Libri > Le Cronache di Narnia
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Autore: Julie__    09/10/2015    1 recensioni
La guerra è finita e i fratelli Pevensie sono non solo cresciuti, ma anche tornati a casa. Ma, fra una cosa e l'altra nella loro vita quotidiana, continuano a tornare con la mente a Narnia. Specialmente uno di loro che lì ha lasciato davvero tanto.
Dal testo:
- Non mi manca Narnia perché lì ero una regina ... mi manca perché lì la felicità non era un castello di carte che con un soffio cade, ma una fortezza inespugnabile che ci vorrebbero milioni di eserciti per abbattere.
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- A Narnia avrebbero fatto a gara per giocare con lui. Poi si sarebbero stufati, sarebbero scesi in giardino e si sarebbero giocosamente sfidati con le spade.
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- In molti aspiravano al suo posto nella redazione del giornale per cui lavorava, ma lui l’avrebbe ceduto senza pensarci su due volte se significava tornare ad essere re.
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- Aveva cercato di fare la ragazza matura, di non piangere, di non arrabbiarsi con se stessa per la sua scelta … Ma alla fine aveva ceduto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Capelli pettinati, camicia e pantaloni perfettamente stirati, scarpe lustrate, cravatta annodata, giacca sul braccio e valigetta in mano. Un perfetto gentiluomo inglese pronto per una giornata di lavoro. Aveva anche un bel sorriso stampato sulle labbra, che faceva arrossire ogni ragazza che posava gli occhi su di lui. Ma, per quanto ormai fosse abituato, da tempo si chiedeva quanto tutto quello avesse senso. Lui era un re. Era re Peter, il magnifico!
Gli mancava Narnia, gli mancava da morire. In molti aspiravano al suo posto nella redazione del giornale per cui lavorava, ma lui l’avrebbe ceduto senza pensarci su due volte se significava tornare ad essere re. Non perché gli mancasse la fama, o perché fosse a corto di soldi, o perché non lo rispettassero. Semplicemente perché Narnia era insostituibile. Essere un famoso reporter per un giornale di tutto rispetto non era la stessa cosa dell’essere il re di un mondo intero. Sedere sulla sedia girevole dietro una piccola scrivania a spremersi le meningi su cosa scrivere non poteva essere minimamente paragonato al sedere sul suo trono a Cair Paravel ad ascoltare i consigli su come rendere Narnia un posto migliore. Le partite a golf con i suoi superiori non potevano reggere il confronto con i duelli con la spada fra lui e suo fratello. A quello, poi, non voleva proprio pensare. Da quando si erano riuniti il loro rapporto si era trasformato in un iceberg. Prima, anche se non si sopportavano, quantomeno si parlavano. E a Narnia il loro legame si era rafforzato a tal punto che avevano scoperto che l’altro non era poi così male come pensavano. Ma da quando si erano riuniti, dopo la fine della guerra, a mala pena si guardavano.
<< Buongiorno, Mr. Pevensie >> lo salutò la segretaria, risvegliandolo dai suoi pensieri.
<< Buongiorno, Katie >> rispose sorridendo.
Entrò nel suo ufficio, appoggiò la valigetta e la giacca su una delle sedie e cominciò a confrontare i documenti che gli sarebbero serviti per il suo articolo.
  
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