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Autore: LittleHarmony13    10/10/2015    2 recensioni
"L'aria di Londra, quel tipico misto di smog, storia e grandezza mi entrava nelle narici, facendomi sentire viva, per una volta.
Non ho un bel rapporto con la vita. Nonostante i miei giovani diciassette anni sono piuttosto asociale. Non per scelta, ma per incapacità nei rapporti interpersonali.
Avevo ovviamente molti amici e molte amiche, ma il senso di solitudine e di incomprensione aleggiava sempre su di me. Potevo starmene chiusa in casa per ore, con la musica accesa, il computer sulle gambe, un libro sul comodino, e potete giurare che stavo da Dio, ma se tutto a un tratto mi veniva in mente di essere sola, era la fine. Mi piace stare da sola, ma essere sola, quella è tutta un'altra storia.
E' una cosa che mi fa sempre venire i brividi a pensarci.
Uno squillo di telefono interruppe il mio scorrere inesorabile di pensieri. Cavolo, ma quanto penso? "
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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19. Dirsi addio.


 

"It’s been a long day without you my friend
And I’ll tell you all about it when I see you again
We’ve come a long way from where we began
Oh, I'll tell you all about it when I see you again."
See you again, Wiz Khalifa ft. Charlie Puth


 

 

Mi sveglio con una piacevole sensazione sulla pelle. In camera mia c'è un tepore gradevole, ma non fa nemmeno estremamente caldo.
Sento sulla pelle l'aria fresca che entra dalla finestra, e noto il braccio di Chris che mi circonda la vita.
Arrossendo ricordo quello che è successo la sera prima, e con un sussulto mi rendo conto di non indossare vestiti. Mi irrigidisco fra le braccia di Chris e provo ad uscire da sotto le coperte, ma un braccio decisamente più forte di me mi ritira al mio posto.
“Dove stai pensando di andare Vivi?”
La voce ancora assonnata e un po' roca di Chris risuona nella stanza, ed anche dentro di me. La trovo molto bella, e devo smettere di pensarci, sennò uscire dal letto sarà l'ultima cosa che farò questa mattina. So che per Chris non ci sarebbero problemi, ma per me sì, visto che fra due ore Henry parte, e io devo assolutamente andare alla stazione per salutarlo.
Non che due ore non siano necessarie per... no, basta. Mi impongo di smettere di pensare a quello che è successo ieri sera ma Chris continua a far passare il naso sul mio collo, e quando ha finito comincia a lasciarmici dei piccoli baci. Perfetto, la mia forza di volontà sta andando in vacanza. In un luogo lontano. E probabilmente non tornerà ancora per molto tempo.
“Buongiorno Chris, dormito bene?”
“Buongiorno, tesoro. Beh, direi che meglio di così non potevo proprio dormire.”
“Mi fa piacere, perché adesso dobbiamo proprio alzarci, prepararci ed andare da Henry. Poi oggi pomeriggio tornano anche i miei, e non vorrei proprio che ci trovassero così.”
Indico i nostri corpi intrecciati e Chris ride contro la mia schiena, dove in seguito lascia un bacio.
“Henry parte fra due ore, i tuoi tornano nel pomeriggio, ed io ti amo.”
Sorrido contro il cuscino. “Sono tre affermazioni vere, o almeno spero che anche l'ultima lo sia, ma completamente scollegate fra loro. Cosa vorresti dire con questo?”
“Ti posso giurare su quello che vuoi che anche l'ultima affermazione è vera, anzi la più vera di tutte, se devo essere onesto. E con questo voglio dire che ho tutto il tempo per dimostrartelo per bene.”
La sua mano si sposta dalla mia pancia, e comincia ad accarezzarmi la gamba, partendo dal ginocchio, per poi arrivare alla coscia, ed avvicinandosi pericolosamente a dove è stata anche alcune ore prima.
Con un libero arbitrio che non pensavo nemmeno di avere, la sposto gentilmente.
“Non adesso, amore.”
Come se non avessi nemmeno parlato, Chris comincia a baciarmi sulle guance, ripetutamente.
“Non hai ascoltato una parola di quello che ti ho detto, vero Chris?”
“Quando le dirai con convinzione lo farò, Vivi.”
“Sono convintissima, come ti permetti di dire il contrario?” Cerco di dire questa bugia nel modo più convincente possibile.
“Riparliamone quando ricominci a respirare, d'accordo?”
Non mi sono nemmeno resa conto di trattenere il respiro, ma a quanto pare è così. Tiro fuori il fiato che mi è rimasto impigliato in gola e decido di essere sincera.
“Chris, hai ragione, ho mentito. Ti voglio, e ti voglio subito, ma adesso non possiamo, perché so che se cominciamo a stare da soli non smetteremo per un bel po'. E io devo andare da Henry, e sicuramente devo rivestirmi prima che arrivino i miei.”
Chris adesso sembra preoccupato, e mi guarda negli occhi in una maniera che mi spezza il cuore. “Non è che c'è qualcos'altro sotto vero?”

Il cambiamento di direzione mi sorprende, e sbarrando gli occhi, gli chiedo: “Cosa intendi dire?”
Chris si sposta da accanto a sopra di me e mi guarda negli occhi: “Vivi, non è che io... che ho fatto qualcosa di male ieri sera? O non sono stato alla tua altezza?”
Quello che dice mi sembra così stupido che non so nemmeno come rassicurarlo. “Ma come ti viene in mente? Chris, ti amo, non so come ripetertelo. E se proprio vuoi che sia onesta beh... ieri notte è stata la più bella della mia vita. Decisamente.”
Ammettere questa cosa per me è stata decisamente dura, perché di base sono una ragazza molto timida, quando si tratta di parlare dei miei sentimenti. E soprattutto di questi sentimenti, che involvono anche una sfera fisica. Di questi non ho davvero mai parlato con nessuno, neanche con Kat, che è la mia migliore amica. Credo di essere giusto un po' arrossita, come al solito.
Mi aspetto che Chris mi guardi col suo solito sguardo malizioso e convinto di se stesso, ma non lo fa.
“Non stai mentendo per rendermi felice vero?”
Non riesco a capire da dove gli sia uscita questa insicurezza, e sempre rimanendo sotto di lui, gli accarezzo una guancia.
“Non ti mentirei mai. Se per qualche assurdo motivo tu mi avessi fatto male, o non mi fosse piaciuto, puoi star certo che non sarei qui con te. O almeno non così.”
Chris sembra rilassarsi un po', ma tuttora non lo vedo convinto.
“Chris, ti prego, dimmi cosa devo fare per convincerti che sei perfetto per me. Mi sto un pochino innervosendo, veramente.”
In risposta lui mi bacia dolcemente e posa la fronte sulla mia. “Non devi dire niente, perché io ti credo. Credo a tutto quello che mi dici, e mi fido di te. E mi fido di te perché ti amo.”
Lo bacio in risposta, e cerco di mettere in quel bacio tutto quello che ho provato in questi mesi, anzi, in questi anni insieme a lui: amore, passione, rabbia, dolcezza, gratitudine e tanta, tantissima felicità.
“E io amo te, e lo sai.” Ho quasi le lacrime agli occhi quando glielo dico, e sento che il petto sta per scoppiarmi per la gioia che sto provando.
Chris mi guarda fisso negli occhi e mi chiede: “Vivi, stai per caso piangendo?”
“No, Chris, sono solo felice di essere qui con te.”
Senza smettere di scrutarmi si sdraia e mi prende fra le braccia.
“Anche io sono felice di stare con te, Vivi. Sei la cosa più importante per me in questo momento. E sarai la cosa più importante anche domani, e dopodomani e per tutti gli altri giorni a venire.”
Mi bacia la fronte ed io mi appoggio al suo petto. Per un po' ce ne stiamo sdraiati a coccolarci, e sto così bene che non ho nessuna intenzione di alzarmi. Sto per mandare al diavolo ogni mio progetto futuro di qui a tre anni, ma poi è Chris a prendere la soluzione in mano e ad alzarsi per primo. Si avvicina alla porta del mio bagno, affiancante la mia stanza, e non posso fare a meno di notare che è ancora senza vestiti. Inevitabilmente arrossisco.
“Ti prego, mettiti qualcosa addosso”, gli dico, passandogli i pantaloni che giacciono solitari sul pavimento della mia camera dalla sera prima.
“E cosa dovrei farci con questi?”
“Mettiteli addosso. Non voglio guardarti girare nudo per casa mia.” In tutta risposta mi copro gli occhi con una mano.
“Ma smettila, ti prego. Stavo appunto andando a farmi una doccia. Vieni con me?”
“Come, prego?”
“Vivi, smettila e togli quella mano dagli occhi. So che ti piace quello che vedi. E se pensi che con quella mano nasconderai il tuo imbarazzo, mi dispiace, missione fallita. Vedo da qui quanto sei rossa.”
Gli faccio una linguaccia, ma la mano resta dov'è.

“D'accordo, vedo che hai rifiutato la mia offerta. Peccato. In ogni caso penserò a te, tranquilla.”
Non capisco dove vuole andare a parare, e ne segue un breve silenzio imbarazzante. Decido di togliermi la mano dagli occhi e vedo che lo sguardo di Chris è rivolto verso il basso. Anche a me cadono gli occhi lì. E capisco cosa vuol dire quando dice che “penserà a me”.Anzi, da quello che vedo, credo che ci stia già pensando. O almeno spero. In caso contrario sarebbe imbarazzante. Decido di darmi un contegno.
“Oh Dio, Chris, ti prego!” Rimarco bene le ultime parole, anche se il mio imbarazzo ha raggiunto livelli sconosciuti. “NON IN CASA MIA. Hai capito bene?”
“Tu non vuoi farmi compagnia, quindi...”
Prendo un cuscino, per tirarglielo addosso, ma non faccio in tempo perché lui si è già chiuso la porta alle spalle.

 

 

Alla fine, dopo esserci finalmente vestiti, siamo pronti ad andare alla stazione di Liverpool per salutare Henry. Mentre ci incamminiamo all'interno sento la mano di Chris stringere più forte la mia, e gliene sono estremamente grata, perché oggi non saprei davvero come fare senza di lui. Il mal di pancia sta degenerando, e penso che proprio non mi piace dire addio. Per niente.
Mi fermo davanti ad un bar e prendo un respiro profondo. Chris mi guarda preoccupato. “Va tutto bene, Vivi?”
“Non proprio, ma andrà meglio, tranquillo. Solo non mi piace salutare le persone.”
Chris mi stringe forte fra le braccia e poggia la sua testa sulla mia. “Non dovrai mai dire addio a me, di questo voglio che tu sia sicura.”
Mi sposto e gli poso le mani sul petto. “Potrei reagire male, Chris. Ma voglio che tu sappia che è te che amo. Solo sto perdendo un amico, voglio che questo tu lo capisca.”
Chris mi posa una mano sulla guancia, e si abbassa per guardarmi negli occhi. “Lo capisco benissimo, amore, e sappi che anche a me dispiace che Henry se ne vada. Ma sappi anche che non devi preoccuparti, io sono qui apposta per raccogliere i pezzi, d'accordo?”
Mi dà un veloce bacio sulle labbra, e mi accompagna alla piattaforma. Mi aggrappo a lui come se fosse l'unica cosa che conta.
Appena arrivati, scorgo i miei amici che stanno aiutando Henry a caricare i bagagli. Sento già che sto per piangere.
Penso che i genitori di Henry siano già sul treno, ma non ci faccio troppo caso, perché in questo momento sento che sto per avere una crisi nervosa.
Non mi sono nemmeno accorta di trattenere il respiro, fino a che Henry non viene vicino a me e mi abbraccia.
“Ehi, Ivy, so che avevo detto che potevi piangere, ma adesso non ne sono tanto sicuro.”
Scott ride e mi si accosta. “Tranquilla, piccola, lui se ne va, ma io non me ne vado da nessuna parte.”
Noto che Kat se ne sta in un angolino, tutta appartata, e mi saluta con un cenno della mano. Io ero troppo occupata a pensare a tutti i miei problemi, ma in tutto questo anche lei si è affezionata molto ad Henry, e i due sono diventati molto amici, quindi è normale che anche lei sia triste per la sua partenza.
Mi faccio forza e chiedo ad Henry quello che devo chiedere: “Fra quanto parte il treno?”

“Esattamente fra quindici minuti.”
“Così poco?”
Henry mi prende delicatamente per un braccio ed io e lui ci appartiamo un secondo. Abbiamo bisogno di fare questa cosa da soli, io e lui, come abbiamo sempre fatto. E' lui a rompere il silenzio: “Senti, se ti metti a piangere finisce che mi metto a piangere anche io, quindi evitiamo d'accordo?”
Cerco di mandare giù il groppo che mi si è formato in gola.

“Senti tu, amico bello! Anche tu non puoi pretendere che io sia così gioiosa nel momento in cui devo dirti addio, d'accordo?”
“Addio?!? Ma questo non è un addio, Ivy. Pensalo solo come l'ultimo punto della bucket list. L'ultimo punto è dirti arrivederci. Arrivederci, mai addio.” Perfetto, se voleva trovare un modo per farmi aprire i rubinetti ci è proprio riuscito. Le lacrime cominciano a scorrermi sul viso e non c'è verso per fermarle.
“Mi prometti che ti fai sentire?” Ormai la mia voce è coperta dalle lacrime, e vedo qualcosa spezzarsi sul volto di Henry, come se fosse un riflesso del mio. Henry mi prende fra le braccia e mi lascia un bacio fra i capelli.
“Anche tutti i giorni se vuoi. Ci sentiamo su Skype d'accordo?”
“Sì ma tu me lo devi promettere, Henry.” La mia voce è soffocata dal suo petto, a cui sono ancora attaccata.
“Te lo prometto, Ivy, veramente. Solo che ora devo veramente andare. Ti voglio bene, Ivy, davvero.”
Credo di sussurrare qualcosa come un ti voglio bene anche io ma non andare, ma poi due braccia forti mi spostano, e le riconosco subito come quelle di Chris. Assume anche in questo momento il ruolo di mia ancora personale, ed io mi stringo forte a lui. Vedo attraverso il velo di lacrime Henry che abbraccia tutti gli altri, partendo da Scott per poi passare a Miles, Kat, ed infine a Chris.
Chris gli lascia una pacca sulla spalla, perché potrebbe essere difficile abbracciarlo con me fra le braccia, ma dimostrandosi sempre la cosa migliore che potesse capitarmi, non smette un attimo di tenermi stretta e di cullarmi. Henry si avvicina a Chris ed in modo che lo sentiamo soltanto io e lui, dice al mio ragazzo: “Trattala bene, amico, lei è importante per me, d'accordo?”
Chris lo guarda con quella che credo che sia riconoscenza e gli risponde: “Lo farò, lei è davvero importante anche per me se non si fosse notato.”
Sbuffo sonoramente perché è l'unico suono che posso rischiare di fare senza piangere. “Smettetela voi due!”
Entrambi ridono, Henry mi stringe nuovamente la mano, mi lascia un ultimo bacio sulla guancia, e un secondo dopo sento Chris che mi sussurra all'orecchio: “Vivi, ti fidi di me?”
Mi giro a guardarlo. “Infinitamente.”
“Allora chiudi gli occhi.”

Mossa da una forza che nemmeno io so spiegare, lo faccio. E quando li riapro, Henry se ne è andato.

 

 

Sono solo vagamente consapevole del fatto che Kat mi sta abbracciando, perché credo che mi manchi un po' il respiro. Chris non mi lascia mai andare, nemmeno quando gli altri provano a parlarmi, e cerco di riprendere le forze per lui, perché non voglio che pensi che dietro alla mia tristezza ci sia dell'altro, ma lui, continuando ad essere l'angelo che è sempre, mi sussurra: “Adesso andiamo a casa, vieni.”
Intreccia le dita alle mie e mi accompagna alla stazione della metro, ma io mi fermo e lo guardo dritto negli occhi.

“Non sto così perché provo dei sentimenti con lui. E' solo che non mi piace dire addio.”
Qualcosa dentro Chris sembra rompersi, perché mi si avvicina e mi posa entrambe le mani sulle guance. Sono di un calore piacevole, sopra alle mie lacrime. “Vivi, ma cosa pensi? Lo so. Hai appena lasciato andare un amico, so come ci si sente.”

Il fatto che lui mi comprenda, e che non mi giudichi, mai, lo rende ancora più speciale. Le parole fanno fatica ad uscire dalla mia bocca, ma ci provo.
“Chris, io amo te.”
Chris mi stringe in un abbraccio così forte che ho paura di soffocare, ma è un dolore che mi piace, e per qualche minuto non voglio fare altro che perdermici. “Vivi, amore, lo so. E so come ti senti, e sono qui per te. Sono qui con te perché ti amo. E adesso, vieni, andiamo a casa.”

Questa volta gli do retta e lo seguo, fino a che, in qualche modo, ci ritroviamo a casa mia. Non ho prestato molta attenzione al viaggio, ma so che Chris si è preso cura di me per tutto il tempo.


 

Adesso siamo sul mio letto, sdraiati ad abbracciarci. Solo ad abbracciarci. E Dio solo sa quanto ne avessi bisogno. La giornata è diventata uggiosa e la temperatura si è rinfrescata, ma Chris ha buttato una vecchia coperta su di noi e ha preso un pacchetto di biscotti dalla mia dispensa, e come sempre mi mostra che sa cosa voglio anche prima che lo sappia io.
In tv stanno passando degli stupidi film, e ci fermiamo a guardarli un po'. La mia mente non riesce davvero a seguirli, ma la presenza di Chris mi è più che sufficiente per farmi sentire a mio agio e al sicuro. Quando è pomeriggio inoltrato ci trasferiamo in cucina per mangiare qualcosa, anche se io non ho molta fame.
“Vivi, tesoro, devi mangiare qualcosa.”
“Mi sembra che mangi già tanto a cose normali, non mi farebbe male diminuire un po' le dosi. Almeno forse per una buona volta dimagrisco.” Lo dico con aria assente, non credendoci davvero, ma a Chris non è piaciuta questa battuta, e in due secondi posa il pane che aveva trovato nella credenza, e mi prende il viso fra le mani.
“Questo non lo devi dire più. Vai benissimo così! Anzi, sei perfetta per me. E adesso mangia, per favore.” Conclude il discorso lasciandomi un dolce bacio sulla fronte.
“Chris, voleva essere una battuta, non voglio smettere di mangiare, è solo che non ho molta fame oggi.”
Chris si irrigidisce e mi circonda con le sue braccia. Non dice niente, perché non serve, e mi ritrovo a pensare che lui sa sempre cosa fare.
Mi lascia andare e con noncuranza, come se non ci avesse pensato a lungo prima di decidere di dar voce a quel pensiero, mi dice: “Ehi, Vivi, che ne dici se stasera chiamiamo Henry su Skype? Giusto per sapere se è arrivato e se si è sistemato nella nuova casa. Sono sicuro che gli farebbe molto piacere.”
Guardo Chris come se avesse detto una cosa assurda, e un po' lo è, perché non me lo sarei mai aspettato da lui. Non dopo tutto quello che è successo fra noi tre. E invece lui, per l'ennesima volta, si rivela essere la persona più fantastica che conosca e non riesco proprio a concepire la fortuna che ho avuto. “Dici sul serio, Chris?”

Sembra che abbia capito anche lui da dove viene il mio sconcerto, ma non lo dà a vedere. Anzi, scrolla le spalle e ridendo divertito, mi risponde: “Ehi, bella, è amico anche mio, fammi il favore di non monopolizzarlo, d'accordo?”
Le lacrime rischiano di salirmi agli occhi di nuovo, ma stavolta le blocco, perché non è il momento. Mi avvicino a Chris e lo bacio con tutta la forza di cui sono capace. Nel primo momento il mio ragazzo si spaventa e perde un po' l'equilibrio, ma poi mi mette un braccio dietro la schiena, per sostenermi e mi trascina sul divano. Mi fa sdraiare sulla schiena e poi si posa sopra di me.
Il bacio è dolce, ma la posizione è decisamente compromettente, e quando sentiamo il rumore di una porta che si apre, non facciamo nemmeno in tempo a separarci. Cazzo. Mi ero scordata che i miei tornavano questo pomeriggio. Chris si alza da me e si mette a sedere così velocemente che penso che se ci fosse una medaglia olimpica per questa disciplina, oggi l'avrebbe sicuramente vinta. Insieme a tante altre medaglie.
Non ci posso credere, sto pensando a certe cose con i miei nella stessa stanza. I soliti miei che ci hanno appena beccato a farle, certe cose. O almeno ad esserci vicini. Mi maledico internamente per star continuando a pensarci, e cerco di prendere la parola, ma non ce la faccio. Per fortuna interviene Chris.
“Salve, signori Russ. Andato bene il viaggio?” Ma cosa...? Ma come fa ad essere sempre così sicuro di sé? Io continuo a non parlare.
“Dammi quelle 20 sterline, Rob.” Mia madre allunga una mano verso mio padre, ed io li guardo a bocca spalancata. Non capisco, e forse è questo è darmi la forza di aprire bocca per la prima volta.
“Mamma? Papà? Cosa state dicendo?”
Mia mamma si gira verso di me, e per la prima volta da quando i miei sono tornati sembra mettermi davvero a fuoco. “Oh niente, tesoro. Io e tuo padre avevamo scommesso su quale ragazzo ti avrebbe fatto battere il cuore, sai. Io ho sempre puntato su Chris. Chris, caro, sono tre anni che faccio il tifo per te.”
Ho già detto che mia mamma adora Chris?
Chris, in risposta, alza le mani in un segno di vittoria, ma noto che anche lui è imbarazzato, e mormora un “grazie, signora Russ” ma è poco convinta.
“Chris, ti prego, chiamami Karen.”
“Oh, grazie, d'accordo Signor.. ehm, Karen.”
Mi tiro su per guardare in faccia mio padre, e con un filo di voce, gli chiedo: “Papà? Ehm... cosa avevi scommesso tu?”
Con mia grande sorpresa mio padre si rivolge a Chris. Ehi, sono davvero così invisibile?
“Chris, non fraintendermi, io ti voglio bene, e mi sei sempre stato simpatico, davvero. Ma pensavo che ormai, dopo anni, se doveva succedere qualcosa, doveva già essere successo. Poi io e tua madre, Ivy, abbiamo visto delle foto su Facebook. E c'era un ragazzo, penso si chiamasse Henry, e quindi ho pensato...”

Non so se sono più sconcertata dal fatto che mio padre abbia pensato alla mia vita privata, che abbia pensato a me ed Henry in un certo modo, o che i miei si siano messi a guardarmi il profilo Facebook. Lo sapevo che dovevo bloccarli!
Sono totalmente imbarazzata, ma Chris sembra divertito, e quando i miei vanno a mettere le valigie in camera loro, mi prende per mano e mi rassicura. “Ti ho già detto che io i tuoi li adoro?”
“Io un po' meno. Sanno sempre come mettermi a disagio.”
“Una cosa che io e i tuoi abbiamo in comune.”
“Tu non mi metti a disagio, Chris.”
Lui mi si avvicina, e mi lascia un bacio sul mento, poi su una guancia e infine pericolosamente vicino alle mie labbra. “Tu dici?”
Okay, sono decisamente a disagio. Poso la fronte sulla sua. “Okay, lo ammetto, un po' sì. Ma è piacevole.”
“CHRIIIIIIS? RIMANI A CENA STASERA?”
Mia madre è tutto il contrario di una persona calma e fine, anzi è piuttosto rumorosa, ma a Chris non sembra importare, ma anzi, urla in risposta.
“MA CERTO KAREN, VOLENTIERI.”
“Mi fa strano il fatto che chiami mia mamma Karen. Davvero.”
“Beh, sono io il suo nuovo preferito se non si fosse capito. A me fa strano sapere che ha scommesso su di me, invece.”
“Oh, ma per favore. Mia mamma ti ama più di quanto faccia io.”
“Beh, dille pure che è reciproco.”
Faccio una faccia offesa e gli punzecchio un braccio.”Oh, bene, divertiti con lei, la prossima volta, allora.”
“Questa conversazione mi mette un po' a disagio ad essere sincero, Vivi.”
“Benvenuto nel club.”
Chris si avvicina e mi scosta i capelli dal viso, per poi sussurrarmi all'orecchio: “Specialmente se penso a quello che abbiamo fatto stanotte.”

“Chris, non mi sembra il momento, davvero. Ti sembra il caso di pensare ad una cosa del genere mentre parliamo di mia mamma?” Ormai sto parlando per sussurri.
La sua bocca non si stacca dal mio orecchio. “Beh, non è facile dimenticarlo. Mi ricordo tutto alla perfezione. I tuoi sospiri, le tue mani su di me, il modo in cui ti muovevi, la consistenza della tua pelle...”
Quando mi rendo conto che sono divisa fra mandarlo a quel paese, saltargli addosso o morire in questo preciso istante, gli do una leggera spinta. “Confermo quello che ho detto prima. Tu ti diverti proprio nel mettermi a disagio.”
Mi lascia una scia di baci sul collo. “Potremmo divertirci in altri modi.”
Lo prendo per i capelli e lo allontano. “Ci sono i miei nell'altra stanza, cretino.”
“Beh, è eccitante no?” Capisco che scherza, e per un attimo torno a respirare.

“Basta, fine del gioco, Chris!”
“Ti do retta solo per oggi. Giusto perché ci sono i tuoi in casa. Ma sappi che mi divertirò molto a punzecchiarti, in futuro.”
“Credo che potrò sopportarlo.”

Chris scoppia a ridere e posa il viso nell'incavo della mia spalla.

 

 

La cena è meno imbarazzante del previsto, ma anzi, è divertente vedere mia mamma che cerca di conquistare la simpatia di Chris con battute che non fanno ridere. Chris, dal canto suo, è troppo educato per non ridere.
Per tutta la cena mi stringe la mano sotto il tavolo, e credo che i miei se ne accorgano, ma non mi interessa troppo, dal momento che non stiamo facendo nulla di male.
Alla fine della cena Chris aiuta mio papà a sparecchiare, e mia mamma mi tira da parte, mettendomi un braccio sulle spalle. “Sono così felice per te, Vivi.”
“Oh, ti prego, non chiamarmi Vivi anche tu!”, dico, alzando gli occhi al cielo.
Mia mamma sembra spaesata. “Perché, chi altro ti chiama Vivi?”

Scorgo Chris che mette a posto i piatti in casa mia come se ci vivesse da sempre, e sorrido. “Oh, no, niente mamma. E' una lunga storia.”
Dopo aver finito di sparecchiare Chris mi prende per mano e mi porta in camera mia. Si siede sul letto e mi fa sedere fra le sue gambe, facendomi appoggiare la testa sul suo petto. Mi stringe forte e mi dice: “Ehi, Vivi, che ne dici, chiamiamo Henry?”

Annuisco e prendo il portatile. Sono un po' tesa, ma non ho il tempo di realizzare, perché il mio amico risponde subito. Chris mi posa la testa sulla spalla per farsi più vicino alla telecamera del mio portatile.
“Ehi, amico, come va l'adattamento?”
Henry risponde con il suo solito sorriso a trentadue denti. “Ragazzi! Ma che bello sentirvi. Qui il tempo fa schifo, ma ho una camera davvero molto grande, e i miei ci hanno sistemato anche il pianoforte.”
Gli brillano gli occhi mentre parla del suo strumento preferito. Sto per piangere, di nuovo.

“Ivy, se piangi interrompo la telefonata.”
Mi aggrappo alle mani di Chris, che sono intorno alla mia vita, e faccio un respiro profondo.
“Un giorno se ti chiamo, mi suoni qualcosa, d'accordo?”
“Affare fatto!”

Parliamo un altro po' del più e del meno, e Chris si inserisce bene nella conversazione. Mi sento sempre triste per la sua partenza, ma un altro sentimento mi si insinua nelle vene. Forse... forse sono anche felice. Si può essere felici e tristi allo stesso tempo? Non lo so, dopotutto sono sempre giovane, ma sono determinata a scoprirlo. Henry sta ridendo dall'altra parte del telefono per una battuta che ha fatto Chris (probabilmente a mie spese) e che mi sono persa, e io sono fra le braccia del mio ragazzo, che non fa altro che dimostrarmi che mi ama. Ogni giorno di più.
In quel momento ho speranza che tutto possa andare bene.

 

 

Angolo Autrice: Ebbene, ci siamo! Tecnicamente questo dovrebbe essere l'ultimo capitolo della storia, ma... sorpresa, sorpresa, non lo è. Settimana prossima pubblicherò l'epilogo, e spero che vi piacerà. Ormai c'è poco da dire, la storia sta svolgendo al termine, e settimana prossima piangerò come una fontana. I ringraziamenti ufficiali li lascerò a quel momento, per adesso voglio solo ringraziarvi per aver reso tutto questo possibile. Chiunque abbia aggiunto la mia storia alle preferite, ricordate o seguite, o chiunque l'abbia anche solo letta ha contribuito a tutto questo, e non so come ringraziarvi.
Come sempre mi farebbero piacere dei pareri, quindi non siate timidi e fatevi sentire per favore. Per l'ultima volta posso dirvi "alla prossima."
Grazie ancora di cuore e ci sentiamo la prossima settimana,
S. <3

P.s: Scusate il ritardo ma sono stata all'estero, e poi è cominciato l'uni e poi... è diventato tutto complicato. Ma grazie davvero della pazienza :).

 

 

 

 

  
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