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Autore: _ter87_    12/10/2015    1 recensioni
quella voce ormai le faceva venire i brividi. Non la associava più all'amore della sua vita, ma al suo incubo peggiore. Deglutì, girandosi lentamente dopo aver preso il contenitore per la torta e stringendolo al petto guardò verso il ragazzo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Cheerilee, Discord, Fluttershy, Rainbow Dash, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Otherverse | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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<< Si, scusami ero distratto. Dicevamo? >>

<< Le nuove attrezzature >>

<< Certo, nuove attrezzature. Allora.. >> ed iniziò a guardarsi intorno dedicandosi finalmente alla sua nuova aiutante. Ah, che pazienza ci voleva con quel ragazzo alle volte..Rainbow si chiedeva sempre come poteva sopportare Pinkie una persona così distratta. Ma poi li guardava insieme, e ogni dubbio spariva.

Tornò poi a concentrarsi sulla ragazza minuta senza poterne fare a meno, notando lo sporco rappreso sui suoi vestiti. Cosa le era successo per tutto quel tempo? E come mai ora era lì con Pinkie? L'aveva salutata..e lei aveva reagito come se altro non fosse stato che l'incrociarsi di pochi attimi ma per lei non era stato così, lei aveva guardato i suoi occhi. Lei aveva ascoltato la sua richiesta d'aiuto, lei l'aveva aiutata, ma ora lei aveva paura. Ma alla fine, paura di cosa, dell'ignoto? A Rainbow non piaceva quella parola: ignoto. Aveva imparato a temerla nel corso degli anni, in particolar modo all'università quando, per lasciarsi andare all'ignoto finì quasi all'ospedale. Ma era giovane, inesperta. Mentre ora, all'età di 22 quasi 23 anni, riusciva a capire quanto sciocca fosse stata e aveva capito che per andare avanti bisognava tenere i nervi ben saldi ed un piano preciso. E lei lo aveva al momento, si chiamava Applejack. L'avrebbe sposata, avrebbero vissuto per sempre insieme e avrebbero adottato due bellissime bambine. Andiamo, era un piano perfetto..non poteva assolutamente fallire. Certo che no!....

 

…..davvero, Rainbow?

Passò qualche giorno dal fatale incontro e la ragazza dai capelli arcobaleno iniziò a trovare scuse sempre diverse per mancare dalla palestra. Il primo giorno fu il classico 'mal di pancia', il secondo..la schiena. Il terzo? Visita dalla nonna. Il quarto invece, Applejack che si sloga una caviglia e povera ragazza, il quinto -“Rainbow, sicura sia tutto vero?” se ne uscì David al telefono- bisognava costruire un carro e dare una mano alla fattoria per la festa! Ma quest'ultima forse, fu l'unica cosa vera uscita dalla sua bocca.

La festa del paese era molto importante per tutti. Soprattutto perché la famiglia della sua ragazza aveva sempre uno stand dal quale vendevano torte di mele, sidro ed altre gustosità ricavate dai loro raccolti. Non era la prima volta che partecipava ad una simile manifestazione, anzi..da quando era fidanzata con la ragazza ci era andata ogni anno ma anche prima, da amiche. La cosa più bella di quelle giornate ricorda, erano i giochi. Il vedere tutta la famiglia riunita che si divertiva senza nessun doppio scopo di vincita. I bambini che correvano, tutti con i loro bei cappelli da cowboy, anche le ragazze! Vedere poi Apple Bloom, sorella più piccola della ragazza, giocare felice e spensierata con Sweetie Belle, Scotaloo -che sembrava aver preso molto in simpatia Rainbow- e la cugina della prima, Babes, venuta in vacanza da loro proprio poco tempo prima. Capitava che Rainbow andasse lì solo per passare del tempo con le tre ragazze che avevano fondato un loro club segreto (anche se tutti ne erano a conoscenza) del quale solo loro potevano far parte. Questo era motivo di scherno da parte di alcuni compagni di scuola, ma le ragazzine non si davano mai per vinte, nonostante tutto.

Era stato questo a convincere la grande che quelle tre avevano fegato da vendere, e perché no, magari un giorno sarebbero potute diventare le nuove Rainbow Dash! Lei ci sperava sempre, di avere qualcuno da seguire. Ma non avrebbe mai capito una cosa; le persone dopo un po' finivano con l'avere paura di lei, e la evitavano..che fosse per il suo carattere? Ma Applejack no, era sempre lì..come anche le ragazzine. E a lei andava bene così. In fondo a perderci erano gli altri non di certo lei, no? Con questo pensiero era sempre andata avanti, ogni qual volta diventava tutto troppo stretto intorno a lei, quasi da soffocarla. Non era una persona facile Rainbow Dash, e lei lo sapeva bene. Certo, a scuola aveva avuto il cambiamento maggiore grazie all'amicizia con Applejack diventata poi qualcosa di più, ma questo non le avrebbe mai fatto dimenticare la sua infanzia. Il rifiuto all'asilo da parte di alcune femminucce perché "tu sei un maschio, non porti i vestitini". Il 'tradimento' della migliore amica a scuola con la più antipatica solo perché non le hai prestato un temperino. La morte prematura di un padre che era sempre stato presente nella vita della propria figlia, ritrovatosi improvvisamente affetto da una grave malattia. La dipartita, qualche anno dopo, della madre, per solitudine..

La vita della ragazza non era stata facile dal principio insomma, ma lei non si era mai abbattuta volendo dimostrare al mondo ma anche a se stessa, che era forte, che non poteva cadere nonostante tutto. Ma ora? Poteva una semplice ragazzina farle perdere la concentrazione sulla sua stessa vita? Questo Rainbow non avrebbe mai potuto permetterlo, la sua vita stava filando liscia e non aveva bisogno di 'aiuti' esterni, ma..ne era davvero certa?

Passarono altri giorni e nel paese non si faceva altro che parlare della famosa festa tenutasi dagli Apple. Era sempre così, soprattutto quando la ragazza dava una mano. Ci sapeva fare con le persone, lo sapevano tutti tranne forse proprio lei che 'nah, troppe persone non fanno per me' diceva sempre, ma finiva sempre con il farle divertire. Ogni anno arrivava qualcuno di nuovo per partecipare a quello che era nato come un semplice annuale raduno di famiglia solo per lei, per poter vedere la famosa Rainbow Dash in azione. C'era chi, esagerato come al solito, raccontava in giro che 'la ragazza con i capelli arcobaleno riesce a mettersi una spada giù per la gola!' oppure, più carini ancora quelli che 'l'ho vista! Ha picchiato un bambino che non l'ha ascoltata!', ma tutto quello non scoraggiava i soliti curiosi che erano arrivati a frotte anche l'ultima sera. Unica nota stonata di quell'anno? Mancava qualcosa..Rainbow lo sentiva anche se non capiva esattamente cosa. Era come se..non si sentisse completamente se stessa. Fortunatamente questo non le impedì di divertirsi e far divertire ma ora, a festa finita, era lì da sola, seduta sul muretto fuori casa a ripensare proprio a quello. Qualcosa non andava, lo sentiva anche se non capiva ancora cosa, però..non voleva pensarci. Il piangersi addosso o pensare al passato non facevano parte di lei e due ore dopo entrò in casa buttandosi direttamente a letto di fianco la sua ragazza, troppo stanca perfino per spogliarsi.

La mattina dopo, come se tutto quello che stava passando non bastasse ancora, si ritrovò quella ragazza in palestra, Fluttershy. La salutò educatamente e lei ricambiò, ma nelle ore che rimase lì non poté fare a meno di guardarla in tralice di tanto in tanto, rischiando di rovinare il pavimento della palestra nel continuare a farci cadere su pesi. In quella stessa mattina, successe una cosa che Rainbow non avrebbe mai creduto possibile, insomma..non era mai lì eppure, improvvisamente, ecco Applejack fare il suo ingresso con un pacco contenente forse dei dolci tra le mani.

<< Buongiorno a tutti, ragazzi, ho portato i dolci! >> Rainbow quasi si strozzò con la sua stessa saliva mentre posava lo sguardo dalla bionda all'altra ragazza che stava facendo il suo ingresso nella grande sala con Pinkie.

<< Applejack! >> la salutò quest'ultima correndole incontro per abbracciarla. Ricambiò, ma subito dopo spostò il viso per guardare proprio la piccola ragazza dai capelli rosa.

<< E tu chi sei? Non ti ho mai vista qui >> la ragazza arrossì furiosamente, e 's-sono..sono Fluttershy' disse, con tono bassissimo.

<< Come? Non credo di aver capito, perdonami..tu sei? >>

<< I-io..io sono.. >>

<< Lei è Fluttershy, una pasticciera bravissima che mi aiuta qui in cucina per il momento.. >> le venne in aiuto Pinkie capendo le sue difficoltà. Applejack la metteva in soggezione, il che non era strano per il suo carattere timido ma con lei in particolare non riusciva a spiegarlo, provava..timore. Timore puro, quasi come con Discord.

Chi era quella ragazza? Rimase a guardarla mentre la vedeva avvicinarsi a Rainbow Dash, e 'è una sua amica, allora' pensò, ma per poco non urlò con quanto fiato avesse in gola quando la vide baciarla sulle labbra. Attenzione non che le dessero fastidio certe cose, assolutamente! Solo che non se lo aspettava, tutto qui. Senza aggiungere una parola tornò in cucina riprendendo in mano la ciotola nella quale stava mescolando una nuova crema di sua invenzione. E così era la fidanzata di Rainbow Dash quella ragazza. Della stessa Rainbow Dash che l'aveva salvata una volta..chi sa se ne era a conoscenza lei, forse dovrebbe..ma no, no! Non esisteva nemmeno lontanamente, non si sarebbe immischiata in certe cose né ora, né mai.

Ma furono 'certe cose' ad immischiarsi con lei, non molto tempo dopo. Passati quaranta minuti, poco meno o poco più, sentì la porta della cucina aprirsi e credendo fosse Pinkie si girò sorridente, un po' di crema finita sulla punta del naso. Ma avanti si trovò niente poco di meno che Rainbow Dash che la guardava come se le avesse ucciso il cane. Era cadaverica.

<< Ehi.. >> era la prima volta che le rivolgeva la parola da quando si erano riviste. Che stava succedendo?

<< E-ehi a te.. >> rispose la più piccola, stringendosi appena nelle spalle e cercando quasi di nascondersi con la scodella che aveva tra le mani. Non sapendo cos'altro fare, la più grande optò per quella che a lei sembrò la migliore opzione; parlare di dolci.

<< Beh, cosa fai? La mia ragazza ha.. >> errore Rainbow, grave errore. << cioè, volevo dire..A-Applejack ha..portato dei dolci, dovresti..si, venire a mangiarne qualcuno fuori. Che dici? >> l'altra alzò le spalle e lei sospirò. Si stava dando la zappa sui piedi da sola praticamente, ma cosa poteva fare? E poi era solo lei quella ad essere nervosa perché davvero, Fluttershy sembrava tutto fuorché agitata in quel momento. Come mai? La guardò sconcertata per qualche secondo, poggiandosi al muro ed incrociando le braccia al petto. Era..beh, serena. Ma forse era solo perché era troppo nervosa vicino a lei, certo doveva essere..ma quando la ragazza le passò accanto più volte sembra mostrare il minimo imbarazzo, Rainbow si sentì morire. E se..se avesse frainteso tutto? Se avesse viaggiato troppo con la fantasia fino a convincersi di un qualcosa che..non era? Si schiaffeggiò praticamente la faccia tanta era la vergogna, al punto che Fluttershy dovette fermarsi per dare attenzioni a lei.

<< Rainbow, cos.. >> la ragazza la guardò negli occhi terrorizzata da se stessa. Aveva fatto un macello, come sempre si era fatta prendere dall'euforia dei propri pensieri senza badare alle persone intorno a lei. Aveva voluto vedere le cose come le avrebbero fatto più comodo, senza pensare di star sbagliando nemmeno per un momento o magari di starla..imbarazzando.

<< Fluttershy >> iniziò in tono quasi solenne ma, ehi..è di Rainbow Dash che si parla, e << nulla, dai vieni a mangiare i dolci. Sono buoni >> non sarebbe mai riuscita a scusarsi. La più piccola annuì seguendola finalmente fuori dopo essersi data una pulita veloce.

<< Zuccherino, ce l'hai fatta >> era Applejack a rivolgersi a lei in quella maniera? Si, era decisamente lei. Arrossì ma le sorrise, andando a sedersi al suo fianco. Tutto sommato forse non era così male.

 

Da quell'episodio non ce ne furono altri degni di nota a parte la prima mangiata di torta tutti quanti insieme. Quella si, che fu divertente...

 

...<< Ehi, Fluttershy, è tutto in ordine? >> le chiese Pinkie, preoccupata come pochi. La ragazza annuì versando gli ultimi ingredienti nella nuova planetaria comprata da poco. La fece ripartire e il tutto iniziò a mischiarsi per formare un'unica gustosissima crema all'uovo.

<< Lo zucchero? >> chiese Fluttershy. << Arriva! >> rispose prontamente la nuova amica, afferrando al volo il pacco contenente l'ingrediente e lanciandolo quasi all'altra. Quel giorno sarebbero andati a mangiare in palestra -e qui serve l'appunto. In realtà sopra della palestra c'era la casa di David che ora condivideva con Pinkie e in caso straordinario, con Fluttershy. Era casa loro, ma per loro era tutto unico con la palestra dato che capitava qualche allievo con particolari esigenze di tanto in tanto, e saliva di sopra- proprio tutti. La prima ad arrivare fu Applejack, che con il suo cappellino da cow-girl e la sua espressione per la maggior parte delle volte imbronciata ma cordiale dava sempre l'aria di una tipa con la quale non si vuole affatto litigare. Insieme a lei arrivò ovviamente Rainbow Dash e Fluttershy fu più che felice di uscire da quel caldo buco di cucina per andare a salutare. << Ehi, ciao ragazze >> disse allegramente, pulendosi una guancia sporca di farina con la mano. Rainbow si girò subito verso di lei per salutarla e le sorrise. In realtà si sentiva ancora in colpa per aver pensato male di lei quel giorno quando in realtà l'unica colpevole era stata lei. Sarebbe andata volentieri ad aiutarla, ma proprio in quel momento si sentì chiamare dalla sua ragazza e con un cenno la salutò di nuovo, raggiungendo Applejack al tavolo che stava litigando con i tovaglioli, perché 'non stanno a posto!' continuava a dire. Ed era vero, ma lei stava cercando di farli stare su senza un fermo! Fluttershy si avvicinò timidamente non sapendo quanto poteva spingersi oltre.

<< Ehm, scusami..scusate ragazze >> disse con la sua solita vocina cercando di farsi vedere. << Io credo che..magari u-un fermo potrebbe.. >> ma nessuna delle due la ascoltò e continuarono imperterrite finché non arrivò la saltellante Pinkie con degli affarini d'argento. Li passò alle ragazze; << provate questi ragazze >> poi si allontanò nuovamente non prima di aver fatto l'occhiolino a Fluttershy che come sempre arrossì, stringendosi in se stessa quasi fino a scomparire. Proseguì tutto bene ancora un po', fino all'arrivo della torta almeno..

Era pesante e avevano lasciato la povera Fluttershy a sbrigarsela da sola. Uscì lentamente dalla piccola cucina e tutta traballante andò verso il tavolo. Immediatamente David le fu vicino per aiutarla ma la più piccola inciampò nel proprio vestito e spinse involontariamente via il ragazzo che scivolò in avanti, inciampando a sua volta contro il tavolo e finendoci completamente su, aggrappandosi alla prima cosa che trovò sul suo cammino, la torta, che finì spiaccicata sul tavolo e sulle facce stupite e divertite degli ospiti. Fluttershy rimase di sasso, le mani a coprire la bocca in un'espressione di puro terrore. 'Ommioddio' disse in un sussurro scappando via in cucina a recuperare qualche fazzoletto e strofinacci vari per pulire quel macello. Al suo ritorno non calibrò bene la propria velocità e così, tra le risate di Pinkie per la fine della torta, prese una lunga scivolata che la fece finire dritta dritta seduta in braccio a Rainbow Dash che quando se la vide arrivare lì le sorrise, facendola finire quasi sul pavimento per l'imbarazzo. Fu a questo punto che Applejack si alzò in piedi facendo un fischio che fece bloccare tutti. Si avvicinò per prima alla sua ragazza togliendole la più piccola di dosso. Le sorrise in modo geloso, come a dirle 'lontana da lei' e lei lo fece, scappò letteralmente via fino al lato opposto della stanza lasciando la bionda a bocca aperta. Era abbastanza lontana?

<< S-scusatemi, io sono inciampata e la torta.. >>, ma Pinkie alzò una mano e lei si bloccò. Con l'altra prese un po' di panna che aveva sulla guancia e se la portò alle labbra, assaggiandola. Rimase seria ed in silenzio qualche secondo tanto che Fluttershy pensò che oltre ad averla fatta cadere l'aveva fatta anche brutta, ma 'è buonissima!' trillò improvvisamente la ragazza saltellando come una matta. Iniziò a recuperare il recuperabile e non si sa come riuscì a fare delle fettine che mise poi nei piatti e successivamente di fronte agli ospiti. << Su, Fluttershy >> disse poi, guardando la piccola ancora stipata nell'angolino, << vieni qui, devi assaggiare la tua opera! >>. Ci vollero un milione di 'dai, per favore' peer convincerla, ma alla fine tornò a sedersi anche lei.

Ecco, oltre quel piccolo fuori programma non successe altro degno di nota e la giornata passò tra il pulire e fare progetti per l'imminente week-end più importante dell'anno.

In realtà si trattava di un week-end normalissimo, la cosa che faceva eccitare tutti era che si trattava del week-end di ogni anno in cui i rappresentanti di ogni palestra si riunivano in qualche bellissimo posto di montagna per provare nuovi attrezzi. Quell'anno sarebbe andato David -come ovvio che fosse- accompagnato da Pinkie Pie al posto di Rainbow Dash ma rispetto agli altri anni la palestra non avrebbe chiuso. No, perché ci avrebbe pensato proprio quest'ultima alle lezioni aiutata da qualche studente oppure dalla sua ragazza, mentre Fluttershy, come ormai faceva sempre, avrebbe lavorato in cucina. Non che non le piacesse sia chiaro, era l'unico posto nel quale era davvero al sicuro oltre la sua piccola stanzetta in casa dei ragazza, ma passare tutte le sue intere giornate lì dentro non era di certo il massimo. Avrebbe voluto qualche volta uscire, fare un giro con i vecchi amici magari anche mangiare un gelato al parco. Ma sapeva di non poterlo fare. Era certa che quel ragazzo fosse sulle sue tracce e lei non voleva di certo rischiare. Non era nemmeno riuscita ancora a raccontare la verità su di se a Pinkie Pie o a David. L'unica a conoscenza di tutto, o almeno in parte, era Rainbow Dash ma non sembrava così ansiosa di rivelarlo al pubblico, soprattutto non davanti ad Applejack che nonostante fosse molto carina con la piccola, ne era anche estremamente gelosa.

Ad ogni modo, Fluttershy si trovava bene lì e finché le avrebbero permesso di rimanere non aveva intenzione di causare danni. Ma doveva saperlo che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, il giorno in cui sarebbero finite le scorte in cucina e lei sarebbe stata costretta ad uscire anche contro la sua volontà.

   
 
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