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Autore: Nami93_Calypso    12/10/2015    4 recensioni
Lui studente di giurisprudenza. Lei studentessa di scienze politiche
Lui un semplice e normale studente. Lei una principessa che tenta di svolgere una vita ordinaria
Lui guarda al governo con occhio critico. Lei pronta a difendere le gesta del padre
Lui con i suoi valori. Lei anche
Lui gentile e sensibile. Lei anche
Come sarà l’incontro tra queste due persone apparentemente diverse ma in realtà molto simili?
2° classificata al contest multifandom "Autumn Roads" indetto dal Place 707 Room Portfolio 
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nefertari Bibi, Sabo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 ** Fanfiction partecipante al contest multifandom "Autumn Roads" indetto dal Place 707 Room Portfolio **


 

LUI AUTUNNO. LEI PRIVAMERA

Si lasciò andare ad un sospiro e subito il fiato uscito dalla sua bocca si condensò in una nuvoletta di vapore.
Bibi odiava ottobre e quel senso di freddo e di umidità che calava di soppiatto su tutta la città gelando e spogliando i paesaggi e che da un giorno all’altro la costringevano a rinunciare ai suoi adorati pantaloncini e camicette leggere. Preferiva di gran lunga il caldo afoso e torrido e, appena ne aveva l’occasione, trascorreva più tempo possibile nella casa al mare di famiglia.
Pensandoci bene forse si sbagliava: la cosa che preferiva in assoluto era il tepore appena percettibile sulla pelle, il profumo di fiori portato dal vento, i prati verdi che tornavano in vita.
Sprofondò il viso nella pesante sciarpa che le copriva il collo nel tentativo di riscaldare il naso ghiacciato.
La panchina di ferro su cui era seduta non aiutava di certo: si stava congelando le gambe a quella dannata fermata degli autobus.
Alzò gli occhi verso il cielo mentre sfregava le mani tra loro perché, ovviamente, aveva anche dimenticato i guanti a casa. Era l’unica cosa che amava dell’autunno quel cielo limpido e terso caratteristico delle giornate serene, quell’azzurro nel quale ci si poteva perdere immaginando mari lontani e placidi, lasciandosi cullare da tanta tranquillità.
-Oggi il pullman non passerà-
Avvertì una voce maschile e alzò lo sguardo alla ricerca della fonte.
A pochi metri da lei stava un ragazzo che, con le mani affondate nelle tasche del suo giaccone elegante, fissava un foglio appeso al muro, poco distante dalla panchina su cui lei si trovava.
-Cosa?- domandò, a metà tra il non aver capito e il non voler credere a quello che aveva appena sentito.
L’altro si voltò verso di lei mostrando una cicatrice che segnava il suo occhio sinistro seppur non deturpando la raffinatezza del suo volto, ciocche bionde e ondulate gli incorniciavano il viso. Le sorrise cordialmente indicando il foglio.
-C’è scritto che per questa settimana il servizio navetta non verrà effettuato. Dicono qualcosa riguardo a un taglio di fondi o robe simili-
Bibi lo guardò ad occhi sbarrati, incredula, prima di prendersi il volto tra le mani.
La navetta collegava la stazione ferroviaria all’università e permetteva agli studenti di non farsi 3 km a piedi ogni mattina. Quel contrattempo non ci voleva proprio, sarebbe sicuramente arrivata tardi a lezione.
-Frequenti l’università di Alubarna?- sentì domandare al ragazzo.
-Sì- rispose, senza scostare le mani.
-Se vuoi possiamo fare la strada insieme, conosco una scorciatoia-
Bibi tornò a guardarlo e trovò ad accoglierla il suo sorriso solare e sincero al quale non potè rispondere con un timido accenno delle labbra. Si alzò, grata di potersi separare da quella fredda superficie, e si avvicinò a lui che aveva preso a camminare verso una direzione differente da quella che di solito percorreva l’autobus. Si diresse poco distante, verso un parco pubblico davanti cui la ragazza passava spesso ma che mai aveva degnato di attenzione. Quando passava di lì era sempre di fretta, come ogni studente pendolare che si rispetti.
-Mi piace venire qui tra una lezione e l’altra- ruppe il silenzio il biondo. Camminava sicuro, le mani ancora in tasca, il viso leggermente rivolto all'insù, i capelli scompigliati dalla brezza  fredda che a lei infastidiva mentre lui vi si trovava del tutto a suo agio.
Bibi lo guardò con un misto di ammirazione e invidia: sembrava così sicuro di sé, spensierato, senza problemi. Tutte cose che il suo stile di vita non permettevano.
-E cosa vieni a fare qui?- domandò, guardandosi intorno. Non vedeva nulla che potesse attirare un ragazzo di vent’anni. C’erano altalene, scivoli e giochi vari per bambini, un piccolo stagno popolato di anatre circondato da panchine occupate per lo più da pensionati che davano loro da mangiare, persone che facevano jogging.
Il ragazzo si strinse nelle spalle mentre rispondeva.
-Medito, rifletto… per lo più perdo tempo- si lasciò andare ad una risata cristallina che presto contagiò anche lei.
Era proprio un tipo strano.
Nel silenzio il rumore dei loro passi risuonava attutito sul suolo ricoperto di foglie che nascondevano la ghiaia dei viottoli.
Foglie multicolori adornavano ancora i rami degli alberi: sembravano aggrapparvisi con disperazione, speranzose di non dover raggiungere le sorelle al suolo e non essere calpestate dai passanti. Ma, contrariamente a questa immagine, ogni tanto qualcuna si staccava e cadeva dolcemente, in silenzio.
Bibi si sentiva quasi fuori posto in quel luogo. I suoi lunghi capelli turchini raccolti in una coda alta, il suo cappotto verde pastello e i suoi pantaloni bianchi sembravano stonare con tutto quel marrone, rosso, arancione e giallo che la circondava.
Il suo accompagnatore, invece, sembrava appartenere a quel paesaggio. Il biondo dei suoi capelli avrebbe potuto mischiarsi perfettamente ai colori del fogliame e i suoi occhi rispecchiavano alla perfezione il colore del cielo. Un blu intenso, acceso, vivace che veniva risaltato dal medesimo colore della sciarpa: l’avevano colpita da subito. Arrossì a quel pensiero e volse il viso dall’altra parte per non farglielo notare.
-Che cosa studi?- gli senti chiedere dopo alcuni attimi di silenzio.
-Scienze politiche- rispose lei, sicura.
-Wow, scelta interessante- commentò lui, meditandoci sopra.
-E tu? Cosa studi?- domandò lei prima che lui potesse aggiungere altro.
-Giurisprudenza- rispose semplicemente.
-Bè allora siamo affini- gli fece notare, rivolgendogli un amichevole sorriso.
-Già hai ragione- le rispose con un occhiolino.
Bibi avvertì il cuore perdere un battito e si sentì stupida per questo. Possibile che quel ragazzo appena conosciuto potesse suscitarle tali emozioni? Ok, era un bel ragazzo, ma si erano scambiati appena due parole, non sapeva nulla di lui, nemmeno il nome!
Come se le avesse letto nel pensiero il ragazzo tirò fuori una mano dalla tasca e gliela porse.
-Ah che maleducato che sono, non mi sono nemmeno presentato- arrestò la sua marcia portando anche lei a fermarsi –Piacere, mi chiamo Outlock Sabo-
La ragazza osservò la sua mano tesa verso di lei e si morse il labbro inferiore, titubante.
-Io sono… Wednsday Bibi-
La stretta di lui era salda, forte, calda.
Non poteva fidarsi ciecamente di uno sconosciuto di quei tempi, per quanto potesse starle simpatico.
Il biondo sollevò un sopracciglio nel sentire il nome alquanto bizzarro prima di riprendere a camminare sulle foglie umide.
-Come mai hai scelto scienze politiche?- proseguì la conversazione il ragazzo.
-Diciamo per interesse personale- la turchina strinse le mani tra loro nel tentativo di trasmettere il calore appena ricevuto da una all’altra –Mi ha sempre affascinato la politica, le varie forme di governo, la loro evoluzione nella storia, come vengono viste dai popoli, quali sono le più meritevoli di fiducia-
Sabo la guardò con interesse.
-Direi che è un argomento molto di attualità nella situazione in cui il nostro paese si trova-
Bibi portò lo sguardo sui suoi piedi e sul fogliame variopinto alla ricerca di un modo per cambiare argomento.
-E tu… Cosa ti ha spinto a scegliere giurisprudenza?-
-Mi ha sempre attirato il concetto di diritti e doveri. Se ognuno conoscesse i propri diritti sarebbe libero di muoversi nel pieno rispetto degli altri. In senso figurato, si intende. Trovo che la libertà sia il massimo valore per l’umanità-­ rispose lui con gli occhi persi verso il cielo che sembrano guardare più lontano di quanto fosse effettivamente possibile.
-Ma se chi governa non sta ai propri doveri e viola la libertà del suo popolo il sistema smette di funzionare correttamente- proseguì il biondo.
Bibi si rabbuiò ma decise di rispondere e approfondire la questione. Con altri avrebbe dirottato la conversazione altrove ma sembrava così sicuro di quel che diceva che era interessata a conoscere il suo parere. E poi, forse, avrebbe potuto fargli cambiare idea. Gli ideali del ragazzo non sembravano essere poi così differenti dai suoi.
-Il nostro re tiene molto a noi. In tutti i suoi anni di servizio ha sempre pensato al meglio per i suoi sudditi. Si è sempre impegnato per mantenere la pace e il benessere-
Sabo la guardò di sottecchi.
-Non li leggi i giornali? Pare che re Cobra utilizzi impropriamente i fondi del regno per i suoi comodi, probabilmente per mantenere i suoi sontuosi palazzi. Quei soldi andrebbero destinato ad altro, ad aiutare i bisognosi e i lavoratori in situazioni precarie-
-Ci sono le prove per tutte queste accuse?- non gli permise nemmeno di terminare la frase, una punta di irritazione nella voce.
-Non credo che tutti i giornali riporterebbero notizie false. Sarebbe plausibile per una sola testata, ma tutte no-
-Esiste una cosa chiamata corruzione. Potrebbe esserci qualche associazione dietro tutto questo che paga sottobanco o ha comprato i mezzi di informazione-
Si stava esponendo troppo, lo sapeva, ma non riusciva a sopportare tali ingiurie. Soprattutto da un ragazzo che alla prime impressione le era piaciuto tanto. Si sentiva una sciocca.
-Ci sono rivolte sempre crescenti, di questo passo arriveremo alla guerra civile-
Bibi serrò le mani a pugno. Non lo avrebbe mai permesso, mai.
-Il popolo, purtroppo, è facilmente manipolabile, soprattutto se gli viene presentato su un piatto d’argento un capro espiatorio per i loro problemi- disse a denti stretti.
-Non so Bibi. Credo che ormai questo stato sia arrivato ad un punto cruciale. È un po’ come questi alberi- fece indicando le piante che li circondavano su entrambi i lati –Spoglio, decadente, in fin di vita. Il governo di re Cobra è giunto al termine, ha fallito. È ora che si faccia da parte-
Non fece in tempo a terminare la frase che la mano di Bibi si abbattè sulla sua guancia in un sonoro schiaffo.
-Non osare parlare così di mio padre!- lo rimproverò, il tono di voce duro e tremante di rabbia, gli occhi umidi.
Senza aggiungere altro si allontanò con passo spedito da dove erano venuti lasciando il ragazzo solo in mezzo al viale a massaggiarsi la guancia confuso.
-Ma cosa…-
 
Bibi camminava per il parco, furiosa, calciando ogni singola stupida castagna che intralciava il suo cammino.
Come osava uno sconosciuto parlare così di suo padre? Un ragazzino viziato che non aveva alcun problema se non accettare o rifiutare un diciotto ad un esame? Cosa ne sapeva lui di come si governava un popolo?
Lei lo sapeva, lei era stata educata per questo.
Lei era una principessa e prima o poi sarebbe stata regina e governante di quello stato.
Amava l’idea di quel ruolo perché amava i suoi concittadini e avrebbe fatto di tutto per il loro bene. Ma al contempo non le piaceva l’idea di perdersi le esperienze di vita delle sue coetanee. E su questo la sua famiglia era perfettamente d’accordo. Per questo le avevano fatto sempre tenere un profilo basso, non facendola partecipare ad inutili eventi mondani o ufficiali in cui la sua presenza non avrebbe avuto alcuna utilità. Avevano divulgato pochissime sue foto e nessuna veramente recente.
Erano riusciti a fare una cosa praticamente impossibile per un reale: farla passare inosservata.
Inutile dire che questo atteggiamento aveva destato sospetti e leggende sul suo conto: una malattia rara molto aggressiva, una bruttezza abominevole, un cambio di sesso. Fortunatamente il padre era ben voluto e i pettegolezzi più maligni si erano spenti da soli in poco tempo.
Ma negli ultimi tempi le cose non andavano proprio alla perfezione.
Sui giornali continuavano ad apparire notizie sulla negligenza della famiglia reale, notizie assolutamente false. Ma la folla si aggrappa ad ogni spiraglio che gli permetta di ottenere più di quello che hanno, soprattutto in un momento di crisi mondiale che investe anche il paese più florido.
Lei credeva nell’innocenza e bontà di suo padre. Aveva fatto delle ricerche, aiutata anche dal suo fidato consigliere e guardia del corpo Pell, e aveva scoperto che esisteva un’organizzazione criminale, una mafia, che macchinava nell’ombra per spodestare la famiglia reale e prendere il potere.
Aveva bisogno solo di un po’ di tempo per trovare prove concrete e schiaccianti e un modo per smascherarli senza ferire nessuno, né la sua famiglia né i suoi sudditi.
Persa com’era nei suoi pensieri non si era nemmeno accorta di aver nuovamente raggiunto la stazione. Si fermò all’uscita del parco e alzò gli occhi al cielo. Alla vista di quel colore non fu pervasa dalla solita serenità, ma da un senso di fastidio e tristezza.
 
*****
 
Pioveva. Pioveva a dirotto. Non una di quelle leggere pioggerelle di primavera o un rapido acquazzone estivo che tanto amava. Era una di quelle piogge che continua per giorni facendoti penetrare il freddo nelle ossa e facendoti passare la minima voglia di mettere il naso fuori di casa.
Bibi si era preparata un the caldo e si era rintanata nella sua stanza con il suo pc portatile determinata a spendere tutto il suo tempo alla ricerca di informazioni che scagionassero la sua famiglia dalle ingiurie.
Aprì il motore di ricerca e fece l’accesso a facebook: cinque minuti di svago prima di mettersi al lavoro.
Una spunta rossa sulla casella della posta indicava che aveva ricevuto un messaggio.
Prendendo una generosa sorsata di the lo aprì senza nemmeno pensarci.
Lesse il nome un po’ perplessa.
-Outlock Sabo…- mormorò il nome a mezza voce.
Ci mise un po’ a collegare il nome alla persona. Erano passate un paio di settimane dal loro incontro e lei se ne era quasi totalmente dimenticata. La rabbia era scemata. In fondo non aveva fatto nulla di male. Non era colpa sua se non era a conoscenza dei fatti. Ma uno sguardo alla sua foto profilo le bastò a rinfrescarle la memoria e a farle perdere un battito. Quel sorriso aperto e quegli occhi vivaci erano più affascinanti di quando ricordasse.
Lesse il messaggio senza indugiare oltre.
“Ciao Bibi.
Sospettavo che non ti avrei trovato con il tuo vero nome: chiamarsi “Nefartari Bibi” con tanto di “professione principessa” sarebbe stato un po’ appariscente”
La ragazza sorrise involontariamente
“Ti ho scritto perché volevo chiederti scusa. Quando ci siamo incontrati mi sono comportato da perfetto idiota. Ho detto cose indelicate sulla tua famiglia senza conoscere i fatti e per questo mi dispiace.
Ho fatto alcune ricerche e ho visto che non ci sono prove fondate alle accuse di tuo padre.
Mi spiace molto per quello che state ingiustamente passando.
Se non sei in collera con me vorrei farmi perdonare. Magari potremmo vederci, fare un giro al parco, o potrei offrirti un drink. Che ne dici?
Ci terrei davvero a rimediare alla mia pessima figura. Magari potrei anche aiutarti a capire chi sta boicottando contro di voi”
Bibi rilesse il messaggio un paio di volte, un tenero sorriso in volto. Sapeva che la sua prima impressione su quel ragazzo non era sbagliata. Era gentile, educato, premuroso, buono. Se aveva detto quel che aveva detto era solo per difendere i suoi valori e ideali e a causa dell’ignoranza generale a cui non poteva sottrarsi facilmente.
D’improvviso il suo umore cambiò. Nonostante il freddo, la pioggia, la pesantezza e sonnolenza che quel clima le portava l’idea di rivedere Sabo e potergli dare una seconda possibilità la rianimava.
E se aveva il potere di farle apprezzare almeno un po’ l’autunno non poteva certo ignorarlo e non rispondere positivamente al suo messaggio.

 



CALYPSO PARLA UN SACCO FORSE ANCHE TROPPO
Buon giorno e buona settimana a tutti!
Partiamo subito parlando della storia. L’idea era quella di Riportare la vicenda di Alabasta in un AU infatti la storia è ambientato in uno stato in cui vige la monarchia e a governare è, appunto, la famiglia Nefertari. Per il cognome di Sabo ho usato il nome del padre. Spero di essere stata abbastanza chiara nella scrittura, in caso contrario chiedete pure.
Parliamo ora della coppia :D da sempre Sabo e Bibi mi hanno ispirato tanta tenerezza! Già l’anno scorso avevo scritto una long su di loro ma senza sbilanciarmi troppo sul lato amoroso. Poi, recentemente, ne ho parlato con Eneri_Mess e sono riuscita a far innamorare anche lei al punto che ha scritto una meravigliosa storia su di loro e con la sua bravura è riuscita a far appassionare altre persone a questi due teneroni :D perciò ringrazio lei per questa impresa in cui io non sarei mai riuscita e tutti coloro che dopo di lei hanno scritto qualcosa su Sabo e Bibi o hanno anche solo iniziato a farci un pensierino :)
Ora, se voleste anche riempirmi il fandom di LawxNami potrei chiedervi di sposarmi! Ahahah
Last but not least.
La storia partecipa al contest “Autumn Roads” indetto da Placebogirl_BlackStones sul suo forum che ringrazio infinitamente per avermi invitata a partecipare dandomi così modo di mettermi ancora una volta in gioco sperimentando cose per me nuove e raggiungendo anche traguardi personali. Ho voluto articolare la storia su questo parallelismo autunno/primavera e Sabo/Bibi. Come i due personaggi anche queste stagioni possono sembrare differenti ma in realtà sono molto simili, volendo sono anche la stessa cosa solo che noi le percepiamo in modo diverso perché una passa dal caldo al freddo a l’altra viceversa.
Chiudo qui il mio sproloquio.
Spero che questa OS sia piaciuta a qualcuno e che vogliate farmi sapere cosa ne pensate. Ringrazio chi ha speso un po’ del suo tempo per leggere :)
Alla prossima!

 
 
   
 
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