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Autore: il dolce bacio di Harry    11/10/2015    2 recensioni
Stephanie trema di paura al sol pensiero che lui, la sua unica ragione di vita possa andarsene e lasciarla senza un motivo preciso tanto da chiedersi cosa fare, dire e di conseguenza come agire.
Tom non facilita decisamente le cose, anzi...
Esce di casa in piena notte di fretta e furia e girovaga per la città senza una meta o una data destinazione.
Lei è lì ad attenderlo; non vede l'ora di riabbracciarlo e di riabbracciarlo piena di sogni, speranze ed aspettative di vita.
Cosa dovrà dirle Tom alla persona più importante della sua vita?
E perché si sente un emerito vigliacco a dover dire quelle fatidiche parole alla sua Steph?
E lei che da sempre lo segue e lo ama come reagirà ad una notizia inaspettata?
Quando ami ti perfori l'anima, è inutile.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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< Stephanie! > urlano Georg e Bill all’unisono.
Mi sporgo dalla cucina e con non chalance alzo le spalle come a chiedere che cosa li turba così tanto da renderli inquieti come non mai.
< Secondo te?! > intima Georg passandomi il telefono con fare scocciato mentre con l’altra mano si massaggia le tempie doloranti.
< È tutto il pomeriggio che chiama! > afferma Bill sbuffando dalla disperazione estrema.
< Che chiamasse allora, non è un problema mio > dico abbastanza altezzosa prima di scusarmi velocemente per il tono brusco con cui mi sono appena rivolta.
< Non devi scusarti con noi Steph…
Non hai fatto nulla di male; però ti chiedo di rispondere e di mettere fine a questo supplizio, te ne prego > spiega Georg sorridendomi teneramente come ad infondermi l’ennesima goccia del coraggio che mi manca come sempre d’altronde.
Accidenti!
So che dovrei rispondere e dire una volta per tutta basta.
Ma non ci riesco.
Non dopo come si è comportato per lo meno.
Spaccherei volentieri la sua faccia e non sarebbe un bel vedere.
< Steph… > mi scuote Bill leggermente come a voler catturare la mia attenzione.
Mi volto e lo guardo prima di chiedere semplicemente cosa c’è che non va.
< Dovresti rispondere e una volta per tutte chiarire la tua situazione; è meglio per tutti e due > confessa il biondo sorridendo teneramente.
Annuisco e dico soltanto < forse hai ragione >.
Così dopo aver preso un bel respiro prendo il cellulare e con la mano tremante compongo il numero ed aspetto che risponda.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.

Quattro squilli.

< Stephanie! Ero così in pensiero > squilla senza sosta la voce di Harry facendomi rabbrividire leggermente.
< Eccomi… > asserisco abbastanza flebile.
< Oh Dio se ripenso a quello che ti ho detto e soprattutto a come mi sono comportato mi sento male; ti giuro > esplicita Harry sbuffando sonoramente dopo un secondo.
< Senti… > inizio a dire prima di essere stoppata dalla sua voce che mi implora < vediamoci, ti prego così ne parliamo a voce >.
Sbuffo mentalmente.
Non ho per niente voglia di vederlo.
Non ho la forza ma soprattutto lo spirito adatto per affrontare ciò che scaturirà il nostro incontro inevitabilmente.
Ma so che devo farlo, perché ho bisogno di esternare ciò che penso per sentirmi finalmente in pace con me stessa e con il mondo che mi circonda.
Il momento della verità è arrivato ed io non posso più fingere di poter continuare una storia che non avrà mai un seguito e tutto perché ho capito di aver bisogno solo di una cosa per stare bene: sentirmi libera.

L i b e r a.

Nel vero senso della parola.
Senza costrizioni, senza pensieri che frullano senza sosta e troppo velocemente per i miei gusti.
Ma soprattutto senza una persona al mio fianco a cui rendere conto di tutti i miei comportamenti, giusti o sbagliati che siano.
Ora so che non sono pronta; non ora ecco.
Devo ritrovare me stessa e per farlo non devo essere vincolata da alcun tipo di problema.
Ed Harry purtroppo per lui è un problema ora come ora.
Per carità è un bravissimo ragazzo e so che anche se ha sbagliato non si merita tutto ciò che gli sto facendo ma per me è troppo.
O forse troppo poco.
Non è la persona che voglio al mio fianco.
Semplicemente perché non è quella persona.


Semplicemente perché non è Tom.


< Steph, ci sei? > chiede la voce roca di Harry facendomi sobbalzare leggermente.
< Sì, sì > mi affretto a rispondere prima di affermare sicura e decisa < comunque sia ci vediamo sotto casa di Julia tra dieci minuti così parliamo >.
Detto ciò chiudo velocemente il telefono e mi volto pronta a vedere le reazioni trionfanti dei miei amici; ma non accade nulla di tutto ciò.
Mi guardano impassibili e con dei sorrisi di conforto stampati sui visi perfetti e scolpiti alla perfezione.
< Dai forza e coraggio, puoi farcela > mi incita Georg alzatosi per abbracciarmi come solo un amico sa fare in determinati momenti come questo.
Esatto proprio come questo.
Oggi si chiuderà un altro capitolo, seppur breve, della mia vita.
È stato bello per quel poco che è durato perché Harry è un ragazzo d’oro ma purtroppo finisce lì.
So che devo ringraziarlo per avermi resa più forte rispetto a come ero invece quasi un anno fa; so che è grazie a lui se mi sono ripresa e mi sono rialzata pronta di nuovo a combattere per i miei ideali e le mie profonde emozioni.
Ma so anche che il suo lavoro non è servito a nulla.
Anzi.
Atterrata nella mia amatissima Los Angeles ho dimenticato tutto riguardo alle esperienze vissute, dalle più brutte alle più belle.
E con il cuore in mano devo ammettere che ho dimenticato anche il bene che mi ha fatto Harry.
È bastato solo uno sguardo.



Un fottutissimo sguardo con la persona che mi ha fatto più male in tutta la mia esistenza; con la persona che in teoria avrei dovuto odiare.


E che invece non ho fatto.
Mai.

Uno sguardo che ha fatto riaffiorare ricordi, emozioni, sensazioni indelebili ed incancellabili che hanno provocato tanta confusione ma soprattutto anche tanta felicità.



F e l i c i t à.



Esattamente, proprio così.
So che sembrerà strano e bizzarro ma non appena i miei occhi hanno incontrato le gemme più belle del mondo è come se tutta la mia anima avesse ricominciato a vivere.
Senza più nessun dubbio, nessuna incertezza.
È incredibile come sia potuto succedere ma è così.
Per quanto non lo abbia mai ammesso appena arrivata dopo il viaggio a Londra l’unica cosa di cui avevo veramente bisogno era Tom.
E continua ad essere così.
In un modo che non so spiegare; so che tra noi è finita ma ora che abbiamo chiarito e confidato con il cuore in mano di voler costruire un rapporto mi sento veramente viva.
Viva come non mai.
Pronta a scoprire cosa succederà domani e tutti i giorni a venire con il ragazzo di una vita.
Con Tom.
‘Sei una sciocca! Come puoi pensare che ti voglia abbandonare?’ ripete incessantemente la tua voce nella mia testa facendomi sorridere.
Mi ricordo benissimo quel giorno.
Come ricordo benissimo le tue mani dolci ed esigenti mentre accarezzavano i miei capelli più lunghi del dovuto.
Ricordo il mio entusiasmo nel vedere l’alba con colui che da lì a poco sarebbe diventata la mia cometa, la mia manna dal cielo.
Ricordo in maniera vivida e precisa i tuoi occhi brillanti e il tuo sorriso così spensierato mentre mi confessavi cose, aneddoti e momenti vari della tua vita passata.
È stato il giorno in cui ho capito veramente di voler diventare tutto per te; di voler far parte di quella ‘giostra’ chiamata vita insieme a te.
Il giorno dopo la grande notte come mi è sempre piaciuto pensare.
Ed effettivamente è stato proprio così.
Il giorno effettivo in cui abbiamo condiviso la nostra casa per la primissima volta.
‘Ma di cosa hai paura?’ sussurra la tua voce vicino al mio orecchio provocando diversi brividi.
Che sono una fifona nata si sa, penso lo sappiano anche i muri ma se non ci fossi stato tu quella notte non so cosa avrei fatto.
D’altronde era la prima volta che dormivo in una casa diversa dalla mia.
In una casa che in teoria costituiva un pericolo per la mia incolumità; e questa cosa mi spaventava, mi tormentava letteralmente provocandomi diversi incubi e paure varie tanto da svegliare Tom e chiedere di aiutarmi con la voce strozzata per l’ansia.
Se fossi stata al tuo posto non so cosa avrei fatto, forse ti avrei ammazzato o forse ti avrei semplicemente aiutato come tu hai fatto con me per fortuna.
Mi hai tenuto le mani, mi hai abbracciata, mi hai amata in tutte le possibili sfaccettature.
Mi hai protetta, cullata quando piangevo e baciata, accarezzata quando tutto ciò che volevo era sentirmi tua.
Farmi tua.
Una volta per tutte.
< Steph? Stephanie?! > mi scuote dolcemente Georg per farmi riprendere dal mio stato idilliaco e spensierato.
< Scusa ero sovrappensiero > spiego prima di voltarmi nella sua direzione.
< Tranquilla > mi conforta Georg facendomi un occhiolino fugace.
Annuisco e poi scuoto la testa prima di dire < sono confusa ed ho paura, non so proprio come potrebbe prendere la cosa >.
Georg sta per dire la sua ma Bill lo precede < non devi aver paura di nulla Steph, si tratta solo di essere sincera con te stessa ma soprattutto con lui >.
Ha fottutamente ragione, ancora una volta se devo essere sincera.
< Lo so, lo so ma comunque sia sarà difficile dirgli addio dopo aver passato tanti bei momenti insieme > confesso grattandomi velocemente la testa con fare distratto.
Vedo Bill annuire prima di esplicare diretto < non puoi farci nulla; soffrirà? Può darsi, ma è meglio che sappia la verità piuttosto che sperare in un sogno irrealizzabile o sbaglio? >.
< No affatto, mi dispiace moltissimo ma è andata così.
Ci ho provato fino alla fine ma non ho ottenuto i risultati sperati anzi... > spiego avvicinandomi alla finestra per scrutare il panorama circostante.
< Bhè vedi la cosa positiva > incoraggia Georg positivamente.
< Che cosa? > domando mentre alzo le spalle come a dire ‘non c’è nessuna cosa positiva in quello che dirò’.
< Finalmente tu e Tom avete chiarito ed è questo quello che conta di più > asserisce il mio amico sorridendo felice del fatto che i suoi due più cari amici abbiano fatto pace.
Diciamo che tutti i ragazzi sono felici di questa riappacificazione tranne una persona: Julia.
Non l’ha presa benissimo ma la capisco; si tratta pur sempre di suo cugino e pensare che starà male per colpa mia non la fa stare di certo meglio.
Anzi.
Ho provato a chiarire, a spiegare il perché di questa scelta a sua detta azzardata e troppo impulsiva per i suoi gusti ma nulla; niente da fare insomma.
E mi dispiace veramente tanto di questa cosa ma devo farlo per me stessa e non per lei; quindi spero per lei che capisca altrimenti non so cosa potrebbe succedere in caso contrario.
Per ora devo pensare solo a come dire tutto ad Harry e soprattutto a stare bene.
Nel vero senso della parola.
< Esattamente > mi affretto a dire ritornando al discorso principale ossia me e Tom.
< Non sai quanto sia contento > afferma Georg visibilmente emozionato dalla piega che stanno prendendo le cose negli ultimi giorni.
< Anche io! > sbotta offeso Bill mettendo su un finto broncio che tanto gli si addice.
< Oh ragazzi lo so; tutti contenti tranne una persona… > dichiaro abbastanza tristemente alludendo chiaramente alla mia amica e alla sua non presenza nel giorno della verità.
< Capirà, sai che lo farà.
Ti vuole bene e sai che non potrebbe fare a meno di te nella sua vita Steph > giudica il suo ragazzo stringendo leggermente il mio braccio sinistro con fare protettivo.
Lo guardo e con occhi indagatori domando apprensiva < e se non lo facesse? Se non mi perdonasse mai per quello che sto per fare al cugino? Non potrei vivere sapendo che la persona più cara della mia vita, oltre a voi ragazzi, non mi parla.
No non posso pensarci >.
< Oh andiamo Steph! Come puoi pensare una cosa del genere? Julia è tua amica e con calma si renderà conto che la tua scelta è la cosa migliore che potessi fare; e di questo ne è consapevole anche lei solo che… > emette il biondo torturandosi le mani con dei movimenti veloci come a volersi scaldare.
< Solo che? > chiedo.
< Solo che non lo ammette! Dai, andiamo veramente credi che non ti parlerà mai più? Stephanie ragiona suvvia! Non può vivere senza te > spiega il bassista scrutando ogni mia possibile reazione alle parole appena dette.
Effettivamente ha ragione, Julia ha bisogno solo di un po’ di tempo per metabolizzare la cosa ma poi tutto ritornerà come prima senza cambiamenti o sconvolgimenti vari.
E tutto ciò perché mi vuole bene come una sorella.
Punto.
Il resto non conta davvero.
Io ci sarò sempre per lei, così come lei ci sarà sempre per me.
Senza abbandoni o litigi di vario tipo.
< Ci credi ora? > mi chiede Bill avvicinandosi anche lui alla finestra per ammirare le macchine che sfrecciano ad altà velocità lungo la strada di fronte.
Annuisco e scrocchio una mano per rilassare i miei poveri nervi che ormai sono giunti al capolinea per via dei troppi avvenimenti accaduti.
< Steph è arrivato > confida Georg facendomi sobbalzare leggermente.
Mi volto verso la sua direzione e scorgo una figura vicino al cancello mentre attende sotto un ombrello azzurro splendente.
Non può che essere lui; i ricci sono inconfondibili così come il suo cappotto nero di lana.
Sbuffo sonoramente prima di infilarmi il cappotto per proteggermi dal freddo pungente del pomeriggio; poi con non chalance prendo dal porta ombrelli il mio ombrello e mi volto verso i miei amici quasi a volermi infondere coraggio.
< Avanti > mi spronano annuendo simultaneamente tanto da farmi sorridere per dei secondi.
Mi volto, apro la porta e percorro quello che mi sembra essere il più lungo dei percorsi fin ora provati.
Mentre mi avvicino sento l’ansia salire a dismisura e un senso di disagio opprimermi il petto come un mattone troppo pesante per i miei gusti.
‘Il segreto è restare calmi’ incito mentalmente come una pazza in un manicomio.
Calma.
Sì, devo restare calma.
Come faccio?
Come?
Harry mi sorride leggermente mentre apro il cancello in ferro battuto e lo richiudo con un movimento secco e deciso.
< Ciao > mi saluta mentre si avvicina per darmi quello che presumo essere un bacio.
Indietreggio leggermente e mi sforzo di sorridere mentre lo saluto cordialmente.
Poi senza aspettare altro chiarisco < dobbiamo parlare >.
Annuisce e giudica < qui fuori piove, se ti va bene possiamo farlo in macchina >.
< Ok, bene > dico mentre mi avvio verso la macchina che ormai conosco alla perfezione.
Una volta dentro non aspetta che io prenda la parola ma si fionda su di me e mi bacia succhiando e mordendo il mio labbro infastidendomi come non mai.
Con un movimento brusco lo allontano e dichiaro < Harry che fai?! Sono venuta qui per parlare non per altro quindi spostati >.
Vedo i suoi occhi scrutarmi prima di dire < non mi hai perdonato allora >.
< Ah! Perdonato? > chiedo sarcastica ed ironica allo stesso tempo.
< Ascolta non volevo dire quello che ho detto quel giorno ma…> tenta di spiegare prima che io ribatta secca < invece lo hai fatto >.
Sbuffa disperato prima che io lo zittisca con una mano < fammi parlare altrimenti perdo il senso del discorso.
Non ti sei comportato benissimo e questo lo sai spero; ma soprattutto sei stato veramente un’idiota a dire tutto ciò che hai detto trattandomi come l’ultima della lista invece che rispettarmi >.
Annuisce prima di chiarire < lo so, infatti in questi giorni non ho fatto altro che maledire la mia stupida lingua per aver proferito tali parole nei tuoi confronti ma ero veramente arrabbiato >.
Sgrano gli occhi e chiedo < arrabbiato?  E perché mai sentiamo?! >.
< Il motivo lo sai bene > spiega roteando gli occhi con fare teatrale.
Alzo le spalle come a sottolineare la mia non comprensione prima che Harry dica < Tom.
Il motivo è lui >.
< Tom? Gradirei sapere cosa ha fatto mai di tanto drastico da scatenare la tua ira funesta > domando alzando un sopracciglio più del dovuto.
< Mi irrita semplicemente > confessa visibilmente a disagio.
Faccio un cenno repentino con la mano come a chiederne il perché.
< Perché vedo che tra di voi c’è ancora qualcosa > giudica voltandosi nella mia direzione.
Sbianco e boccheggio per un secondo che a me sembra durare un’eternità.
Mi volto e dico di sasso < non è assolutamente vero >.
< E allora perché sei sbiancata all’improvviso? > chiede giustamente il ragazzo al mio fianco.
< Perché… Perché nulla > farfuglio alla ricerca di una spiegazione valida fallendo miseramente.
< Vedi? È così e non puoi negarlo > mi sprona il riccio.
< Basta così; sono venuta qui per chiarire delle cose e tra queste Tom non c’entra nulla > enuncio cercando di calmarmi inutilmente.
Vedo Harry annuire flebilmente prima di aspettare che io dica o faccia qualcosa.
< Dicevamo del tuo comportamento se non sbaglio: è stato inappropriato ed offensivo come puoi ben capire ma capisco e perciò ti ho perdonato… > inizio a dire prima che Harry mi blocchi ed urli stordendomi appena < Wuah! Mi hai perdonato allora, ti giuro che non lo farò mai più e se dovessi riprovarci ti dico che puoi picchiarmi a sangue e sbattermi per terra a forza di calci e non scherzo… Grazie Stephanie ti giuro e ti stragiuro che sono veramente pentito di tutto e puoi mettermi alla prova anche ora se vuoi >.
< Harry fermati > affermo sicura e decisa come non mai.
< Perché? Non posso essere felice? > mi chiede sorridendo apertamente tanto da mostrare i suoi denti perfetti e composti.
Scuoto la testa e prendendo un bel respiro confesso < ti ho perdonato e su questo ok, ma c’è una cosa che devo fare ora come ora >.
< Cosa? > domanda mentre scuote i ricci ribelli come a voler sistemarli.
Adesso come faccio?
Ho il cuore che batte troppo veloce e la testa piena di pensieri per lo più negativi e pessimisti.
‘Trova il coraggio Stephanie; devi fare ciò che è giusto’ ripeto costante e cantilenante come una filastrocca delle elementari.
Ciò che è giusto.



È veramente la cosa giusta?
La soluzione migliore?



‘Pensa alla tua felicità’ mi sprona la solita vocina che tanto odio.
Eggià devo pensare alla mia felicità ma in questo modo finirò per fargli del male e non voglio perché non se lo merita.
È un ragazzo speciale, originale e pieno di vita.
Ma soprattutto è un ragazzo che prova qualcosa per me.
Un ragazzo che mi vuole bene davvero.
Senza se e senza ma.  

Pensa a Tom’ sussurra dolce la vocina mentre la mia mente si riempi di ricordi indelebili riguardo alla persona appena citata.
Pensa a Tom.
A Tom.


Solo a lui.


< Ci ho pensato molto e sono arrivata alla conclusione che per noi non c’è speranza… > mi affretto ad enunciare prima che il riccio mi interrompa < mi stai lasciando… È così o sbaglio? >.
Sicuramente appaio come una codarda in questo momento ma proprio non ci riesco a guardarlo negli occhi.
< Stephanie rispondi > mi incita Harry alzando leggermente la voce per catturare la mia attenzione.
< Io… > dico senza speranze.
< Tu cosa? Avanti dimmi quello che devi dire e facciamola finita! > sbotta Harry grattandosi nervosamente la mano destra fino a farsi male.
Dopo diversi secondi passati nel silenzio più assoluto sento la sua presa ferrea sulla mia guancia prima di sibilare un < Stephanie cazzo guardami almeno! >.
Poi aumentando la presa mi volta verso di lui facendomi del male tanto da far scendere una lacrima.
< Ahia mi fai male > sibilo provando a parlare chiaramente.
< Non me ne frega un cazzo > sentenzia colui che non riconosco più essere il ragazzo dolce e gentile che ho conosciuto.
Con un movimento brusco lo spintono e mi porto una mano sulla guancia dolorante prima di confessare arrabbiata come non mai < sì ti sto lasciando, ecco tutto! Ed io che stavo trovando delle parole carine per non ferirti >.
< Tu cosa?! Sei una stronza! > urla Harry sferrando un cazzotto sul volante talmente forte da farmi impaurire come si deve.
< Io sarei la stronza? Io? Chi è che si comporta da pazzo? Sentiamo: io? O tu Harry? > chiedo accigliata ed incazzata dopo aver sentito le sue parole.
< E perché lo fai? Ahhhh! Te lo dico io il perché: per quell’idiota di Tom è così vero?! > chiede scuotendo la testa mentre la furia prende il sopravvento.
< Tom non c’entra nulla come ti ho detto > tento di spiegare prima che le parole di Harry mi lascino sconvolta < no, non raccontarmi balle.
Sta zitta almeno ed abbi la decenza di dire la fottuta verità: tu lo ami ma sei troppo codarda per ammetterlo >.
Scuoto velocemente la testa prima che una lacrima solchi la mia guancia tremante ed arrossata prima di giustificare < io non ho mica detto questo.
Non ti lascio per lui lo vuoi capire?
Lo faccio per me e per te…
Non riesco ad amare me stessa figuriamoci se possa riuscire ad innamorarmi di un’altra persona; so che non ti meriti tutto ciò ma è meglio per te che la finiamo qua una volta per tutte >.
Sento Harry ridere apertamente e questa cosa mi ferisce nel profondo del mio cuore perché capisco che non mi crede.
Che non crede ad una sola parola di quello che ho detto.
E questo perché pensa che io stia facendo tutto questo per Tom.
Non capisce che lo faccio per me e solo per me.
Me.
Me.




Me.



La riappacificazione con Tom non c’entra o forse sì.
Fatto sta che non devo nessuna spiegazione a nessuno; tantomeno a lui.
< Per me dici? Questa è buona! > grida senza sosta.
Mi guarda per dei secondi interminabili e poi chiede < perché? >.
< Perché te l’ho detto: ho bisogno di ritrovare me stessa > chiarisco limpida senza nulla da perdere.
Con la mano fa un cenno indecifrabile prima di sussurrare quasi < ti prego non raccontarmi balle, te ne prego >.
< Cosa vuoi sentirti dire allora? > chiedo aprendo un finestrino appannato più del dovuto.
< La verità dannazione! > pronuncia alterato il riccio osservando di fronte a sé come se fosse impossessato da un demone o che per lui.
Sbuffo spazientita e ripeto la solfara < è la verità >.
D’improvviso con la mano grande si riappropria della mia guancia stringendolo fino all’inverosimile prima di sibilare un < la verità è che lo fai per Tom non è vero? >.
Sto per negare e rispondere di no ma la sua presa forte e i suoi occhi impossessati mi fanno riflettere e così mi ritrovo a dire < sì, può darsi si tratti di lui, ecco >.
< Bene era quello che volevo sentir dire > confida annuendo leggermente prima di dire chiaro e preciso < mi fai schifo >.
< Tu sei pazzo… > asserisco scura in viso mentre sopporto il dolore lancinante che mi sta provocando.
< Io sarei il pazzo? Ah io? Chi sta lasciando chi sentiamo! Mhh tu! E tutto per cosa?
Per fare.. > emette il suo giudizio prima di interrompersi in maniera alquanto brusca.
Alzo gli occhi ed aggrotto le sopracciglia mentre attendo una risposta che mi lascerà sconvolta.
< Per fare la puttana, perché è questo che sei > sputa senza pietà con la voce roca da farmi venire i brividi.
Con un movimento preciso lascia la mia guancia ormai in fiamme e piena di lividi e si appoggia sul volante prima che io risponda alla sua provocazione < sai che c’è?
Non mi frega che tu sia il cugino della mia migliore amica anzi…
Sono venuta qui per concludere un rapporto che non faceva bene a nessuno dei due e tu mi baci, mi urli contro dopo aver sentito cosa ho da dire e poi per finire?
Mi fai del male?
Sei tu a farmi schifo e non il contrario.
Sei tu quello per cui non voglio lottare e penso onestamente che nessuno vorrebbe mai farlo visto che sei un mostro senza cuore.
L’unica cosa che ti auguro veramente Harry è di marcire all’inferno.
Solo questo.
Tu e la tua stupida pazzia e gelosia.
Sei un vero e proprio peso della natura, addio
>.
Detto ciò porto una mano sul cuore per cercare di calmarmi mentre sento Harry piangere disperatamente farfugliando delle parole incomprensibili e sconosciute; poi decisa apro la portiera e la sbatto il più forte possibile mentre mi avvio verso quella che è sicuramente casa mia.
< Steph…. Oh mio Dio! > urla Bill una volta entrata in cucina.
< Stephanie eccoti finalmente… Cosa diamine hai fatto? > mi chiede Georg preoccupato mentre mi sfiora la guancia dolorante.
Scuoto la testa e tento di dire che non è niente ma una voce mi precede < questo non è niente >.


T o m.


Tom si avvicina e mi sfiora la guancia dolcemente prima di chiedermi < ti ha fatta del male? >.
< Mhh in realtà sì, ma non voleva.
È accecato di rabbia ma tu non preoccuparti > spiego cercando di placare le acque il più possibile.
< Come faccio a non preoccuparmi? Come? Me lo spieghi?! Ti ha fatto del male dannazione! > urla il chitarrista mentre le sue mani iniziano a tremare.
Poi senza aspettare una mia riposta asserisce di sasso < è deciso: lo uccido >.
Scuoto la testa vigorosamente e mi affretto a prendergli la mano prima che possa fare qualche sciocchezza e finire nei guai.
Mi sorride dolcemente prima di sussurrare incredulo < ti ha fatto del male e tu mi stai implorando di non spaccargli la faccia; sei la persona più bella che potessi mai incontrare piccola e quello stupido deve ringraziarti solamente >.
Detto ciò mi abbraccia mentre mi accarezza i capelli mossi con movimenti decisi e dolci allo stesso tempo.
< Abbracciami ti prego; abbracciami fino a domani mattina > sussurra sul suo petto mentre mi lascio cullare come una bambina in cerca di coccole dai genitori.
< Tomi non me la spupazzare troppo in mia assenza! > grida Bill prima di dirigersi in bagno.
Con la coda dell’occhio vedo Tom roteare gli occhi mentre diciamo in coro < non cambierà mai! >.
 

 

 

 


  

 

 

  
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