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Autore: Strega1981    12/10/2015    2 recensioni
Salve!
In diretta dal mondo Marvel & Co., ecco una nuova storia di Strega1981!
Prima di tutto, una domandina veloce...
Cosa sappiamo, veramente, della storia di Tarabas?
E cosa accadrebbe se il nostro mago preferito dovesse andare in cerca del proprio passato, iniziando un'incredibile avventura con amici vecchi e nuovi?
E magari, lungo il cammino, scoprire qualcosa che Xellesia gli ha tenuto sempre nascosto?
Se vi ho incuriosito, questa è la mia versione della storia...entrate...leggete...e fatemi sapere!!
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fantaghirò, Nuovo personaggio, Romualdo, Tarabas, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1_Angelica.

“Colui che ama sarà riamato… Tornerò da Angelica…e se la renderò felice, forse un giorno, imparerò ad esserlo anch’io…”
“Aiutami ad amarti, dolce Angelica…ed insegnami ad essere felice…”
 
L’alta figura stava accanto alla finestra, appoggiata ai tendaggi di seta preziosa, osservando dall’ombra del palazzo reale la vita che scorreva al di fuori delle sue immense sale, decorate con mosaici d’oro e d’argento.
Tarabas faceva vagare il proprio sguardo penetrante, dal cortile del castello, fino alle Colline Blu, che erano state il suo rifugio quando aveva deciso di abbandonare quel male che sembrava perseguitarlo…e che desiderava solamente lasciarsi alle spalle, dimenticando ciò che era stato un tempo…e cercando di vivere in armonia con il resto del creato…
Soltanto tre primavere prima, aveva detto ad Angelica quelle frasi…ma mai, avrebbe pensato che si sarebbero avverate in modo tanto completo e meraviglioso.
La sua scelta di restare al fianco della ragazza che aveva dimostrato di amarlo più di qualsiasi altra cosa, al punto di seguirlo fino ai confini del mondo e di rischiare la vita per lui, era stata dettata dalla…tenerezza, che Angelica gli aveva fatto nascere nel cuore…con i suoi capricci forse…ma anche con i suoi occhi pieni d’amore…e di desiderio di lui…un desiderio che mai, avrebbe creduto di poter leggere così intensamente negli occhi di qualcuno.
Certo, dimenticare non era stato semplice…poiché per lungo tempo il pensiero di Fantaghirò lo aveva tormentato…ma poi le lune erano passate…e la sua immagine aveva assunto i contorni sfocati del ricordo…sostituita dalla figura luminosa di Angelica…e dal suo sorriso radioso.
Era così bello, vederla felice…e lui, giorno dopo giorno, aveva scoperto di iniziare ad…amare…quella creatura che a volte sapeva essere esasperante…ma che altrettante volte riusciva a riempire il suo cuore indurito di emozioni che non pensava di poter provare…non per un'altra donna che non fosse Fantaghirò…
Si…ogni giorno accanto ad Angelica si era rivelato un’incredibile scoperta…e la serenità che aveva sostituito i tormenti dovuti al dolore di aver perduto sua madre proprio nel momento in cui credeva di averla ritrovata…e di aver scoperto che razza di demone fosse suo padre…quel padre che neppure aveva mai pensato di avere…quel padre che nemmeno ricordava…prima di quell’incontro terrificante con la personificazione stessa del male…era stata un balsamo per il suo animo lacerato dal dolore e dalla perdita.
Angelica aveva medicato il suo cuore…gli era stata accanto ogni momento…non lo aveva mai abbandonato…ed aveva atteso con pazienza che fosse lui, ad avvicinarsi a lei.
Era maturata, lasciando da parte i capricci – sebbene talvolta avesse qualche piccolo…ritorno, ai vecchi difetti – e le bizze che tanto l’avevano resa insopportabile all’inizio…ed imparando a stare in silenzio, godendo semplicemente della gioia serena di averlo vicino.
Erano trascorse le stagioni…e piano piano, Tarabas aveva compreso che un nuovo sentimento, stava prendendo il posto dell’iniziale tenerezza…che Angelica se non c’era gli mancava…e che iniziava a venirgli…naturale…immaginare un futuro con lei.
L’uomo che era stato il mago più temuto della terra, aveva scoperto che l’amore poteva essere anche pace…e felicità…e non solo tormento e tristezza.
Poiché se Fantaghirò gli aveva fatto scoprire quel sentimento…era stata Angelica, a tramutarlo in realtà…ed a fargli comprendere che più che di amare, gli esseri umani avevano un bisogno disperato di sentirsi amati.
E lui, prima di Angelica, non si era mai sentito così amato da nessuno…
C’era voluto altro tempo, quando aveva capito di amarla a propria volta, per consentire al loro nuovo amore di realizzarsi…
Re Thor non aveva dimenticato il suo duello con Rufus…non aveva scordato l’umiliazione che Fantaghirò gli aveva inflitto…ed a lungo l’aveva accusato della perdita di quello che era stato, comunque, suo figlio secondogenito.
Ma gli anni passavano anche per il sovrano del Regno della Pagoda d’Oro, e scomparso Rufus, il suo trono aveva comunque bisogno di eredi…
Così, poiché Angelica non avrebbe mai accettato al proprio fianco nessuno che non fosse Tarabas, e visto e considerato che come principessa rimaneva soltanto lei, Re Thor aveva stabilito che un mago, come genero, non era poi forse la disgrazia che poteva sembrare…soprattutto perché Tarabas aveva ormai dato più di una prova del fatto di aver abbandonato la via del male.
In una notte stellata, durante il passaggio di una cometa, colui che era stato il più potente dei maghi e la principessa dei Territori d’Oriente si erano uniti in un matrimonio segreto, ed il popolo aveva saputo di tale unione solamente a cose fatte.
Nessuno aveva protestato, e Tarabas, da quel momento, era divenuto il successore del re, il principe che avrebbe preso il suo posto se mai avesse deciso di abdicare, al fianco dell’erede legittima, la principessa Angelica, ora sua sposa.
Ed era accaduto, incredibilmente, poiché circa un anno dopo, con il sopraggiungere della seconda primavera, Tarabas aveva lasciato il Regno con un piccolo manipolo di soldati, diretto al vulcano Nekrad, determinato a recuperare ciò che poteva essere rimasto delle spoglie della sua povera madre.
A lungo aveva riflettuto su quel proposito, ma ora che aveva trovato qualcosa di simile alla felicità, non riusciva a pensare al corpo di Xellesia, abbandonato in quel luogo di morte, privo di sepoltura.
Sua madre si era sacrificata per loro, per salvarli…dimostrando in quell’unico gesto tutto l’amore che gli aveva sempre negato e taciuto…e lui voleva averla vicina…anche se solo nella memoria ed in una tomba sulla quale portare un fiore.
Il Re si era opposto fermamente a quell’idea, sostenendo che, anche se Darken era stato sconfitto, il vulcano rimaneva comunque un luogo pericoloso…ma Angelica, come sempre, si era ribellata al padre, ed aveva appoggiato il marito…un gesto che aveva commosso Tarabas nel profondo, e che aveva accresciuto il suo…amore, per la dolce principessa che in ogni istante, cercava di dimostrargli quanto lo amasse, e quanto desiderasse renderlo felice.
Lui ed i soldati del Re avevano viaggiato per molti giorni, ed una volta giunti al vulcano, erano riusciti a ripercorrere a ritroso la strada attraverso la quale Tarabas, Angelica, Fyodor, Fantaghirò, la Strega Nera e Parsel erano fuggiti tempo addietro…ritrovando, ancora perfettamente intatto, il corpo della Strega Xellesia…ma non solo.
Infatti, mentre i soldati provvedevano a fasciare le spoglie mortali della madre di Tarabas così da poterla trasportare degnamente fino al loro paese, un giovane armigero aveva esplorato quello che era stato il cuore del regno di Darken…ed aveva gridato, apparentemente spaventatissimo, attirando l’attenzione di tutti e facendo accorrere Tarabas per mostrargli ciò che aveva scoperto.
Lì, nelle infuocate sorgenti della sala del trono, galleggiava un altro corpo…il corpo di Rufus, anch’esso intatto, ma pietrificato…vittima dello stesso incantesimo da cui, anni prima, era stato colpito il principe Romualdo.
Tarabas si era dato dello stupido, per non averci pensato già allora…ma era ovvio che l’acqua del vulcano, per quanto rovente, avesse le stesse proprietà e gli stessi poteri di quella che un tempo avevano infettato i suoi soldati d’argilla.
Darken, sebbene gli fosse ancora difficile accettare quell’idea, era comunque suo padre…le loro magie avevano la stessa origine…quindi, nel mettere in atto il proprio gesto disperato, Rufus aveva sofferto sicuramente molto più di Romualdo, ma come avevano poi accertato gli indovini di Re Thor, non era morto…si era tramutato in pietra…e solo una cosa avrebbe potuto rompere quell’incantesimo.
Un bacio…il bacio di un amore vero…un bacio che purtroppo nessuno poteva dargli, perché nessuno, durante la sua sfortunata esistenza, aveva amato Rufus…
Non sua madre, che era morta nel darlo alla luce…non suo padre, che lo aveva incatenato come una bestia…né il suo popolo, che a malapena sapeva della sua esistenza.
Solo Angelica, in verità, provava un po’ di affetto per quell’essere infelice che era stato il suo fratellino più piccolo…ma non era abbastanza.
Rufus era perciò condannato a restare per sempre pietrificato, in una sembianza eternamente giovane…conservando almeno l’aspetto umano che Darken, in un gioco crudele, gli aveva donato prima che morisse…
Rivedendo le spoglie di quel figlio al quale non aveva dato nulla, se non la grazia della vita, Re Thor aveva perso ogni sua baldanza…ogni arroganza…e dopo aver ringraziato Tarabas per averglielo riportato, aveva scelto di abdicare…
Aveva dato ordine che la torre nella quale un tempo il principe era stato segregato venisse trasformata nel suo mausoleo…gli aveva fatto preparare un letto d’oro ove ogni giorno otto ancelle portavano fiori freschi e profumati…l’aveva fatto vestire con abiti consoni al suo rango, e passava le giornate a vegliarlo incessantemente, espiando così la colpa di non averlo amato a sufficienza quando era in vita.
Era un uomo diverso, oramai, il re…come lo era Tarabas, che aveva assunto il comando del regno cercando di farsi amare dai propri sudditi, sincerandosi che a nessuna famiglia mancasse il pane, ed amministrando la giustizia con saggezza e benevolenza.
Con la poca magia che gli era rimasta, indebolita dalla sua determinazione di non usare mai più i propri poteri malvagi, cercava di far sì che le terre fossero sempre fertili e l’acqua abbondante…che la carestia e la fame stessero lontane dai loro confini e che nessuno avesse da patire l’indigenza e la povertà.
Oramai, si era rassegnato all’idea che la sua magia si fosse quasi esaurita, ma non gli importava…gli importava solo di Angelica, del regno che era stato affidato ad entrambi, e del futuro che sembrava attenderli…e che lei gli offriva a piene mani, innamorata e felice.
Nel tempo, il popolo aveva smesso di temerlo ed aveva iniziato ad amarlo…numerosi erano i contadini che venivano da lontano per sottoporgli i loro problemi…le stesse voci che un tempo lo avevano insultato, ora lo lodavano e lo benedicevano.
Ed anche Angelica, nel suo nuovo ruolo di regina, era cambiata profondamente.
Abbandonando il proprio infantile egoismo, aveva incominciato ad interessarsi dei problemi della gente, aveva destinato alcune sale del palazzo al ricovero degli anziani e degli orfani, e visitava regolarmente le case dei sudditi più poveri, portando loro aiuto e conforto.
Il regno prosperava, sotto la nuova guida, ed un avvenire luminoso pareva a portata di mano…soprattutto da quando, circa sei lune prima, la dolce Angelica aveva dato a Tarabas una notizia a dir poco straordinaria.
Con gli occhi lucidi di lacrime di gioia, gli aveva confidato di aspettare un bambino…e Tarabas, che mai aveva accarezzato l’ipotesi di diventare padre, aveva sentito il proprio cuore colmarsi di una felicità che non pensava potesse esistere…e che di certo non credeva riservata a lui.
Malgrado avesse capito molto presto di amarla, ci aveva messo un po’ ad essere…un vero marito…per lei…
La prima notte che avevano condiviso, era accaduta assai dopo le loro nozze…perché Angelica, ovviamente, non aveva alcuna esperienza…e perché Tarabas, dentro di sé, temeva ancora di farle del male.
Tuttavia, una sera in cui la luna splendeva alta nel cielo, al punto che era difficile scorgere la luce delle stelle, la sua dolce sposa aveva bussato alla porta dei suoi appartamenti…e Tarabas, andando ad aprire, se l’era trovata davanti…bellissima in quella veste rosa che ne lasciava intravvedere il corpo meraviglioso a malapena celato dal velo trasparente…emozionata e rossa in viso…non più sfacciata…ma solo desiderosa di amarlo…e prendendola in braccio per condurla sul letto, aveva compreso che non c’era niente, che avrebbe potuto fare per farle del male…
Da quella notte, molte altre si erano succedute…una più appassionata e meravigliosa dell’altra…ed ora, il risultato di quell’amore e di quella passione, di quel nuovo sentimento che aveva cambiato entrambi, cresceva nel grembo di Angelica.
Anche il Re Thor era stato lieto della notizia, ed aveva bandito grandi festeggiamenti, nei quali era stato coinvolto persino il popolo.
Quando la gravidanza della regina si era fatta evidente, molte feste avevano iniziato a rallegrare le piazze ed i paesi…cibo e doni erano stati distribuiti fin nelle province più remote del Regno…ed altrettanti doni avevano cominciato ad arrivare, sia dai territori del reame che da quelli confinanti, assieme agli auguri di lunga vita e prosperità per i giovani sovrani e per il loro erede.
Ma proprio quando Tarabas pensava che nulla più avrebbe potuto incrinare quella meravigliosa serenità, quella pace dilagante…una terribile sciagura si era abbattuta su di loro.
Durante una caccia, Angelica era caduta da cavallo…
La giovane regina aveva lanciato un urlo straziante, tenendosi il ventre rigonfio, e poi – mentre Tarabas accorreva per evitarle una caduta troppo violenta, rischiando di ferirsi o di fare del male al bambino – era precipitata in un sonno profondo, dal quale non si era più risvegliata…
Medici, cerusici, erboristi e maghi di ogni angolo del paese erano giunti a palazzo, nelle ultime settimane, per visitarla, ma nemmeno uno di loro aveva saputo pronunciare una diagnosi sensata.
La regina era viva, e come lei suo figlio…ma dormiva, e niente poteva destarla da quella sorta di incantesimo…
Poiché oramai tutti erano convinti che fosse una maledizione, quella che aveva colpito la sovrana del Regno della Pagoda d’Oro…nessuno però riusciva a comprenderne l’origine…e nessuno sapeva come porvi rimedio.
Da quel momento, per Tarabas era cominciato un nuovo strazio…e quando non vegliava la sua sposa, nell’inutile speranza di vederla risvegliarsi, si ritirava nelle sue stanze, perso nei propri pensieri.
In realtà, lui aveva già un sospetto su cosa potesse aver provocato quel maleficio…
Il sonno di Angelica, pur senza la pietrificazione, era molto simile a quello di Rufus…e lei portava in seno suo figlio…l’erede di una dinastia di maghi…oltre che del trono dei Territori d’Oriente.
Possibile che la magia oscura che un tempo lui aveva dominato stesse, attraverso il sangue del bambino, infettando sua madre?
Possibile che il sonno incantato di Angelica fosse stato causato da quello stesso male, da quella malvagità a cui lui aveva rinunciato, e che ora trovava un nuovo modo – il più spietato – per perseguitarlo?
E se era davvero così, come poteva lui, ora ridotto all’ombra di ciò che era stato un tempo, dal punto di vista magico, riuscire a salvarla…e salvare la vita innocente di suo figlio?
Non era più in grado di compiere magie, a parte qualche semplice incantesimo di bassa lega…ed anche se fosse tornato in possesso dei propri, antichi poteri, quella era magia oscura…la stessa che aveva provocato quell’orribile fato avverso…
Gli occhi verdi di Tarabas si velarono d’angoscia, al pensiero del sorriso di Angelica, quando lui, con la magia, faceva fiorire all’improvviso i fiori del giardino per poterle donare la rosa più bella…o quando di notte chiamava le lucciole davanti alla loro finestra, facendo volteggiare le graziose creature in una danza di luce che dipingeva la meraviglia sul volto bellissimo della sua dolcissima sposa…
Quei momenti erano durati così poco…e lui avrebbe voluto dirle…e mostrarle…ancora così tante cose…ed invece…
Perché…perché era condannato a fare del male alle persone che amava?
Perché coloro che amava dovevano essere divorati da un demone…come sarebbe dovuto accadere a Fantaghirò, tante lune prima, quando aveva cercato di ottenere il bacio impossibile?
Allora si era incatenato, per non ucciderla…ma adesso…cosa avrebbe dovuto incatenare, per salvare sua moglie e suo figlio?
Perché proprio quando pensava che il mostro fosse stato annientato, un altro ancora più subdolo sorgeva per distruggere la sua felicità?
Forse perché lui era destinato all’odio eterno, come un tempo gli aveva confessato Xellesia?
Si…doveva essere così…anche se la bestia era stata sconfitta…la malvagità che era dentro di lui continuava ad esigere vittime…ad esigere sangue…ed ora, le due creature che più amava al mondo, e per le quali avrebbe dato subito la vita, erano vittime di quel potere malvagio…
Un rumore improvviso lo fece voltare, ed il suo sguardo vacuo individuò, nel piazzale di fronte al Palazzo Reale, due guardie che spintonavano quella che sembrava una ragazzina cenciosa.
Per un istante ebbe l’impulso di ignorare la scena, desideroso com’era di rimanere solo a meditare sul proprio dolore…ma poi, le urla della bambina gli ricordarono i suoi doveri di sovrano, ed indossato il mantello che aveva lasciato abbandonato sul letto, il giovane uscì dalla porta tempestata di pietre preziose, e si incamminò verso i giardini reali…
 
“Lasciatela andare…!”
La voce di Tarabas immobilizzò le guardie, ed i soldati si girarono, sorpresi, inginocchiandosi poi a terra con le lance puntate verso il cielo, e chinando umilmente il capo mentre lui incedeva verso di loro.
“Re Tarabas…ai vostri ordini…”
Tarabas li guardò stancamente, inarcando un sopracciglio ed aggrottando la fronte, deciso – malgrado l’apatia che lo avvolgeva – a capire cosa stesse succedendo.
“Non approvo che una bambina venga trattata in modo così severo…nemmeno se avesse qualche colpa da scontare nei confronti della Corona… Esigo una spiegazione…perché la stavate cacciando da Palazzo? Sapete bene che, per ordine mio e della regina, esso è aperto a tutti…e tutti possono chiedervi udienza…”
Una delle guardie alzò a malapena la testa, imbarazzato e confuso.
“Maestà…questa piccola sciocca balbetta cose senza senso…e quando le abbiamo detto che non doveva disturbarvi con le sue fandonie, ha tentato di introdursi nel Palazzo attraverso le cucine…”
La voce della ragazzina, alta e sonora, coprì le scuse del soldato, e la piccola si alzò in piedi, fiera nei propri panni laceri, guardando Tarabas diritto negli occhi.
“Non balbetto sciocchezze! E non sono né pazza né sciocca! Sono venuta a darvi un consiglio…ma questi due non vogliono lasciarmi passare!”
A dispetto della terribile ansia che lo dilaniava, Tarabas percepì un sorriso spuntargli sul volto scavato da tante notti insonni…
Quella ragazzetta gli ricordava Angelica…anche lei aveva lo stesso modo di tirare su il volto, in segno di sfida…e sorridendo gentilmente, per la prima volta dopo giorni, le si avvicinò, annuendo.
“Non ti preoccupare piccola…ti porgo anzi le mie scuse per essere stata così maltrattata… Ogni consiglio del mio popolo è bene accetto… Da dove vieni…?”
Si abbassò su un ginocchio, per guardarla bene in faccia…e la bambina ricambiò il suo sguardo, gli occhi nerissimi del tutto privi di paura.
“Mi chiamo Myo…vengo dalla provincia est…la mia casa è molto lontana dalla reggia. Vivo con mia madre e le mie sorelle…nostro padre è morto anni fa…per colpa del vento nero…”
Tarabas avvertì il gelo attanagliargli il cuore a quelle parole…il vento nero
Era il vento che Darken aveva scatenato per trovarlo…per ricondurlo al male…quindi, quella bambina, anche se non lo sapeva, era orfana per colpa di suo padre…
Con delicatezza, le pose le mani affusolate sulle spalle, rabbrividendo nel sentire le sporgenze delle ossa…era magra, povera creatura…probabilmente la sua famiglia, o quel che ne restava, era molto povera…
Non era la prima volta che gli accadeva di scoprire che alcuni sudditi ancora versavano in condizioni tanto disgraziate, malgrado tutti gli sforzi suoi e di Angelica per portare cibo e dignità anche negli angoli più lontani e dimenticati del loro reame…tuttavia, nonostante le difficoltà che di certo affrontava ogni giorno per sopravvivere, quella ragazzina aveva forse viaggiato a lungo, soltanto per parlare con lui.
Le sorrise ancora, commosso da tanta dedizione…e decise che l’avrebbe ascoltata anche se avesse balbettato sul serio delle sciocchezze.
“Hai fatto tanta strada per darmi questo consiglio…sono certo che sarà prezioso. Parla dunque…ti ascolto…”
Myo scrutò a lungo il bel volto del sovrano, come se volesse soppesare la sua sincerità…dopo qualche minuto di silenzio però, parve soddisfatta del proprio esame, ed annuì, seria.
“Re Tarabas…se volete risvegliare la regina…dovete interpellare la Melusina…”





Nota Autrice:
Benvenuti a tutti!
Allora, come potete vedere, questa è la storia DI TARABAS, ed i personaggi più noti della saga, una volta tanto, staranno sullo sfondo.
Al momento il nostro mago è ancora del tutto ignaro di ciò che gli riserva il futuro...ma nel piccolo scorcio di passato che abbiamo visto al prologo - nel quale, per farvi friggere, non ho messo note - tutti hanno potuto osservare che, la notte della sua nascita, qualcosa di davvero importante è accaduto...qualcosa che potrà cambiare per sempre il suo destino...
Curiosi eh?
Allora...seguite la mia storia!
Ciao!

Strega1981
  
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