo e Giulietta
21. Diritti
22. Vischio
23. Sogni
24. Predizione
25. Sbronza
26. Equivoci
27. Curriculum
28. Bacio
29. Silenzi
30. Magia
31. Gusti
32. Amuleto
33. Soli
34. Coniugi
35. Puppy eyes
36. Empatia
37. Orgoglio
38. San Valentino 03
39. Serie TV
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PUBERTÀ




«Insomma, quanto ci metti ad aggiustare quell’affare?! Fa caldissimo!»
   La sonora, infantile protesta di Beast Boy fece corrucciare lo sguardo di Cyborg, impegnato nel tentativo di venire a capo del problema che aveva mandato in tilt il termostato della Torre. «Certo che hai un bel fegato a lamentarti, dopo che l’hai rotto!»
   «Guarda che il guasto riguarda l’intero quadro elettrico!» si difese prontamente l’altro, sentendosi accusato ingiustamente dall’amico. «Non potevo mic…»
   La voce gli venne meno e le sue parole furono interrotte di colpo quando la porta automatica si aprì grazie all’ausilio della magia di Raven, che fece il suo ingresso nella sala principale con indosso soltanto un paio di short e un top molto corto. Nel silenzio che era calato nella stanza, sotto lo sguardo fin troppo interessato del ragazzo e quello distratto di Starfire, che se ne stava anche lei ad osservare il lavoro di Cyborg, la maga si diresse verso l’angolo cucina e recuperò una bottiglietta d’acqua dal frigorifero. L’aprì e se la portò alle labbra, bevendone una lunga sorsata. Infine, continuando a dare le spalle a tutti, esordì infastidita: «Invece di fissarmi come un mandrillo, cerca di renderti utile in qualche modo.»
   Dietro di lei, appollaiato su uno dei banconi vicini, un grosso mandrillo verde scosse rapidamente il capo e mutò forma, prendendo di nuovo le consuete sembianze di Beast Boy. «Se non vuoi che ti guardi, mettiti qualcosa addosso», borbottò risentito, balzando giù ed ergendosi sulle gambe.
   Starfire batté le lunghe ciglia con fare sorpreso. «B.B., sei cresciuto!» esclamò senza nascondere il proprio stupore. «Tu e Raven adesso sembrate avere la stessa altezza.»
   «Oh… è vero…» constatò il giovane, occhieggiando di nuovo in direzione della maga, che a sua volta lo scrutò incuriosita. «Non me ne ero accorto.»
   «Finalmente è arrivata anche per lui la pubertà», intervenne Cyborg, prendendolo affettuosamente in giro. «E Raven ne sa qualcosa.»
   Distogliendo lo sguardo, lei tornò a portarsi la bottiglietta d’acqua alla bocca. «Sfortunatamente…» mormorò, certa comunque che Beast Boy, in vago imbarazzo, potesse sentirla.
   «Tra un po’ gli verrà anche la voce da uomo.»
   «Ah-ah-ah», rise forzatamente il ragazzo, stizzito per quella battuta. «Divertente, Cyborg, davvero divertente.»
   «Comunque, anche Robin è diventato più alto», dichiarò a quel punto Starfire, la voce carica d’orgoglio. «E anche più bello!» soggiunse in uno squittio sognante.
   «Scusami se non me ne sono accorto…» commentò Cyborg, continuando tuttavia ad armeggiare con il pannello di termoregolazione della Torre. «Di solito non mi soffermo troppo a guardarlo.»
   Assumendo un’espressione canzonatoria, Beast Boy tornò a rivolgersi alla compagna più vicina a sé. «Raven, di questo passo finirai per essere tu la più bassa del gruppo.»
   «La cosa dovrebbe forse mortificarmi?»
   «Lasciagli godere il momento di gloria», sghignazzò Cyborg.
   «Pensa ad aggiustare quel coso, invece di parlare!» scattò l’altro, sempre più irritato dai suoi commenti fuori luogo.
   Starfire rise divertita e intenerita a un tempo. «B.B., non dargli retta: anche tu stai diventando molto carino.»
   Il ragazzo s’illuminò all’istante. «Sul serio?»
   «Ma certo!» confermò lei in tono allegro. «Vero, Raven?»
   Quella inarcò un sopracciglio. «Preferirei evitare di esprimermi al riguardo.»
   «Perché?» chiese Beast Boy, dando segno di esserci rimasto male.
   «Perché temo che non abbia molte parole piacevoli per te.»
   «Cyborg, disgraziato! Tieni per te le tue opinioni!» sbottò, tentato di tirargli qualcosa appresso, dal momento che l’amico scoppiò a ridergli crudelmente in faccia. «Per quel che ne sappiamo», riprese l’altro, deciso comunque a non perdersi d’animo, «Raven potrebbe avere moltissime parole positive, al riguardo! Solo che si vergogna ad ammetterlo.»
   Tre paia d’occhi si posarono sulla figura della maga che, senza batter ciglio, annunciò solo: «Vado a farmi una doccia.»
   «Certo che anche tu fai di tutto per stuzzicargli la fantasia…» ridacchiò ancora Cyborg, mentre lei gli passava accanto e Beast Boy borbottava qualcosa di poco comprensibile, ma sicuramente molto volgare.
   Sull’uscio della stanza, Raven incrociò Robin, che si sorprese nel vederla vestita in quel modo a causa del caldo soffocante che in effetti si avvertiva all’interno dell’edificio. «Come siamo carine», non poté fare a meno di commentare, senza tuttavia manifestare alcun interesse che potesse suscitare la stizza della compagna o, peggio, quella di Starfire.
   «Oh, grazie», rispose l’altra, attirando immediatamente le lagne di Beast Boy.
   «Perché se te lo dice Robin sei tutta sorrisi?!»
   Lei gli lanciò un’occhiataccia. «Forse perché lui si esprime a parole.»
   «Raven, pretendi troppo da un adolescente in piena tempesta ormonale.»
   «Cyborg!» urlò il suo povero migliore amico, che a quanto pareva quel giorno sembrava essere stato declassato al ruolo di suo passatempo personale.
   Quella battura provocò l’ilarità di Robin e indusse Raven a sospirare e a ruotare le iridi verso l’alto con sopportazione. «C’è una tempesta particolare?» chiese inaspettatamente Starfire, voltandosi con ingenuità verso le grandi vetrate della Torre. «A me non sembra…» mormorò perplessa, ammirando il cielo azzurro e schermandosi la vista per ripararla dalla forte luce del sole estivo. «È per questo che è andata via la corrente? Credevo che si trattasse solo di un guasto…»
   «Questo chi glielo spiega?» domandò retoricamente la maga, dando subito segno di volersene lavare le mani.
   Fu Cyborg a rispondere, tornando a ridersela sotto ai baffi. «B., vuoi farle un esempio pratico?»
   Quello s’indignò, ma prima ancora che potesse ribattere, lo fece Robin per lui, pronto a difendere la propria innamorata. «Non sei divertente, Cyborg!»
   Non riuscendo a seguire il loro discorso, Starfire tornò a voltarsi nella loro direzione. «Qual è il problema?»
   «Non ho mica detto che deve farlo con lei», l’additò distrattamente Cyborg, mentre continuava a parlare con Robin. Udendo ciò, e subodorando il pericolo implicito in quelle parole, Raven scattò oltre la porta e sparì in corridoio. Beast Boy ci rimase di nuovo male. «Su, non fare quella faccia», provò a consolarlo il suo migliore amico, facendosi finalmente serio. «Prima o poi avrai la tua occasione.»
   «Sembra che abbia davvero paura di me», bofonchiò il mutaforma, abbassando la punta delle orecchie con delusione.
   «Anch’io avrei paura ad essere costantemente sotto tiro», non poté fare a meno di fargli notare il suo compagno cibernetico.
   Beast Boy arrossì. «Ma non è mica colpa mia!»
   «Nessuno ti sta dando colpe, B.», lo rassicurò anche Robin in tono amichevole. «Solo… magari potresti cercare di essere più discreto.»
   «Per voi è facile parlare… siete completamente umani», continuò a borbottare lui, sempre più imbarazzato a causa del proprio problema. «Io invece vivo perlopiù di istinti… e a volte è difficile riuscire a controllarli.»
   «Forse potresti darti anche tu alla meditazione», gli suggerì l’altro. «Potrebbe funzionare.»
   Il ragazzo fece una smorfia, per nulla convinto di quel consiglio. «Sembra noiosa… E poi Raven non accetterebbe mai di insegnarmela…»
   «Accetterebbe eccome, se ne conoscesse la ragione», gli assicurò Cyborg, ormai tornato a concentrarsi sul proprio lavoro.
   «Dici?»
   «Se righi diritto, potrebbe persino rivalutarti.»
   Bastò quel pensiero per far sorridere di nuovo Beast Boy, che subito si ringalluzzì ed esclamò con entusiasmo: «Vado a chiederglielo!»
   «Dovremmo fermarlo?» s’interessò di sapere Robin, mentre lui gli sfilava di corsa sotto al naso per uscire dalla stanza.
   Cyborg sghignazzò. «No, lascialo fare. Così è più divertente.»
   «Insomma, mi volete dire che sta succedendo?!» strillò Starfire, stufa di essere ignorata in quel modo. Perché continuavano a parlare di un qualcosa che sembrava chiaro a tutti meno che a lei?! Era proprio in momenti del genere che avvertiva tutto il peso di essere un’aliena all’interno del team.
   Robin si massaggiò la nuca con fare impacciato. «Oh… ehm… Come posso spiegartelo?» iniziò a riflettere a mezza voce, indeciso sulle parole da usare per farle comprendere in modo delicato la situazione.
   «Se proprio devi farlo, portala da un’altra parte», disse Cyborg, troppo divertito dalla faccenda per rinunciare al suo spirito di patata. «Mi distrarreste dal lavoro.»
   L’altro fece per replicare aspramente, ma la sua voce fu coperta dal lontano grido oltraggiato di Raven, subito seguito da quello di puro dolore di Beast Boy. Infine, tutti e tre sobbalzarono a causa del potente boato che si sentì provenire dal bagno.
   Robin sospirò stancamente. «Avremmo fatto meglio a fermarlo…»












Okay, per questa sono stata costretta ad alzare il rating. Perdonate l'idiozia, ma era una tentazione a cui non ho saputo rinunciare.
Corro ad aggiornare anche Futuro e ringrazio come sempre tutti i lettori, i recensori e chi aggiunge le mie storie fra quelle preferite/ricordate/seguite.
Buon fine settimana! ♥
Shainareth





  
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