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Autore: Astrea9993    10/10/2015    1 recensioni
Ritrovare sua figlia quando questa aveva ormai già quindici anni era l'ultima cosa che Sirius avrebbe voluto.
Sirius Black avrebbe voluto essere un vero padre, avrebbe voluto crescere la sua Elizabeth ma si sa, il fato è un vecchio stronzo e lui si era ritrovato a marcire in una cella lontano da Nelly ed Elizabeth.
Era stato strano rapportarsi con sua figlia che, ormai, non era più una bambina ma una ragazza che, per giunta, a volte dimostrava la saggezza di una vecchia signora.
Non era facile capire Elizabeth Black e, solo ora, iniziava a credere di esserci riuscito.
All'inizio aveva persino temuto che sua figlia potesse essere una spocchiosa Serpeverde con la propensione per il razzismo e le arti oscure.
Ovviamente quella prima impressione era del tutto, o per lo meno quasi, infondata: indubbiamente Elizabeth era una spocchiosa Serpeverde ma, come aveva fin da subito sottolineato Fred Weasley, lei era anche molto più di questo.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Elizabeth Black'
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L'ultima Black
 
 

Ritrovare sua figlia quando questa aveva ormai già quindici anni era l'ultima cosa che Sirius avrebbe voluto.
Sirius Black avrebbe voluto essere un vero padre, avrebbe voluto crescere la sua Elizabeth ma si sa, il fato è un vecchio stronzo e lui si era ritrovato a marcire in una cella lontano da Nelly ed Elizabeth.
Era stato strano rapportarsi con sua figlia che, ormai, non era più una bambina ma una ragazza che, per giunta, a volte dimostrava la saggezza di una vecchia signora.
Non era facile capire Elizabeth Black e, solo ora, iniziava a credere di esserci riuscito.
All'inizio aveva persino temuto che sua figlia potesse essere una spocchiosa Serpeverde con la propensione per il razzismo e le arti oscure.
Ovviamente quella prima impressione era del tutto, o per lo meno quasi, infondata: indubbiamente Elizabeth era una spocchiosa Serpeverde ma, come aveva fin da subito sottolineato Fred Weasley, lei era anche molto più di questo.
Era strano come quel ragazzo, ancora prima di iniziare ad uscire con sua figlia, quando il loro rapporto era ancora meramente conflittuale, riuscisse a capire Elizabeth meglio di chiunque altro e a comprendere cosa ci fosse dietro a quel volto all'apparenza inespressivo e a quell'aria silenziosa e distante.
Era stato Fred Weasley a raccontargli di come sua figlia a quattordici anni avesse liquidato freddamente  il ragazzo con cui aveva iniziato ad uscire per aver riso quando Malfoy aveva definito Hermione una lurida sanguesporco. Fred gli aveva poi raccontato di quanto Elizabeth fosse intelligente, nessuno era abile come lei in pozioni, la sua nomina a Prefetto era stata piuttosto ovvia e altrettanto ovvia sarebbe stata la sua nomina a Caposcuola.
Eppure Elizabeth non era solo questo: dietro alla perfezione di cui dava sfoggio più per convenienza che altro vi erano un animo inquieto e trasgressivo, l'ambizione e la competizione nonché un profondo orgoglio che l'aveva spinta ad ingaggiare ormai da anni con i gemelli Weasley una guerra senza quartiere a suon di scherzi e Sirius non aveva potuto fare a meno di essere orgoglioso di sua figlia nello scoprire che, a soli quattordici anni, era riuscita ad introdursi nella torre di Grifondoro giungendo perfino all'interno del dormitorio maschile al solo scopo di appendere, per vendetta, i letti dei gemelli al soffitto mediante un incantesimo di adesione permanente. 
Era stato allora che Sirius, in quella ragazzina ormai quindicenne, aveva rivisto se stesso e la propria propensione ad infrangere le regole, in sua figlia aveva rivisto l'intelligenza di Nelly ed il suo coraggio e quel sangue freddo, quei modi freddi e distaccati tipici di Regulus.
Si, indubbiamente sua figlia era una Black ben più degna di quanto lui non lo fosse mai stato. 
L'espressione indecifrabile ed i modi eleganti.
Non era sorprendente che Elizabeth fosse soprannominata la regina di ghiaccio, eppure, in alcuni rari momenti, anche quella maschera di freddezza si scioglieva.
Ciò accadeva quando bisticciava con Fred o quando rivolgeva un tenero sorriso a Ginny, erano istanti che un osservatore distratto si sarebbe lasciato sfuggire.
Eppure dietro a quello sguardo distaccato spesso si celava un turbinio di emozioni e Sirius lo sapeva bene.
Ricordava lo sguardo che Elizabeth gli aveva rivolto la prima volta in cui si erano incontrati, quando lei lo reputava ancora uno spietato assassino.
 
 
 
In quel momento, all'interno della Stamberga Strillante, nel tentativo di uccidere quel viscido traditore di Peter Minus, si era aspettato di dover affrontare Harry ma non aveva pensato di vedere lei.
La bacchetta stretta tra le mani e lo sguardo carico di un odio lacerante come se tutti i sentimenti da tempo trattenuti si fossero improvvisamente riversati fuori in un' unica onda.
"Harry non deve sporcarsi le mani ma io non ho alcun problema a farlo." Aveva dichiarato, il tono sorprendentemente freddo che contrastava con l'intensità di quello sguardo.
 
Ripensandoci probabilmente, in quel momento, Elizabeth avrebbe attuato le proprie minacce senza molta esitazione, sembrava solo incapace di scegliere da chi iniziare, se dal padre che, dal suo punto di vista aveva tradito lei, sua madre e assieme a loro il mondo intero, o da Lupin, il padrino che le era sempre stato accanto in  quegli anni ma che invece non aveva fatto altro che prendersi gioco di lei.
Probabilmente, a salvarli, per quanto Sirius odiasse ammetterlo, oltre a quel momento di incertezza, era stato l'arrivo di Piton.
Quell'istante in cui Elizabeth lo aveva visto come un nemico aveva permesso a Sirius di comprendere quanto in verità la ragazza assomigliasse alla madre perché, in quell'istante, aveva rivisto l'odio e la rabbia che un tempo avevano rischiato di consumare Nelly.
Indubbiamente Elizabeth era brava a celare le proprie emozioni ma era tutt'altro che indifferente a ciò che la circondava.
Ad ogni modo, senza alcun dubbio, la buona e vecchia Walburga sarebbe stata fiera della compostezza e del portamento della sua nipotina.
Indubbiamente era ironico il fatto che, quella perfetta Serpeverde, fosse figlia di una babbana e di un traditore del proprio sangue.
Ed Elizabeth era caparbia e Fiera delle proprie origini, era orgogliosa della propria intelligenza ed eleganza e non perdeva un occasione per dimostrare a quei pomposi purosangue quanto valesse, per dimostrare che lei era migliore di loro è che anzi era in grado di batterli al loro stesso gioco.
Non era un caso quindi che, Elizabeth, fosse stata l'unica a riuscire a far tacere il ritratto di Walburga Black.
Sirius non riusciva a trattenere le risate nel tornare con la mente a quell'istante.
 
Erano giunti a Grimmauld Palace solo da qualche giorno e, il clima lugubre di quella casa, non era certo dei migliori, come se non bastasse, ad allietare quelle prime giornate, vi erano state le ingiurie del ritratto di Walburga Black, ovviamente, come se quella vecchia megera non fosse di per se fastidiosa, a rendere tutto ancora più complicato vi era Tonks che, con la sua sbadataggine finiva con l'inciampare sui propri piedi all'incirca ogni cinque minuti  risvegliando col proprio fracasso l'odiosa megera.
Tutti loro erano già al limite della propria sopportazione quando le urla erano riecheggiate nel cuore della notte risvegliandoli bruscamente.
"Sozzura! Feccia! Sottoprodotti di sudiciume e abiezione! Ibridi, mutanti, mostri, via da questo luogo! Come osate insudiciare la casa dei miei padri..." Iniziò ad urlare sguaiatamente il quadro attirando al piano di sotto gli abitanti della casa.
Al suo arrivo, Sirius, si era ritrovato di fronte una Tonks dall'aria piuttosto contrita che osservava i resti di una tazza che si era appena infranta sul pavimento mentre Molly, Arthur, Ginny, i gemelli e Ron erano già scesi al piano di sotto richiamati dal frastuono.
Sirius gettò distrattamente un' occhiata a Nelly che sbadigliava al suo fianco.
Nonostante fossero scesi già da un po' erano rimasti tutti immobili ad osservare la scena, troppo stanchi per reagire.
E poi era apparsa lei.
Con decisione Elizabeth era scesa dalle scale ad ampie falcate, addosso una canotta bianca e dei pantaloncini neri, i lunghi capelli abbandonati sciolti sulle spalle e lo sguardo carico di decisione.
Per un momento Sirius aveva pensato che sua figlia avesse perso il controllo invece, quando si era decisa finalmente ad aprir bocca, la sua voce era sorprendentemente calma ed anche i suoi lineamenti si erano lentamente distesi per lasciare posto alla consueta espressione di indifferenza e distacco.
Elizabeth era una Serpeverde e, come tale, era ormai abituata agli stronzi razzisti.
La ragazza si era lentamente avvicinata al ritratto dell'antenata e poi, con voce calma ma nel contempo decisa e risonante aveva intimato a Walburga Black di tacere.
Per un attimo, vinta dalla sorpresa, la megera aveva obbedito per poi prepararsi a ripartire alla carica ma, prima che potesse farlo, Elizabeth aveva ripreso a parlare: "taci razza di patetico ricordo di un passato ormai per sempre perduto. Tu sei morta e non hai alcun diritto su questa casa. Io sono Elizabeth Black e come tale  questa dimora mi appartiene quindi osa ancora insultare me e i miei ospiti e vedremo se il tuo stupido ritratto può resistere ad un bombarda!"
Le parole erano state pronunciate con una tale tranquilla incisiva serenità da risultare più convincenti di qualunque più aggressiva minaccia e, di fronte a quella forza, a quella rivendicazione di una Black, Walburga si era arresa.
Sirius non aveva potuto fare a meno di ridere nel constatare che Elizabeth era riuscita in ciò in cui sia lui e che suo fratello avevano miseramente fallito: fare la cosa giusta senza gettare all'aria il nome e le tradizioni di famiglia.
"Bene, se è tutto io me ne torno a letto." Aveva dichiarato Elizabeth "e voi cercate di essere più presentabili." Aveva soggiunto nel lanciare un' occhiataccia ai gemelli che, al momento, indossavano solo i boxer.
Nella sua voce non c'era alcuna traccia di imbarazzo e, nel parlare, aveva usato lo stesso tono atono con cui quella mattina aveva chiesto a Fred di passarle il succo di Zucca.
Poi aveva raggiunto le scale per dirigersi verso la sua stanza, la vecchia stanza di Regulus.
 
Indubbiamente Elizabeth continuava a restare un mistero, fredda, distaccata e orgogliosa raramente esprimeva le proprie emozioni e, del resto, neppure per Sirius, dopo tutto quello che aveva passato, appariva semplice esprimere i propri sentimenti così, quel lasso di quindici anni appariva difficile per loro da colmare e molte parole non dette aleggiavano tra loro.
Elizabeth appariva imperturbabile tant'era che Sirius non era riuscito a comprendere cosa la legasse a Fred Wesley o, per lo meno, non lo aveva capito fino a quando non li aveva colti in flagrante...
Per quanto Sirius fosse consapevole che di innocente sua figlia aveva forse solo l'aspetto la scoperta era stata piuttosto traumatizzante.
Ad ogni modo ora quel "e voi cercate di essere più presentabili." Aveva assunto per Sirius nuove e curiose sfumature.
Si, indubbiamente Elizabeth era complicata e, sia lui che sua figlia, non erano bravi a comunicare, eppure, quando lei gli rivolgeva uno do quei rari sorrisi, Sirius sapeva che quel piccolo gesto racchiudeva più di mille parole.
Sirius sapeva che, se nel cuore della notte Elizabeth lo attendeva in salotto per raccontargli di come, al quinto anno, avesse trasfigurato il dentifricio dei gemelli in escrementi di vermicoli e di come l'anno prima avesse umiliato Malfoy battendolo a Poker, questa era una rara concessione che faceva solo a lui perché, pur essendo orgogliosa delle proprie vittorie, Elizabeth non amava parlarne, preferiva colpire silenziosamente evitando clamori e punizioni.
Inoltre Sirius sapeva bene che, se Elizabeth aveva accettato che lui le insegnasse a volare sulla scopa era stato solo per amore nei suoi confronti dato che, per quanto amante del Quidditch, Elizabeth su di una scopa era aggraziata quanto lo era un troll di montagna ad una lezione di danza classica.
Loro non avevano forse bisogno di tante parole perché in ogni singolo istante riuscivano a dimostrare con le azioni l'affetto che provavano l'uno per l'altra.
E Sirius era felice di poter finalmente stare accanto a quella figlia così sveglia e complicata, eppure, a volte, Elizabeth gli rendeva le cose così difficili!
Perché era difficile per lui accettare che sua figlia, ormai maggiorenne, facesse parte dell'ordine della Fenice perché, Sirius si trovava ad ammetterlo per la prima volta, farne parte era troppo pericoloso e lei era la sua bambina.
Sirius aveva dovuto lottare contro se stesso e la sua natura da padre apprensivo, che aveva scoperto solo in quell'istante, per non vietarle di partecipare alle riunioni dell'ordine: Elizabeth era grande ed in grado di decidere cosa fare e lui di certo non era la persona più adatta ad invitare alla prudenza.
Eppure era così difficile sapere che lei era da sola ad Hogwarts e che lui non poteva proteggerla, specie sapendo cosa stava combinando sua figlia assieme al suo figlioccio, sapendo che Elizabeth faceva parte dell'esercito di Silente e nel contempo era infiltrata all'interno della squadra di inquisizione.
Sirius ammirava quella scaltrezza e quella lealtà come era orgoglioso del sangue freddo di Elizabeth ma, per la prima volta, Sirius Black pensava alle conseguenze.
E poi era successo, quella megera della Umbridge aveva scoperto l'esercito di Silente ed il tradimento di Elizabeth.
Era stato Kingsley, che aveva assistito alla cattura degli studenti e alla fuga di Silente, a riferirglielo.
Elizabeth, come se avvertisse la sua preoccupazione, era reticente a parlare dei guai in cui si era cacciata o forse, più semplicemente, sua figlia odiava semplicemente ricordare i propri fallimenti.
Eppure, al di là di tutto, al di là della punizione e della preoccupazione, Sirius non aveva potuto fare a meno di ammirare il coraggio della figlia, era stato proprio Kingsley a parlargliene.
 
Elizabeth era stata ritta ed in silenzio, dignitosa anche nella cattura, nell'espressione distaccata e serena nessun segno di ripensamento.
In un momento di ira la Umbridge l'aveva definita persino una "serpe in seno" ma lei si era limita a sorridere per quella scelta di parole perché lei era una serpe e ne era assolutamente fiera come non si vergognava per ciò che aveva fatto perché lei aveva fatto ciò che era giusto e non aveva alcuna intenzione di chiedere perdono per questo.
Il suo sguardo era privo di qualsiasi forma di paura anzi, appariva sdegnosamente aristocratico.
Poi, ad un tratto, come se per lei non fosse stato più sufficiente limitarsi a condannare e compatire con lo sguardo l'inquisitore supremo ed i suoi scagnozzi, Elizabeth si era decisa a parlare.
"se devo essere punita voglio essere punita per una valida ragione." dichiarò, la voce chiara e limpida "Dolores Umbridge" continuò quindi decisa "lei è solo una donna piccola e viscida, sleale e debole che si avvale di patetici trucchi per raggiungere i propri scopi ma, ciò che è troppo stupida per capire è che, alla fine, la verità emergerà sempre per quanto si cerchi di soffocarla."
La mano della Umbridge scattò velocemente ma, prima che lo schiaffo potesse colpire la diafana guancia di Elizabeth, Kingsley bloccò il suo braccio.
"non credo sia il caso di colpire una studentessa." le aveva fatto notare l'Auror nell'intento di proteggere la giovane Black.
Ma uno schiaffo non sarebbe stato nulla rispetto alla punizione che l'attendeva.
 
Sirius si sentiva invadere dalla rabbia al solo pensiero delle cicatrici che deturpavano la candida mano di Elizabeth, a dire il vero non aveva mai visto quelle cicatrici e sua figlia non sapeva neppure che lui fosse a conoscenza di ciò che aveva dovuto subire ma lui sapeva e non poteva fare a meno di prendersela con se stesso per non averla protetta da quel dolore che Elizabeth aveva affrontato con la sua consueta aristocratica autorità.
 
"Non devo dire bugie."
Elizabeth aveva ricopiato quella frase senza che dal suo volto trasparisse alcuna traccia di dolore, sorridendo lievemente e scrutando la Umbridge in volto.
 
Già una volta Sirius non era riuscito a proteggere sua figlia e per molto tempo le era stato lontano ma ora, ora che si erano finalmente riuniti, Sirius non avrebbe permesso che Elizabeth soffrisse ancora.
Ed era proprio per questo che si stava dirigendo all'Ufficio Misteri, per proteggere coloro che amava: Elizabeth ed Harry.
E nel farlo non poteva fare a meno di essere arrabbiato con Fred che aveva abbandonato Hogwarts lasciando la sua Lizzie da sola e con Elizabeth che era caduta in quella stupida trappola.
Harry era impulsivo ma lei era razionale e lucida, avrebbe dovuto capire l'inganno.
Sirius era arrabbiato con Fred ed Elizabeth ma, soprattutto, con se stesso perché si, tra lui e Lizzie spesso non c'era bisogno di inutili parole ma avrebbe comunque dovuto dirle che l'amava.
Si, le avrebbe detto che l'amava e poi l'avrebbe messa in punizione fino alla fine dei suoi giorni; con questo pensiero nella mente Sirius Black si dirigeva verso l'Ufficio Misteri.
 
 
 
*****
 
 
 
Il secondo getto luminoso lo colpì in pieno petto.
La risata non gli si era ancora spenta sul viso, ma il colpo gli fece sgranare gli occhi.
Sirius parve impiegare un' eternità a toccare terra: il suo corpo si piegò con grazia e cadde all'indietro oltre il velo logoro appeso all'arco.
Un misto di paura e stupore sul suo volto sciupato, un tempo così attraente, mentre varcava l'antica soglia e spariva dietro il velo, che per un momento ondeggiò come scosso da un forte vento, poi ricadde immobile.
 
Erano destinati a sfiorarsi senza potersi toccare.
Non vi era stato il tempo per scuse o recriminazioni mentre quel "ti voglio bene" continuava ad aleggiale silenziosamente tra loro ed in tanto il dolore della perdita straziava il cuore di Elizabeth, l'ultima Black.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice
Salve a tutti! Eccomi qui, sono tornata con l'ennesima One shot su di Elizabeth... Quando l'ispirazione chiama...
Che dire, chi avesse letto qualcun'altra delle mie storie su di Elizabeth avrà constato che, questa volta, l'atmosfera è meno comica e che invece si è fatta più cupa e malinconica ma, francamente, per descrivere al meglio il rapporto che lega Elizabeth e Sirius, ho trovato necessario abbandonare i toni più leggeri.
Spero che questa breve storia vi sia piaciuta ed ovviamente sarei molto felice se mi faceste sapere che ne pensate.
Grazie a tutti.
P.S qualora questa One shot vi fosse piaciuta e voleste saperne di più su di Elizabeth vi invito a leggere "Capelli rosso ed oro", "Ragazze pericolose (e padri gelosi)" e "mio padre non dovrà mai venirlo a sapere".
Astrea
  
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