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Autore: De_drums    09/10/2015    1 recensioni
Catfish!Klaine (sms+chiamate+descrizioni)
Kurt Hummel è un semplice adolescente omosessuale di Lima, cittadina chiusa e omofoba nell’Ohio.
Una sera viene aggiunto su Facebook da un certo Blaine D. Brown, ragazzo bello e affermato che vive a Los Angeles, una delle mete principali di Kurt.
Un'amicizia che si trasformerà in qualcosa di più, chat dopo chat.
Bugie, inganni, incontri, promesse, speranze, amore.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Burt Hummel, Kurt Hummel, Nuove Direzioni, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.4
 
 
 
Kurt sbuffò annoiato.
Era l'ultima l'ora, e non aspettava altro che finisse.
Odiava le lezioni di spagnolo del professor Schuester. Era un ottimo insegnante per il Glee, e sapeva spronarli a dare sempre il massimo, ma in un'aula che non fosse quella di canto era veramente tremendo. Gli alunni dubitavano perfino che conoscesse davvero lo spagnolo.
Kurt odiava il liceo, la brillante idea della società di mettere in uno stesso edificio tutta la gioventù, aggressiva o ingenua che sia, che si tormenterà e ferirà a vicenda. Odiava le cheerleader, i giocatori di football, i bulli, la gente che lo squadrava quasi fosse un alieno.
Se non fosse stato per il Glee Club e per il fatto che aveva bisogno di un diploma, avrebbe smesso da tempo di frequentare. Preferiva impegnarsi in qualcosa di pratico, piuttosto che perdere ore e ore sui libri, tra persone di cui non gli importava nulla e che lo trattavano di merda.
La vibrazione del cellulare lo distolse da quei pensieri, e un piccolo sorriso si dipinse sul suo volto quando lesse il nome sul display.


(Blaine, 14.30)
Hey dolcezza  :)
 
(Kurt, 14.30)
Salvami, ti prego!
 
(Blaine, 14.32)
Ultima ora con Schuester, eh?

Kurt rise piano. Blaine lo conosceva talmente bene, ormai, da sapere anche il suo orario scolastico.
"È lui?" chiese Mercedes, mentre Tina, dal banco dietro, si sporgeva nel tentativo di riuscire a leggere.
"Sì" rispose Kurt con aria sognante, mentre la due ragazze si scambiavano occhiate d'intesa.
"Kurt!” lo richiamò il professor Schuester, seccato. "Metti via quel telefono e concentrati"
Kurt fece come gli era stato detto, alzando gli occhi al cielo. Cercò di concentrarsi sulla lezione, ma gli risultò difficile, perché il suo cellulare non smetteva di vibrare.
Approfittando di un momento di caos generale, lesse i messaggi.
 
(Blaine, 14.35)
Scommetto che ti ha appena detto di non usare il cellulare.
 
(Blaine, 14.37)
E tu hai alzato gli occhi al cielo, ma sei troppo rispettoso delle regole per non farlo.
 
(Blaine, 14.40)
Mi manchi.
 
(Blaine, 14.42)
Merda, ho bisogno di te. Ora.

Kurt fissò lo schermo allarmato. Era successo qualcosa a Blaine? Perché aveva bisogno di lui? O semplicemente era lui ad essere paranoico e a pensare al peggio in ogni situazione?
Ripose il cellulare in tasca, e pensò che doveva essere impallidito all'improvviso, perché Tina lo guardò preoccupata.
"N-non mi sento bene, posso andare in bagno?" chiese, fingendo un conato.
"Va' pure" rispose Schuester, una nota di apprensione nella voce.  "Puck, accompagnalo"
"N-no, ce la faccio da solo" rispose Kurt, alzandosi.

Uscì dall'aula e corse in bagno e, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno, si chiuse in uno dei cubicoli.
Digitò il numero di Blaine, e attese impaziente che gli rispondesse.
"Pronto?"
"Ho letto il messaggio, che succede? Stai bene? Ti hanno fatto del male o-"
"Kurt, tesoro, calma" disse Blaine, ridacchiando. "Avevo semplicemente bisogno di sentirti, tutto qua"
Kurt sospirò, sollevato. "Non farlo mai più"
"Non volevo farti preoccupare" disse Blaine con voce piccola. "Scusa"
"Sai che tendo ad ingigantire le cose e a preoccuparmi per nulla"
"S-scusa, davvero, non volevo..."
"Ti perdono solo se ammetti che sono più bello e simpatico di te" affermò Kurt.
Blaine rise divertito. "Devo proprio?"
"Preferisci non parlarmi mai più?"
"Okay, sei bellissimo, e una delle persone più simpatiche che abbia mai conosciuto. Lo sei molto più di me, si intende" disse Blaine con convinzione. "E ti amo"
Kurt annuì soddisfatto. "Era ciò che volevo sentire. E ti amo anch'io" disse, sorridendo.
"Vorrei così tanto baciarti" sospirò Blaine.
"Anche io, non sai quanto"
Seguì qualche momento di silenzio. "Come sei vestito?" chiese all'improvviso.
"Cos- perché?"
"Voglio solo sapere cos'ha addosso il mio bellissimo ragazzo. Per poter immaginare di togliergli i vestiti e accarezzare e mordere quella pelle così candida e perfetta che si ritrova" sussurrò.
"B-Blaine" mormorò Kurt, mentre i brividi lo percorrevano. Voleva Blaine, voleva sentirlo davvero sulla propria pelle, baciare quelle labbra su cui aveva fantasticato per mesi e mesi.  Trovava il sesso telefonico una cosa squallida; e, si ritrovò ad ammettere a sé stesso, in ogni caso non avrebbe assolutamente saputo come fare. "Non-non so se sono pronto per questo, io non-"
"Kurt" disse Blaine con dolcezza, percependo il suo disagio. "Non ti sto obbligando, non devi farlo se non vuoi"
"I-io" Kurt prese un respiro profondo. "Io ti voglio, Blaine"
L'altro emise un suono indecifrabile, a metà tra lo stupore e l'eccitazione. "Ti fidi di me?" chiese.
"S-sì"
"Allora chiudi gli occhi, e concentrati sulla mia voce"
I minuti successivi furono un susseguirsi di ansiti e sospiri, mani che vagavano e mugolii trattenuti.
La voce di Blaine era bassa e roca, e lo guidava alla ricerca del piacere più puro e primordiale.
Kurt si sentiva come in una bolla, qualunque altro suono esterno gli arrivava ovattato – la mente svuotata da ogni pensiero, solo BlaineBlaineBlaine. Come se qualunque fattore esterno –la distanza, parlarsi tramite uno stupido cellulare, gli squallidi bagni del McKinley- fosse scomparso.
C’erano solo loro due, lontani eppure tremendamente vicini, più di quanto lo fossero mai stati.
 “Vieni per me, dolcezza”
Bastarono quelle parole per fargli raggiungere l'orgasmo e, a giudicare dai mugolii all'altro capo del telefono, anche Blaine doveva essere al limite.
"Sto per-merda"
Lo sentì ansimare, e poi respirare affannosamente cercando di regolarizzare il respiro.
Kurt scivolò lungo il muro, sedendosi per terra, il cuore che batteva ancora all'impazzata.
"Dolcezza?" mormorò Blaine dopo un po'. "Stai-stai bene?"
"È stato... fantastico" rispose Kurt con un sospiro. "Davvero, dovremmo farlo più spesso"
Blaine ridacchiò. "Concordo"
"Tu stai bene?"
"Mai stato meglio"
Kurt sorrise. All'improvviso sentì la porta principale aprirsi, e dei passi in lontananza.
"Merda! Devo andare, ti chiamo più tardi. Ti amo" e chiuse la chiamata senza neanche dare il tempo a Blaine di rispondere.

"Kurt, sei qui?" la voce di Puck riecheggiò nel piccolo corridoio.
Kurt si pulì velocemente, sistemandosi come meglio poteva, e poi uscì dal bagno.
"Oh, eccoti! Schue mi ha mandato a cercarti, visto che non tornavi più"
"Stavo, uhm, vomitando"
"Sembri sconvolto. Sicuro di non aver fatto altro, in quel bagno?" chiese, ammiccando.
Kurt arrossì violentemente, fissandosi le scarpe come fossero la cosa più interessante dell'intero universo.
"Aspetta -amico, tu puzzi di sesso" fece Puck sospettoso, avvicinandosi. "Ma non c'era nessun altro, come-". Si fermò, realizzando improvvisamente la situazione. "Voi due fate sesso telefonico!?" strillò.
"Non urlare, ti prego" mormorò Kurt, imbarazzato. "Non-era la prima volta, okay?"
"Non lo conosci neanche!"
"Come se tu conoscessi personalmente ogni singola cheerleader che ti porti a letto!"
"È diverso, sono persone in carne ed ossa, so con chi ho a che fare. Tu -questo Blaine, perfino tu hai dei dubbi su chi sia realmente e-"
"Lo amo, okay?" lo interruppe Kurt. "Mi fido di lui e sì, ho dei sospetti, ma so che chiunque sia avrà una spiegazione valida per tutto"
Puck scosse la testa, rassegnato. Non voleva che Kurt rimanesse ferito, ma non poteva neppure dirgli come comportarsi. Era in grado di fare ciò che credeva meglio per se stesso.
"N-non dirlo a Finn, okay? Per favore"
"Terrò la bocca chiusa" promise Puck, mettendogli poi un braccio sulle spalle. "Cavolo  amico, dov'è finito il piccolo e innocente Kurt Hummel che conoscevo, uh?"
"È cresciuto" rispose Kurt con un sorriso.
=

Dopo la lezione del Glee Club, quel pomeriggio, Kurt tornò a casa; salutò distrattamente suo padre e Carole, e poi si chiuse in camera.
Rimase sdraiato sul letto a fissare il soffitto, mentre le parole di Puck continuavano a riecheggiare nella sua mente. E se avesse avuto ragione?
D'altronde non conosceva  davvero Blaine, e aveva dei dubbi su chi fosse realmente.
Sapeva che aveva mentito, ma non sapeva su cosa. Quanto era vero e quanto, invece, semplicemente una bugia?
Non si erano neppure mai visti su Skype, ma Blaine gli aveva detto di non avere una webcam e di non poter usare i computer dei suoi amici, e lui gli aveva creduto.
Non riusciva però a capire perché non volesse ancora incontrarlo.
Stavano insieme, diamine.
Insieme.
La mente di Kurt tornò al giorno in cui lo aveva detto ai suoi amici.
Lo avevano guardato come se fosse pazzo, e avevano cominciato a parlare tutti insieme per dare la propria opinione, increduli.
Era consapevole che fidanzarsi con qualcuno online era una follia, ma lo amava, e Blaine amava lui.
Non si era mai sentito così legato a qualcuno in tutta la sua vita- la connessione tra di loro era reale.
Voleva far funzionare questa relazione, voleva poter dire "Blaine è il mio fidanzato", aveva bisogno di una persona simile accanto.
Le lacrime cominciarono a scorrere sulle sue guance senza che riuscisse a fermarle. Si sentiva esausto, stanco delle bugie e della lontananza e di tutto.
Stava pianificando il suo futuro in base a qualcuno che non aveva mai visto, e sapeva che non avrebbe retto ancora a lungo; amava Blaine, ma aveva bisogno di risposte, non poteva più aspettare. E lui stesso avrebbe dovuto spiegargli alcune cose, perché non era stato totalmente sincero.
Doveva incontrarlo, così che entrambi potessero rivelarsi per ciò che veramente erano.
Si sdraiò su un fianco e affondò il viso nel cuscino, cercando di trattenere le lacrime, che però continuavano a cadere imperterrite.
Così si arrese e pianse, pianse finché non ne ebbe più la forza e crollò esausto, addormentandosi.
Cadde in un sonno agitato, ma dormì tutto il pomeriggio, non svegliandosi neppure quando Burt lo chiamò per la cena.
 
~
 
… vi aspettavate lo smut telefonico? Ebbene no, sorry not sorry.
No okay, devo dire due cose su questo capitolo.
Prima di tutto  mi scuso immensamente per il ritardo, visto che non aggiorno da tipo… due mesi, oddio.
Ho avuto qualche problemino, e la mia ispirazione era andata a farsi un giro insieme all’eterosessualità di Darren.
Finalmente oggi sono riuscita a sciogliere quel blocco e ho ultimato il capitolo che avete appena letto – gli altri sono già pronti, per cui riprenderò ad aggiornare  con regolarità.
Per quanto riguarda la scena del bagno, inizialmente voleva essere smut dettagliato… non so cosa avessi nella testa quando ci ho pensato lol
Poi sono giunta a conclusione che la storia è a rating verde, e non avrebbe avuto senso cambiarlo solo per una scena che tra l’altro sarebbe venuta pure male, considerata la mia incapacità nello scriverla.
Perciò ho risolto così.
La frase sul liceo è presa da "Struck By Lightning", in onore di quel genio di Colfer.
E nulla, direi che ho finito.
Vorrei solamente ringraziare Lu, la mia consigliera preferita, che sopporta da mesi ogni mio dubbio riguardo a questa storia e che mi aiuta sempre a districarmi tra mille pensieri.
E tutti voi che avete letto/preferito/seguito/ricordato questa storia, davvero.
Spero che il capitolo non abbia fatto troppo schifo e niente, alla prossima settimana!
De
  
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