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Autore: melancholia    17/02/2009    2 recensioni
Due iridi verdi, un viso dolce e degli scompigliati capelli neri fecero capolino nella sua mente, mentre ad alta voce confessava: “Lo faccio per conquistare il mio vero ed unico amore…”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Allora...è da un'eternità che la mia socia e mogliettina adorata samek mi chiede di scrivere una fic slash con personaggi di Harry Potter sulla sua favola preferita: La Sirenette. Finalmente il mio lavoro viene alla luce, dopo mesi e mesi di attesa, problemi e riscrittura! Quindi...dedicata a te tesoro mio, perchè sei una persona speciale e unica e perchè ti voglio un bene dell'anima!

Ringrazio come sempre la mia preziosa beta Narcissa63, senza la quale non riuscireste a leggere nulla di decente!

Dedicata inoltre a ranzie74 per il suo compleanno! Auguri tesoro!


Capitolo primo

Draco…la mia risposta è no! Sai bene come la penso!”

“Ma padre…”

“No. Sai che ti è proibito andare nel Mondo Babbano fino alla maggiore età. Sono stanco di ripetertelo. Ora esci, non voglio più sentire una parola sull’argomento!”


“Draco, tesoro…tuo padre ti vuole parlare, ti aspetta nel suo studio…”
La voce calda e musicale di Narcissa Malfoy interruppe i pensieri del suo unico figlio, pensieri che lo stavano portando a quel compleanno di tre anni prima quando, per l’ultima volta, aveva espresso al padre il suo desiderio più grande: passare un’intera giornata tra i Babbani. Come solo erede delle due famiglie Purosangue più prestigiose del Mondo Magico, gli era sempre stato vietato qualsiasi contatto con coloro che vivevano senza magia considerati, nel suo ambiente, inferiori, rozzi ed immeritevoli di qualsiasi attenzione. Per questo i suoi genitori lo avevano obbligato a frequentare un'esclusiva scuola privata, dove gli unici studenti erano giovani maghi d'alto lignaggio, esattamente come lui. Ma Draco era stato ugualmente affascinato da quella società così lontana dalla loro e spesso si chiedeva come facessero a vivere privi di poteri magici, a risolvere i problemi senza dover ricorrere alla bacchetta e come sopravvivessero senza la possibilità di creare pozioni ed incantesimi. Era il giorno del suo undicesimo compleanno quando, per la prima volta, aveva osato dare voce al suo sogno, ma la risposta negativa del padre era arrivata chiara e decisa: un Malfoy non avrebbe mai dovuto nemmeno pensare di potersi avvicinare a quel mondo. Da allora ogni anno, il 5 giugno, la sua richiesta si ripeteva e la risposta era sempre la stessa finchè, tre anni prima, il padre gli aveva posto quel limite: fino alla maggiore età. Da quel preciso momento, lui non aveva più fatto parola della questione, attendendo caparbiamente il suo diciassettesimo compleanno che, finalmente, era arrivato.
Volse lo sguardo in direzione della madre, distogliendolo dal panorama che s'intravedeva dalla finestra della sua camera ed, avvicinandolesi, ricambiò dolcemente il sorriso aperto e sincero che le stava illuminando il viso. Lady Narcissa lo accarezzò con un gesto intimo ed affettuoso, come solo una madre può avere per un figlio. 
“Buon compleanno, Draco…” bisbigliò teneramente.
Lui le sfiorò la guancia con un bacio lieve, continuando a sorriderle.
“Grazie madre…” le sussurrò in risposta, per poi superarla ed uscire dalla propria stanza dirigendosi dal padre.

Bussò alla porta dello studio ed attese l’invito ad entrare, prima di schiuderla.
Lord Malfoy era seduto, in tutta la sua gelida compostezza, dietro all’enorme scrivania di legno pregiato. Alzò lo sguardo verso suo figlio che lo salutò educatamente, mantenendo un tono di voce controllato e distaccato come gli era stato insegnato fin da piccolo.
“Buon compleanno, Draco…siediti pure” esordì, invitando il ragazzo ad accomodarsi.
Prese un profondo respiro e puntò il suo sguardo in quello gemello del figlio, ghiaccio contro ghiaccio.
“Questo è un giorno importante per te, figliolo. Oggi compi 17 anni, sei un mago maggiorenne ora. Libero di fare le tue scelte e di prendere le tue decisioni, purchè siano consone al tuo status sociale” dichiarò, assottigliando lo sguardo per sottolineare l’importanza delle ultime parole pronunciate. Attese qualche istante in modo che il suo erede percepisse e cogliesse appieno il significato del suo discorso e poi continuò con lo stesso tono autoritario “ Conosco il tuo più grande desiderio e, solo per oggi, voglio darti la possibilità di realizzarlo...del resto sei maggiorenne e non potrei comunque impedirtelo. Potrai passare l’intera giornata tra i Babbani, ma sarà la prima ed ultima volta: quando rientrerai  al Manor, ti preparerai a partecipare al ricevimento per festeggiare il tuo compleanno e, dopo questa breve deroga, la definizione “Mondo non Magico” dovrà essere cancellata dal tuo vocabolario per sempre. Stasera farai la tua entrata ufficiale nell’Alta Società e capisci bene come un Malfoy non possa permettersi di essere accomunato con i Babbani…” Il tono duro e tagliente arrivò dritto al cuore del biondino, che comprese alla perfezione di essere arrivato al capolinea della sua vita da adolescente, tutto sommato, libera e spensierata. D’ora in poi sarebbe stato il giovane Lord Malfoy, mai più solo Draco… Soffocò l’ansia e l’agitazione che l'avevano colpito e rischiavano di travolgerlo e cercò di mantenere la sua solita maschera fredda ed impassibile. Non avrebbe rischiato di mandare tutto all’aria, non ora che aveva la possibilità di realizzare il suo sogno…
Affrontò lo sguardo di suo padre con fierezza ed annuì in modo deciso: da quella sera lui sarebbe stato ciò che Lucius Malfoy voleva, ma almeno Draco avrebbe potuto vivere un giorno ancora, prima di essere legato definitivamente alla propria algida immagine ed al proprio titolo nobiliare.
“Adesso puoi andare, però ricorda bene ciò che ora ti dico…Un Malfoy sa sempre quali scelte fare”
Il ragazzo rispose con un leggero inchino ed, in silenzio, si congedò dall'uomo raggiungendo in fretta la propria stanza e preparandosi ad uscire. Nulla avrebbe rovinato quella giornata che aspettava da così tanto.
Si vestì con cura, assicurandosi di sembrare un normalissimo abitante della Londra non magica, prese la bacchetta ed un giaccone sportivo, uscì dal Manor oltrepassando gli incantesimi protettivi e si smaterializzò in un piccolo vicolo della capitale inglese.
Una volta arrivato, nascose la bacchetta nel giubbotto e respirò a fondo cercando di calmarsi. Era agitato e nervoso…per la prima volta nella sua vita aveva la possibilità di vedere quel mondo che tanto lo affascinava e che aveva potuto conoscere solo grazie ai libri! Uscì quindi dal proprio nascondiglio, sentendo il cuore battergli furiosamente nel petto, sorrise alla splendida giornata che aveva spazzato pioggia e nuvole, regalando un raro quanto meraviglioso sole e si apprestò a godere di tutto ciò che la città poteva offrirgli.

Dopo aver trascorso l’intera mattinata e parte del pomeriggio tra librerie, negozi vari, gelaterie e musei, Draco cominciò ad avvertire una certa stanchezza e si diresse verso un piccolo parco, non molto frequentato e dall’aria tranquilla. Si accomodò su una panchina all’ombra di un grande albero, recuperò un libro che aveva appena acquistato e si rilassò, immergendosi nella lettura. Completamente perso nella storia, sussultò spaventato quando sentì un urlo straziante lacerare l'aria. Posò il volume e cercò il luogo da dove sembrava provenisse quell'angosciante richiesta d'aiuto. Non ci pensò due volte ad alzarsi e dirigersi verso una piccola zona, defilata e nascosta agli occhi dei passanti, non riuscendo a trattenere un moto di sorpresa e riprovazione davanti alla scena che gli si presentò davanti, una volta giunto lì. Due ragazzi, poco più grandi di lui, stavano torturando un giovane della sua età che, accasciato a terra, gridava a piena voce il suo dolore e la sua paura. Inorridì quando comprese che i teppisti in questione erano dei giovani maghi che stavano lanciando incantesimi contro un povero babbano, incapace di proteggersi dai loro attacchi. Afferrò saldamente la sua bacchetta, si avvicinò il più possibile nascondendosi dietro al tronco di un albero ed aspettò che i due fossero distratti per poter intervenire. Quando, però, uno di loro esclamò “Crucio!” e vide il ragazzo a terra contorcersi dalla sofferenza, fu accecato dalla rabbia e li Schiantò entrambi senza che questi, sorpresi da quell’attacco inaspettato, riuscissero a difendersi. A quel punto si avvicinò, lanciò un Incarceramus sui due maghi e corse a soccorrere il giovane babbano, che giaceva svenuto sul prato. Lo prese tra le braccia, adagiandone il capo sulle proprie gambe e curò le ferite che avevano deturpato il suo corpo ed il suo viso con dei semplici incantesimi che gli avevano insegnato a scuola. Quando ebbe terminato Draco si trovò, suo malgrado, a fissare con ammirazione colui che aveva appena salvato. Aveva dei folti ed ondulati capelli corvini che gli incorniciavano disordinatamente il viso dai tratti decisi, pur se ancora un po’ infantili. Il giovane Lord gli percorse con un dito le labbra rosse e piene, il naso piccolo e ben delineato, gli zigomi alti e definiti e la fronte ampia, segnata da una piccola cicatrice a forma di saetta. Il suo sguardo vagò poi sul corpo che teneva stretto a sé, accarezzandone con gli occhi il torace ampio e muscoloso, le braccia forti e le gambe lunghe. Perso in quella contemplazione, non si accorse che l'altro stesse schiudendo gli occhi, lasciandogli scorgere due iridi color della speranza che lo colpirono dritto al cuore. Lo vide cercare faticosamente di mettere a fuoco la sua immagine, ma una voce femminile interruppe quel momento e Malfoy sollevò la testa per capire da dove provenisse, scorgendo una ragazza correre loro incontro chiamando a gran voce “Harry!”. In quel momento lanciò un'occhiata di sfuggita a quello che aveva scoperto chiamarsi Harry, solo per accorgersi che era svenuto un’altra volta. Non appena la giovane fu abbastanza vicina da poterlo notare, Draco adagiò a malincuore il  ragazzo sul terreno e s'allontanò velocemente, lasciandolo alle cure dell’altra.
Si nascose ancora dietro lo stesso albero ed osservò l’intera scena perché, pur non comprendendone il motivo, non era capace di distogliere la propria attenzione dallo sconosciuto. Quello sguardo, quel fisico snello…non riusciva a toglierseli dalla testa e dal cuore, che gli batteva furiosamente nel petto mentre guardava i due dal suo nascondiglio. Fu allora che capì di non volersene separare perché, senza quel corpo tra le braccia, si sentiva stranamente vuoto.
La nuova arrivata, con lunghi capelli rossi e lisci, s'avvicinò al moro abbracciandolo affettuosamente ed il giovane mago percepì nettamente una fitta di gelosia colpirlo. Lei accarezzò con delicatezza i capelli neri del giovane, lo chiamò piano e quando lo vide aprire gli occhi, gli sorrise dolcemente. 
“Ginny…tu mi ha salvato la vita” sussurrò Harry non appena riconobbe il volto della ragazza. La fanciulla fece per negare quell’affermazione, ma quando vide l'espressione tenera e riconoscente che lui le rivolse, decise che non poteva perdere quell’occasione per avere, dal ragazzo che amava da sempre, il migliore amico di suo fratello, qualcosa di più del semplice affetto quasi fraterno che le aveva sempre riservato. Quindi la rossa mentì ed annuì, inventando sul momento una scusa che fosse plausibile e veritiera, su come fosse riuscita a spaventare i due aggressori ed a  metterli in fuga, impedendo loro di fargli ancora del male.
Harry la guardò intensamente, incatenando i suoi occhi a quelli di lei e le accarezzò piano il viso mormorando “Grazie Ginny…io non lo dimenticherò mai” poi posò un leggero bacio sulle sue labbra. 
Una lacrima scese sul volto diafano di Draco che, impotente davanti a quella scena, potè solo sfogare la propria rabbia e il proprio dolore contro un destino che si era rivelato ironico e cinico, facendogli incontrare l’amore per poi toglierglielo subito, donandolo ad un’altra persona. Rise amaramente mentre guardava i due alzarsi da terra ed allontanarsi da quel luogo. Harry s'appoggiò fiducioso al corpo dell'amica ed al biondo non restò che girare le spalle e tornare, a capo chino, verso casa. Recuperò le sue cose e, impugnata la bacchetta, si smaterializzò nel grande giardino del Manor, quindi entrò silenziosamente nel vasto atrio, affidò i vari pacchetti dei suoi acquisti ad un elfo e si ritirò immediatamente nelle sue stanze, con l'unico desiderio di rimanere da solo.
Una volta chiusa la porta alle proprie spalle, Draco si stese sul letto e lì si lasciò andare, sfogando amarezza e rimpianto, mentre calde stille salate scendevano sulle sue guance. Purtroppo sapeva bene che a lui, un mago Purosangue, non sarebbe mai stato concesso d'amare un babbano, eppure  la sua anima era lacerata al pensiero che Harry potesse essere di qualcun altro. Serrò le palpebre e le immagini di quel pomeriggio si presentarono vive e nitide nella sua mente. Rivide quel corpo spezzato dal dolore, inerme, che fiducioso s'abbandonava tra le sue braccia…quel viso e quegli occhi poi, non avrebbe potuto dimenticarli mai. Era come se il suo cuore non avesse fatto altro che vivere tutti quegli anni in attesa di quell’incontro. Ma che futuro poteva avere tutto ciò? Lasciò che l’angoscia e la sofferenza l' avvolgessero completamente, mentre singhiozzi e lacrime sembravano non poter cessare finché, sfinito dal pianto e sfiancato dalle troppe emozioni vissute, s'addormentò mentre un paio d'iridi smeraldine gli apparivano, per fargli compagnia nei suoi sogni.
Dopo quasi un’ora fu svegliato da un leggero bussare alla porta...era  un elfo domestico venuto ad avvisare il padroncino che di lì ad un’ora il ricevimento in suo onore avrebbe avuto inizio.
Sospirò profondamente, ma consapevole di non poter evitare in alcun modo di presenziare alla festa, si diresse verso il proprio bagno e si preparò, facendosi una doccia ed indossando la sua migliore veste da mago. Una volta pronto si specchiò e, nella lucida lastra, vide riflesso un giovane alto, bello e dal portamento fiero, con i capelli lunghi e biondi, ora raccolti in una bassa coda e la pelle diafana che gli donava un aspetto quasi etereo. Quando, però, il suo sguardo attento incontrò quello dei suoi stessi occhi, realizzò come la pena per quanto successo quel pomeriggio fosse ancora lì...dentro di lui. Scosse la testa rassegnato, uscì dalla toilette e, dopo un ultimo sospiro pieno di nostalgia, lasciò la sua camera a testa alta, pronto ad affrontare il suo avvenire prestabilito.
Raggiunto il salone venne accolto da Lucius e Narcissa, perfetti nella loro eleganza e nel loro incedere altero, quasi regale. I due accompagnarono il figlio a salutare gli ospiti, intrattenendosi qualche minuto in più con coloro che erano considerati l’elite del Mondo Magico, in particolar modo con i Parkinson, la cui figlia era destinata a diventare la futura Lady Malfoy.
Nel bel mezzo della festa, Lucius si pose al centro della grande sala richiedendo ed ottenendo l’attenzione di tutti i presenti.
“Innanzitutto desidero ringraziarvi per essere intervenuti a questo piccolo ricevimento. Come tutti saprete, questo è un giorno molto importante per mio figlio che oggi compie 17 anni ed entra a far parte della Società Magica a pieno diritto.” poi, puntando lo sguardo in quello di Draco, continuò “ Per questo, figliolo, stasera ti dono l'anello, simbolo della nostra Casata. Questo fa ufficialmente di te il futuro Lord Malfoy”. Infilò quindi il sigillo d'argento al dito di Draco il quale, per quanto non fosse sorpreso da quel cerimoniale, sentì il peso di quel gesto fin dentro l’anima. Nonostante la morsa gelida che stava soffocando il suo cuore, sorrise educatamente e ringraziò il padre con un rispettoso inchino e la madre con un leggero bacio. Ricevette i complimenti e le congratulazioni di tutti gli astanti a cui rispose con composta cortesia, salutandoli poi mano a mano che iniziarono a lasciare la festa e rimanendo lì, impassibile, finché anche l'ultimo invitato non fu uscito,  lasciandolo libero di raggiungere i suoi appartamenti e restare solo con i propri pensieri.
Si gettò sul letto esausto, con mille domande e dubbi che vorticavano nella sua testa. Il suo destino, l'essere un Purosangue ricco, potente ed ammirato, all’improvviso non gli sembravano più dei desideri che si avveravano, bensì dei pesanti macigni che gli impedivano di respirare. Avrebbe dovuto seguire una strada che era stata scritta per lui fin dal giorno della sua nascita, senza possibilità di scegliere altrimenti. Di colpo, prepotenti, gli tornarono alla mente gli occhi ed il viso di Harry…sicuramente l’amore per un babbano, per di più maschio, non rientrava in quanto stabilito per il suo futuro. Ma era davvero quella l'esistenza che LUI voleva? Era disposto a rinunciare ed a non lottare per ciò che sentiva di desiderare in modo così assoluto e totalitario, forse per la prima volta nella sua vita?
Un Malfoy sa sempre che scelte fare...
Le parole di suo padre gli sovvennero all'improvviso. Già... le scelte…poteva  farne ancora una, quella più importante. S'alzò di scatto dal talamo con una nuova determinazione ed una nuova forza che gli scorrevano nelle vene, facendolo sentire vivo e libero. Recuperò la bacchetta e tutto il denaro che aveva con sè, indossò il mantello e, controllato che il Manor fosse silenzioso e deserto, uscì preparandosi a raggiungere Nocturne Alley. Solamente laggiù avrebbe potuto trovare ciò che cercava e, con il cuore in gola, disse addio alla sua casa ed alla sua famiglia, pronto a combattere per il proprio amore.
Raggiunti i vicoli bui e pericolosi del malfamato quartiere magico, Draco si coprì bene il viso con il cappuccio e si diresse in un piccolo negozio, dove una vecchia strega che molti giudicavano pazza, avrebbe sicuramente potuto aiutarlo. Giunto davanti ad una porticina muffita e sgangherata, bussò brevemente ed entrò senza attendere risposta. Lì, in una stanza piena di polvere, alambicchi ed oggetti dall'aspetto inquietante, v'era un'anziana donna dall'aspetto malmesso che, non appena lo riconobbe, si prostrò ai suoi piedi... senza dubbio essere un Malfoy significava godere di un certo rispetto. Il ragazzo indossò la sua migliore maschera fredda e distaccata e modulò la voce in un tono tagliente ed autoritario.
“Donna, lasciamo perdere queste melensaggini. Ho bisogno del tuo aiuto e della tua massima riservatezza. “ buttò il sacchetto pieno di galeoni sul tavolo, a sottolineare quale sarebbe stata la sua ricompensa ed attese che la strega riportasse la sua attenzione su di lui, distogliendola dalle monete d’oro.
“Devi eliminare ogni traccia di magia che scorra nel mio sangue facendomi diventare un semplice babbano, in modo che io possa vivere una vita comune e non più da mago”
La vecchia sbarrò gli occhi, sorpresa. Draco Malfoy era l’erede delle due famiglie più nobili del Mondo Magico… come poteva rinunciare al suo status per vivere un'esistenza da babbano?!
Il biondo scrutò attentamente il volto dell'interlocutrice, in attesa di una sua risposta, cominciando a sentirsi agitato e nervoso…
“ Allora, strega, puoi farlo?” la voce dura del giovane risvegliò l'interpellata dai suoi pensieri, riportandola alla realtà. Per quella somma di denaro avrebbe venduto pure l’anima. “Certo, mio signore…ma perché l’incantesimo abbia effetto, dovrete dichiarare apertamente il motivo per cui avete deciso di rinunciare alla vostra magia. Non esiste altra possibilità che la TOTALE sincerità, perché possa funzionare.”
Il giovane Purosangue osservò a lungo quel volto scarno e rugoso, poi fece un cenno di assenso. “C’è altro che devo sapere?”
La megera esitò qualche istante, ma sotto lo sguardo perentorio di Malfoy cedette presto e si affrettò a rispondere. “  E' un procedimento complicato e molto doloroso, monsignore…vi sentirete come spezzato, il vostro essere sarà scisso in due parti ed in voi rimarrà solamente la parte non magica.” Draco preferì limitarsi ad annuire in silenzio…la sua voce era troppo soffocata perché potesse mantenere il solito tono fermo e deciso. 
Quando scorse gli occhi della donna brillare pericolosamente, però, il suo animo si turbò ancora di più, comprendendo che non sarebbe finita lì ed infatti la strega riprese presto a parlare.
“Le monete bastano per l’incantesimo, ma per il mio silenzio dovrete pagare con qualcos’altro…Voglio la vostra voce, milord…”
“La mia... voce?” chiese questi incredulo.
“Sì…è un mio piccolo vezzo. Ah, dimenticavo una cosa importantissima…se non riuscirete nel vostro scopo, qualunque esso sia, entro tre mesi, non potrete tornare MAI PIU' ad essere un mago, non dimenticatelo…Allora accettate?” lo incalzò subdolamente.
Draco non ebbe un solo istante d'incertezza, s'avvicinò alla vecchia, le strinse la mano e disse: “Sono disposto a fare qualsiasi cosa…”
“Bene. Ora dichiarate il motivo per cui rinunciate alla vostra natura di mago. Ricordate, occorre la massima sincerità, altrimenti tutto sarà vano…”
Malfoy avvertì un violento brivido scorrergli nelle vene, come se del ghiaccio liquido lo stesse ripulendo dall’interno e si accorse di non riuscire a staccare la sua mano da quella della donna davanti a lui. Due iridi verdi, un viso dolce e degli scompigliati capelli neri fecero capolino nella sua mente, mentre ad alta voce confessava: “Lo faccio per conquistare il mio vero ed unico amore…”

                   

                   


   
 
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