Allora...è da un'eternità che la mia socia e mogliettina adorata samek mi
chiede di scrivere una fic slash con personaggi di Harry Potter sulla sua favola
preferita: La Sirenette. Finalmente il mio lavoro viene alla luce, dopo mesi e
mesi di attesa, problemi e riscrittura! Quindi...dedicata a te tesoro mio, perchè
sei una persona speciale e unica e perchè ti voglio un bene dell'anima!
Ringrazio come sempre la mia preziosa beta Narcissa63, senza la quale non riuscireste a leggere nulla di decente!
Dedicata inoltre a ranzie74 per il suo compleanno! Auguri tesoro!
Capitolo primo
“Draco…la mia risposta è no! Sai bene come la penso!”
“Ma padre…”
“No. Sai che ti è proibito andare nel Mondo Babbano fino alla maggiore età.
Sono stanco di ripetertelo. Ora esci, non voglio più sentire una parola
sull’argomento!”
“Draco, tesoro…tuo padre ti vuole parlare, ti aspetta nel suo studio…”
La voce calda e musicale di Narcissa Malfoy interruppe i pensieri del suo unico
figlio, pensieri che lo stavano portando a quel compleanno di tre anni prima
quando, per l’ultima volta, aveva espresso al padre il suo desiderio più
grande: passare un’intera giornata tra i Babbani. Come solo erede delle due
famiglie Purosangue più prestigiose del Mondo Magico, gli era sempre stato
vietato qualsiasi contatto con coloro che vivevano senza magia considerati, nel
suo ambiente, inferiori, rozzi ed immeritevoli di qualsiasi attenzione. Per
questo i suoi genitori lo avevano obbligato a frequentare un'esclusiva scuola
privata, dove gli unici studenti erano giovani maghi d'alto lignaggio,
esattamente come lui. Ma Draco era stato ugualmente affascinato da quella società
così lontana dalla loro e spesso si chiedeva come facessero a vivere privi di
poteri magici, a risolvere i problemi senza dover ricorrere alla bacchetta e
come sopravvivessero senza la possibilità di creare pozioni ed incantesimi. Era
il giorno del suo undicesimo compleanno quando, per la prima volta, aveva osato
dare voce al suo sogno, ma la risposta negativa del padre era arrivata chiara e
decisa: un Malfoy non avrebbe mai dovuto nemmeno pensare di potersi avvicinare a
quel mondo. Da allora ogni anno, il 5 giugno, la sua richiesta si
ripeteva e la risposta era sempre la stessa finchè, tre anni prima, il padre
gli aveva posto quel limite: fino alla maggiore età. Da quel preciso momento,
lui non aveva più fatto parola della questione, attendendo caparbiamente il suo
diciassettesimo compleanno che, finalmente, era arrivato.
Volse lo sguardo in direzione della madre, distogliendolo dal panorama che
s'intravedeva dalla finestra della sua camera ed, avvicinandolesi, ricambiò
dolcemente il sorriso aperto e sincero che le stava illuminando il viso. Lady
Narcissa lo accarezzò con un gesto intimo ed affettuoso, come solo una madre può
avere per un figlio.
“Buon compleanno, Draco…” bisbigliò teneramente.
Lui le sfiorò la guancia con un bacio lieve, continuando a sorriderle.
“Grazie madre…” le sussurrò in risposta, per poi superarla ed uscire
dalla propria stanza dirigendosi dal padre.
Bussò alla porta dello studio ed attese l’invito ad entrare, prima di
schiuderla.
Lord Malfoy era seduto, in tutta la sua gelida compostezza, dietro all’enorme
scrivania di legno pregiato. Alzò lo sguardo verso suo figlio che lo salutò
educatamente, mantenendo un tono di voce controllato e distaccato come gli era
stato insegnato fin da piccolo.
“Buon compleanno, Draco…siediti pure” esordì, invitando il ragazzo ad
accomodarsi.
Prese un profondo respiro e puntò il suo sguardo in quello gemello del figlio,
ghiaccio contro ghiaccio.
“Questo è un giorno importante per te, figliolo. Oggi compi 17 anni, sei un
mago maggiorenne ora. Libero di fare le tue scelte e di prendere le tue
decisioni, purchè siano consone al tuo status sociale” dichiarò,
assottigliando lo sguardo per sottolineare l’importanza delle ultime parole
pronunciate. Attese qualche istante in modo che il suo erede percepisse e
cogliesse appieno il significato del suo discorso e poi continuò con lo stesso
tono autoritario “ Conosco il tuo più grande desiderio e, solo per oggi,
voglio darti la possibilità di realizzarlo...del resto sei maggiorenne e non
potrei comunque impedirtelo. Potrai passare l’intera giornata tra i Babbani,
ma sarà la prima ed ultima volta: quando rientrerai al Manor, ti
preparerai a partecipare al ricevimento per festeggiare il tuo compleanno e,
dopo questa breve deroga, la definizione “Mondo non Magico” dovrà
essere cancellata dal tuo vocabolario per sempre. Stasera farai la tua entrata
ufficiale nell’Alta Società e capisci bene come un Malfoy non possa
permettersi di essere accomunato con i Babbani…” Il tono duro e tagliente
arrivò dritto al cuore del biondino, che comprese alla perfezione di essere
arrivato al capolinea della sua vita da adolescente, tutto sommato, libera e
spensierata. D’ora in poi sarebbe stato il giovane Lord Malfoy, mai più solo Draco…
Soffocò l’ansia e l’agitazione che l'avevano colpito e rischiavano di
travolgerlo e cercò di mantenere la sua solita maschera fredda ed impassibile.
Non avrebbe rischiato di mandare tutto all’aria, non ora che aveva la
possibilità di realizzare il suo sogno…
Affrontò lo sguardo di suo padre con fierezza ed annuì in modo deciso: da
quella sera lui sarebbe stato ciò che Lucius Malfoy voleva, ma almeno Draco
avrebbe potuto vivere un giorno ancora, prima di essere legato definitivamente
alla propria algida immagine ed al proprio titolo nobiliare.
“Adesso puoi andare, però ricorda bene ciò che ora ti dico…Un Malfoy sa
sempre quali scelte fare”
Il ragazzo rispose con un leggero inchino ed, in silenzio, si congedò dall'uomo
raggiungendo in fretta la propria stanza e preparandosi ad uscire. Nulla avrebbe
rovinato quella giornata che aspettava da così tanto.
Si vestì con cura, assicurandosi di sembrare un normalissimo abitante della
Londra non magica, prese la bacchetta ed un giaccone sportivo, uscì dal Manor
oltrepassando gli incantesimi protettivi e si smaterializzò in un piccolo
vicolo della capitale inglese.
Una volta arrivato, nascose la bacchetta nel giubbotto e respirò a fondo
cercando di calmarsi. Era agitato e nervoso…per la prima volta nella sua vita
aveva la possibilità di vedere quel mondo che tanto lo affascinava e che aveva
potuto conoscere solo grazie ai libri! Uscì quindi dal proprio nascondiglio,
sentendo il cuore battergli furiosamente nel petto, sorrise alla splendida
giornata che aveva spazzato pioggia e nuvole, regalando un raro quanto
meraviglioso sole e si apprestò a godere di tutto ciò che la città poteva
offrirgli.
Dopo aver trascorso l’intera mattinata e parte del pomeriggio tra librerie,
negozi vari, gelaterie e musei, Draco cominciò ad avvertire una certa
stanchezza e si diresse verso un piccolo parco, non molto frequentato e
dall’aria tranquilla. Si accomodò su una panchina all’ombra di un grande
albero, recuperò un libro che aveva appena acquistato e si rilassò,
immergendosi nella lettura. Completamente perso nella storia, sussultò
spaventato quando sentì un urlo straziante lacerare l'aria. Posò il volume e
cercò il luogo da dove sembrava provenisse quell'angosciante richiesta d'aiuto.
Non ci pensò due volte ad alzarsi e dirigersi verso una piccola zona, defilata
e nascosta agli occhi dei passanti, non riuscendo a trattenere un moto di
sorpresa e riprovazione davanti alla scena che gli si presentò davanti, una
volta giunto lì. Due ragazzi, poco più grandi di lui, stavano torturando un
giovane della sua età che, accasciato a terra, gridava a piena voce il suo
dolore e la sua paura. Inorridì quando comprese che i teppisti in questione
erano dei giovani maghi che stavano lanciando incantesimi contro un povero
babbano, incapace di proteggersi dai loro attacchi. Afferrò saldamente la sua
bacchetta, si avvicinò il più possibile nascondendosi dietro al tronco di un
albero ed aspettò che i due fossero distratti per poter intervenire. Quando,
però, uno di loro esclamò “Crucio!” e vide il ragazzo a terra
contorcersi dalla sofferenza, fu accecato dalla rabbia e li Schiantò entrambi
senza che questi, sorpresi da quell’attacco inaspettato, riuscissero a
difendersi. A quel punto si avvicinò, lanciò un Incarceramus sui due
maghi e corse a soccorrere il giovane babbano, che giaceva svenuto sul prato. Lo
prese tra le braccia, adagiandone il capo sulle proprie gambe e curò le ferite
che avevano deturpato il suo corpo ed il suo viso con dei semplici incantesimi
che gli avevano insegnato a scuola. Quando ebbe terminato Draco si trovò, suo
malgrado, a fissare con ammirazione colui che aveva appena salvato. Aveva dei
folti ed ondulati capelli corvini che gli incorniciavano disordinatamente il
viso dai tratti decisi, pur se ancora un po’ infantili. Il giovane Lord gli
percorse con un dito le labbra rosse e piene, il naso piccolo e ben delineato,
gli zigomi alti e definiti e la fronte ampia, segnata da una piccola cicatrice a
forma di saetta. Il suo sguardo vagò poi sul corpo che teneva stretto a sé,
accarezzandone con gli occhi il torace ampio e muscoloso, le braccia forti e le
gambe lunghe. Perso in quella contemplazione, non si accorse che l'altro stesse
schiudendo gli occhi, lasciandogli scorgere due iridi color della speranza che
lo colpirono dritto al cuore. Lo vide cercare faticosamente di mettere a fuoco
la sua immagine, ma una voce femminile interruppe quel momento e Malfoy sollevò
la testa per capire da dove provenisse, scorgendo una ragazza correre loro
incontro chiamando a gran voce “Harry!”. In quel momento lanciò un'occhiata
di sfuggita a quello che aveva scoperto chiamarsi Harry, solo per
accorgersi che era svenuto un’altra volta. Non appena la giovane fu abbastanza
vicina da poterlo notare, Draco adagiò a malincuore il ragazzo sul
terreno e s'allontanò velocemente, lasciandolo alle cure dell’altra.
Si nascose ancora dietro lo stesso albero ed osservò l’intera scena perché,
pur non comprendendone il motivo, non era capace di distogliere la propria
attenzione dallo sconosciuto. Quello sguardo, quel fisico snello…non riusciva
a toglierseli dalla testa e dal cuore, che gli batteva furiosamente nel petto
mentre guardava i due dal suo nascondiglio. Fu allora che capì di non volersene
separare perché, senza quel corpo tra le braccia, si sentiva stranamente vuoto.
La nuova arrivata, con lunghi capelli rossi e lisci, s'avvicinò al moro
abbracciandolo affettuosamente ed il giovane mago percepì nettamente una fitta
di gelosia colpirlo. Lei accarezzò con delicatezza i capelli neri del giovane,
lo chiamò piano e quando lo vide aprire gli occhi, gli sorrise dolcemente.
“Ginny…tu mi ha salvato la vita” sussurrò Harry non appena riconobbe il
volto della ragazza. La fanciulla fece per negare quell’affermazione, ma
quando vide l'espressione tenera e riconoscente che lui le rivolse, decise che
non poteva perdere quell’occasione per avere, dal ragazzo che amava da sempre,
il migliore amico di suo fratello, qualcosa di più del semplice affetto quasi
fraterno che le aveva sempre riservato. Quindi la rossa mentì ed annuì,
inventando sul momento una scusa che fosse plausibile e veritiera, su come fosse
riuscita a spaventare i due aggressori ed a metterli in fuga, impedendo
loro di fargli ancora del male.
Harry la guardò intensamente, incatenando i suoi occhi a quelli di lei e le
accarezzò piano il viso mormorando “Grazie Ginny…io non lo dimenticherò
mai” poi posò un leggero bacio sulle sue labbra.
Una lacrima scese sul volto diafano di Draco che, impotente davanti a quella
scena, potè solo sfogare la propria rabbia e il proprio dolore contro un
destino che si era rivelato ironico e cinico, facendogli incontrare l’amore
per poi toglierglielo subito, donandolo ad un’altra persona. Rise amaramente
mentre guardava i due alzarsi da terra ed allontanarsi da quel luogo. Harry
s'appoggiò fiducioso al corpo dell'amica ed al biondo non restò che girare le
spalle e tornare, a capo chino, verso casa. Recuperò le sue cose e, impugnata
la bacchetta, si smaterializzò nel grande giardino del Manor, quindi entrò
silenziosamente nel vasto atrio, affidò i vari pacchetti dei suoi acquisti ad
un elfo e si ritirò immediatamente nelle sue stanze, con l'unico desiderio di
rimanere da solo.
Una volta chiusa la porta alle proprie spalle, Draco si stese sul letto e lì si
lasciò andare, sfogando amarezza e rimpianto, mentre calde stille salate
scendevano sulle sue guance. Purtroppo sapeva bene che a lui, un mago
Purosangue, non sarebbe mai stato concesso d'amare un babbano, eppure la
sua anima era lacerata al pensiero che Harry potesse essere di qualcun altro.
Serrò le palpebre e le immagini di quel pomeriggio si presentarono vive e
nitide nella sua mente. Rivide quel corpo spezzato dal dolore, inerme, che
fiducioso s'abbandonava tra le sue braccia…quel viso e quegli occhi poi, non
avrebbe potuto dimenticarli mai. Era come se il suo cuore non avesse fatto altro
che vivere tutti quegli anni in attesa di quell’incontro. Ma che futuro poteva
avere tutto ciò? Lasciò che l’angoscia e la sofferenza l' avvolgessero
completamente, mentre singhiozzi e lacrime sembravano non poter cessare finché,
sfinito dal pianto e sfiancato dalle troppe emozioni vissute, s'addormentò
mentre un paio d'iridi smeraldine gli apparivano, per fargli compagnia nei suoi
sogni.
Dopo quasi un’ora fu svegliato da un leggero bussare alla porta...era un
elfo domestico venuto ad avvisare il padroncino che di lì ad un’ora il
ricevimento in suo onore avrebbe avuto inizio.
Sospirò profondamente, ma consapevole di non poter evitare in alcun modo di
presenziare alla festa, si diresse verso il proprio bagno e si preparò,
facendosi una doccia ed indossando la sua migliore veste da mago. Una volta
pronto si specchiò e, nella lucida lastra, vide riflesso un giovane alto, bello
e dal portamento fiero, con i capelli lunghi e biondi, ora raccolti in una bassa
coda e la pelle diafana che gli donava un aspetto quasi etereo. Quando, però,
il suo sguardo attento incontrò quello dei suoi stessi occhi, realizzò come la
pena per quanto successo quel pomeriggio fosse ancora lì...dentro di lui.
Scosse la testa rassegnato, uscì dalla toilette e, dopo un ultimo sospiro pieno
di nostalgia, lasciò la sua camera a testa alta, pronto ad affrontare il suo
avvenire prestabilito.
Raggiunto il salone venne accolto da Lucius e Narcissa, perfetti nella loro
eleganza e nel loro incedere altero, quasi regale. I due accompagnarono il
figlio a salutare gli ospiti, intrattenendosi qualche minuto in più con coloro
che erano considerati l’elite del Mondo Magico, in particolar modo con i
Parkinson, la cui figlia era destinata a diventare la futura Lady Malfoy.
Nel bel mezzo della festa, Lucius si pose al centro della grande sala
richiedendo ed ottenendo l’attenzione di tutti i presenti.
“Innanzitutto desidero ringraziarvi per essere intervenuti a questo piccolo
ricevimento. Come tutti saprete, questo è un giorno molto importante per mio
figlio che oggi compie 17 anni ed entra a far parte della Società Magica a
pieno diritto.” poi, puntando lo sguardo in quello di Draco, continuò “ Per
questo, figliolo, stasera ti dono l'anello, simbolo della nostra Casata. Questo
fa ufficialmente di te il futuro Lord Malfoy”. Infilò quindi il sigillo
d'argento al dito di Draco il quale, per quanto non fosse sorpreso da quel
cerimoniale, sentì il peso di quel gesto fin dentro l’anima. Nonostante la
morsa gelida che stava soffocando il suo cuore, sorrise educatamente e ringraziò
il padre con un rispettoso inchino e la madre con un leggero bacio. Ricevette i
complimenti e le congratulazioni di tutti gli astanti a cui rispose con composta
cortesia, salutandoli poi mano a mano che iniziarono a lasciare la festa e
rimanendo lì, impassibile, finché anche l'ultimo invitato non fu uscito,
lasciandolo libero di raggiungere i suoi appartamenti e restare solo con i
propri pensieri.
Si gettò sul letto esausto, con mille domande e dubbi che vorticavano nella sua
testa. Il suo destino, l'essere un Purosangue ricco, potente ed ammirato,
all’improvviso non gli sembravano più dei desideri che si avveravano, bensì
dei pesanti macigni che gli impedivano di respirare. Avrebbe dovuto seguire una
strada che era stata scritta per lui fin dal giorno della sua nascita, senza
possibilità di scegliere altrimenti. Di colpo, prepotenti, gli tornarono alla
mente gli occhi ed il viso di Harry…sicuramente l’amore per un babbano, per
di più maschio, non rientrava in quanto stabilito per il suo futuro. Ma era
davvero quella l'esistenza che LUI voleva? Era disposto a rinunciare ed a non
lottare per ciò che sentiva di desiderare in modo così assoluto e totalitario,
forse per la prima volta nella sua vita?
Un Malfoy sa sempre che scelte fare...
Le parole di suo padre gli sovvennero all'improvviso. Già... le scelte…poteva
farne ancora una, quella più importante. S'alzò di scatto dal talamo con una
nuova determinazione ed una nuova forza che gli scorrevano nelle vene, facendolo
sentire vivo e libero. Recuperò la bacchetta e tutto il denaro che aveva con sè,
indossò il mantello e, controllato che il Manor fosse silenzioso e deserto, uscì
preparandosi a raggiungere Nocturne Alley. Solamente laggiù avrebbe potuto
trovare ciò che cercava e, con il cuore in gola, disse addio alla sua casa ed
alla sua famiglia, pronto a combattere per il proprio amore.
Raggiunti i vicoli bui e pericolosi del malfamato quartiere magico, Draco si
coprì bene il viso con il cappuccio e si diresse in un piccolo negozio, dove
una vecchia strega che molti giudicavano pazza, avrebbe sicuramente potuto
aiutarlo. Giunto davanti ad una porticina muffita e sgangherata, bussò
brevemente ed entrò senza attendere risposta. Lì, in una stanza piena di
polvere, alambicchi ed oggetti dall'aspetto inquietante, v'era un'anziana donna
dall'aspetto malmesso che, non appena lo riconobbe, si prostrò ai suoi piedi...
senza dubbio essere un Malfoy significava godere di un certo rispetto. Il
ragazzo indossò la sua migliore maschera fredda e distaccata e modulò
la voce in un tono tagliente ed autoritario.
“Donna, lasciamo perdere queste melensaggini. Ho bisogno del tuo aiuto e della
tua massima riservatezza. “ buttò il sacchetto pieno di galeoni sul tavolo, a
sottolineare quale sarebbe stata la sua ricompensa ed attese che la strega
riportasse la sua attenzione su di lui, distogliendola dalle monete d’oro.
“Devi eliminare ogni traccia di magia che scorra nel mio sangue facendomi
diventare un semplice babbano, in modo che io possa vivere una vita comune e non
più da mago”
La vecchia sbarrò gli occhi, sorpresa. Draco Malfoy era l’erede delle due
famiglie più nobili del Mondo Magico… come poteva rinunciare al suo status
per vivere un'esistenza da babbano?!
Il biondo scrutò attentamente il volto dell'interlocutrice, in attesa di una
sua risposta, cominciando a sentirsi agitato e nervoso…
“ Allora, strega, puoi farlo?” la voce dura del giovane risvegliò
l'interpellata dai suoi pensieri, riportandola alla realtà. Per quella somma di
denaro avrebbe venduto pure l’anima. “Certo, mio signore…ma perché
l’incantesimo abbia effetto, dovrete dichiarare apertamente il motivo per cui
avete deciso di rinunciare alla vostra magia. Non esiste altra possibilità che
la TOTALE sincerità, perché possa funzionare.”
Il giovane Purosangue osservò a lungo quel volto scarno e rugoso, poi fece un
cenno di assenso. “C’è altro che devo sapere?”
La megera esitò qualche istante, ma sotto lo sguardo perentorio di Malfoy
cedette presto e si affrettò a rispondere. “ E' un procedimento
complicato e molto doloroso, monsignore…vi sentirete come spezzato, il vostro
essere sarà scisso in due parti ed in voi rimarrà solamente la parte non
magica.” Draco preferì limitarsi ad annuire in silenzio…la sua voce era
troppo soffocata perché potesse mantenere il solito tono fermo e deciso.
Quando scorse gli occhi della donna brillare pericolosamente, però, il suo
animo si turbò ancora di più, comprendendo che non sarebbe finita lì ed
infatti la strega riprese presto a parlare.
“Le monete bastano per l’incantesimo, ma per il mio silenzio dovrete pagare
con qualcos’altro…Voglio la vostra voce, milord…”
“La mia... voce?” chiese questi incredulo.
“Sì…è un mio piccolo vezzo. Ah, dimenticavo una cosa importantissima…se
non riuscirete nel vostro scopo, qualunque esso sia, entro tre mesi, non potrete
tornare MAI PIU' ad essere un mago, non dimenticatelo…Allora accettate?” lo
incalzò subdolamente.
Draco non ebbe un solo istante d'incertezza, s'avvicinò alla vecchia, le
strinse la mano e disse: “Sono disposto a fare qualsiasi cosa…”
“Bene. Ora dichiarate il motivo per cui rinunciate alla vostra natura di mago.
Ricordate, occorre la massima sincerità, altrimenti tutto sarà vano…”
Malfoy avvertì un violento brivido scorrergli nelle vene, come se del ghiaccio
liquido lo stesse ripulendo dall’interno e si accorse di non riuscire a
staccare la sua mano da quella della donna davanti a lui. Due iridi verdi, un
viso dolce e degli scompigliati capelli neri fecero capolino nella sua mente,
mentre ad alta voce confessava: “Lo faccio per conquistare il mio vero ed
unico amore…”