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Autore: Nightingale_00    10/10/2015    0 recensioni
Dopo la perdita della migliore amica, Elisabeth si ritrova più sola che mai, nonostante il supporto dei genitori e di alcune amicizie, che però non aveva mai considerato granché. La sua vita prenderà un'altra piega all'incontro di Michael, un ragazzo appena trasferito di lì. Con lui, la protagonista sembrerà ritrovare la felicità; ma accecata dai propri sentimenti, si lascia sfuggire alcuni dettagli. Michael non sembra la persona che dice di essere ed Elisabeth si ritroverà a dover affrontare qualcosa di veramente grosso e fuori dal comune.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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" Molte persone sono entrate e uscite dalla mia vita così come se niente fosse, ma lui... Lui è riuscito a lasciare un'impronta indelebile nel mio cuore. "

Capitolo 1.

Tutto ebbe inizio quel 15 settembre, il giorno in cui sarei ritornata al Liceo, il quinto e ultimo anno, dopo il mio ricovero. Ero stata ricoverata per presunta "depressione". Avevo perso la mia migliore amica, la mia metà, nonché mia cugina Chelsea. Eravamo davvero inseparabili, e dopo la sua morte, causata da un dannato incidente stradale, io me ne restavo rinchiusa in camera mia ad ascoltare tanta musica e a piangere rimuginando sulle cose che io e Cece dovevamo ancora fare insieme. Una di quelle poche volte in cui uscivo di casa, senza pensarci mi ero recata in una tabaccheria e lì feci uno dei più grandi errori dei miei 18 anni di vita: comprai un pacchetto di sigarette. così da quel momento iniziai a fare qualche tiro ogni tanto. Però perché avevo cominciato a fumare? Per il gusto di farlo? Perché forse ero veramente depressa? Per danneggiare i miei polmoni? Per morire? Di certo, per morire non mi bastava solo qualche tiro. Ma non era quello ciò che volevo. Io non volevo morire; non in quel momento. Forse, volevo provare qualcosa di diverso. In realtà, non lo sapevo neanche io il motivo. 
Ma comunque, a mio parere non ero affatto depressa, solo che mi sentivo come qualunque altra persona che ha perso qualcuno con cui era davvero molto legato. Solamente nel momento in cui mi comunicarono che Chelsea aveva perso la vita, io mi resi conto cosa significasse perdere qualcuno di speciale. Non ero pronta per quella notizia. Nessuno lo era. 
I miei genitori e i medici credevano che io avessi bisogno d'aiuto, così mi avevano portata nell' Ottawa's Recovery, e alla fine non era stato poi così male... Avevo conosciuto tante persone. Insieme ci divertivamo molto e quando li avevo dovuti lasciare per ritornare a casa, ero da un lato triste perché sapevo che non li avrei più rivisti, e da un altro lato felice perché avrei rivisto i miei vecchi amici... Peccato che da quando ero tornata, nessuno si era fatto sentire.

La sveglia suonò come sempre puntuale per svegliarmi dal mondo dei sogni, in cui rivedevo Chelsea che mi sorrideva, e riportarmi nel mondo reale che a dirla tutta non mi entusiasmava molto. Allungai il braccio verso il comodino e con un click spensi la sveglia, non volevo alzarmi dal letto ma una frase mi venne in mente in quel preciso istante " Oggi sarà un giorno migliore. " E solo una persona poteva essere così dannatamente ottimista, Chelsea. Ripeteva quella frase ogni giorno e ogni volta che si alzava dal letto; spesso dormivamo insieme perciò la sentivo sempre dire quella frase mentre si preparava per andare da qualche parte. Così decisi di alzarmi, e con gli occhi ancora socchiusi cercai di reggermi in piedi. 
Andai verso il bagno e mi feci una doccia fredda e rinfrescante, poi mi spazzolai i denti, e mi truccai. Una delle poche cose che mi piacevano di più del mio aspetto erano gli occhi, che a volte erano azzurri come il mare o il cielo d'inverno, ed altre volte erano grigi come un cielo tempestoso. Quando ritornai in camera mia, mi vestii.

Scesi di sotto con lo zaino in mano.

- Buongiorno Elisabeth! - esclamò mia madre Grace mentre posava sul tavolo un piatto di pancakes con sciroppo d'acero.

- Giorno mamma! E chiamami solamente Elle.. - non avevo mai sopportato di essere chiamata con il nome completo, non so perché ma mi aveva sempre messa a disagio.

- Ok, Elle. Pronta per cominciare il tuo ultimo anno al Liceo? - domandò lei sedendosi accanto a me.

- Bah, sì dai. -  No invece, per niente.

- Sì dai? - mio padre Alan entrò in cucina in giacca e cravatta e con i capelli scuri tirati indietro e laccati, poi posò la sua valigetta da lavoro per terra.

- Sì, che ho detto di male? - 
Mio padre fece un sospiro. Mia madre mi accarezzò la spalla e mi guardò dritta negli occhi, mentre i suoi, verdi, si fecero lucidi.

- Elis... Elle. - poi si corresse - Io e tuo padre vorremmo vederti più... - fece un lungo sospiro - Più felice. Vorremmo rivedere quella ragazzina di un tempo, che schizzava gioia da tutti i pori... Quella che non se ne stava sempre rinchiusa in camera ad ascoltare musica con il volume a palla... E... - Poi intervenne mio padre, vedendo lei in difficoltà - E sappiamo bene che stai ancora passando un momento difficile, ma... Noi non ce la facciamo più a vederti sempre chiusa in te stessa e con uno sguardo spento. Dov'è la vecchia Elle? - Persa da qualche parte...

- Ok... Ho capito. - risposi semplicemente.

- Davvero? - chiese mio padre con uno sguardo stupito.

- Sì. Ma non so cosa fare durante i pomeriggi... - ed era vero, mi annoiavo sempre.

- A scuola ci sono delle attività extra scolastiche per il pomeriggio, tipo ballo, teatro... Fotografia. Tu ami fare foto... Ricomincia a farle! Di qualsiasi genere... Esci, vai al parco, al mare, in montagna, alle feste, e fai degli scatti, poi magari se vuoi li puoi pubblicare nel tuo blog... Te lo ricordi? - Certo che me lo ricordavo... " Elle's blog " si chiamava così, e lì pubblicavo le più belle foto che facevo perché amavo fotografare di tutto... Dai piccoli oggetti con un grande significato, alle grandi meraviglie come panorami ecc... Io e Chelsea avevamo questa passione in comune, la fotografia. D'aspetto non ci assomigliavamo molto, io avevo i capelli castani scuro, lunghi e mossi, gli occhi chiari e la pelle quasi diafana; mentre lei aveva i capelli castani chiaro, lisci, e gli occhi color nocciola. Era una ragazza dolce, simpatica, tutti la adoravano. Non c'era persona che non la conoscesse per la sua incredibile allegria. Sapeva sempre come tirarti su di morale, e sorrideva sempre. Io ero anche più o meno così, ma dopo la sua perdita ero diventata più fredda e silenziosa.

- Sì ok. Finite le lezioni vado in segreteria e mi iscrivo ai corsi! - controllai il cellulare per vedere l'ora e decisi di partire, così salutai i miei genitori, uscii di casa, salii sulla mia  moto e mi diressi verso la scuola. Ero veramente agitata nel rivedere tutti gli altri e mi chiedevo se sapessero che ero stata in un centro di recupero. Vidi una ragazza in lontananza che mi salutava con la mano e mi correva incontro, misi più a fuoco e capii subito chi era, Phoebe, la ragazza più popolare di tutta la scuola. 
Phoebe era una ragazza particolare di carattere, sapeva essere dolce e buona ma anche cattiva e dispettosa... Bastava solo non contraddire ciò che diceva, ma alla fin fine era una buona amica.

- Elle, tesoroooo! - gridò lei e mi abbracciò talmente forte che quasi mi sentivo strozzare.

- Phoebe... Come stai? - le chiesi io, tirando fuori un pacchetto di sigarette.

- Benissimo. Tu, piuttosto? Ho sentito dire che sei stata in un centro di recupero... Ma è vero? Insomma, ci sono i pazzi lì? -

Mi accesi una sigaretta e me la misi fra le labbra e in un attimo inspirai il fumo poi lo buttai fuori - Ehm, sto bene. Sì. Ma non ci sono i pazzi, come dici tu.  -

- È stato per Chelsea, vero...? - disse lei appoggiando le mani sulle mie spalle. Avrei voluto dirle che stavo bene e che erano i miei genitori e i medici ad insistere, ma le risposi semplicemente con un "Sì", poi suonò la campanella ed entrammo tutti dentro.

Io mi diressi verso il mio vecchio armadietto e lo aprii, la prima cosa che vidi fu il libro " Se tu mi vedessi ora " di Cecelia Ahern. Me lo aveva regalato Chelsea per il mio 16esimo compleanno e ricordo che lo finii nello stesso giorno in cui me lo regalò. Alla prima pagina bianca, c'era scritta una dedica " Che tu possa vivere una storia d'amore mille volte più bella di questa..."

Per un attimo mi sembrò che il cuore avesse smesso di battere; questo succedeva ogni volta che nella mente mi riaffiorava qualche ricordo legato a Chelsea, ma il suono della campanella fece sì che il mio cuore riprese a funzionare. Presi i libri che mi servivano e mi diressi in classe.

   
 
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